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Codice Napoleonico e altri codici francesi

Codice ha raggiunto l'unificazione dei due rami della tradizione francese, quello romanistico dei paesi di diritto scritto e quello consuetudinario del nord del paese; nel metodo, in quanto il Codice ha intessuto una coerente disciplina del diritto civile, sostituendo ogni altra fonte precedente; nella forma, il Codice ha raggiunto un livello di eccellenza con l'adozione di un linguaggio chiaro ed asciutto.

Gli altri codici francesi

Anche gli altri codici napoleonici sono di grande rilievo nel panorama europeo delle codificazioni ottocentesche. Il Codice di procedura civile del 1806 segna il ritorno ad una procedura più formale: il processo si fondava sull'oralità per i procedimenti davanti al giudice di pace, mentre avanti al tribunale era incentrato sulle prove scritte. Nel 1807 venne approvato il Codice di commercio, che tratta in quattro libri il commercio per via di terra, il commercio marittimo, il fallimento e la giurisdizione commerciale, affidata.

aitribunali del commercio. Il processo penale venne profondamente ristrutturato nel Code d'instruction criminelle, approvato nel 1808: fu mantenuta la giuria penale, e nella disciplina della fase istruttoria si riaffermò il principio della segretezza. Nel 1810 venne approvato l'ultimo dei cinque codici napoleonici, il Codice penale. Esso segna un netto distacco da quello del 1791; Target criticava l'ottimismo ingenuo di Beccaria, che a suo dire "non ha consultato che il suo cuore", mentre il legislatore non può, in nome dell'umanità, sacrificare la sicurezza della società. Tra le pene previste dal codice è inclusa la condanna Antonio D'Aversa capitale; tra i reati, peso rilevante è dato ai reati contro la sicurezza dello Stato; la recidiva è severamente punita, e il concorso è sanzionato con la medesima pena prevista per l'autore del reato.

4. I codici austriaci: il Codice penale

Nel 1803 fu

Approvato il Codice penale, comprendente sia il diritto penale sostanziale che la procedura penale. Il sistema delle pene è severo, e include la pena di morte e il carcere "duro" e "durissimo", che implicavano i ferri e l'incatenamento. Quanto alla procedura, si è mantenuto il sistema delle prove legali; solo la piena prova consente la condanna, ma al fine di ottenere la confessione è prevista la tortura. Non è prevista la presenza del difensore, ma è il giudice a sostenere il triplice compito di sostenere l'accusa, provvedere alla difesa dell'imputato, e pronunciare la sentenza.

5. Il Codice civile (ABGB)

Il codice civile austriaco è un testo di rilevanza europea. Questo si discosta molto dal Codice napoleonico quanto ai contenuti e alla forma. Il suo autore, Zeiller, poneva infatti a fondamento della sua concezione del diritto il pensiero di Kant secondo il quale la distinzione tra diritto e morale non significa

assenza di principietici nel diritto. Quanto alla forma, mentre il legislatore francese si esprime per precetti e comandi, quello austriaco predilige le formulazioni per princìpi. Il diritto naturale viene espressamente richiamato in una norma, che in caso di lacuna normativa prescrive anzitutto al giudice di procedere per analogia, ma in subordine, ove neppure l'analogia soccorra, impone di decidere «secondo i princìpi del diritto naturale». Come il codice francese, l'ABGB riuscì a realizzare un equilibrio tra tradizione e innovazione. Sul terreno dei diritti reali la tradizione del diritto comune prevale, infatti la proprietà prevede ancora il doppio regime del nudo proprietario e dell'utilista. Quanto alle obbligazioni, il Codice recepisce la regola romana che richiede la consegna della cosa per il trasferimento della proprietà, mentre per i beni mobili si procede con la «tradizione materiale di mano in mano». Il

Diritto delle persone e della famiglia

È la sezione che più si differenzia dal codice napoleonico: la donna può liberamente amministrare il proprio patrimonio; la potestà genitoriale è affidata ad entrambi i genitori e non ha carattere autoritario. Il peso della tradizione si avverte nella norma che proibisce il matrimonio tra cristiani e non. L'ABGB è tuttora in vigore in Austria.

Antonio D'Aversa

Parte quinta

L'età delle nazioni (1815-1914)

Nel secolo che intercorre tra la caduta del regime di Napoleone e la prima guerra mondiale, i paesi europei hanno consolidato gli ordinamenti giuridici che le riforme settecentesche avevano creato. Nonostante le nostalgìe degli anni della Restaurazione, molti aspetti che avevano connotato le società del periodo precedente vengono meno, come lo status di privilegio del patriziato e la ripartizione della società in ordini e ceti. Nel corso del XIX secolo il principio della

