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CORPORATIVISMO PLURALISMO

Fenomeno Economico Fenomeno Politico

Rapporto con il governo Società civile

Organizzazione Stato limitata al numero Valori: individualismo, spontaneità,

degli attori, controllata dall'alto, senza proliferazione, competizione

competizione.

Formazione di una sola elites Necessità di più elites

Privilegia lo status, cioè il corpo in cui Privilegia il libero contratto con cui l'uomo

l'uomo è inserito entra in rapporto con altri.

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A metà Novecento la scena internazionale è totalmente cambiata, dominata da altre

organizzazioni politiche. I principali attori sono gli Stati Uniti e l'URSS. In America l'unità

statale è data da un processo federativo, in seguito alla Rivoluzione; in Russia l'unità politica

avvenne con le forme del dispotismo orientale e dopo il 1917 con la dittatura del partito

Comunista. Nello stesso periodo si sono affacciati sulla scena politica anche gli ex territori

coloniali dell'Asia e dell'Africa, oltre che la Cina: paesi che fanno parte del Terzo Mondo e a

cui manca l'esperienza attraverso la quale si è formato lo Stato moderno europeo. Il mondo

è diventato più piccolo, per la velocità dei trasporti e per l'uso di mezzi di comunicazione di

massa. Tutto questo ha avuto effetto anche sulla politica, tanto è che gli interventi di

pacificazione dei grandi Stati sui piccoli stati sono in realtà interventi di polizia.

L'Europa, nel Novecento, è diventata repubblicana e sovente il governo è ridotto ad una

commissione parlamentare, che subordina la politica esterna a quella interna. Inoltre gli

Stati sono entrati in crisi perché il loro spazio territoriale è troppo piccolo. Sul piano

economico si è diffuso un mercato comune. Sul piano militare l'Atlantica ha portato a una

limitazione della propria libertà internazionale. La crisi dello Stato moderno ha fatto sì che le

antiche autonomie iniziassero a rivendicare i propri diritti; altro elemento di instabilità è

dato dagli immigrati del Terzo Mondo. Lo Stato è alla ricerca di una nuova legittimità, che

garantisca il benessere e la felicità dei cittadini unite ad una maggiore prosperità, dovuta a

crescita economica e a un maggior numero di servizi che non si rivolgano solo al cittadino,

ma al consumatore. Al giorno d'oggi più che di Stato si parla si sistema, in quanto:

- Tutto è interdipendente

- Non c'è un reale potere sovrano.

- L'unità è data da un sistema sociale sempre più complesso, con una differenziazione di

apparati.

Lo Stato post-moderno può essere sintetizzato come l'eclissi del potere sovrano.

2. SOVRANITÀ

Il concetto di sovranità sta ad indicare il potere di comando di una società politica e a

differenziarlo da altre associazioni umane nelle quali non vi è un potere supremo. La

sovranità vuole trasformare la forza in potere legittimo e si configura in modi diversi a

seconda delle diverse forme di organizzazione del potere.

Alla fine del Cinquecento appare il termine sovranità ad indicare il potere statale, unico

soggetto della politica. Questo avviene nell'esigenza di unificare il potere in una sola istanza,

insieme al monopolio della forza in un determinato territorio e in una determinata

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popolazione. La sovranità è strettamente connessa alle realtà di pace e di guerra: nello Stato

moderno è compito del sovrano garantire la pace oppure riunire gli eserciti. La sovranità ha

un duplice volto: interno, che elimina i poteri feudali e le autonomie locali a favore di una

società governata dall'amministrazione; ed esterno, che presuppone un sistema di Stati che

regola i propri rapporti con la guerra. Essenza Sovranità

Bodin Potere di fare e abrogare le leggi

Hobbes Potere esecutivo, di farsi obbedire.

Rousseau Il sovrano può fare solo leggi astratte e

generali, non decreti. E' ridotto

all'impotenza

Locke Potere esecutivo, federativo e la prerogativa

per i casi d'eccezione.

Per Bodin la sovranità è:

- Assoluta, perché non limitata dalle leggi

- Perpetua, perché intrinseca al potere politico

- Inalienabile e Imprescrittibile, perché il potere politico è una funzione pubblica.

Per Le Bret è anche:

- Indivisibile, perché può appartenere ad una sola persona o ad una assemblea.

La parola sovranità non è stata inventata nel 1500, ma esisteva già nel Medioevo, anche se

con un significato diverso. Il sovrano medievale aveva una posizione di preminenza in una

determinata scala gerarchica; mentre lo Stato sovrano spezza questa catena e lascia uno

spazio vuoto tra il re e il popolo. Nel Medioevo il re dava la giustizia in base alle leggi

consuetudinarie del paese; mentre nello Stato moderno il re fa le leggi e non è limitato da

esse.

I grandi legisti del 1500 e del 1600 vedevano la sovranità ancora con una concezione

medievalista, dove l'onnipotenza del sovrano era limitata dalla legge divina, dalle legge

naturale e dalle leggi del regno. A reinterpretare in chiave moderna la sovranità è Locke, che

però parla di "supremo potere" che è affidato al Parlamento e limitato dalle leggi naturali e

controllato dal popolo. Per Hobbes il potere sovrano non conosce limiti, ma è dettato da

una razionalità tecnica che serve per conseguire lo scopo politico, cioè la pace sociale; per

Rousseau la sovranità esprime una razionalità sostanziale, una moralità che appartiene alla

volontà generale e che quindi è espressione diretta dei cittadini.

