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Le conseguenze indirette: inflazione e gold exchange standard
Una delle conseguenze del dopoguerra fu l'inflazione, che fu causata dall'aumento dei costi di produzione, dalla diminuzione dell'offerta e dalle troppe banconote in circolazione.
L'aumento dei costi di produzione fu provocato dalla crescita dei salari, dovuta alla scarsità di manodopera e dall'alzamento dei prezzi delle materie prime. Inoltre, diminuì anche l'offerta dei manufatti, perché le imprese erano intente a costruire materiale bellico. Inoltre, diminuirono i generi alimentari e infine i prezzi aumentarono a causa della grossa quantità di banconote emesse.
L'inflazione si trasformò in iperinflazione, e l'unico modo per uscire da questa situazione era ritirare la vecchia moneta e mettere in circolazione una nuova. L'inflazione provocò una violenta distribuzione della ricchezza a vantaggio delle categorie più forti, colpendo gli operai, i contadini e...
avvantaggiò gli industriali e i commercianti. Era quindi necessario ricostruire un sistema di cambi fissi, quindi nella conferenza di Genova, si propose per un gold Exchange standard, dopo si proponeva di porre in garanzia dei biglietti non solo in oro ma anche le banconote convertibili in oro. I paesi che volevano aderire al sistema dovevano ripristinare la convertibilità dei loro biglietti, in modo da essere utilizzabili come riserva dagli altri paesi per le loro emissioni. Inoltre, le banconote non potevano più essere convertite in moneta ma solo in lingotti e solo presso la sede centrale della banca che li aveva emessi, era quindi una convertibilità limitata.
19. L'UNIONE SOVIETICA
LA RIVOLUZIONE
Una delle conseguenze della Prima guerra mondiale fu quella di istaurare un regime collettivistico in Russia, la rivoluzione si proponeva un'uguaglianza fra gli uomini, eliminando la proprietà privata e dando allo stato il compito di regolare
L'attività economica. La partecipazione della Russia alla Prima guerra mondiale fece crescere il malcontento delle masse popolari. Nel febbraio 1917 scoppio la rivoluzione che costrinse lo zar ad abdicare e portò al potere prima il principe e poi Kerenski. Il nuovo governo decise di continuare la guerra, mentre si andavano organizzando i primi Soviet (consigli) dei rappresentanti dei soldati, degli operai e dei contadini.
Intanto si rafforzava il partito che assunse il nome di Partito comunista, sotto la guida di Lenin. Il programma dei bolscevichi prevedeva la fine della guerra senza annessioni o indennità, il diritto di autodeterminazione dei popoli, nonché la distribuzione delle terre ai contadini e il controllo degli operai sulle fabbriche.
I comunisti conquistarono il potere con la rivoluzione di ottobre e si ritirarono dal conflitto, seguì una lunga guerra civile, nella quale fu proclamata l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS).
La realizzazione del socialismo in Russia passò attraverso tre fasi distinte: il comunismo di guerra, la Nuova politica economica (NEP) e la pianificazione. IL COMUNISMO DI GUERRA Il comunismo di guerra (1917-21) fu il regime economico instaurato mentre era in corso la guerra civile fra l'Armata Rossa e le armate "bianche" controrivoluzionarie. Fra i primi provvedimenti ci fu l'abolizione della proprietà privata delle terre, che vennero confiscate agli aristocratici, alla chiesa e alla corona e che passarono a chiunque ne avesse fatto richiesta al patto che non le vendesse o affittasse o coltivasse con lavoratori salariati. I contadini non furono contenti, perché aspiravano alla proprietà individuale della terra, in molte zone le terre assegnate risultarono troppo piccole, mentre in altri posti le terre rimasero incolte. Un'equa distribuzione avrebbe portato lo spostamento di milioni di persone da una parte del paese all'altra. Lademotivazione dei contadini, la guerra civile e i cattivi raccolti del 1920 però, fecero crollare la produzione agricola. Durante la guerra civile, con il sistema ferroviario fuori gioco in un paese dalle grandi distanze e con le imprese malgestite, era difficilissimo continuare la produzione industriale, che infatti quasi si fermò. Anche le banche e il commercio furono nazionalizzati. Il commercio estero divenne monopolio di Stato e fu vietato il commercio privato, mentre le banche furono espropriate senza indennizzo e vennero assorbite dalla Banca di Stato, tranne per le cooperative di credito che furono conservate. La Rivoluzione russa fu finanziata con una massiccia emissione di moneta cartacea, che portò al crollo del rublo. La completa perdita di valore della moneta e il ritorno a forme di scambio in natura provocarono la dissoluzione del sistema bancario, che in seguito bisognò ricostruire su nuove basi. LA NUOVA POLITICA ECONOMICA (NEP) Nel 1921 Lenin decise unaNuova Politica Economica (NEP, 1921-28), che consisteva nel liberare l'agricoltura, le piccole industrie e il commercio, mentre lo stato deteneva il controllo delle grandi industrie, delle banche e del commercio estero; si diete vita ad una politica dove coesisteva sia il socialismo che il capitalismo.
Nel settore agricolo si tornò a forme di produzione più libere, e l'obbligo di cedere un pezzo dei raccolti si convertì prima nel pagamento in natura poi in denaro. I contadini furono autorizzati a vendere i loro prodotti sul libero mercato e la produzione riprese i livelli prebellici, però essa non bastò per alimentare la popolazione.
