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La rivoluzione industriale e il ruolo dell'imprenditore

Lui fu il primo ad accorgersi della rivoluzione industriale e si chiede da dove nascono tutte le novità e quali sono le cause. Nota che le novità economiche sono il risultato di una nuova figura economica, l'imprenditore. Osserva che egli è qualcosa che ha ed è futuro, legata alle capacità di innovare sia il prodotto, che la tecnologia e il comportamento.

Cantillon si chiede il perché nasce l'imprenditore, e analizzando i fattori della produzione, ovvero terra (edificio/fabbrica), lavoro (operai) e capitale (disponibilità di risorse monetarie), ne aggiunge un quarto, ovvero l'organizzazione. L'imprenditore ha il compito di gestire terra, lavoro e capitale, organizzandoli.

È importante comunque conoscere la motivazione per cui è nata la rivoluzione industriale al fine di comprendere se è esportabile in altri contesti "copiandola". La Gran Bretagna fu la first-comers (prima ad arrivare), ma la

questione importante è capire il perché fu la prima. Se gli inglesi non avessero avuto le colonie sarebbero stati comunque i primi? Non si può dire con certezza, ma di certo dalle colonie essi ricavano le materie prime necessarie per i propri prodotti, poi esportati. I profitti si realizzano producendo grandi quantitativi di merce, prodotti di bassa qualità, rapidi e facili da produrre, venduti a una moltitudine di persone (riferimento al capitalismo), e questa logica al tempo fu compresa dalla Gran Bretagna. Osservando i livelli di industrializzazione pro capite dal 1750 al 1913, possiamo notare come nel 1860 si crea una frattura tra l'occidente industrializzato rispetto a quello non industrializzato, mentre oggi la situazione è capovolta. In queste scansioni cronologiche di paesi che raggiungono quote di industrializzazione, come Germania e USA che raggiungono il proprio take-off nel 1913, possiamo rintracciare cause che portano alla prima e seconda.

guerra mondiale; principalmente ciò è dovuto all'aumento dellatensione, dovuta a sua volta all'aumento della potenza di alcuni paesi.

La superiorità economica inglese è determinata dalla sua capacità di esportazione, imponendo aglialtri paesi i propri prodotti di cotone (soprattutto in Europa).

L'unica fase in cui scendono le esportazioni è nel 1794-96 a causa delle insicurezze del mercatodovute alla presenza della rivoluzione francese, ma tale calo viene assorbito dal mercato di Americae Australia.

L'AVVENTO DI NAPOLEONE- come si modificano gli scenari

L'inizio del diciannovesimo secolo è condizionato da un evento politico che influenzerà molto larivoluzione industriale e l'andamento dell'economia in generale, ovvero l'arrivo al potere diNapoleone (al potere dal 1800 al 1815).

Dal punto di vista economico questo evento porta sia effetti positivi che negativi, anziché solonegativi.

