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Estratto del documento

Il doppio passaggio è importante perché se un sovrano non soddisfa la società civile non c’è un

ritorno allo stato di natura ma un “displacement of power”, ovvero il potere passa nelle mani di

qualcun alto.

Il governo deve avere potere esecutivo e federativo (stringere alleanze, dichiarare guerra…

gubernaculum medievale), ma il potere legislativo deve rimanere separato e l’esecutivo deve

rispondere al legislativo, ovvero agire all’interno delle leggi. L’unico compito che ha il sovrano è

tutelare la proprietà privata e i diritti dell’uomo affidatagli dal popolo. Ammira il modello politico

inglese, in cui il potere legislativo è diviso tra parlamento e re. Per praticità è meglio se il re ha il

potere esecutivo e federativo, ma non è contrario al fatto che un’aristocrazia possa governare, anche

se preferisce la monarchia costituzionale.

Locke è il primo a sostenere che gli esseri umani siano dotati per natura di tre diritti:

• la vita

• la libertà

• la proprietà: li riassume tutti perché Dio ha affidato a ciascuno la proprietà della propria

persona, e quindi la proprietà privata discende dalla proprietà del nostro corpo

Funzionerebbe anche nello stato di natura perché abbiamo la ragione: però sappiamo che gli uomini

sono diversi e quindi in poco tempo la libertà creerebbe disuguaglianza.

L’opera non ebbe gran successo al momento della pubblicazione, ma dal secolo successivo

diventarono un classico del liberalismo e del costituzionalismo (influenza la dichiarazione

d’indipendenza americana). Scrive anche delle lettere in latino sulla tolleranza religiosa (epistola de

tolerantia a partire dal 1685): in esse sostiene che la tolleranza religiosa vada difesa per due motivi:

• da un punto di vista religioso è conforme al vangelo, che promuove pace e moderazione. La

religione serve a realizzare una vita giusta quindi è inutile costringere altre persone alla

salvezza (conformismo esteriore inutile)

• da un punto di vista logico perché lo scopo del governo è proteggere il corpo e i beni in

questa vita. Le chiese non hanno giurisdizione sulle cose di questo mondo, e lo stato non ha

giurisdizione sulle cose dell’altro mondo

Esclude dalla tolleranza i papisti, che devono obbedienza al papa che è un sovrano straniero e

portano disordine, e gli atei perché sono inaffidabili. Pertanto vanno cacciati dal paese.

Spostandoci in Olanda troviamo

UGO GROZIO (1583-1645)

Va all’università nel periodo delle guerre di religione che scoppiano anche in Olanda. È un

discepolo del teologo olandese Arminio, quindi si trova nella faida tra arminiani (protestanti

liberali) e gomaristi (calvinisti intransigenti). Dopo che gli arminiani vennero sconfitti riuscì a

sfuggire al carcere scappando in Francia, dove però sono anche lì in corso le guerre civili. Passa la

maggior parte della sua vita in esilio in Francia e Svezia.

Scrive “de iure belli ac pacis” (sul diritto di guerra e di pace) nel 1625, pubblicato a Parigi e

dedicato al re del tempo Luigi XIII. È il primo trattato che parla di diritto internazionale

moderno o ius gentium, "il diritto delle genti, quel diritto che regola i rapporti tra più nazioni o

governi, sia che venga dalla natura, da leggi divine o dalla tradizione”.

Prima nessuno si era occupato del diritto internazionale perché fino alla fine del medioevo non era

necessario in quanto le nazioni europee erano riunite sotto un unico potere temporale (Sacro

Romano Impero) e un’unica confessione (cattolicesimo). Con la dissoluzione del SRI e la riforma

protestante iniziano gli scontri e nasce la necessità di un diritto che regoli le nuove entità della scena

politica (gli stati).

Sostiene l’esistenza del diritto naturale perché l’uomo è per natura sociale e pertanto il diritto si

fonda nella sua natura razionale (contrariamente a Hobbes riprende l’idea aristotelica dell’uomo

sociale). Il diritto esisterebbe anche se Dio non esistesse o non si occupasse degli uomini. Da questo

i lettori capirono che il diritto ha validità anche senza Dio perché siamo razionali, ma In realtà

sosteneva che il diritto è naturale perché è razionale e lo comprendiamo con la razionalità che ci ha

dato DIo. Il diritto naturale è valido all’interno degli stati ma anche internazionalmente e

in situazioni di guerra. Dice che:

• i patti devono essere rispettati altrimenti c’è anarchia: principio fondamentale dello stare

pactis o pacta sunt servanda. Mantenere le promesse è vantaggioso perché così l’agire

politico è prevedibile. Sembrerebbe il contrario di Machiavelli ma lui riteneva che le

promesse andassero spezzate solo per salvare lo stato e che in uno scontro un paese non

debba stare nel mezzo o cambiare alleanze per non sembrare inaffidabile

• i civili e le loro proprietà devono essere risparmiati

La novità è che si danno delle regole alla guerra; prima si pensava che la politica fosse l’opposto

della violenza. Esistono guerre giuste (combattere per difendersi) e ingiuste (combattere per

invadere). L’idea di fondo è che solo gli stati possono fare la guerra, chi ci prova ma non è uno stato

è un terrorista e quindi agisce senza regole. La guerra è condotta da un esercito con la divisa e solo

loro possono uccidere ed essere uccisi.

