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INTRODUZIONE TERZO MODULO, PIER PAOLO PASOLINI, LA

RICOTTA E IL NEOREALISMO

La ricotta è parte di un film di nome Ro.Go.Pa.G. del 1963 diviso in

quattro episodi, il cui titolo è una sigla che identifica i registi dei quattro

segmenti: Rossellini, Godard, Paolini e Gregoretti. Pagina 34 di 82

Era molto popolare in Italia negli anni ’60, considerabile un’opera

autonoma.

Pasolini esordisce nel mondo del cinema non esattamente

giovanissimo nelle vesti di famoso letterato e scrittore realista, di un

realismo estremo.

La sua poetica si organizza su tre perni principali:

1. Indiretto libero

2. Culture altre

3. Gramsci Deposizione della croce, Rosso Fiorentino, 1521,

olio su tavola, Pinacoteca e Museo Civico,

Volterra.

Rappresentazione realistica del mondo di

Stracci, il protagonista dell’episodio.

Il contesto della Deposizione sulla croce è un

mondo del regista antitetico con se stesso.

Non sono i colori della realtà, è teatrale e sembra

una messa in scena.

Le sequenze colorate hanno la valenza di finto

nel finto, mentre quelle in bianco e nero

rappresentano gli abitanti reali che vogliono

dorsi come reali (?)

Dal punto di vista contenutistico le difficili condizioni di vita di Stracci

che ha fame ed è così sfortunato che il cane gli mangia il cibo.

A grandi linee sono questi i contenuti del cinema neorealista, ossia le

diverse problematiche che diventano il centro del film.

Per Pasolini la negatività è presente nell’uomo medio.

Pasolini rinunciò alla propria lingua per adottare quella dei Romani.

Pasolini inoltre fa un argo uso delle culture diverse dalla sua, in

particolare alle culture più umili, utilizzando una poetica che da loro una

voce letteraria che non possedevano. È Gramsci che gli da gli spunti

per far partire questa poetica, in quanto era proprio Gramsci che

metteva al servizio del popolo la propria arte. Pagina 35 di 82

Pasolini mette la propria arte al servizio degli altri, in particolare dei più

umili, per dieci anni finta a quando sente che non era possibile

riproporre questo schema poetico all’infinito.

Lo stile realista di Pasolini entra in crisi e la sua poetica basata sul

realismo non gli bastava più.

Cerca quindi di transitare la sua poetica su un altro mezzo di

comunicazione, il cinema, dove effettua gi stessi procedimenti che

effettuava in campo letterario.

Desiderava maniere la poetica realistica ma era consapevole che non

bastava più.

Con le prime sceneggiature e testi per il cinema come ad esempio

Accattone Mamma Roma

oppure il neorealismo andava bene ma con

La Ricotta incominciarono i presentarsi i primi problemi, film che si basa

sul realismo degli anni 40.

Pasolini era solito recensire i propri film

LA RICOTTA di PIER PAOLO PASOLINI

Il film viene introdotto con di chiavi di lettura tratti da due brani del

Vangelo (fatto particolare considerando che Pasolini era comunista e

omosessuale, quindi non propriamente sostenitore della chiesa)

A seguito di questo film Pasolini venne condannato per vilipendio della

regione di stato.

A seguito della prima istanza venne condannato a quattro mesi di

reclusione, nella seconda istanza venne prosciolto mentre nella terza

venne riaccusato.

Il contenuto del film venne quindi rimaneggiato per ottenerne il

dissequestro.

Si presentarono quattordici differenze fra il film originala e quello

modificato.

Prima sequenza: da un lato è presente Stracci, mentre dall’altro un

personaggio borghese che rappresenterebbe l’alterego di Pasolini .

L’attore che viene a interpretare questo personaggio è Orson Welles,

nella vita reale guarda caso anche un regista.

È rappresentato un film all’interno di un film.

Sono stati messi in gioco diversi stili nelle sequenze.

Viene riproposta al cinema la letteratura di Pasolini. Pagina 36 di 82

Lo spettatore segue le vicende di un poveretto

che in questa prima sequenza porta il cestino di

cibo datogli al set alla famiglia affamata.

Deposizione di Rosso Fiorentino.

Paolini connota i santi di quest’opera come

omosessuali e per questo verrà contestato

durante il processo.

L’opera può essere considerata una

rappresentazione realistica del mondo di Stracci.

La scena della deposizione sulla croce è la

rappresentazione antitetica del regista con se

stesso.

I colori presenti nell’opera non sono quelli della realtà.

L’intero film è una chiara messa in scena poco realistica, dove le battute

vengono recitate con linguaggio analitico.

Le sequenze colorate rappresentano il finto all’intero del film, mentre

quelle in bianco e nero sono ambientazioni reali che vogliono porsi

come tali.

Dal punto di contenutistico il tema centrale sono le difficile condizioni di

vita di tracci che ha fame ed è così sfortunato che il caos gli mangia il

cibo che lui aveva tanto aspettato.

Sono questi i contenuti del cinema neorealista che vedo la problematica

al centro del film.

Il terso personaggio giunto sul set è li per interrogare il protagonista.

Per Pasolini la negatività stava al centro della vita dell’uomo medio.

Il giornalista, ossia il terzo personaggio, viene preso in giro e trattato

male sia dal regista che da Stracci.

Seconda sequenza: in questa sequenza la bellezza delle immagini si

contrappone al calvario di Stracci che stava mangiando tanto da star

male.