come dal punto di vista della rivoluzione industriale, portando ad un blocco dovuto ai 15anni di guerra imposti dal suo insediamento. L'obiettivo di Napoleone era la conquista militare, in particolare quella di Mosca, ma non solo, alfine di indebolire la Francia pone in essere un divieto di importazione di prodotti inglesi, cercando di bloccargli il principale mercato di sbocco e togliergli lo scettro di punto focale del commercio europeo. Questo obiettivo però fallisce, infatti Napoleone prova a conquistare la Gran Bretagna ma senza successo. Gli inglesi infatti riuscirono a diversificare facilmente il proprio mercato nelle colonie americane e nelle indie, rendendo vana la mossa di Napoleone, e portando ad un sostanziale rafforzamento della Gran Bretagna (si intensificò la globalizzazione dell'economia). La guerra inoltre, dopo la sconfitta di Napoleone, evidenziò la potenza militare ed economica inglese, oltre che determinare un beneficio per il settore.solo investimenti limitati, poiché si basava principalmente sull'utilizzo di macchine a vapore e sull'automazione dei processi produttivi. Gli imprenditori potevano quindi reperire il capitale necessario attraverso i propri risparmi personali o tramite prestiti da banche o investitori privati. Nella seconda rivoluzione industriale, invece, che si sviluppò a partire dalla metà del XIX secolo, furono necessari investimenti molto più consistenti. Questa fase dell'industrializzazione si caratterizzò per l'introduzione di nuove tecnologie, come l'elettricità, il petrolio e l'acciaio, che richiedevano ingenti capitali per essere sviluppate e implementate. Gli imprenditori potevano quindi reperire il capitale necessario attraverso diverse fonti, tra cui: 1. Investitori privati: gli imprenditori potevano cercare finanziamenti da parte di investitori privati, che mettevano a disposizione il proprio capitale in cambio di una quota di proprietà o di un ritorno sugli investimenti. 2. Banche: le banche erano una fonte importante di finanziamento per gli imprenditori. Queste potevano concedere prestiti o aprire linee di credito per sostenere gli investimenti industriali. 3. Borse valori: le imprese potevano emettere azioni o obbligazioni e quotarle in borsa, permettendo agli investitori di acquistare titoli e diventare azionisti o creditori dell'azienda. 4. Fondi di investimento: gli imprenditori potevano rivolgersi a fondi di investimento specializzati nell'industria, che mettevano a disposizione capitali per finanziare progetti industriali. 5. Investimenti esteri: in alcuni casi, gli imprenditori potevano cercare finanziamenti all'estero, rivolgendosi a investitori stranieri o a istituzioni finanziarie internazionali. È importante sottolineare che la disponibilità di capitale e le modalità di finanziamento potevano variare da paese a paese e da imprenditore a imprenditore. In ogni caso, la seconda rivoluzione industriale richiese un'ampia disponibilità di capitale per poter essere realizzata.

Pochi investimenti in quanto l'acqua era gratis, i telai costavano poco, la manodopera era poco pagata perché proveniente dai campi.

La seconda rivoluzione industriale invece prevedeva grandi investimenti negli impianti siderurgici, e per questo non tutti gli imprenditori potevano permettersi di produrre ferro e acciaio, determinando anche la nascita di una vera e propria competizione tra imprenditori.

Il modello inglese trova rappresentazione nel Belgio, paese "giovane" che diventa indipendente dopo Napoleone e si trova di fronte un modello da imitare come quello inglese, sfruttando i propri giacimenti da carbone, acciaio, ferro.

Il Belgio apre la strada a due nuovi tipi di finanziamento:

  • Il ruolo dello stato: prima volta che lo stato interviene in economia (stato "imprenditore"), e lo fa nella costruzione della rete ferroviaria, finanziando ferrovie pubbliche (quelle inglesi erano private).
  • Il ruolo delle banche: chi finanzia? Come si raccolgono

capitali per sostenere gli impianti siderurgici? L'unico modo è la creazione di istituzioni finanziarie, che hanno il compito di raccogliere il risparmio privato (prima il risparmio si teneva a casa) e di investire (in impianti siderurgici). Questi due elementi furono una novità assoluta nel panorama economico mondiale.

In 30 anni Germania e Francia si riempiono di ferrovie (1840-70), determinando come la locomotiva sia il prodotto e il settore principale in cui si investiva al tempo. L'utilità della locomotiva risiede nel trasporto delle merci veloce (si guarda alla Russia), nel fatto che le persone possono muoversi (movimenti di migrazione) e nella nascita del turismo di massa (prima viaggiavano solo i nobili perché troppo costoso).

L'edificio simbolo di questo periodo diventa la stazione ferroviaria e le città vengono modificate in funzione delle rotte ferroviarie, posizionando le fabbriche vicino alle ferrovie.

