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DELL'ECONOMIA.
1.1 Le relazioni fra gli Stati: modelli e problemi del pensiero politico moderno.
L'analisi delle relazioni internazionali fa riferimento ai grandi nomi del pensiero politico
moderno e occidentale, in particolare Hobbes, Grozio e Kant.
La prospettiva hobbesiana è in riferimento alla scuola realista e alla sua concezione
conflittuale della politica internazionale. Soggetti esclusivi della politica internazionale sono
gli Stati, che devono difendere i loro interessi. La guerra è il mezzo risolutivo dei conflitti
d'interesse; mentre l'equilibrio si configura come condizione sempre precaria. La scuola
liberale, di matrice kantiana, è orientata alla cooperazione tra gli Stati, in vista di un progetto
di cooperazione internazionale che faccia perno sullo sviluppo dell'economia e del commercio
e su istituzioni politiche adeguate. Inoltre la scuola liberale prende le distanze dal governo
assolutista, per dotarsi di governi ed istituzioni garanti della legge. Il primo esempio storico di
questo progetto kantiano è la Società delle Nazioni.
In posizione mediana tra Hobbes e Kant si trova Grozio, con la dottrina della guerra giusta,
cioè il tentativo di disciplinare l'uso della forza tra l'idea di società anarchica e l'esistenza di
vincoli derivanti dal diritto naturale.
Nelle tre differenti prospettive viene ancorata la realtà effettiva dello Stato e del sistema
internazionale in base agli equilibri dettati dalla Pace di Westfalia, che pone fine alla Guerra
dei Trent'Anni (1648) e segna il tramonto definitivo del vecchio ordine universalistico e
religioso. Soggetto primo della politica è lo Stato a cui spetta garantire la neutralizzazione del
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conflitto interno. Sul piano internazionale il problema dei rapporti tra gli Stati fa riferimento
alle tre correnti sopracitate.
1.2. Pace e guerra tra una forma di governo e sistema economico.
Nell'età dei Lumi e nell'epoche delle rivoluzioni la riflessione politica si orienta ad
approfondire i legami tra politica interna e politica estera fino ad indagare da vicino se e in
che misura modelli politici diversi abbiano a che vedere con i lineamenti fondamentali della
politica in piano internazionale. Il tema della forma di governo si snoda lungo la direttrice
Montesquieu-Rosseau-Kant. Kant sosterrà la politica estera al livello più alto quando parlerà
di legame esistente tra dispotismo interno degli Stati e livello di bellicosità sul piano
internazionale, come condizione indispensabile per una federazione di liberi Stati in grado di
porre fine a tutte le guerre. Uno Stato di matrice repubblicana è per Kant punto di partenza
per una politica di pacificazione sul piano internazionale. Rousseau nel contratto sociale
accenna alle confederazioni come strumento di difesa dei piccoli Stati a costituzione
repubblicana, in grado di conciliare quest'ultimi con la potenza esterna di un grande popolo.
Montesquieu chiama in causa la repubblica federativa sia come mezzo per affrontare attacchi
di grandi potenze, che come garanzia di stabilità interna.
Le tematiche della costituzione repubblicana e quelle delle forme di governo vengono in gran
parte a unirsi andando a formare il dibattito settecentesco su una politica i cui assetti
istituzionali interni e le relazioni fra gli Stati appaiono come un binomio inscindibile. Le
grandi rivoluzione sono, inoltre, un potente acceleratore per l'emergere del concetto di
federalismo in senso moderno. Su questa scia un ruolo importante viene assunto dal sistema
economico. Per Rousseau questo si configura come forza motrice della pace se si fonda su un
economia di sussistenza, o come volano di guerra, se incrementa industria e commercio. In
conclusione Rousseau arriva a sostenere che il moderno sistema economico e finanziario è
elemento costitutivo dei sistemi politici bellicosi e della schiavitù dei popoli.
Sulla direttrice Montesquieu-Kant si viene affermando la tematica del doux commerce: un
commercio dolce e mite che deve avere possibilità di crescere senza impedimenti a garanzia
di pace e progresso.
Il pensiero politico settecentesco si dimostra interessato a cogliere la complessa rete di
relazione che la politica moderna sta intessendo, sotto il profilo istituzionale. ! 2
1.3. Scienza, libertà di commercio, istituzioni rappresentative: la pace del
liberismo.
A metà degli anni Trenta dell'Ottocento, Comte vuole dissipare ogni dubbio circa una nuova
fonte di guerre sostenendo che è giunta l'epoca in cui la guerra effettiva e permanente deve
totalmente sparire a favore di un incremento della scienza come processo pacifico di
civilizzazione. L'opera di Constant diviene punto di riferimento per coloro che vogliono
tessere le lodi del sistema rappresentativo, come necessità dell'Europa. Contemporanea. Negli
anni Settanta Spencer traccia con sicurezza le coordinate delle società militari e industriali,
evidenziando le garanzie che queste ultime danno ai cittadini. Inoltre egli si chiede che tipo di
società riserverà il futuro e accenna ad una federazione di governi, come risultante
all'industrialismo. Secondo Saint-Simon l'ordine dopo la pace di Westfalia mostra le
insufficienze dell'Europa contemporanea di fronte ad una civiltà che segna il progresso.
Pilastro dell'intero sistema è la forma di governo parlamentare.
