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L'Italia
Si tiene conto del caso dell'Italia a partire dall'unificazione (1861). Questo paese ha un sistema economico poco funzionale in quanto arretrato sotto moltissimi punti di vista. In particolare, a compromettere il buon andamento dell'economia nazionale è:- La precedente frammentazione politica. L'Italia era divisa in tanti Stati con molti governi diversi e diversamente dalla Germania, anche dopo l'unificazione, rimangono delle forti differenze economiche regionali culturali.
- L'Italia non era collegata dal punto di vista delle infrastrutture. Non c'era una ferrovia nazionale, ma c'erano 17 subsistemi ferroviari non collegati tra loro.
- Mancano le complementarità tra il Nord ed il Sud dell'Italia: nonostante fosse un paese unico, solo un quinto del commercio è intra italiano, ovvero, le regioni del Nord e quelle del Sud commerciavano di più con gli altri paesi piuttosto che tra di loro.
ostacolo all'integrazione perché le economie regionali non si autoalimentano.
Non tutto il suolo è coltivabile, in Italia solo il 50% del terreno è coltivabile, il resto è terreno montuoso e non può essere dedicato all'agricoltura. Di conseguenza l'agricoltura era arretrata e poco produttiva in parte perché, come la Francia, erano rimasti indietro economicamente, in parte perché il terreno non era adatto alla coltivazione. Si devono sempre importare le risorse alimentari che servono, quindi non si ha una sicurezza alimentare nazionale.
Ci sono poche materie prime (carbone, ferro e altri minerali). Con poche materie prime è difficile creare e sostenere le industrie pesanti nazionali (siderurgia e meccanica). Mancavano anche le competenze.
La demografia è arretrata, ovvero è di tipo dell'antico regime: tanti nati, tante morti, una bassa speranza di vita alla nascita ed una bassa età.
media. La struttura dell'economia è tradizionalista/arretrata Nonostante fosse un paese arretrato, e quindi l'economia fosse fragile, la scelta che viene fatta da Cavour è quella liberista perché c'è la clausola della nazione favorita (periodo '61-'76) e perché l'Inghilterra e la Francia avevano aiutato l'unificazione. Il liberismo, però, guarda alle industrie naturali, quelle italiane sono legate all'agricoltura:fondamentalmente esportazione di prodotti agricoli, la seta (sostiene la bilancia commerciale perché le esportazioni di seta, principalmente in Francia, permettono all'Italia di pagare il conto dell'industrializzazione) ed il cotone, le cui industrie sono impiantate al Nord, soprattutto in Lombardia, da imprenditori protestanti provenienti dalla Svizzera.Le industrie naturali sono le "commodities", ovvero industrie che producono beni che non sono lavorati.
Cavour ha sostenuto l'Unità d'Italia impiegando sulle industrie naturali, quindi aveva degli interessi personali sulle esportazioni. È l'agricoltura che dà il contributo principale all'economia nazionale (70% dei lavoratori sono impiegati nel settore primario). Questa è un'economia che deve ancora subire le trasformazioni strutturali.
Da quando il paese si unifica si parla di una "Questione meridionale" (= contrapposizione di due economie a velocità diverse che caratterizzano il Nord rispetto al Sud). Il Sud è il 42% della superficie dell'Italia ed il 37% della popolazione.
Gli studiosi si chiedono se esistesse la "Questione meridionale" prima dell'unificazione dell'Italia. Nel 2012 uno studio è stato messo su tutti i giornali perché con la crisi del 2008 si era iniziato a parlare di Eurobond (= titoli del debito pubblico che dovrebbero essere emessi e garantiti.
da un'autorità europea, ovvero da tutta l'eurozona) perché nella crisi c'era lo spread (= differenza tra l'interesse che veniva pagato sui titoli del debito pubblico italiano, o spagnolo, rispetto agli interessi pagati sui titoli di debito pubblico tedesco che era più basso). Chi comprava dei titoli di debito pubblico italiano richiedeva un premio a rischio più alto che diventava un tasso di interesse più alto, cioè, l'Italia per finanziare il suo debito pagava un interesse maggiore rispetto alla Germania. Si è pensato, quindi, che con l'emissione degli Eurobond, allora il premio a rischio sarebbe crollato e non ci sarebbe più stato lo spread. A questo la Germania si è sempre opposta perché riteneva che questo avrebbe configurato delle situazioni di moral hazard, cioè, avrebbe spinto i paesi deboli a indebitarsi di più. Secondo lo studio del 2012 dice che non abbiamo nessunaesperienza di quello che succede nel creare un debito pubblico europeo unitario, l'unica esperienza precedente era quella vista nel caso dell'unificazione italiana, quando i titoli del debito pubblico dei diversi Stati sono stati unificati come i titoli del debito pubblico italiano. Aveva esaminato i rendimenti del debito pubblico dei vari Stati (quello delle due Sicilie, quello del regno di Sardegna) e nota che "la Germania" prima dell'unità, ovvero il paese con lo spread più basso era il Regno delle due Sicilie, ovvero coloro che sostenevano un costo per il servizio del debito pubblico più basso (pagamento degli interessi più basso), mentre il più alto, ovvero quello che pagava di più a livello di spread, era il Regno di Sardegna, il più industrializzato. Questo si spiega perché avevano investito di più siccome le risorse interne erano scarse. Dopo l'unità, i debiti pubblici di tutti sonounificati ma i titoli, fino allascadenza, hanno continuato a chiamarli con lo stesso nome.
