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Storia delle dottrine politiche - la ragion di Stato - Riassunto esame, prof. Lazzarino Pag. 1
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Capitolo 12 - La ragion di Stato e il problema dei rapporti tra politica e morale

L'affermarsi dello stato moderno aveva posto le premesse per una profonda crisi della coscienza etico-religiosa della società europea del Cinquecento. La Riforma ed il Cattolicesimo furono coinvolti nella logica della conquista e della conservazione del potere, cioè della ragion di Stato, e dei rapporti di potere delle potenze europee, che finalizzarono, di volta in volta, le istanze di carattere religioso ai propri interessi. Dietro le tensioni, i conflitti e le guerre di religione si cercava di individuare gli interessi degli Stati, ognuno mirante alla sua conservazione ed affermazione.

La politica dei principati e dei regni europei sembrava aver accolto la distinzione machiavelliana fra politica e morale, nel senso che l'esistenza dello Stato è la legge suprema del principe, alla quale, quando la necessità lo imponga, deve essere subordinata ogni considerazione religiosa.

e morale.Gli autori ecclesiastici sottolinearono i motivi per cui l'etica cristiana doveva rifiutare i principi della politica machiavelliana, la quale proponeva un'assolutizzazione dei valori mondani, che privavano di qualsiasi efficacia i principi della religiosità cristiana. Le critiche degli autori cattolici furono avvallate dalla condanna espressa da Paolo IV nei confronti delle opere machiavelliane, che furono incluse nell'<>.La formula ragion di Stato consentiva di superare la contrapposizione tra politica e morale, nel senso di considerare la prima come lo studio delle condizioni di esistenza dello stato, che mira a realizzare superiori fini etico-religiosi.La prima sistematica esposizione dei problemi suscitati dalla appassionante discussione sulla ragion di Stato si deve ad un ecclesiastico, il piemontese Giovanni Botero, che pubblicò un organico scritto intitolato, appunto, Della ragion di Stato.Il potere perBotero non è l'assoluto della politica, ma è uno delle componenti, sia pure molto importante, di quella più ampia e complessa realtà che è lo Stato. La definizione boteriana della ragion di Stato si richiama indubbiamente a quella di Machiavelli: "Stato è dominio fermo sopra i popoli e ragione di Stato è notizia dei mezzi atti a fondare, conservare ed ampliare un dominio così fatto", ma con la riserva che il potere debba servire allo Stato e non viceversa. La ragion di Stato reclama quindi una valutazione complessiva dell'intera organizzazione dello Stato che deve essere tenuta sempre presente allorché ci soffermiamo sul potere del principe, che ha certamente un rilievo particolare, di impulso e di guida, ma che deve essere sempre rapportato alle esigenze della comunità statale. Nello Stato il potere si fonda soprattutto sulla reputazione del principe, cioè sulla stima da parte dei sudditi delle.

Le sue capacità di buon governo. L'obbedienza del popolo non è espressione di un atteggiamento meramente passivo, dato che presuppone sempre un giudizio positivo sull'operato del principe, ed in caso contrario essa verrebbe meno.

Il consenso dei sudditi e quindi la pace e la tranquillità, sulle quali si basa la conservazione dello Stato, sono promossi e garantiti dalla giustizia, che è il principio costitutivo dello Stato.

La giustizia tra i sudditi viene garantita mantenendo il paese e la città libere dalla violenza e dalla frode.

Botero sottolinea il fatto che le funzioni di governo del principe devono rimanere distinte da quelle giudiziarie, il suo compito è quello di provvedere con la massima cura a scegliere i magistrati. Deve, inoltre, esercitare una continua sorveglianza sulla correttezza dei magistrati nell'espletamento del loro incarico.

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Publisher
A.A. 2010-2011
2 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Lazzarino Del Grosso Anna Maria.