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Mercato
Il passaggio dall’agricoltura all’industria non è stato un processo di proletarizzazione ma fu un
sistema molto più complesso. Il mercato del lavoro è un mercato segmentato cioè presenta alcune
aree più sviluppate ed altre meno. Per quanto riguarda il capitale non c’è stato uno spostamento di
esso dall’agricoltura all’industria ma ci fu un autofinanziamento nell’industria. Il sistema
commerciale della Gran Bretagna è multilaterale ovvero è possibile commerciare con tutti e
definito da una politica doganale con le colonie perché inizialmente aveva un’impronta
protezionistica. Questo protezionismo si rafforzò con i Navigation Acts (1651) che consentì la
vendita di prodotti alla Gran Bretagna solo se venivano da navi inglesi, i tecnici e le macchine
inglesi non poterono abbandonare la Gran Bretagna e con le Corn Laws (1815) furono introdotte
delle norme per tutelare i produttori agricoli. Tutto questo portò ad un aumento dei prezzi ed un
calo dei consumi. Poi nel 1830/40 l’Inghilterra realizzò che questa logica protezionistica
condizionava le libertà di mercato e pensò ad una logica reciproca della forza produttiva (un paese
compra e vende con un altro stesso paese) e per questo intraprese la strada del liberismo. Il
mercantilismo era uno schema dei regni antichi che poneva la ricchezza in base ai metalli preziosi
posseduti e perciò definiva una società statica. Il protezionismo invece limitò gli acquisti all’estero
e tutelò chi produceva ricchezza e per questo la ricchezza si crea e la società non è più statica.
Infine con il liberismo vengono eliminati i limiti verso gli acquisti all’estero con un’accettazione della
concorrenza.
Sistema Creditizio
Nella rivoluzione industriale inglese il capitale si è trovato in una posizione protetta in quanto il
rischio era relativamente basso grazie: all’autofinanziamento, perché non vi sono comportamenti
speculativi e si attua un’economia reale e ad un basso capitale fisso, di conseguenza quote
limitate di investimenti. Inizialmente vi erano le country banks ovvero piccoli istituti di credito di
campagna che facevano piccoli presti a breve termine. Anche in questa fase si trovò un mercato
creditizio composto da anticipazioni e sconti da parte di chi commercia, ipoteche ed azioni.
Quest’ultime furono poche perché dal 1720 al 1825 era in vigore il Bubble Act impedendo la
costituzione di società per azioni nelle aziende manifatturiere ma c’erano soltanto società di
persone che non si sbilanciavano molto negli investimenti. Solo nel 1855 viene istituita la
responsabilità limitata e perciò nasce una distinzione tra il capitale di famiglia e il capitale
dell’impresa. Nelle società di persone però non si ha una sola persona che detiene il capitale ma
quest’ultima chiede a terzi affidabili di prestarle denaro.
Politica Monetaria
Nel corso della storia molte merci hanno svolto la funzione di standard monetario anche se furono
più importanti l’oro e l’argento. La funzione di uno standard monetario è quella di definire l’unità di
conto di un sistema monetario ovvero l’unità in cui tutte le altre forme di moneta sono convertibili.
In Inghilterra vi era inizialmente uno standard bimetallico (oro e argento). Con le guerre
napoleoniche, la Banca d’Inghilterra si rifiutò di pagare oro e argento in cambio delle proprie
banconote e per questo il paese perse il proprio standard monetario. Per risolvere questo
problema ci pensarono il Peel’s Act e il Gold Standard. Il Peel’s Act del 1819 riguardò una
situazione di crisi commerciale delle derrate agricole e di scarsità di moneta. Per risolvere questa
situazione bisognava trovare un meccanismo forte di tutela della moneta e per questo si ancorò il
valore della sterlina a quello dell’oro. Il Gold Standard del 1821 riguardò la necessità di attribuire
un valore alla moneta perché prima di esso vigeva il sistema aureo. Al centro di questo sistema c’è
la banca d’Inghilterra, unico ente con la possibilità di emettere moneta. Così facendo la sterlina
diventa la moneta di riferimento nelle transazioni. Successivamente vennero create 800 piccole
banche in tutta l’Inghilterra e 60 grandi banche private a Londra da parte di ricche famiglie basate
sul finanziamento di attività commerciali. Così i comportamenti monetari in Inghilterra influenzano
quelli europei. Nel 1833 ci fu una crisi monetaria generale ma nel 1844 questa crisi venne
superata grazie ad una nuova legge ovvero la Bank Character Act. Questa legge separò le attività
monetarie delle normali banche dall’emissione della moneta che divenne una specializzazione.
Alcuni degli altri paesi avevano adottato uno standard argenteo o bimetallico mentre altri non
avevano uno standard.
