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LE ISTITUZIONI PUBBLICHE
La crescita economica del XIX secolo ebbe tra i suoi attori anche lo Stato e le
collettività locali. Bisogna sottolineare le diverse modalità assunte dagli interventi
dei pubblici poteri a seconda dei periodi e dei contesti nazionali. La Gran Bretagna
e gli Stati Uniti, si affidarono maggiormente allo spirito di intrapresa; i grandi paesi
dove da tempo si erano sviluppati più potenti apparati statali, come la Francia o la
Prussia, videro lo stato intervenire in maniera più articolata; paesi che iniziarono più
tardi il loro sviluppo, come la Russia zarista ebbero nello Stato un'essenziale
agente sostitutivo alla debolezza della borghesia e alla scarsità dei capitali. Quindi
si tende a limitare le spese dello Stato. Lo Stato si deve finanziare con le entrate
ordinarie, non deve chiedere prestiti, il debito pubblico è molto contenuti
(concezione ortodossa che poi nel 900 si perderà in quanto lo Stato assume più
funzioni ed emetterà continuamente titoli di debito per finanziarsi). Le istituzioni
pubbliche facilitano lo sviluppo economico perché riducono i costi di transazione,
ma non solo ciò; tra i costi di transazione abbiamo i costi di difesa(protezione),
ad esempio il pastore abruzzese che deve mandare le pecore in Puglia deve
mettere delle guardie oppure se passa verso le terre del barone il quale chiede il
pedaggio; se c’è uno Stato organizzato, tali spese vengono fatte dallo Stato il quale
difende questa categoria di imprenditori. I lavori di urbanizzazione intrapresi dalle
municipalità contribuirono in maniera crescente alla formazione del capitale fisso
(acquedotti, viabilità, rete fognaria, trasporti, illuminazione). alla fine del XIX secolo
alcune città municipalizzarono la distribuzione di gas, di elettricità ed i trasporti
urbani. Non sono più solo le istituzioni statali ma anche municipali, locali, i quali
contribuiscono allo sviluppo economico con la creazione di servizi per i cittadini e le
imprese. E qui ci collochiamo nella seconda rivoluzione industriale quando nasce
l’industria elettrica per l’illuminazione e la rete ferroviaria. Quindi quando parliamo
di istituzioni economiche non parliamo solo dello Stato ma anche di istituzioni locali,
amministrative.
2.6POLITICA ED ECONOMIA NELL’EPOCA DELA PRIMA GLOBALIZZAZIONE
Durante la prima globalizzazione prevaleva una situazione piuttosto felice. A partire
dal 1900 fino al 1914 l’economia mondiale visse un’epoca di grande prosperità.
Erano gli anni della Belle Epoque e dell’Inghilterra eduardiana. Dal 1900 al 1914
l'economia risultava globalizzata. I mezzi di trasporto marittimi e terrestri ed i
moderni mezzi di comunicazione erano riusciti a coprire praticamente tutto il globo
terrestre. L'informazione, le merci, il denaro, le persone circolavano con una
velocità apprezzabile e con una sorprendente regolarità. Una situazione che deriva
dallo sviluppo della seconda rivoluzione industriale e dalla capacità produttiva del
sistema europeo che si allarga in tutto il mondo, la capacità di produrre beni in una
quantità enorme fino a pochi anni prima e poi unita alla capacità di produzione
anche quella di circolazione dei beni, di fattori della produzione, non solo i beni ma
anche la forza lavoro il capitale. Allora abbiamo visto il commercio, la produzione
cresce ,il benessere quindi cresce e il commercio internazionale cresce dalla fine
del secolo all'inizio del secolo cresce di 25 volte e ciò significa che ormai non si può
produrre più per consumare solo nel vicino ,nell'immediato ma si produce per d'un
mercato amplificato. Perché tutto questo mondo propizio ad uno sviluppo indefinito
perché si interrompe? Perché andiamo incontro ad una guerra? La guerra ferma la
prima globalizzazione (1870-1914) e andiamo verso la deglobalizzazione fino al
1980 per arrivare poi all’attuale fase di unificazione del mercato. Intervenire la
politica, la quale non all’altezza dell’economia; è la politica che fa degenerare
l’economia, politica intesa come politica estera tra gli stati. Senza lo Stato che
unifica il mercato, lo rende omogeneo, rende omogeneo il sistema di peso e
misure, che difende, è difficile lo sviluppo economico. L’Europa nel 1815 dopo il
congresso di Vienna, abbiamo una serie di staterelli infiniti ed in una situazione
dove non è possibile che si avvii un processo di sviluppo ampio, rimaniamo a livello
di sviluppo locale, di un rapporto città-campagna, ma non il grande sviluppo che poi
favorirà la rivoluzione industriale. già nel 1815, tante città-stato, vescovati, sono
stati assorbiti da unità più grandi, ma comunque l’Europa rimane sempre
frazionata soprattutto in Germania e Italia. Già l’Inghilterra e Francia erano più
unificate e più avanzate nello sviluppo europeo. Cresce nel corso dell’800 il
bisogno dell’unità nazionale per garantire lo sviluppo. il nazionalismo l’unità
nazionale, è l’obiettivo da raggiungere. Nella nazione si vede un moneto di
progresso per tutti gli individui della nazione. La nazione è l’unità delle persone che
parlano la stessa lingua, stessa religione e aspirano ad una stessa forma di Stato.
