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L’azione del New Deal:
• Politica monetaria e finanziaria
• Spesa pubblica
• Interventi nel settore agrario e industriale
• Legislazione sociale
Si può distinguere tra:
• Primo New Deal: che si concentrava sulle riforme strutturali.
• Secondo New Deal: che cercava un ritorno alla concorrenze e si occupava del sociale.
Il problema più grande che il presidente dovette affrontare fu:
• La gravissima crisi finanziaria: giorni prima dell’insediamento di Roosevelt si creò il
panico finanziario, così appena insediato, Roosevelt ordinò il:
Bank holiday
: chiusura di tutte le banche dal 6 all’11 marzo, con lo scopo di
- analizzare il loro stato finanziario e capire in quale modo potevano essere salvato.
Fu scoperto che il 50% non aveva problemi di solvibilità, il 45% poteva essere
aiutato e il 5% doveva essere liquidato.
Emergency Banking Act: legge che attribuiva pieni poteri alla presidenza e gli permetteva di
legiferare in materia economica e finanziaria.
Gli aiuti statali vennero canalizzati attraverso le RFC che comprò azioni e obbligazioni delle
banche fino a controllare 1/3 del sistema bancario. Svolse anche un importante funzione di offerta
di credito nei confronti delle imprese.
Glass-Steagall Banking Act: legge che divideva le banche in commerciali e d’investimento. Solo
le ultime potevano concedere crediti ed operare in borsa. Inoltre fu imposto alle banche di munirsi
di un’assicurazione a tutela dei depositi dei clienti (fino a 5000 $) e infine il sistema delle Riserve
Federali diventò una vera e propria banca centrale.
Per quanto riguarda la Borsa:
• Securities and Exchange Commission: commissione che supervisionava il mercato e
proibiva le operazioni a termine considerate speculative.
Per aumentare la velocità di ripresa, il governo decise di abbandonare il sistema aureo
svincolando la massa monetaria dalle riserve auree. Si ritirarono le monete d’oro, fu vietato
l’esportazione dello stesso e il pagamento in oro nei contratti fu abolito. Principalmente però, il fatto
che il presidente poteva diminuire il contenuto di oro delle monete stimolò di molto i consumi
anche se comportò una notevole salutazione del dollaro.
Politica di bilancio: quella di Roosevelt fu meno innovativa rispetto al New Deal in quanto egli era
un sostenitore dell’equilibrio di bilancio. Ma in una situazione come quelle della grande
depressione si ritenne opportuno aumentare la spesa pubblica.
Politica finanziaria: neanche questa fu in grado di redistribuire risorse in quanto la maggior
tassazione proveniva da alcool e tabacco che andavano ad incidere sulle classi a basso reddito.
Quando si cercò di tassare i più ricchi si fallì in quanto l’1% della popolazione deteneva la stessa
percentuale del reddito nazionale.
Disoccupazione: era il problema più importante che sfociava nella miseria. Si cercò di dare
assistenza gratuita ma la mentalità dell’epoca non riteneva giusto dare assistenza gratuita a chi
era in grado di lavorare. Così molti disoccupati iniziarono a lavorare in opere di miglioramento del
territorio o pubbliche, aumentando di molto le infrastrutture nazionali.
La situazione dell’agricoltura era molto grave e già il presidente Hoover dovette intervenire
fondando il:
• Federal Farm Relief Board: questo consiglio doveva controllare il mercato e comprare i
prodotti a un prezzo basso per poi rivenderli nei momenti di scarsità.
Roosevelt continuò con questa politica ma incentivò anche i crediti agli agricoltori.
Agricultural Adjustment Act: legge che concedeva indennizzi ai contadini che coltivavano
prodotti meno redditizi ma con minori eccedenze. Il risultato fu che la popolazione dedita
all’agricoltura diminuì del 7% e la superficie dedita a coltivazioni più eccedentarie si ridusse del
20%.
Ente creditizio che evitava il pignoramento delle aziende agricole: nel 1935 circa il 40% delle
aziende agricole era pignorata, ma grazie ai finanziamenti di questo ente molte riuscirono a
salvarsi.
Credito garantito al raccolto: nel caso in cui un contadino non fosse riuscito a pagare il debito
che aveva nei confronti della banca, gli lasciava il raccolto a garanzia.
Gli USA erano un paese prevalentemente industriale, quindi la ripresa doveva partire dalle
imprese.
National Industrial Recovery Act (NIRA): serie di provvedimenti che avevano lo scopo di
superare la deflazione (aumentando i prezzi) e di eliminare la concorrenza distruttiva tra le
imprese.
Le parti coinvolte dovevano cooperare perciò si formarono dei cartelli per sistemare la produzione
e i prezzi. Gli accordi erano tra:
• Imprese: per fissare i prezzi.
• Imprese e lavoratori: per sistemare i salari e le condizioni di lavoro.
Lo scopo era di formare dei codici di condotta con i quali i lavoratori avevano il diritto di
organizzarsi in sindacati e fu istituita la settimana lavorativa di 40 ore.
In realtà il NIRA fu dichiarato incostituzionale perché pur avendo aumentato i salari reali del 30%,
non ci fu una chiara dimostrazione di ripresa. Inoltre tutte le parti coinvolte rimasero scontente in
quanto non si ebbe un aumento degli utili (imprese), né un aumento dell’occupazione (lavoratori),
in più aumentarono i prezzi (consumatori).
Nel momento in cui il Tribunale Supremo dichiarava incostituzionale il NIRA, la Camera di
Commercio USA criticava il sostegno all’offerta e affermava che per un’economia equilibrata, la
domanda dovesse precedere l’offerta.
