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Il valore di Adam Smith e Karl Marx

Ivizioso. crollo impreseo- salariprezzi noo → →- o→ no -0-① ..Legge di Jean Baptiste Say= l’offerta segue sempre la domanda e viceversa. Domanda e offerta determinano il prezzo,che è il punto di equilibrio tra domanda e offerta—>il mercato si autoregolaA causa del libero scambio si arriva ad un eccesso delle importazioni di cereali: prezzo di vendita inferiori ai prezzi diproduzione europei—>eccesso di offerta dei prodotti agricoli.

Il valore di Adam Smith e Karl Marx: Adam Smith= il profeta dell’economia di mercato classica. Scrive nel 1776, quindi la rivoluzione accede in gran parte dopo la pubblicazione del libro, “an inquire into the wealth ofnations”: libro su come le nazioni e le economie delle nazioni passano dalla società tradizionale con l’economia di anticoregime, all’economia di mercato classica. Propone l’esempio della fabbrica di spilli: tema importantissimo è la suddivisione del lavoro.

L'organizzazione dellaproduzione nella fabbrica moderna (factory system) è più efficiente che quella della manifattura. Alla base dello scambio ci sono le differenze dei costi e delle opportunità che derivano dalla divisione del lavoro. Punti essenziali della teoria di Adam Smith: 1) Basato sulla ricerca dell'utile personale, solo così si garantisce l'equilibrio dell'intero sistema. 2) Studia la determinazione dei prezzi, come punto di equilibrio tra domanda e offerta, studia le forme di distribuzione del reddito in salari, profitti e rendita (rendita= entrata/ricavo senza una attività produttiva, in ragione della propria condizione sociale). 3) Le istituzioni, lo stato, devono muoversi secondo il modello liberale: difesa, giustizia e opere pubbliche. Non c'è un intervento diretto dello stato nell'economia. La divisione del lavoro serve a creare beni, i quali che hanno un valore d'uso e un valore di scambio: ad

esempio l'acquapotabile ha un valore d'uso altissimo, ma un valore di scambio molto basso, al contrario invece un diamante. Nel pensiero di Smith non c'è un valore d'uso (bisogna aspettare la teoria marginalità con il concetto di utilità marginale) ma solo il valore di scambio dato dall'ammortare di lavoro contro Iliade è possibile scambiarlo.

Il sistema economico si fonda sulla legge di Jean Baptiste Say: la produzione di mezzi genera una domanda sufficiente ad acquistare l'offerta totale di mezzi -> domanda e offerta si seguono sempre. Affinché questa legge possa funzionare c'è bisogno della massima libertà di commercio all'interno di un paese e della realtà internazionale.

Karl Marx = il critico del potere attribuito ai possessori di mezzi di produzione. Marx critica la visione di Smith perché dice che la vita sociale, economica e politica è un processo di trasformazione costante.

non è un processo statico come per Smith che si basa sull'equilibrio tra domanda e offerta. Marx non mette in discussione l'industrializzazione e il progresso tecnologico (non vuole tornare all'economia preindustriale fondata sull'agricoltura). Il potere è un fatto ineludibile dalla vita economica: la proprietà dei mezzi di produzione dà al capitale un privilegio economico ma anche politico -> all'ineguale distribuzione del potere si accompagna un'ineguale distribuzione del reddito. Il salario non retribuisce tutto il lavoro dell'operaio, una parte del valore-lavoro del bene viene preso dal capitalista (principio dei rendimenti decrescenti: il salario marginale fissa il livello dei prezzi, lo studieremo più avanti). Il capitalismo quindi va in crisi: aumenta la produzione fino alla piena occupazione che genera un aumento dei salari che a sua volta comporta un calo dei profitti. Il lavoratore è

disposto a lavorare solo se viene aumentato il salario—>calano iprofitti—>arriva la crisi.

Il punto debole dell’analisi di Marx: il capitalismo ha come pregio la crescita del reddito, ma ha come difetto la cattiva distribuzione del reddito, però l’ineguale distribuzione del potere e del reddito può essere modificata (non è ineluttabile).