Mercato del Lavoro & Trade Union
Il Mercato del Lavoro nacque con la rivoluzione industriale inglese e le sue caratteristiche furono:
la crescita determinata da un aumento dell’offerta (crescono le imprese e necessitano di più
personale) e della domanda (grazie all’aumento demografico c’è più popolazione attiva e nuove
figure da impiegare come donne e bambini); la mobilità dell’offerta rispetto alla domanda (i
lavoratori si muovono verso i luoghi dove c’è lavoro). Perciò si diffonde questo continuo
movimento dall’ambiente rurale all’ambiente urbano perché secondo la stagionalità si lavorava un
po’ in città per poi tornare in campagna. Ciò viene definito ammortizzatore sociale perché portò ad
un abbassamento dei costi sociali e dei conflitti sociali. La scelta però divenne sempre più
definitiva e quindi viene meno l’ammortizzatore sociale. Intanto sul mercato del lavoro vi era un
conflitto naturale di interessi tra profitti e salari perché il datore di lavoro vuole pagare il lavoratore
il meno possibile mentre il lavoratore vuole guadagnare il più possibile. Per questo ci fu una
ristrutturazione sociale con una conseguente redistribuzione della ricchezza. La classe è un
indicatore di tipo sociologico ovvero un modo di leggere la società capitalistica. Per es. la classe
operaia era composta dai lavoratori dipendenti con redditi bassi e basse soglie di alfabetizzazione.
Essi avevano anche dei bassi salari che dipendevano dall’offerta e dalle tecnologie che
sostituivano il lavoro umano e per questo vi fu un aumento delle persone che cercavano lavoro. La
reazione della classe operaia fu: la richiesta di nuove politiche come nuove leggi ma ciò non fu
possibile perché il parlamento non conteneva rappresentanti della classe operaia. Inoltre il
lavoratore era in una posizione svantaggiata perché era più debole del datore di lavoro. Così
nasce l’azione collettiva con i sindacati ovvero i Trade Union. L’intento era il raggiungimento del
contratto per avere condizioni reciprocamente condivise. Le imprese possono fare delle valutazioni
che non sono soggette all’incertezza e grazie ai contratti sanno quanti stipendi devono pagare e
quali investimenti devono fare. Nella società inglese invece si riducono i conflitti sociali perché i
contratti sono pacifici rispetto agli scioperi.
Questo cambiamento della società portò anche al cambiamento dei singoli e dei gruppi
(comportamenti collettivi). Per questo ci fu un aumento della domanda dovuta alla crescita
demografica ed una crescita dei consumi perché il prezzo dei beni era calato e ciò portò ad una
differenziazione della domanda. Secondo Engel se il reddito aumenta si riduce la quota utilizzata
per i beni di prima necessità.
Libero Scambio
Le prime argomentazioni sul libero scambio provenirono da Adam Smith che spinse i governi a
rivedere i loro divieti e gli alti dazi. Le sue argomentazioni si basavano sui vantaggi che era
possibile trarre dalla specializzazione e dalla divisione del lavoro tra le nazioni oltre che tra gli
individui. Per es. secondo Ricardo sarebbe stato vantaggioso per il Portogallo specializzarsi nella
produzione vinicola e acquistare stoffe dall’Inghilterra (principio del vantaggio relativo). Sia le tesi
di Smith che di Ricardo si basavano su ragioni logiche ma per verificare gli effetti pratici bisognava
convincere i gruppi di individui che il libero scambio avrebbe portato vantaggi. Uno di questi gruppi
fu quello dei mercanti internazionali che presentarono una petizione al Parlamento invocando il
libero commercio internazionale ma senza avere alcun effetto. Però vennero ridotte le restrizioni e
tasse che ostacolavano lo sviluppo del commercio internazionale. Successivamente vennero
approvate le Corn Laws ovvero le leggi sul grano che imponevano dazi sulle importazioni. Però la
crescita demografica e lo sviluppo dell’urbanizzazione rendevano impossibile l’autosufficienza
alimentare e per questo bisognava ritoccare le Corn Laws anche se il Parlamento si rifiutò. Si creò
un movimento chiamato Anti-Corn Law League che propose una riduzione delle tariffe sia sul
grano che sullo zucchero. Così venne proposto un ridimensionamento delle leggi sul grano ma in
particolare una revisione del sistema fiscale che prevedeva un’abolizione delle tasse sulle
esportazioni, l’eliminazione o riduzione delle tasse sulle importazioni e l’introduzione di un’imposta
sul reddito. Poi a causa di una carestia di patate, venne approvata l’abrogazione delle leggi sul
grano e cominciò a prendere forma una politica liberoscambista. Rimasero soltanto pochi dazi
sulle importazioni e ci fu un aumento degli scambi totali. Con l’età del libero scambio ci fu un
importante trattato commerciale anglofrancese. La Francia aveva seguito una politica
protezionistica che consisteva nel divieto di importare tessuti di cotone e di lana e nell’applicazione
di tariffe molto elevate su altre merci. Con Napoleone 3° ci fu una politica di amicizia nei confronti
della Gran Bretagna e in Francia si stava diffondendo il pensiero del liberismo economico. Un
professore di economia politica insegnava i principi del liberismo economico e del libero scambio e
venne chiamato da Napoleone per convincerlo dei vantaggi di un trattato commerciale con la Gran
Bretagna. Questo trattato prevedeva la cancellazione di tutti i dazi sull’importazione di merci
francesi e la Francia revocò la sua proibizione dell’importazione di prodotti tessili britannici e
ridusse i dazi su un’ampia varietà di merci inglesi. Un aspetto importante fu la clausola della
nazione più favorita ovvero che ogni paese avrebbe beneficiato di qualsiasi tariffa più bassa
eventualment