La possibilità di dare in affitto la terra e di assumere salariati portò alla formazione di diversi gruppi:
- Un proletariato rurale di braccianti;
- I contadini poveri, costretti a dare in affitto il loro piccolo pezzo di terra e a lavorare come salariati;
- Un ceto di contadini medi, dotati di appezzamenti.
abbastanza grandi e di attrezzi agricoli:
- I kulaki, ricchi contadini che prendevano terre in affitto, le coltivavano e vendevano i prodotti sul mercato
- libero.
Il settore industriale fu sostanzialmente diviso in due: quello privato e quello pubblico.
Le imprese con meno di 20 dipendenti furono restituite ai precedenti proprietari, mentre le grandi imprese rimasero nelle mani dello Stato. Le fabbriche più grandi erano gestite direttamente dall'URSS, le medie dalle repubbliche federate e le più piccole dalle autorità locali.
L'Unione sovietica puntò sull'industria pesante e trascurò la produzione di beni di consumo, che invece era molto sviluppata nei paesi capitalistici, anche quando si raggiunsero le industrie prebelliche il Paese restava sostanzialmente agricolo.
Il commercio interno fu liberalizzato e si creò una vasta rete di punti di vendita al dettaglio, il commercio con l'estero, invece, rimase di competenza dello
Stato.Il sistema bancario dovette essere ricostituito dal nulla, fu fondata una nuova Banca di Stato, incaricata di emettere Il nuovo rublo, in sostituzione di quello precedente, che aveva perso completamente valore.LA PIANIFICAZIONE
Alla morte di Lenin (1924), gli successe Stalin, che puntava alla realizzazione del "socialismo in un solo paese, infatti riprese la strada verso Il socialismo e promosse l'economia pianificata, che si contrapponeva all'economia di mercato.
In agricoltura fu avviata una rapida collettivizzazione delle terre con lo scopo di giungere ad aziende di vaste dimensioni per favorire l'introduzione di macchine e l'incremento della produttività. La proprietà privata della terra era ammessa, ma i contadini erano spinti a creare aziende agricole collettive conferendo la propria terra. Accanto alle fattorie collettive si formarono aziende agricole di proprietà statale.
Con la fine della NEP si eliminò gradualmente il settore
privato nel commercio e nell'industria e si passò alla pianificazione, anche l'attività economica fu completamente pianificata e il compito di provvedervi fu affidato al Gosplan (Comitato per la pianificazione di Stato). Il Gosplan doveva preparare i piani quinquennali e controllare che fossero attuati, stabilendo gli obiettivi da realizzare. Fino al 1941 vi furono tre piani quinquennali, ma il terzo non fu portato a termine per lo scoppio della guerra. I primi due riuscirono a consentire una rapida industrializzazione del Paese, anche grazie al fatto che l'Unione Sovietica non fu toccata dalla Grande Depressione degli anni Trenta, che invece colpi l'Europa e gli Stati Uniti. Fu privilegiata l'industria di beni strumentali, soprattutto di macchine agricole e industriali, a scapito della produzione di beni di consumo. Tuttavia, II PIL pro capite aumento ad un ritmo più elevato di qualsiasi altro paese. Non si trattò di un risultato di poco conto,
considerando che fu realizzato in un periodo contrassegnato da due guerre e da una lunga e cruenta rivoluzione.20. LA GRANDE DEPRESSIONE
L'ESPANSIONE DEGLI ANNI VENTI NEGLI STATI UNITI
Il periodo compreso fra il 1922 e il 1929, i "felici anni Venti", fu caratterizzato dall'espansione dell'economia mondiale. Il sistema monetario internazionale fu ricostruito, i traffici ripresero e la produzione industriale cominciò di nuovo a crescere.
Gli Stati Uniti conobbero un periodo di prosperità che si basò principalmente sul mercato interno, stimolato dalla politica degli alti salari, dalle vendite a rate e dalla diffusione della pubblicità commerciale e dall'espansione del settore automobilistico.
La fabbricazione e la circolazione di autovetture stimolarono la produzione e il consumo di petrolio, acciaio, gomma e vetro e fu necessario costruire nuove strade, una grande espansione avvenne pure nelle industrie chimiche ed elettriche.
Il mercato
interno non poté assorbire la produzione e perciò diventò necessario esportare. Ma la politica d'isolamento degli Stati Uniti e il timore della concorrenza europea li avevano indotti a elevare i dazi doganali, rendendo più difficili gli scambi con le altre nazioni.LA LENTA CRESCITA DELL'EUROPA
In Europa la ripresa fu piuttosto fiacca, specialmente in Gran Bretagna e in Germania, mentre Francia e Italia riuscirono a realizzare delle performance migliori.
La Gran Bretagna conobbe una crescita lenta e una sostanziale stabilità delle esportazioni, le difficoltà dell'economia britannica, si aggravarono in seguito alla decisione di ripristinare, la convertibilità della sterlina al valore d'anteguerra, perché gli inglesi volevano restituire alla sterlina il ruolo che esse avevano prima del conflitto.
In Germania, il problema del pagamento delle riparazioni costituì un grave ostacolo alla ripresa, una parte
dellaproduzione veniva esportata e con Il ricavato si pagavano le rate delle riparazioni. I Tedeschi cedevanogratuitamente ai paesi vincitori una quota della loro produzione.Molto meglio fece la Francia, che riuscì a ottenere il pagamento delle riparazioni in contanti.