Il capitalismo occidentale sperimenta il riformismo: politiche sociali, welfare state e poi economia mista che tendono a modificare e ad intervenire sull’ineguale distribuzione del reddito.

David Ricardo (1772-1823) é dei pilastri dell’economia politica, e soprattuto insieme a Smith è un grande teorizzatore dell’economia di mercato liberale.

Nel suo libro “the principles of economics” arriva a definire ed enucleare un sistema di sviluppo economico, il processo di sviluppo economico, arrivando ad una conclusione negativa: quando la popolazione è scarsa la

terra marginale ha un alto rendimento (ovvero mettere a coltura la terra è facile e genera un profitto che genera accumulazione). Questa accumulazione fa crescere i salari, la gente lavora solo se partecipa ai profitti creati, e la crescita dei salari determina una crescita della popolazione (se si vive bene si fanno più figli).

L'aumento della popolazione riporta i salari a livello di sussistenza e per alimentare una accresciuta popolazione sarà ora necessario passare alla coltivazione di terra meno fertile.

Principio dei rendimenti decrescenti: man mano che si mettono in uso nuovi fattori, il rendimento decresce. Aumenta la rendita e diminuisce il profitto -> il capitalismo raggiunge il melanconico stato stazionario.

La teoria di Riccardo ha caratterizzato l'economia classica introducendo l'idea secondo cui il capitalismo si regge sul profitto, che va tenuto alto per evitare la stagnazione.

Però nel '900 questa teoria è stata

Messa in discussione perché la teoria di Riccardo presupponeva che non ci fosse innovazione tecnologica.

Il teorema dei vantaggi comparati di David Riccardo:

Riccardo affermò per primo che i paesi commerciano per sfruttare i rispettivi vantaggi comparati. Nel suo modello i paesi differiscono solo per la produttività del lavoro, nella produzione di beni diversi. Ciascun paese dovrebbe specializzarsi nella produzione del bene in cui risulta relativamente più efficiente, cioè la cui produzione ha un costo opportunità minore che negli altri paesi.

Un paese dovrebbe commerciare con il resto del mondo anche se non gode di un vantaggio assoluto, è sufficiente essere relativamente più efficienti nella produzione di un bene che nella produzione di altre merci (ad esempio: l'Inghilterra produce stoffe di cotone ad un costo relativamente più basso di quanto il Portogallo possa produrre tessuti di cotone. L'Inghilterra poi con il profitto

delle esportazioni compra il vino portoghese, che veniva molto apprezzato dalla nobiltà e dalla borghesia inglese. Il vino portoghese costa in comparazione relativamente meno rispetto al vino inglese). È una comparazione del costo di produzione di un bene tra due paesi. La teoria dei vantaggi comparati mette in luce che il commercio internazionale non ha beneficiato tutti, non c'è stata una convergenza totale dei prezzi nel sistema economico, l'abolizione dei dazi doganali aveva fatto beneficare solo i paesi come l'Inghilterra che già si erano sviluppati dal punto di vista economico. Il commercio internazionale non rende tutti uguali ma presenta forti disuguaglianze. La Grande Depressione 1873-1895. Nel sistema economico occidentale, in particolare nel nord del mondo, nell'asse nord Atlantico, si produce più di quanto si consuma. Secondo il modello dell'economia di mercato classica (Smith e Riccardo) c'è una caduta

Dei prezzi per far vendere quanto è stato prodotto, c'è però così induce una caduta dei profitti, che a sua volta causa l'espulsione dal mercato delle imprese più piccole, e si causa anche la caduta dei salari.

Le radici della grande depressione risiedono nelle industrie (si produce di più di quanto sia l'effettiva domanda del mercato) e nell'agricoltura (l'integrazione dei mercati con una riduzione dei costi di trasporto generano un eccesso di offerta sul mercato europeo).

La crisi del settore agricolo determina in Europa un calo generale dei consumi.

La crisi economica, la crisi di sovrapproduzione in agricoltura, e nell'industria pesante, provoca una grandissima crisi.

