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HITCHCOCK

Autore assai noto, contrabbandato impropriamente dalle edicole, spacciato per essere il

maestro del brivido. Ma è anche maestro del melodramma e del romanticismo. Il film è

fortemente impregnato di spirito romantico. Citazione di Italo Calvino, indicativa sulla

percezione di H in Italia, Cinema Nuovo, rivista italiana di ispirazione marxista, fondata da

Aristarco. Calvino critico cinematografico inviato a Venezia. “Era la volta buona che il

cinema si presentasse come arte: davano un film americano (La Finestra sul Cortile,

considerato un capolavoro) in cui un reporter scopre dalla finestra che un marito taglia a

pezzi la moglie, come un vignettista per bambini, Percopo”. 1954, diffuso pregiudizio nei

confronti di H. Sulla storia della fortuna critica del cinema di H hanno pesato come macigni

considerazioni di ordine ideologico. Cinema americano commerciale e ideologicamente

compromesso con l’industria. Gli unici che difendono H sono i francesi della rivista di Bazin,

Cahiers du Cinema. Facendo così si tira addosso le critiche e le ironie delle riviste rivali, che

definiscono il cinema di H neonazista nel 1957. I Cahiers spostano l’attenzione dai contenuti

alle forme. Per poter difendere un cinema come quello di H occorreva aver elaborato criteri

di analisi formale, andare contro i contenuti apparenti, quelli raccontati da Calvino. Dietro la

trama di superficie c’è un intero mondo che Calvino non vede e non vedendolo non capisce

che in effetti è di fronte a un’espressione del cinema in quanto arte. Opinione diffusa

perché ci si ferma ai contenuti apparenti, banali perché H lavora nel cuore dell’industria, di

Hollywood. I contenuti non possono che essere quelli, non si possono che girare film di

genere inquadrati in schemi narrativi ben precisi. Si può fare come Welles fracassandosi al

suolo o come H che rispetta i contenuti apparenti ma che riesce a farli propri al punto tale

da collocare al di là di quei contenuti apparenti un intero mondo personale, le ossessioni

intime, i bisogni più autentici. È il caso di Vertigo.

VERTIGO

Inteso come un melodramma morboso sulle conseguenze cui porta un’eccessiva sensibilità

romantica. La trama di superficie cela un melodramma. Questo era un problema che H

sentiva come suo. Saremmo così di fronte a un film d’autore: cosa si intende? …

Quando si sposa, H ha 27 anni e risale a qualche anno prima un episodio che causa un

ritardo nelle sue conoscenze in materia sessuale.

Sanremo, riprese di “The pleasure garden”, racconto dello scenografo di H. H allora mostra

una curiosità spropositata su tutto ciò che concerne l’attività sessuale. L’ossessione

sessuale affonda le proprie radici nell’educazione cattolica e vittoriana ricevuta. Origine

profonda nel rapporto irrisolto con la madre, giovane asociale e senza amici. Ciò che c’è da

chiedersi è se dietro la trama banale c’è una visione personale del mondo o no. La prima

ragazza con cui esce diventa sua moglie, Alma. Lei assume una posizione più importante di

H nella casa di produzione. Era inconcepibile per un uomo inglese ammettere che una

donna avesse un ruolo maggiore del suo. Le donne per H sono Alma e le sue attrici, si

relaziona con esse da una posizione superiore, di potere. Il rapporto tra H e Alma dopo la

nascita della figlia scivola in un’astinenza sessuale, ma la sua immaginazione compensa la

realtà, quello che non ha nella vita lo cerca nel lavoro. Tutte le donne di cui si innamora

hanno caratteristiche simili, alte bionde e sofisticate. La reiterata esperienza del rifiuto è

all’origine del disprezzo della donna e della superiorità dell’uomo sulle protagoniste.

Cinema misogino. Non c’è niente che mi dia così piacere quanto demolire l’immagine

femminile. Ambivalenza tra attrazione maniacale verso un oggetto del desiderio

irraggiungibile, lunga rassegna di donne simili, e risentimento per non poterle raggiungere.

Vive questa dinamica in modo maniacale, la riveste di arte. Il set diviene l’unico luogo in cui

vive l’amore, trova espressione nel suo cinema con cui H trascende. In Vertigo H riesce

ancora a sublimare il suo desiderio rappresentandolo al cinema, siamo nel 1957, agli inizi

degli anni 60 questo equilibrio si rompe e le donne fanno sempre una brutta fine. Il suo

stato è di innamorato non corrisposto, ogni volta che perde la testa per una donna la sua

creatività esplode. Il tempo dell’amore di H coincide col tempo del lavoro. Vertigo ribalta

questa situazione. I personaggi sono tutti impegnati ad amarsi da non trovare il tempo per

lavorare. Questo accade perché la situazione di H era contraria. In questo film nessun

personaggio lavora, non tutti intenti ad amarsi.

Scottie lascia la professione di poliziotto dopo un incidente in cui perde un collega per colpa

sua, questo gli procura le vertigini e non se la sente più di indagare. Viene ingaggiato per

proteggere Madeline, moglie di un amico. In realtà è tutta una messa in scena, l’amico ha

intenzione di uccidere la moglie e per farlo sfrutta la testimonianza di Scottie che in quanto

malato di vertigini non è in grado di salire tutte le scale di un campanile dove il marito si è

nascosto e dal quale verrà gettata la moglie Madeline. Trama di superficie piuttosto

complicata. A un certo punto Scottie si innamora pazzamente di questa persona, i contenuti

reali stanno nelle dinamiche amorose. Di fatto Hitchcock rappresenta il tempo dell’amore

come incompatibile col tempo del lavoro. Madeline non lavora, passa le sue giornate

passeggiando, è una signora dell’alta società e non ha la necessità di lavorare. Judy è la

controfigura di Madeline, ingaggiata da Gavin per interpretare il ruolo della moglie per

ingannare Scottie. Gavin architetta tutto quanto per accaparrarsi i soldi della moglie e

smettere di lavorare. A vincere tra le due dimensioni è quella dell’amore.