Codificazione del diritto privato, penale e processuale si afferma ovunque, spesso sulla base del modello francese. Si sviluppa in Europa un'economia fondata sulle nuove tecniche della produzione industriale e sull'accrescimento degli scambi. L'Ottocento è il secolo dell'borghesia, che si è ormai sostituita al patriziato quale classe dominante. Il pensiero giuridico è dominato dall'avvento delle codificazioni, e dal conseguente sforzo di adattare le tecniche dell'ermeneutica all'interpretazione e applicazione di questi. Nel mondo dell'arte e della cultura si afferma il romanticismo, che riscopre le tradizioni del passato e ricerca con passione nel medioevo le origini dell'identità originaria dei popoli europei. Da questo contesto culturale nasce l'ideologia della nazione, concepita quale comunità ideale e politica. La scossa profonda del Quarantotto riportò in primo piano l'istanza di un

costituzionalismo rappresentativo che era stata rimossa con l'avvento della Restaurazione. Sul fronte della dottrina e del pensiero giuridico, l'Ottocento è il secolo della Germania, con la Scuola storica del diritto. Anche nell'età delle nazioni, in cui ogni stato rivendica la sua identità nazionale, gli scambi di modelli e di dottrine tra i paesi europei furono intensi, sino alla rottura della prima guerra mondiale. 32. Il diritto della Restaurazione 1. Premessa A partire dalla Rivoluzione francese, la legge divenne in molti stati lo strumento essenziale di affermazione dei diritti → la legge era concepita come forma concreta della sovranità: quella sovranità che nell'antico regime spettava al re, ora si esprimeva nella legge; nulla vi era, nel diritto, al di sopra della legge. 2. La Santa Alleanza Con il Congresso di Vienna del 1815 i sovrani d'Europa strinsero un patto solenne di restaurazione, fondato su due principi: il primo,

nelPiemonte il solo potere in grado di portare avanti l'unificazione italiana.

Legislazioni preunitarie italiane

3.1 Regno delle Due Sicilie

A differenza di quanto avvenne in altri stati italiani, il ritorno dei Borboni a Napoli non fu inizialmente improntato alla volontà di una radicale restaurazione. Il Regno delle Due Sicilie fu il primo a dotarsi di cinque Codici propri. Il contenuto di tale codificazione è esemplato sul modello napoleonico, tuttavia non mancano regole differenti; netto è in particolare il distacco nel diritto di famiglia: il matrimonio civile viene cancellato e si ritorna al matrimonio canonico, il divorzio è abolito. I diritti reali e le obbligazioni sono ripresi quasi integralmente dal codice napoleonico, ma si introduce il contratto di enfiteusi che i francesi non avevano incluso.

3.2 Ducato di Parma

Fra i codici italiani approvati nel corso della Restaurazione, per comune giudizio si ritenne il Codice civile di Parma del 1820

«superiore ad ogni altro codice italiano», perchè riuscì a raggiungere un equilibrio tra tendenze difficilmente conciliabili. Anche questo, per alcuni aspetti riprende nozioni del codice napoleonico.

Antonio D'Aversa

3.3 Regno di Sardegna

La prima codificazione sabauda autonoma venne promossa con l'ascesa al trono di Carlo Alberto nel 1831: il primo e più importante frutto fu il Codice civile albertino del 1837. Il modello principale è il Codice napoleonico, ma non irrilevanti sono gli scostamenti e le innovazioni. La religione cattolica viene designata come la religione del regno; il matrimonio è quello di diritto canonico. Il codice restò in vigore sino all'unità italiana. Ad esso seguirono il Codice penale del 1839, e il Codice di commercio del 1842.

3.4 Granducato di Toscana

Nel settore del diritto civile la Toscana proseguì sino all'unità nella tradizione del diritto comune. Nel settore del

diritto penale, venne emanato il Codice penale del 1853, che è considerato il migliore del tempo.

Regno Lombardo-Veneto e altri stati italiani

Il ritorno degli austriaci determinò in Lombardia e nel Veneto un netto distacco rispetto al periodo napoleonico. Solo il codice di commercio francese venne mantenuto, mentre al nuovo regno furono estesi i codici civile e penale austriaci. Il mancato ascolto delle istanze nazionali portò il dominio di Vienna su Lombardia e Veneto alla crisi definitiva. Nel restaurato stato pontificio il papa Pio VII programmò una compiuta codificazione, che venne solo in parte realizzata. Fu papa Gregorio XVI a condurre a buon fine la codificazione processualistica. A Modena una commissione elaborò una compiuta codificazione, che in parte riprendeva le normative del Codice estense, in parte si rifaceva agli altri stati d'Italia.

Il codice civile olandese

Nel 1838 vide la luce in Olanda un nuovo Codice civile (Burgerlijk

Wetboek) che, se pure esemplato in largamisura su modello del codice francese, se ne distaccava tuttavia sotto diversi profili.

La dottrina giuridica italiana

Tra i giuristi italiani del primo ottocento la personalità di spicco maggiore è quella di Romagno

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Publisher
A.A. 2012-2013
48 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher niobe di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Brescia o del prof Cassi Aldo Andrea.