Secondo New Deal: il governo fu obbligato a promulgare questa seconda legge che si occupava
delle problematiche sociali.
Social Security Act: la principale innovazione fu questa legge con la quale si assicurava la
pensione, i sussidi di disoccupazione e di infortuni sul lavoro o malattia professionale.
Il New Deal fu sempre argomento di critica anche ai nostri giorni, molti pensano che per essere
davvero efficace, avrebbe dovuto aumentare ancor di più la spesa pubblica e tassare le classi
benestanti. Purtroppo solo nell’imminenza della Seconda Guerra Mondiale, il governo aumentò la
spesa pubblica uscendo definitivamente dalla recessione.
Qualsiasi cosa se ne dica, il New Deal fu comunque ben accetto dalla maggioranza degli
americani, Roosevelt fu rieletto tre volte (a dimostrazione del fatto che le sue misure avevano
aiutato il Paese) e alcune leggi del New Deal sono in vigore tutt’oggi.
Capitolo XI
Paragrafo 1 – La diffusione della depressione fuori dagli USA
Una delle cause di diffusione della crisi al di fuori degli USA fu la:
Riduzione del commercio internazionale: inizia prima del crolla borsistico. La causa furono le
politiche monetarie deflazionistiche che dal 1929 al 1932 fecero crollare i prezzi del 48% e i
consumi del 25%.
La causa fu soprattutto la restrizione nordamericana all’acquisto di materie prime. In questo
modo i paesi esportatori di prodotti primari entrarono in crisi.
Smoot-Hawley Act: legge firmata da Hoover che aumentava i dazi doganali di prodotti agricoli,
primari e manifatturieri. Lo scopo era quello di bloccare la concorrenza nelle importazioni, ma in
realtà causò une corsa precipitosa alla protezione e alle restrizioni delle importazioni. In questo
modo si bloccavano le frontiere e si voleva impoverire il “vicino”, ma si finì per impoverire tutti.
Un altro motivo che diffuse la crisi fu la:
Restrizione del credito internazionale: la paralisi cominciò quando gli USA decisero di diminuire
il credito estero. All’inizio i paesi debitori cercarono di ridurre la domanda interna (abbassando i
prezzi), ma l’effetto fu temporaneo in quanto la deflazione alzò di molto il valore reale dei debiti.
Dal 1928 al 1930 i crediti concessi dagli USA diminuirono da 1,2 Mld a 380 Mln e nel 1934 i
rimborsi superarono i crediti. Inoltre i paesi debitori soffrirono il calo delle esportazioni in USA. Il
risultato fu l’aumento della disoccupazione e la caduta degli investimenti.
Di contro le banche centrali non facevano nulla per cambiare la situazione in quanto erano legate
al sistema aureo e se una banca avesse emesso liquidità non rispettando la parità aurea, avrebbe
perso credibilità. Di fatto, i paesi che abbandonarono per primi il sistema aureo furono quelli che
uscirono dalla recessione in meno tempo e in una situazione migliore.
Paragrafo 2 – Le diverse strategie dei paesi industrializzati
Analizzando i dati del 1939 possiamo distinguere tra:
• Paesi con ripresa molto lenta (USA e Francia)
• Paesi con ripresa intermedia (Italia e GB)
• Paesi con ripresa rapida (Germania e Giappone)
Questi ultimi allo scoppio della 2°GM avevano un PIL superiore del 50% a quello del 1929.
Vediamo in dettaglio i vari paesi.
Francia
L’economia francese viveva prospera negli anni ’20, il franco svalutato permetteva maggiori
esportazioni, con un maggiore incasso di oro. Il problema sorge quando altre nazioni svalutano le
proprie monete mettendo in crisi le esportazioni.
La crisi in Francia fu importata: si diffuse dagli esportatori ai fornitori e ai fabbricanti di beni
strumentali. Provocò il fallimento di molte imprese e banche, ritoccò i prezzi dei prodotti agricoli e
industriali. La produzione diminuì del 18%, i salari del 6% e le pensioni aumentarono del 46%.
Minore numero di disoccupati: anche considerando che la crisi in Francia fu leggera, il numero
di disoccupati va rapportato all’intero numero della forza lavoro.
Lentezza della ripresa: va attribuita alla politica economica dei vari governi. La Francia applicò il
blocco dell’oro mantenendo così costante la parità aurea e l’equilibrio di bilancio.
• Governo radicale, 1932: pareggio di bilancio (più imposte e meno spese), riduzione degli
stipendi pubblici. Niente tagli alle spese militari né tasse sui patrimoni.
• Governo conservatore, 1935: pareggio di bilancio, riduzione degli stipendi pubblici,
restrizione delle importazioni e di aiuti all’industria.
• Governo del Fronte Popolare, 1936: stimolo della domanda (aumento dei salari,
settimana lavorativa da 40 ore e ferie pagate), svalutazione del franco e aumento dei
prezzi, vigilanza del credito, istituzione dell’Office du Blè (omologo del Federal Farm Relief
Board). Il prodotto industriale aumentò del 12% e la disoccupazione diminuì.
Ma la politica economica del Fronte Popolare ben presto si rivelò insufficiente in quanto un
governo di sinistra non ispirava fiducia ai mercati e per la fuga di capitali all’estero. Dal febbraio
1937 la politica economica fu riorientata secondo il modello liberale.
Gran Bretagna
La crisi in GB è iniziata prima che nel resto del mondo, infatti già verso la metà degli anni &rsquo