30 MARZO

H ribalta in questo film la situazione tipica che viveva dal punto di vista esistenziale. Nella

sua vita il tempo dell’amore è sempre coinciso col tempo del lavoro, le uniche sue donne

erano di fatto sue collaboratrici. In questo film che accoglie e da rappresentazione alle sue

più profonde espressioni romantiche e quindi amore e lavoro cozzano, per amare i

personaggi devono smettere di lavorare. Accade sia a Scottie che a Judy. Bisogna capire se

anche a Hollywood è possibile elaborare un prodotto commercialmente efficacie ma anche

personale, che aspiri alla dignità artistica, e H ce la fa. Sono proprio i Cahier du Cinema a

sdoganare H in ambito critico, nessuno prima si poteva esprimere su Hollywood in quanto

cinema commerciale. Vogliono dimostrare che anche a Hollywood si può fare dell’arte e si

possono girare film personali.

Nella seconda parte del film, quando Scottie trasforma Judy in Madeline (sarto,

parrucchiere), se accade ciò è proprio perché l’idea di far assumere un’altra identità alla

donna è l’idea su cui si fonda il rapporto di H con le donne. Lo fa direttamente sul set. Nelle

sue mani di regista le donne che amava mutavano identità. Anche Gavin fa questa cosa con

Judy, la fa recitare nel ruolo di una donna dell’alta società. Entrambi non fanno altro che

ripetere quanto H regolarmente fa sui propri set. Il biografo di H documenta i tentativi del

regista di plasmare le sue attrici sia nella vita lavorativa che privata. Uso del potere.

Madeline incarna esattamente il tipo di donna inseguita da H nei suoi sogni, a differenza di

Judy. È chiaro che per Judy farsi plasmare sia tutt’uno che concedersi sessualmente al

demiurgo di turno. Vertigo trasfigura ciò che avveniva regolarmente sul set tra H e le sue

attrici. H avrebbe desiderato avere nella vita affettiva lo stesso potere che aveva sulle

donne sul set. L’unico personaggio che lavora è Midge, disegna intimo; il suo lavoro ha

completamente assorbito la sua vita, la sua frustrazione sessuale rispecchia quella di H.

Diverse differenze sul romanzo di partenza e il film, Midge è un personaggio inventato.

Scottie si dedica completamente all’amore ed è libero ad ogni impegno lavorativo, non

deve nemmeno più dar conto a Gavin, così come Judy.

Cos’è la vertigine che da il titolo all’opera?

Nella prima parte del film S si impegna a demolire le convinzioni mentali della donna a

favore del buon senso, Madeline è dissociata e Scottie il guaritore, all’inizio consiglia uno

psichiatra. Ma ribaltamento del rapporto, alla fine è Scottie ad aver bisogno di cura, finisce

in una casa psichiatrica per disintossicarsi dalla malattia d’amore espressa dall’afasia.

Midge dice a Scottie “Mother is here”, battuta del tutto sviante, Midge è un personaggio

materno, l’amore con cui si propone a Scottie è del tutto diverso da quello che Scottie trova

in Madeline. Quando si accorge di Judy, invece che smascherare il sogno rimodella la realtà

per adattarla al sogno e assume i panni del regista cinematografico. All’origine della sua

malattia c’è la fascinazione esercitata da Judy sotto la regia di Gavin. Scottie si ammala non

perché incontra una donna ma per la cornice all’interno della quale quella donna gli viene

presentata, perché poi quella donna la rincontrerà per strada ma non gli farà lo stesso

effetto. La cornice è figlia di una regia ben precisa, che nella diegesi è di Gavin. Locale dalle

pareti rosse, Madeline veste di verde e passa di fianco a Scottie, la musica accentua la

dimensione melodrammatica del testo sottolineando il climax dell’innamoramento. Coincide

dal punto di vista tecnico con il primo piano e l’incendiarsi della parete di fondo che si

illumina e ritorna poi nell’”ombra”. Nell’ultimo dialogo con Judy Scottie individua la causa

dei suoi mali, terrorizzato ma ancora attratto rimprovera Judy dicendole che non avrebbe

dovuto essere così romantica: ecco il vero effetto vertigine, provocato dalla donna, parabola

che catapulta Scottie sullo scenario romantico dove bacia Madeline. Qual è la soluzione

tecnica che usa H per rappresentare la vertigine? Usa un carrello zoom, duplice movimento

di carrello in avanti e zoom indietro, contemporaneamente la macchina si muove in avanti e

indietro. Soluzione tecnica introdotta sin dai titoli di testa, es spire geometriche e figure nel

film es chignon di Madeline o bouquet di fiori, scala che sale.. La figura della spirale ritorna

in continuazione e trova rappresentazione tecnica in questa inquadrature effettuate col

carrello zoom. Permette a H di alterare in fase di ripresa le linee prospettiche

dell’inquadratura s

Dettagli
A.A. 2013-2014
53 pagine
6 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher favoletta91-votailprof di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e critica del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Subini Tomaso.