Terza sequenza: durante un cocktail sotto la croce ha luogo l’epilogo

del calvario di Stracci.

La natura del neorealismo sta nel contrasto che caratterizza l’opera.

Pasolini rimarrà realista dal 45/48 fino ai primi anni 60. Pagina 37 di 82

STROMBOLI di ROBERTO ROSSELLINI

Esistono tre versioni del film:

1. Versione statunitense

2. Versione internazionale

3. Versione italiana

La versione 2 e la versione 3 sono le uniche due versioni riconosciute

da Rossellini, il regista.

Nel 1948 viene recapitata a Rossellini una lettere dall’attrice Ingrid

Bergman, diva del cinema Hollywoodiano.

Sia Rossellini che la Bergman divorziarono dal loro vecchio matrimonio

e si sposarono con tre figli e sei film.

Ingrid Bergman era una grande attrice, protagonista di Casablanca ad

esempio, ma tuttavia annoiata dai film di genere americani e nello

specifico Hollywoodiani, desiderava film autentici e realisti.

Rossellini risponde subito all’attrice e le offre il personaggio di Stromboli.

Dopo poche settimane erano già diventati una copia.

Rossellini cercava finanziamenti dalle majors degli Stati Uniti ma non

accettava tuttavia le loro regole e il loro stile.

La RKO decise di coprodurre il film interessati più ad Ingrid Bergman

che alla storia che Rossellini proponeva.

Con questo intento concedono quindi a Rossellini la piena libertà

creativa.

Ingrid Bergman era la prima diva ad arrivare in Italia per filmare un film

di produzione italiana.

Si crea un grande caso scandalistico intorno alla coppia, soprattutto

quando si scopre che l’attrice era incinta.

Nel 1939 sbarcano a Stromboli, quando le isole Eolie non erano ancora

un luogo turistico. Pagina 38 di 82

Per spiegare agli abitanti, isolati rispetto al resto della società e quindi

inconsapevoli delle innovazioni che stavano conquistando il continente,

cosa stesse succedendo, venne spedito un proiettore nell’isola dove

tuttavia non era presente la corrente.

A causa del clima ostile presente sull’isola ci vollero quattro mesi per

effettuare le riprese.

Nel contempo venne girato anche un’altro film: Vulcano, di William

Dieterie con protagonista Anna Magnani, ex moglie di Rossellini.

Anna Magnani venne mandata in Gran Bretagna nel giorno stesso in cui

Ingrid Bergman arrivava in Italia.

La Magnani accettò per vendetta di fare un film dal nome Vulcano, nello

stesso luogo, sullo stesso braccio di mare e con più o meno la stessa

trama di Stromboli.

Rossellini eliminò ogni traccia di diva che caratterizzava la Bergman e la

catapultò in un luogo completamente opposto al suo habitat naturale,

eliminando l’idea che si aveva di lei, accompagnata nel film da attori di

strada.

Il disagio che Ingrid Bergman era chiamata ad interpretare lo viveva in

prima persona a causa del suo trasferimento da Hollywood alle

confusionarie isole Eolie.

Rossellini calò la grande attrice in un contesto che esaltava la sua

credibilità.

Le scelte di regia esaltano la diversità tra il personaggio e contesto,

anche nel confronto con gli abitanti e con il paesaggio la diversità viene

accentuata.

Il film è stato girato due volte, escluse alcune sequenze come quella

della tonnara.

Rossellini gira quindi due negativi in modo tale da averne uno con sé,

non si fidava della RKO e delle loro regole sul cinema istituzionale.

Infatti l’unica versione che Rossellini disconosce è proprio quella che è

stata trattata dagli americani.

La versione americana era stata doppiata in inglese. Pagina 39 di 82

Nella seconda versione invece, quella destinata al mercato europeo

venne mantenuto l’audio originale; e invece nell’ultima versione, quella

destinata al mercato italiano, l’audio venne doppiato in italiano e il titolo

venne cambiato in: “Stromboli! Terra di Dio”.

I continui cambiamenti di titolo facevano capire chiaramente la

pressione che il film subiva, sia dallo stato, sia dall’ufficio di censura.

Nel 1948 il partito di Democrazia cristiana vince il governo e prende il

potere anche sul cinema, In particolare l’ufficio di censura.

Stromboli venne escluso dalla mostra del cinema di Venezia gestita

dallo Stato, in particolare da Andreotti, che controllava la selezione dei

film.

Inserisce nella giuria del festival un suo fidato.

Andreotti affida a Rossellini il compito di trasformare il neorealismo

cinematografico che si stava sviluppando in Italia in neorealismo

cattolico.

Gli affida quindi un direttore della fotografia democristiano: Felix Marlion.

Due film di Rossellini vennero esclusi dalle sale parrocchiali dello stato,

che erano circa un terzo delle sale di italiane.

Felix entra quindi a far parte del team di Stromboli.

Assume quindi a questo punto il titolo “Stromboli! Terra di Dio!”

La versione statunitense aveva una voce narrante.

Rossellini era pienamente consapevole che il suo era uno stile

inconcepibile e inconciliabile con quello degli Stati Uniti, in particolare

con quello di Hollywood.

Nel girato di Rossellini Hollywood riteneva indispensabile che ci fosse la

chiarezza narrativa, elemento a cui Rossellini non dava così tanta

importanza.

Il riadattamento hollywoodiano taglia mezzora di film, seguendo

l’eco

Dettagli
A.A. 2018-2019
82 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elenascianna1999 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e critica del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Subini Tomaso.