1.4. Lo Stato-gli Stati, la politica, la guerra tra marxismo e revisionismo.
Marx ed Engels affidano alla rivoluzione proletaria il compito di spazzare via ogni forma di
dominio di classe e di mettere fine al potere politico, come oppressione delle classi.
L'abolizione del dominio di classe pone anche le condizioni per il venir meno del conflitto su
scala internazionale. Nel primo libro del Marx parla di un mondo dominato dalla
Capitale
violenza e dalle guerre dei più forti su un terreno che è sia politico che economico. Il potere
politico esprime comunque il potere di una classe che ne opprime un'altra. Contro a alle tesi
marxiane, Bernstein, dichiara che la prognosi della rivoluzione proletaria è errata e definisce
la democrazia come garanzia di uguaglianza e di libertà. Per Bernstein è il socialismo che
deve integrare l'eredità del liberalismo, eliminando ogni connotato borghese.
1.5. Verso il sistema-mondo del XX secolo: democrazia e imperialismo.
Nella prima metà del 1800 De Tocqueville sottolinea che l'uguaglianza e le condizioni dei
popoli civili sono elementi che indirizzano le società democratiche verso un futuro di pace;
ma mette anche in rilievo il ruolo pericoloso che può giocare l'esercito attratto dalla guerra e
dalle rivoluzioni. Il rimedio va cercato in un'opinione pubblica ben fornita e nello spirito di
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libertà civile. Dagli ultimi decenni dell'Ottocento il dibattito sulla relazioni fra gli Stati viene
proiettato in una dimensione mondiale. All'inizio del XX secolo Hobson individua
nell'imperialismo l'elemento distintivo della politica occidentale contemporanea. Coloro che
puntano al l'imperialismo come elemento centrale della politica contemporanea, sono
concordi nel rilevare una correlazione tra dimensione esterna ed interna del politico. Hobson
invita più volte a istituire una vera democrazia contro i mali del l'imperialismo e dei suoi
alleati. Al contrario in ottica marxista il tramonto della libera concorrenza viene descritto
come definitivo. Lenin sostiene che una politica internazionale condotta dal capitale
finanziario si riduce alla lotta fra le potenze per la ripartizione economica e politica del
mondo.
La politica sembra affacciarsi su una prospettiva nuova, che ha nell'economia il motore
principale. Le conferenze di Aia (1899 - 1907) rappresentano una regolamentazione pacifica
dei conflitti internazionali. Nel corso del XX secolo l'ONU e la Società delle Nazioni
segneranno una politica che aspira a vestire i panni del diritto.
2. CESURE, INNOVAZIONI E RICOMPOSIZIONI. RIVOLUZIONE E
COSTITUZIONI NEGLI STATI UNITI E IN FRANCIA.
2.1. Rivoluzione e modernità
Nell'Inghilterra del Seicento la formazione dello Stato inglese è accompagnata da una serie di
rivolte. Le richieste di democratizzazione rompono con la concezione circolare del tempo e il
termine rivoluzione viene impiegato per indicare le trasformazioni continue della storia. La
fiducia illuministica del progresso si arresta di fronte ai cambiamenti delle strutture politiche.
Il potere sovrano moderno è una costruzione artificiale che dipende dalla volontà di coloro
che sono considerati individui politici legittimi. Non si tratta solo di governo politico ma di
una forma complessiva che esercita il dominio sugli uomini e sulle donne, nel momento in cui
viene costituito il patto formativo, cioè l'adesione attiva che mette fine alla condizione di lotta
e di guerra. ! 4
2.2. Potere costituente e Repubblica
A partire dalla secessione americana, rivoluzione significa ridefinizione della soggettività
politica legittima e si sostanzia in un movimento che prende avvio dallo scontro per la
possibilità di presa di parola politica. Nella rivoluzione l'azione politica finisce per dipendere
dal soggetto che ne è portatore. La rivoluzione americana vuole affermare la libertà negata e
riconoscere al cittadino una virtù immanente che può essere registrata solamente
dall'impianto costituzionale. È uno scontro tra la richiesta di obbedienza del governo
britannico e la pretesa di libertà delle colonie. Dal momento in cui i coloni sono uomini liberi,
il tentativo di imporre gravami senza il loro consenso si configura come tirannia. Locke
afferma che la rivoluzione al governo istituito è legittima dal momento in cui il potere
legislativo ed esecutivo attentano alla libertà dei sudditi. La è la registrazione
Dichiarazione
scritta del patto tra gli individui che danno vita al popolo. Con il nuovo patto ci si trova di
fronte ad un'innovazione politica che pone a fondamento dell'ordine politico, la sovranità
popolare. La costituzione statunitense del 1787 si pone quindi come radicale innovazione. Il
discorso federalista trasfigura il popolo in un soggetto unitario che conduce il precedente a
nuova forma. I diritti originari ceduti al momento dell'unione danno vita ad uno spazio
politico comune. Allo stesso modo lo spazio geografico è stato trasformato in un paese
omogeneo. Fondamentale è la distinzione tra popolo e nazione.
Concludendo l'elemento distintivo tra le repubbliche democratiche antiche e quella
americana è il fatto che quest'ultima esclude totalmente il popolo nella sua capacità collettiva
di partecipazione alla cosa pubblica.
Sul versante opposto la differenziazione fra nazione e popolo è il fondamento ultimo del