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è orgoglioso di lui. Insieme vogliono denunciare gli sfruttatori dei bambini. «Loro si ingrassano nel silenzio e nell’ignoranza», dice Eshan Khan e per questo Iqbal decide di fare, davanti a tutti, i nomi degli sfruttatori, per rompere il silenzio. Alla fine Iqbal riceve anche la borsa di studio a Boston e il premio “Gioventù in azione”: ora inizia a viaggiare e tutto il mondo lo conosce e prende atto della situazione drammatica di migliaia di altri bambini come lui. Iqbal comincia a tenere, infatti, anche una serie di conferenze internazionali sensibilizzando l'opinione pubblica mondiale sui diritti negati ai bambini nel suo paese e contribuendo al dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti internazionali dell'infanzia. Nessuno nel mondo potrà dire “non mi riguarda” perché Iqbal comincia a gridare a tutto il mondo, a soli dodici anni, che non tutti i bambini hanno la fortuna di poter vivere la loro
Infanzia con la spensieratezza che caratterizza quest'età. In una conferenza a Stoccolma afferma: "Oggi voi siete liberi ed anch'io sono libero. Sfortunatamente i padroni del business dove lavoravo ci dissero che è l'America che chiedeva di schiavizzare i bambini. Agli americani piacciono i tappeti, le coperte, gli asciugamani a poco prezzo che noi facciamo. Quindi loro vogliono che il lavoro schiavizzato vada avanti. Io mi appello a voi che fermiate le persone dall'usare i bambini come manodopera perché i bambini hanno bisogno di una penna piuttosto che strumenti di lavoro. I bambini lavorano con questi strumenti".
Inizia quindi un nuovo periodo della vita non solo di Iqbal, ma anche di Fatima che durante i viaggi dell'amico, ritorna dalla sua famiglia: sente che qualcosa sta cambiando. Infatti dopo giorni di silenzio le arriva una lettera: la lettera che Mariachiude il libro, in cui la piccola le dà la triste notizia della morte.
di Iqbal, ucciso dalla mafia dei tappeti forse proprio perché stava cominciando ad essere un personaggio scomodo per quei padroni che sfruttavano l'innocenza dei bambini. Iqbal muore il 16 aprile 1995, il giorno di Pasqua, proprio quando è pieno di progetti per il futuro, quando stava riuscendo nella sua impresa: un'automobile lo uccide, mentre, nella sua città natale Muridke, nella zona di Chapa Kana, vicino a Lahore, si stava recando in bicicletta in chiesa. Ma non si saprà mai chi siano stati i colpevoli, infatti il processo che vede imputati gli esecutori materiali dell'omicidio, non chiarisce del tutto i dettagli della vicenda, sebbene appare certo che il suo assassinio è stata opera di sicari della locale "mafia dei tappeti". La polizia pakistana, molto probabilmente corrotta da tale mafia, scrive nella sua relazione: "l'assassinio deriva da una discussione tra un contadino ed Iqbal". Dei testimoni hannoperò affermato di aver visto unamacchina dai finestrini oscurati avvicinarsi a lui mentre era in bici e qualcuno alsuo interno aprire il fuoco contro Iqbal.Ma la lettera di Maria non si conclude con la tristezza della morte bensì con unmessaggio di speranza: ora sono molti i bambini che non hanno più paura didenunciare i loro padroni, ora migliaia di piccoli Iqbal rompono il silenzio elottano per liberare gli schiavi del Pakistan e del Mondo. Solo raccontando ericordando la storia di questo bambino coraggioso la memoria non andrà persa.Iqbal diventa un simbolo e quasi un modello da imitare, l’eco della sua storiaCinzia Th Torrisiarriverà in tutto il mondo, tanto che realizza anche un film nel