La grande depressione è una crisi dell'economia reale che prova disoccupazione e calo dei consumi, e poi una crisi finanziaria (scaturita nel 1873 con la caduta della borsa di Vienna che ha contagiato il resto delle borse, portando al fallimento.

di austerità imposte dai governi per far fronte alla crisi economica hanno ulteriormente aggravato la situazione, portando a una diminuzione dei consumi e degli investimenti. Questo ha causato un ulteriore calo della produzione e dell'occupazione, creando un circolo vizioso che ha reso difficile uscire dalla crisi. Le conseguenze sociali della grande depressione sono state devastanti. Milioni di persone hanno perso il lavoro e sono state costrette a vivere in condizioni di estrema povertà. La disoccupazione di massa ha portato a un aumento dei tassi di criminalità e della disuguaglianza sociale. In molti paesi, sono state introdotte misure di emergenza per fornire assistenza ai più bisognosi, ma queste non sono state sufficienti a risolvere il problema. La grande depressione ha anche avuto un impatto significativo sulla politica internazionale. Le tensioni tra le nazioni sono aumentate, portando infine allo scoppio della seconda guerra mondiale. I paesi hanno adottato politiche protezionistiche per proteggere le proprie economie, creando barriere commerciali e ostacolando la cooperazione internazionale. In conclusione, la grande depressione è stata una delle crisi economiche più gravi della storia. Le sue cause sono state molteplici e complesse, ma il risultato è stato un crollo dell'economia globale e gravi conseguenze sociali. È importante studiare e comprendere questa crisi per evitare che si ripeta in futuro.

protezionistiche—>lo stato privilegia industrie e operatori commerciali industriali: Vengono applicate tariffe non troppo elevate, ma è un protezionismo globale. Dumping: è una forma di conquista dei mercati, secondo cui si vendono i prodotti all'estero sotto costo e lo stato va pagare la differenza alle industrie (può avvenire anche in perdita, ma viene coperto dallo stato). Nel protezionismo nazionalista, quello attivo, lo stato va all'estero a conquistare i mercati esteri con le multinazionali, e si vanno a vendere prodotti a un prezzo più basso di quello di mercato. Il nazionalismo economico non è solo protezionismo, ma è anche essenzialmente una politica di controllo dei salari e di sostegno ai cartelli (accordo tra produttori per limitare la concorrenza) e ai trust. È un'azione economica da parte dello stato a favore dei mercati interni (protezionismo), a favore dei mercati esteri (conquista dei mercati esteri, colonialismo).

elle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) e l'accesso a Internet. Inoltre, favorisce lo sviluppo di nuove industrie e la creazione di posti di lavoro. Le infrastrutture sono fondamentali per il progresso economico di un paese. Le strade, le ferrovie, gli aeroporti e i porti consentono il trasporto efficiente delle merci e delle persone, facilitando gli scambi commerciali e promuovendo la crescita economica. Inoltre, le infrastrutture moderne come le reti di telecomunicazione e l'accesso a Internet sono essenziali per il funzionamento delle imprese e per la comunicazione tra le persone. Le azioni di controllo del lavoro e dei salari sono importanti per garantire condizioni di lavoro dignitose e giuste retribuzioni per i lavoratori. Questo favorisce la stabilità sociale e il benessere delle persone, contribuendo a ridurre le disuguaglianze e a promuovere la coesione sociale. Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) e l'accesso a Internet hanno trasformato il modo in cui le persone comunicano e accedono alle informazioni. Questo ha aperto nuove opportunità per l'istruzione, il commercio e la partecipazione civica. Le TIC hanno anche migliorato l'efficienza delle imprese, consentendo loro di raggiungere nuovi mercati e di migliorare i processi produttivi. In conclusione, le infrastrutture, le azioni di controllo del lavoro e dei salari e le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono tutti fattori che contribuiscono al progresso economico e sociale di un paese. Promuovere questi aspetti è fondamentale per favorire lo sviluppo sostenibile e migliorare la qualità della vita delle persone.
Dettagli
A.A. 2020-2021
52 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gabriele.busnardo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Locatelli Andrea Maria.