Nasce lo ius publicum europaeum, il diritto pubblico europeo. Sarà poi alla base della pace di

Westfalia del 1648.

Possiamo anche considerarlo il fondatore del diritto penale: è il primo che sostiene che il pensiero

di un peccato non costituisca pena per lo stato. La pena inoltre deve correggere e allontanare il

delinquente e l’ammaestramento degli altri. Dev’essere anche proporzionata alla gravità del reato e

alle condizioni della persona (es. ammenda pesante per povero ma nulla per ricco).

Grozio è quindi un giusnaturalista perché crede nel diritto naturale. È anche un contrattualista

perché ritiene che la società umana sia nata da un contratto (la sovranità è del popolo ma viene

ceduta in maniera perpetua al sovrano) e che gli stati tra di loro stringano contratti.

MONTESQUIEU (1689-1755)

Apparteneva alla cosiddetta “nobiltà di toga” (aveva funzioni pubbliche). Scrive

Lo spirito delle leggi (1748)

Frutto di decenni di lavoro. "Spirito delle leggi" significa che esistono dei rapporti necessari

derivanti dalla natura stessa delle leggi. Le leggi e le forme di governo sono diverse tra stati

perché seguono la geografia e il carattere degli abitanti. Tre tipi di forme di governo:

• repubblica: tutto il popolo o una parte ha il potere sovrano

Può essere democratica o aristocratica. Ciò che muove la democrazia è la virtù, in quanto il

popolo sottostà alle leggi che lui stesso produce; sono necessarie leggi su assemblee e sufragio.

Nell’aristocrazia il principio vigente è la moderazione, per evitare differenze estreme tra

governanti e governati. Si regolano i rapporti tra aristocratici e popolo (la forma migliore di

aristocrazia è quella in cui i nobili sono più vicini al popolo e quindi alla democrazia).

• monarchia: uno solo governa con leggi fisse

Il principio vigente è l’onore. Per una monarchia equilibrata sono necessari corpi intermedi, ovvero

aristocrazia, parlamenti delle città con privilegi particolari… così il potere del sovrano non è

assoluto e non si trasforma in un despota. La custodia delle leggi spetta quindi ai corpi intermedi.

• dispotismo: uno solo impone la sua volontà e i suoi capricci

Il principio che muove il dispotismo è la paura. Non è la degenerazione della monarchia perché è

esterno all’Europa: è innovativo nel pensiero politico occidentale; altri autori, come Machiavelli,

non hanno dato spazio al dispotismo perché distante da loro (es. due tipi di principati, uno per

principi e baroni nel senso con pesi e contrappesi e l’altro del turco, ovvero il dispotismo). Per

Montesquieu diventa importante perché gli ottomani stessi diventano importanti in quel periodo

(arrivano alle porte di Vienna).

Vi è una connessione tra estensione dello stato e forma di governo: la repubblica è adatta ai

piccoli stati, la monarchia agli stati mediocri e il dispotismo ai grandi imperi orientali. Solo nei

piccoli stati si possono avere tanti cittadini che partecipano al potere politico (idea ribaltata dai

pensatori politici americani anche se si erano formati sui classici e sui moderni Montesquieu e

Locke), ma per garantire la sopravvivenza è meglio una federazione di stati. Per quanto riguarda il

dispotismo orientale viene ripresa l’idea di schiavitù per natura degli asiatici affermata per la

prima volta da Aristotele. Ritiene anche che il clima influenzi il regime: i climi caldi rendono le

persone molli e più favorevoli a un despota. Differenza tra despota (legittimo perché governa sugli

schiavi) e tiranno (illegittimo perché governa su persone libere).

Per mantenere lo stato sarà necessaria un’educazione adeguata: nelle repubbliche all’amore per le

leggi e la patria, nella monarchia all’onore e nel dispotismo al timore. La monarchia sarà la più

difficile da mantenere perché difficile è il sistema di pesi e contrappesi.

Per Montesquieu la forma di governo migliore è il sistema monarchico inglese perché moderato e

fondato su pesi e contrappesi (thèse nobiliaire): senza monarchia non c’è nobiltà ma senza nobiltà

non c’è monarchia. Per una monarchia bilanciata è necessaria inoltre una separazione dei poteri

legislativo, esecutivo e giudiziario. Tutte queste caratteristiche sono riassunte nella monarchia

costituzionale inglese, dove house of Lords e house of Commons si bilanciano e limitano il potere

del re.

JEAN JAQUE ROUSSEAU (1712-1778)

Nasce a Ginevra e si trasferisce nella Parigi dell’ancien régime in piena epoca illuministica, quando

fervono i lavori dell’enciclopedia. Si crede fermamente nell’idea del progresso attraverso la ragione

che sconfigge il pregiudizio e la tradizione: tutto dev’essere studiato in maniera ragionata e

metodica.

Discorso sulle scienze e sulle arti (1750)

Risposta vincitrice a un concorso indetto dall’accademica delle scienze di Digione. Va contro la

corrente dell'illuminismo perché osservando la Francia del suo tempo vede la ricchezza ma anche le

disuguaglianze e la società basata sulle apparenze. Studiando se stesso e la sua societ&agr

Dettagli
A.A. 2019-2020
32 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessio.sacco5 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Giorgini Giovanni.