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La sovranità arbitraria è quando trionfa la soggettività.

I primi teorici della sovranità hanno l'esigenza di identificare fisicamente il potere, mentre i

successivi la perdono. La dissociazione tra politica e diritto caratterizza l'affermazione dello

Stato come ordinamento giuridico. Il vero sovrano ha il monopolio ultimo della decisione

dello stato di emergenza: da un lato lo Stato moderno ha sempre cercato di restringere al

massimo la possibilità decisionale nello stato di eccezione; dall'altro lo stato di eccezione è

stato proclamato da chi non ne aveva diritto, ma in quel momento è riuscito a mantenere

ordine e coesione. La sovranità è un potere dormiente, ma segna sempre la creazione di un

ordinamento, in due modi:

- Dittatura sovrana: rimuove la costituzione per metterne un'altra. Un uomo o un gruppo di

persone che agiscono come commissari del popolo.

- Sovranità popolare: Attraverso la costituzione stabilisce gli organi o i poteri costituiti. Il

potere costituente del popolo ha determinate procedure che garantiscono che il nuovo

ordine corrisponda alla volontà popolare.

Gli avversari della sovranità sono il costituzionalismo e il pluralismo. Le tecniche del

costituzionalismo sono dirette a combattere, con lo Stato misto e la divisione dei poteri, la

concentrazione e unificazione del potere. La vittoria del costituzionalismo si è avuta con le

costituzioni scritte, le cui norme sono superiori alle leggi ordinarie. Le concezioni

pluralistiche mostrano come non esista un'unità di Stato, perché l'individuo vive in

associazioni e gruppi diversi, capaci di imporre le proprie scelte: questa pluralità impedisce

una sola autorità onnicomprensiva. Il limite del pluralismo è che lo Stato non rappresenta

più l'unità politica. In realtà dove manca un monopolio in una sola istanza si ritorna allo

stato di natura e si scatena la lotta per la sovranità.

Nel nostro secolo il concetto di sovranità è entrato in crisi e la pienezza del potere statale

viene meno: non scompare il potere, ma solo una determinata forma di potere che ha avuto

nella sovranità il suo punto di forza.

3. CONTRATTUALISMO

In senso lato il contrattualismo comprende tutte le teorie politiche che vedono l'origine

della società e il fondamento del potere politico in un contratto, cioè in un accordo fra

individui che segna l'inizio dello stato sociale e la fine dello stato di natura. In senso stretto

per contrattualismo si intende una scuola fiorita in Europa tra Seicento e Settecento, che ha

i suoi rappresentanti in Althusius, Hobbes, Spinoza, Locke, Rousseau e Kant. Occorre una

distinzione analitica: 12

- Passaggio allo stato sociale come fatto realmente accaduto. Parte dall'origine dell'uomo e

include dati antropologici.

- Stato di natura ipotesi logica, per mettere in luce l'idea di Stato. Predomina l'elemento

giuridico come legittimazione dello Stato e necessità di una sistemazione di tutto il

sistema giuridico.

- Contratto strumento d'azione politica per imporre dei limiti a chi detiene il potere.

Connesso alla storia politica.

Le condizione dell'affermazione del pensiero contrattualista sono:

1) Processo rapido di sviluppo politico, che scardini la vecchia società e instauri nuove

forme e procedure di governo.

2) Cultura politica disposta a discutere sull'origine e sui fini del governo.

3) Società che non usi il contratto solo a fini privati.

La finalità complessiva è quella di dare una legittimazione razionale ai comandi del potere.

Questa premessa esclude la possibilità del contrattualismo in società dove la cultura politica

è impregnata di fondamenti religiosi e teologici, e quindi dove il termine patto indichi la

sacra alleanza fra Dio e il popolo, che come fine la salvezza ultraterrena.

Importante è lo stato di natura, cioè la condizione dalla quale l'uomo esce, stipulando un

contratto con altri uomini. I contrattualisti, ad eccezione di Rousseau, non sono interessati a

definire lo stato di natura, ma si limitano a valutare in modo positivo o negativo l'uscita da

questo stato:

- Positivo: Vittoria dell'homo sapiens sull'uomo animale;

- Negativo: Allontanamento dalla perfezione originaria.

Il filone negativo ha il mito dello stato di natura, cioè una nostalgia per il passato dove vi era

una comunione dei beni e delle donne; di questo filone fanno parte il marxismo e la

psicoanalisi. Il filone positivo vede nel contratto la forma di progresso, di emancipazione

dell'uomo, anche se solo politica.

Hobbes Le passioni dell'uomo causano uno stato di

guerra di tutti contro tutti.

Rousseau Origini dell'uomo come istintività senza

passione.

Locke Pone tra lo stato di natura e lo stato

politico, uno stato sociale secondo cui gli

uomini convivono secondo ragione, perché

sono i bisogni a renderli socievoli. È una

pace r

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A.A. 2013-2014
29 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bischerella di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Truffelli Matteo.