Abbiamo due aree estremamente frammentate, ovvero quella dell’Europa centrale
occupata dalla Germania e la penisola italiana frammentata in una decina di
staterelli, alcuni città-stato, altre in regioni. Ci sono Stati più grandi come il Regno
delle due Sicilie, stato Pontificio, il Ducato di Toscana, si unificano Liguria,
Piemonte e Sardegna nel Regno di Sardegna. Nel 1860 avviene l’unificazione
dell’Italia e termina nel 1866 con la conquista del Veneto togliendolo all’Austria e
successivamente Lazio e Roma. Nel 1870 mancava solo il Trentino e il Friuli che
verranno poi conquistate con la prima guerra mondiale. In questi anni la Prussia
unifica la Germania, fonda l’impero tedesco sconfiggendo la Francia che si
opponeva in quanto la Germania se si unisce è un pericolo. Nel 1870 la Prussia
sconfigge la Francia e unifica la Germania. L’unificazione più importante fu lo
zolferein. Inoltre la cultura romantica esalta la nazione. Ogni nazionalismo si
costruisce nel suo passato.
In Europa, dopo il 1878, abbiamo l’Italia e la Germania unificata, a differenza del
1815. Sia nel 1815 sia nel 1878, insieme agli stati abbiamo degli imperi. Gli imperi
sono: impero Austro-Ungarico, l’impero è una formazione politica più estesa dello
stato ma più fragile perché lo Stato nell’800 si identifica con la nazione per cui tutti
gli italiano lavorano per lo Stato italiano, tutti coloro che si sentono tedeschi
lavorano per lo Stato tedesco. Lo Stato mette insieme anche il bisogno di sviluppo
economico. L’impero è una somma di nazionalità. Nell’impero Austro-Ungarico
c’era anche la Boemia, la Slovenia, il Veneto, il Trentino, la Lombardia ( le quali
vogliono far parte dell’Italia). Sono tutti nemici dell’Austria. Anche l’impero
Ottomano era una somma di nazionalità che ha iniziato a dissolversi già nel ‘700 in
quanto la Russia conquista alcune zone della Crimea, Ucraina, al Caucaso, la
Grecia si rende indipendente, quindi un impero fragile.
Quindi abbiamo gli Stati forti (Francia e Inghilterra), gli Stati nuovi (Germania, Italia
,che una volta unificati si lanciano sul commercio internazionale), la Russia (impero
russo retto dallo zar ). La logica degli Stati è quella di crescere, di difendere
internamente contro l’aggressione esterna. La difesa diventa anche offesa. Uno
stato che si arma è sempre ritenuto un pericolo per gli altri stati, una lotta che è uno
dei motori della storia. Lo Stato si allea con i ceti dell’industria interna, diventa parte
attiva della seconda rivoluzione industriale e quindi si vanno ad identificare la
crescita dell’industria nazionale con lo Stato nazionale. Lo Stato proteggerà
l’industria nazionale perché trae forza da questa industria.
Lo stato protegge l'industria meccanica, l'industria dei telai, ma è anche industria
delle armi. L'industria delle armi deve basarsi sull'industria metallurgica quindi
l'acciaio. L'industria dell'acciaio è l'industria meccanica diventano oggetto di cure da
parte degli Stati. Il valore del. Progresso è subordinato al valore del nazionalismo,
un progresso guidato dalla nazione. Gli stati pur crescendo, pur rafforzandosi, non
pensano al progresso complessivo ma al proprio interesse nazionale e ciò fa
saturare dei conflitti con gli interessi degli altri paesi. E ciò porterà alla prima guerra
mondiale. Conflisse soprattutto Germania e Francia. La Francia forte nel 1815 e
l'impero austro ungarico fragile, perché i boemi vogliono la loro nazione, l'Ungheria
pure, anche l'Italia. Nel 1870 la Prussia sconfigge la Francia e inizia a
rappresentare questo grande stato. La Prussia aveva sconfitto da sola la Francia
con l'alleanza dell'Austria. Poi si unifica l'area tedesca e si fonda il richt tedesco.
Dal 1870 nasce un conflitto con cuore dell’Europa che ci accompagna fino al 45 in
negativo e dal 45 In poi in positivo. La Francia afferma il proprio primato e si
impossessa di alcune regione della Francia. Ciò porterà alla prima guerra mondiale
dove la Francia si riprende le regione che la Germania aveva preso. Prima esisteva
il potere della Francia sull'Europa poi il potere passa all'impero Germanico che è in
contrasto con la Francia, e l'impero germanico è una delle cause della prima guerra
mondiale. Ciò che porta poi alla seconda guerra mondiale è il fatto che la Germania
vuole riprendere le zone che si era ripreso la Francia con la prima guerra mondiale.
Ma ciò non è l'unico motivo delle guerre. Dal 45 in poi è positivo perché le autorità
tedesche e francesi avviano il processo di unificazione Europa, invece di
combattere ogni volta per il controllo dei bacini carboniferi o per la supremazia,
avviano una politica comune per il controllo delle risorse energetiche. Nasce la
CECA, comunità economica del carbone e dell'acciaio, è il primo organismo che
porterà poi all'unione Europea. In Russia invece ha un ruolo importante, uno stato
compatto ma arretrato.
Ciò che tribuisce poi alla prima guerra mondiale è la fragilità dell'impero austro-
ungarico e ottomano. Nell'ambito di questi imperi, le singole nazionalità lottano
contro il potere centrale per avere una propria nazione. Ciò è uno dei motivi che
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
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