Intorno a questi due edifici

(fabbrica e ferrovia) si consolidavano i cosiddetti quartieri operai (rivoluzione anche urbanistica). Se oggi lo sviluppo si misura in termini di aree "verdi" e quindi qualitativi, al tempo si misurava in termini di "camini fumanti" ovvero quantitativi. Di fatti si contavano le tonnellate di acciaio prodotto come misurazione del progresso economico. Alcuni paesi fecero la loro fortuna costruendo ferrovie per gli altri stati, con Gran Bretagna e Belgio che si facevano battaglia per sfruttare le proprie conoscenze tecnologiche superiori al fine di costruire ferrovie ad altri paesi. L'esempio può essere rappresentato dall'Italia che si è fatta costruire le ferrovie dal Belgio, generando le ferrovie pubbliche (finanziate dallo stato). Il settore siderurgico fa capire come l'economia abbia bisogno della scienza, in quanto non tutti i carboni o ferri sono uguali, e quindi c'è bisogno di lavoratori e scienziati li analizzino. Questoporta ad una verifica della qualità delle nuove figure professionali, chiave del successo tedesco che ha saputo sfruttare il connubio scienza-produttività.

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE- nuovi paesi e invenzioni in gioco

La rivoluzione industriale è divisibile in 4 microrivoluzioni industriali:

  1. rivoluzione tessile, materia prima cotone
  2. rivoluzione siderurgica, materia prima acciaio
  3. settore chimico, materia prima aspirina Bayer
  4. settore meccanico, materia prima automobile

Dagli anni '60 in poi inizia una fase successiva chiamata "rivoluzione informatica" con materia prima il computer, mentre oggi forse siamo di fronte a una nuova fase della rivoluzione informatica, ovvero il mondo della comunicazione con materia prima il cellulare.

Il diciannovesimo secolo viene considerato unanimemente il primo momento di globalizzazione economica, con il tratto principale del ruolo della tecnologia applicata ai mezzi di trasporto (rivoluzione dei trasporti). Essi

cambiava l'economia (fase di accelerazione). Un paese che utilizzò molto la navigazione fluviale furono gli USA e tale consolidamento nacque dalla resa dei propri fiumi navigabili oltre la costruzione di piroscafi, ovvero navi a vapore. Essi furono un elemento fondamentale per la rivoluzione dei trasporti, essendo anche i primi mezzi di trasporto a vapore. Dagli anni '30 anche per imbarcazioni/navi che attraversavano l'Atlantico (Europa-America, America-Africa) fu utilizzato il vapore, determinando la scomparsa dei velieri. Le navi a vapore hanno vantaggi che risiedono nella velocità in termini di tempo di traversata oltre che permettono il trasporto di più quantità di merci. Ma il passaggio dalla vela al vapore non fu affatto facile nelle navi, con resistenze a non mollare l'antico veliero. Ma portando più merci, tale merce aveva un prezzo più basso (legge economica), mentre prima, avendo meno spazio, si portava meno merce ma.

maggiormente preziosa. Quindi con il vapore si passa dal commercio di prodotti preziosi a commercio di prodotti poveri. In particolar modo il grano era il prodotto principale, consumato e prodotto da tutti. Tonnellate di grano furono trasferite dagli USA all'Europa; tutti i contadini producevano grano ma con la rivoluzione dei trasporti divenne più economico importare grano, piuttosto che produrlo. Inoltre va considerato che negli USA la terra era vergine, mai utilizzata, quindi qualsiasi cosa si intendesse coltivare si otteneva, in Europa era impoverita. Altri paesi iniziarono ad affacciarsi nel panorama europeo grazie alla rivoluzione dei trasporti, tra questi abbiamo l'Argentina (terra fertile e vastissima) che a sua volta fornisce tonnellate di grano da esportare in Europa. Un altro paese che sempre tramite l'esportazione di grano riesce a crescere è l'Australia. I costi inferiori del grano per via delle grandi quantità importate portarono molti

sacro spettacolo della natura, i contadini si resero conto che era necessario adattarsi ai cambiamenti e abbandonarono l'insostenibile coltivazione del grano, diventata troppo costosa.
Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
29 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ItaloBalbo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Pineiro Manuel Vaquero.