Secondo questo studio, nel momento in cui il paese si è unificato, esisteva diffidenza da parte dei mercati nei confronti dei titoli del debito pubblico italiani, per cui il tasso di spread è aumentato per tutti i titoli degli ex Stati unitari. Dopo che si è deciso che l'unità non si sarebbe disfatta l'indebitamento è sceso ed i mercati avevano fiducia dell'unione.
Questo ragionamento era stato riproposto nei confronti dei titoli del debito pubblico europeo, alla fine i mercati si fidano a vantaggio dell'Eurozona, ma la Germania è rimasta fermamente contraria e questo è stato fatto in maniera parziale in seguito alla pandemia.
Il dibattito Nord-Sud viene portato avanti per 150 anni, per cui sono date alcune interpretazioni:
- R. Lynn (2010): i meridionali sono geneticamente diversi perché mescolati sono mescolati con delle
Razze inferiori, gli arabi in Sicilia. Ci sono differenze nel quoziente di intelligenza per reddito ed alfabetizzazione.
Emanuele Felice riprende una visione di Robinson e Acemoglu, il Sud è rimasto indietro perché le istituzioni meridionali, ovvero le amministrazioni locali, i governi locali, ecc..., non hanno perseguito lo sviluppo ma hanno mirato alla rendita, per cui hanno sfruttato lo Stato, le istituzioni estrattive (= istituzioni che sfruttano le risorse statali per convenienze economiche di breve termine) senza mettersi in gioco ai fini di uno sviluppo più complessivo della zona. Per cui la modernizzazione non è stata attiva, ma si sono prese delle risorse che si sono sfruttate senza fare il salto di qualità; quindi, le istituzioni estrattive hanno prodotto una modernizzazione passiva.
Un altro americano nel 1955 studia il meridione e dice che la società non si sviluppa per carenza di capitale sociale che è l'assenza di
solidarietà interpersonale. Ogni famiglia di italiani guarda esclusivamente al proprio interesse che porta avanti a scapito degli altri. Il Sud è sottosviluppato perché il Nord e le classi dirigenti del Nord hanno sfruttato il meridione, ovvero, il Sud è stato rovinato dall'Unità d'Italia. Nel 2015 Luca Ricolfi, riprendendo un intervento di Renzi, dice che la retorica del Sud abbandonato è autoassolutoria (è come Malthus e Ricardo, è colpa del sud perché non vogliono destinare altre risorse italiane al Sud). Massimo d'Azeglio dice che gli italiani si sono fatti nazione ed hanno combattuto contro lo straniero, ma non è questo il problema perché i nemici più pericolosi d'Italia sono rimasti gli italiani in quanto hanno voluto fare un'Italia nuova senza voler cambiare (parlava ad Unità appena realizzata). Fare l'Italia è una cosa complicata e lo Stato supporta il.processo di modernizzazione come processo di unificazione attraverso diversi passaggi: - unificazione doganale: come la Germania, si crea un mercato unico che ha una sola tariffa daziaria che viene riscossa alle frontiere - si unifica il debito pubblico degli Stati: il debito pubblico degli ex Stati diventa il debito pubblico nazionale - si istituisce una moneta nazionale: si applica la moneta piemontese e dopo la Lira - si crea un sistema ferroviario nazionale - non si crea una banca nazionale ma rimangono diverse banche di emissione Però, per fare ciò, come per il Giappone, la modernizzazione comporta dei costi elevati, bisogna trovare dei soldi per pagarli: - si aumentano le tasse, imposte dirette e indirette. Tasse = si pagano in corrispondenza di un servizio erogato dallo Stato Imposte dirette = normalmente è progressivo in base al reddito (es. imposte sui redditi, più si prende più è alta l'aliquota dello Stato). Imposte indirette = normalmenteè regressivo (es. IVA, imposta sui consumi)- si emette del nuovo debito pubblico: siccome si è all’inizio dell’Unità è percepito un rischiopiù alto, ma per immetterlo devono dare interessi più alti. Quindi, oltre all’interessenominale sui titoli di debito pubblico, i titoli sono emessi sotto la pari (= l’interesse che loStato paga su questo tipo di titolo è più grande dell’interesse nominale che vienesemplicemente pagando) e quindi sono più favorevoli. Il debito pubblico in questo caso èuno strumento di consenso, perché non si aumentano tasse ed imposte, perché permettedi aumentare il reddito della borghesia, classe che sostiene il processo di unificazione.- si vendono i beni del demanio ed i beni della chiesa (privatizzano)- con la guerra del 1866 con l’Austria, la Banca Nazionale del Regno deve imporre il corsoforzoso (= emissione di moneta non convertibile in oro
ed ha pieno potere liberatorio). Serve in caso di guerra perché lo Stato deve essere in grado di emettere tutta la moneta necessaria per finanziare la guerra (se