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La sfida commerciale si allarga a livello mondiale
Adesso la sfida commerciale si sposta, o meglio, si allarga per raggiungere la scala mondiale, creando dei mercati sempre meno regolamentati e sempre più dinamici. L'industrializzazione viene spostata in oriente per sfruttare le condizioni di produzione più economica, attuando quella che oggi conosciamo come delocalizzazione; nei paesi avanzati diventa sempre più centrale il commercio, lo scambio, e si producono beni complessi e di buona qualità, sviluppando una certa specializzazione, mentre nei paesi dove si attua la delocalizzazione si generano prodotti "facili", dal basso costo, sfruttando le risorse economiche e la manodopera estremamente sottopagata.
Nascono così nuove aree di investimento e scambi, e si creano nuovi ponti commerciali. Con l'interconnessione i benefici vengono distribuiti a tutti anche se si riconosce una distinzione netta dei trattamenti in base alla potenza e agli apporti economici: i paesi poveri riescono a...
migliorarsi grazie agli investimenti esteri, ma ciò non cancella le differenze con le grandi potenze.Capitolo 4: Le Grandi Guerre e i loro effetti
Le due guerre, soprattutto la Prima Guerra mondiale, ebbero degli effetti devastanti, sia a livello di perdite umane che a livello economico. Sostenere le guerre richiese un costo elevatissimo per il rifornimento di armi, cibo, o anche semplicemente la posta al fronte. Nei paesi sconfitti poi ci fu un blocco della produzione in periodo post bellico, si dovette sostenere dei costi altissimi per la ricostruzione, richiedendo anche dei debiti agli altri paesi. Gli effetti della guerra insomma furono soprattutto di malessere generale e di miseria. Ma ci furono anche effetti positivi, come per esempio la conquista di nuovi territori e la scoperta di nuove fonti di energia, come il petrolio.
4.1 Il cambiamento delle gerarchie
Se prima della guerra al vertice della piramide vedevamo la Francia e la Gran Bretagna, grazie alla supremazia commerciale e coloniale,
adesso era l'America a prenderne il posto. L'America infatti era un paese giovane, più giovane dell'Europa, che favorì molti prestiti ai paesi del vecchio continente per affrontare la ricostruzione del dopoguerra. La Germania, che prima poteva contare sulla sua supremazia industriale, ora viveva in una profonda depressione e subì pesanti limitazioni imposte dai paesi vincitori. Fu solo con Hitler che si ritrovò un senso di rivalsa e una lenta ripresa. 4.2 L'instabilità economica tra le due guerre A livello economico la guerra fece perdere il centro di gravità, creando una situazione alquanto instabile. Nel 1917 scoppiò la rivoluzione bolscevica, quando la dottrina marxista divenne la dottrina di stato. Economicamente aprì un arco temporale che si chiuse solo con il crollo del muro di Berlino nel 1989. Politicamente invece il paese si dichiarò in scontro aperto con il mondo capitalista. Nel modello economicoSi passò all'economia mista, ovvero la corrente di pensiero economica che vedeva lo stato affiancarsi al mercato e acquistare un ruolo nuovo; Keynes infatti confuta la teoria della mano invisibile tipica del liberismo secondo cui il mercato si sarebbe sistemato grazie ai suoi meccanismi. Keynes ritiene che sia lo stato a dover aiutare il mercato nei momenti di recessione, e a frenarlo nei momenti di esuberanza.
Molti paesi colonizzati inoltre, approfittarono della debolezza dei loro colonizzatori per insorgere e liberarsi. Nascono parecchi movimenti indipendentisti, pacifici e non, che tratteremo più avanti, facendo entrare in gioco nuovi attori economici che adesso potevano avere una voce e un ruolo importante nel commercio delle risorse per cui erano stati schiacciati.
A riguardo si creano molte correnti di pensiero e l'opinione pubblica è spesso favorevole all'autodeterminazione dei paesi, guidati da figure forti come Ghandi.
4.3 Gli accordi
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, anzi meglio dire alla sua chiusura, i paesi vincitori si riunirono per decidere come spartirsi il mondo con un piano politico ed economico: nascono due accordi principali, Bretton Woods (luglio 1944) e Yalta (febbraio 1945).
Con Yalta si decide la spartizione del mondo, sulla cui base verranno delineati in pochi anni gli schieramenti della Guerra Fredda.
Con Bretton Woods si buttano le basi per cambiare il sistema economico. Innanzitutto il sistema monetario deve essere stabile e serve un garante riconosciuto a livello globale, ruolo che ricade inevitabilmente sugli USA. Così si decide un nuovo tasso di cambio, passando dall'oro al dollaro americano.
Per rilanciare il commercio internazionale poi si decide di creare degli istituti sovranazionali, iniziativa a cui quasi tutti i paesi aderiscono in quanto nessuno vuole essere emarginato dal nuovo mondo che sta nascendo. Solo i paesi sotto l'influenza comunista di fatto non partecipano.
ritenendola un'iniziativa non accettabile secondo la loro visione di economia chiusa e pianificata. Come ultimo accordo principale economico si abolisce il protezionismo per permettere un'apertura massima e una massima libertà di scambio, garantendo a tutti gli stessi diritti. Capitolo 5: I percorsi di decolonizzazione e la nascita del terzo mondo 5.1 Il colonialismo Abbiamo accennato in precedenza come gli europei iniziarono un percorso sempre più aggressivo di colonizzazione, per dimostrare la superiorità dell'uomo bianco non solo con il commercio ma principalmente con la forza; tra i paesi maggiormente colonizzati e sfruttati troviamo l'Africa, un continente ricco di materie prime. Questo paese subì una divisione netta, senza tenere conto dei confini, talmente geometrica se osservata in una cartina che si dice essere stata fatta "con il righello" -> scramble 4 africa Abbiamo poi già parlato della colonizzazione americana.specialmente nella zona latina" sempre da parte degli europei ma è necessario spiegare che fino al 1865, anno dell'abolizione della schiavitù, il continente era diviso tra nord e sud: al nord c'era un forte sviluppo industriale per il quale era necessario il popolo nero come forza lavoro ma comunque godeva di una certa libertà, mentre al sud l'economia era prevalentemente agricola, costringendo in schiavitù la popolazione di colore, facendoli lavorare per uno stipendio misero, tutto per permettere al proprietario terriero di vendere le coltivazioni ad un prezzo basso e competitivo. Possiamo comunque notare alcune differenze con la valenza che ha oggi il possesso delle risorse naturali; infatti oggi un paese è considerato potente se ha un territorio ricco, basta vedere la Russia che è leader del gas e petrolio, mentre in passato si veniva colonizzati con la forza per presidiare le risorse e si sfruttava la popolazione locale per.godere delle poche (se non assenti) regolamentazioni e lucrarci sopra. 5.2 La decolonizzazione I paesi che si sollevarono per intraprendere la decolonizzazione avevano alcuni aspetti in comune: - erano collocati nell'emisfero meridionale oppure erano in zone equatoriali - l'economia era basata principalmente sul settore primario e l'agricoltura di sussistenza - presentavano un alto tasso demografico - presentavano una situazione politica molto instabile - vivevano in condizioni precarie Non tutti i percorsi vennero intrapresi nello stesso modo, infatti come detto a volte erano pacifici e altre volte si ricorreva alla violenza. In base a ciò si vennero a creare dei modelli post-coloniali diversi, ovvero un diverso tipo di rapporto tra colonizzatori e colonizzati, modelli che hanno tutt'oggi dei riflessi sulla società (memoria storica). es. l'Italia e la Libia hanno avuto un rapporto violento ed è per questo che nel 1970 gli Italianivennero cacciati dal territorio dal leader Gheddafi. Possiamo dire insomma che il processo di decolonizzazione ha rafforzato l'identità nazionale. L'indipendenza significava compiere scelte economiche, e conseguente gestione, in maniera autonoma, così come si voleva scegliere la propria fazione politica. L'autodeterminazione di un popolo significa liberarsi dal colonialismo smantellando il sistema che adottavano. L'India per esempio intraprese un percorso pacifico contro la Gran Bretagna che iniziò nel 1947 sotto la guida di Gandhi. Il percorso di decolonizzazione portò comunque instabilità perché nella maggior parte dei casi i leader non riuscirono a mantenere o a creare un apparato adeguato. I colonizzatori infatti detenevano volontariamente drammatica la situazione di arretratezza, per poter controllare meglio la popolazione. Questa nuova instabilità portò all'emersione dei regimi dittatoriali.
5.3 I paesi del
terzo mondo
I paesi del terzo mondo erano quelli al di fuori del conflitto tra USA e URSS, dettinon-allineati.
Negli anni '60 questo termine venne utilizzato dai giornali con significato dispregiativo.
I paesi liberati dalla colonizzazione infatti divennero nuovi attori economici creando una terza forza, che ovviamente sia Usa che URSS cercarono di attirare sotto la loro influenza con aiuti economici e protezione politica e militare.
Questa terza forza dunque ebbe un rapporto di concorrenza misto a collaborazione verso entrambi i blocchi, non tutti i paesi si schierarono, e bene o male tutti approfittarono degli aiuti per svilupparsi, rimanendo una forza politica coesa, rompendo la prospettiva del dualismo.
Capitolo 6 La Guerra Fredda e le correnti che divisero il mondo in due
La Guerra Fredda è un periodo di conflitto che va circa dal 1945 al 1989 (si conclude con il crollo del Muro di Berlino), che vede scontrarsi due prospettive incompatibili tra di loro.
Come accennato, grazie