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La pittura a secco
"Il Libro Dell'Arte"
Cap. LXXII: "Tutti i colori con cui lavori a fresco puoi anche utilizzarli per lavorare a secco; ma ci sono colori che
non si possono utilizzare per lavorare a fresco, come l'orpimento, il cinabro, l'azzurro della Magna, il minio, la
biacca, il verderame e la lacca. Quelli con cui si può lavorare a fresco sono: il giallorino, il bianco san Giovanni, il
nero, l'ocra, il cinabro, la sinopia, il verdeterra. Quelli che si possono utilizzare a fresco richiedono la presenza del
bianco san Giovanni. Quei colori che non si possono lavorare a fresco richiedono la presenza della biacca e
del giallorino. Prendi quei vasetti con cui ti ho insegnato a fare l'incarnato e il cinabro; e quei procedimenti sono
simili a questo, se non che, quando devi aggiungere il bianco, aggiungi la biacca e tempera il tutto. Vanno bene due
tipi di tempere. Per la prima tempera: prendi la chiara e la rossa d'uovo, aggiungici alcuni ramoscelli giovani di fico
e mescola bene insieme. Poi metti questa tempera nei vasettini. E poi lavora i tuoi colori. Se ti capitasse di mettere
troppa tempera, fa attenzione perché subito il colore scoppierà e il muro si creperà. Prima che cominci a dipingere,
prima che tu faccia qualsiasi cosa e tu voglia dipingere una veste con la lacca o con un altro colore, prendi una
spugna ben lavata e prendi una rossa d'uovo mischiata alla chiara, e mettile in due scodelle di acqua chiara,
mescolando bene insieme; e con questa spugna, mezza intinta nella tempera, passa sopra al dipinto che devi
pitturare a secco e poi adornare con l'oro; e poi liberamente colora come vuoi tu. La seconda tempera consiste
solamente in rossa d'uovo. Questa tempera devi utilizzarla a secco; così come ti feci l'esempio del cinabro, ora te lo
faccio con l'azzurro oltremarino. Prendi tre vasetti alla solita maniera: nel primo metti due parti di azzurro e un
terzo di biacca; nel terzo vasetto metti due parti di biacca e un terzo di azzurro; e mescola. Poi prendi il vasetto
vuoto. Prendi un po' di colore da un vasetto e tanto quanto dall'altro, e mescola il tutto insieme; e con il primo
colore, cioè con il più scuro, passa sulle estremità, percorrendo le pieghe più scure. Prendi poi il colore di mezzo e
passa sulle pieghe chiare dei rilievi della figura. Poi prendi il terzo colore, e dipingi facendo delle pieghe sopra il
rilievo; e passa sopra mischiando bene un colore con un altro, sfumando e dipingendo nel modo che ti ho insegnato
per dipingere a fresco. Poi prendi il colore più chiaro e mettici dentro della biacca con tempera, e ripercorri le
sommità delle pieghe dei rilievi. Poi prendi un po' di biacca pura, e passa su alcuni rilievi ampi. Poi passa con
l'azzurro oltremarino puro, ripercorrendo le estremità delle pieghe più scure e i bordi".
Cap. LXXXIII: "Se vuoi dipingere una veste d'azzurro, dipingi prima a fresco il mantello, ovvero la veste, con la
sinopia e il nero. Ma prima gratta alla perfezione le pieghe con qualche punteruolo di ferro o piccolo ago. Poi, a
secco, prendi l'azzurro della Magna, lavato bene o con lisciva o con acqua chiara. Poi, se l'azzurro è acceso, mettici
dentro un po' di colla stemperata. Ancora aggiungici una rossa d'uovo; ma se l'azzurro fosse chiaro, la rossa di
queste uova è necessario che provenga da uova di galline di città, perché sono molto rossi. Mescola bene insieme;
con un pennello di setole morbido passa tre o quattro volte sopra la veste. Quando hai ben campeggiato, e il colore è
asciutto, prendi un po' di indaco e di nero, e ombreggia le pieghe del mantello con la punta, ritornando più volte
sulle ombre. Se vuoi biancheggiare un po', gratta l'azzurro puro con la punta dell'asse del pennello. Se vuoi
dipingere un campo, o una veste, con l'azzurro oltremarino, temperalo allo stesso modo di quello della Magna, e
sopra a questo passa due o tre volte. Se vuoi ombreggiare le pieghe, prendi un po' di lacca fina e un po' di nero,
temperato con rossa d'uovo. E ombreggialo, più dolcemente che puoi, e fa meno pieghe che puoi, perché l'azzurro
oltremarino necessita di poca vicinanza ad altri colori".
Cap. LXXXV: "Se vuoi dipingere montagne, crea un colore verdaccio, con il nero e l'ocra. Degrada i colori, a fresco
con il bianco, e a secco con la biacca e la tempera. E se devi fare delle montagne che appaiano lontane, rendi i
colori più scuri; e se le devi far apparire più vicine, rendi i colori più chiari".
Cap. LXXXVI: "Se vuoi dipingere degli alberi, dipingi prima il tronco dell'albero di nero puro temperato, perché a
fresco non si riesce a farli bene; e poi fa una sfumatura di foglie verde scuro, con il verde azzurro. Poi crea un verde
con il giallorino, in modo che sia più chiaro; e dipingi meno foglie, riducendo la quantità man mano che arrivi alle
cime. Poi dipingi le parti più chiare delle cime con del giallorino puro, e distinguerai i rilievi".
Cap. LXXXVII: "Se vuoi dipingere degli edifici campeggiali con il verdaccio e con il verdeterra ben liquidi sia a
fresco che a secco; e così puoi fare qualsiasi colore tu voglia. Prepara un regolo sottile, con uno degli spigoli
maggiori smussato, in modo che, appoggiandolo alla superficie del muro da decorare, permetta al pennello, intinto
di colore, di scorrere segnando una linea senza sbavature; e similmente, puoi fare le basi, le colonne, i capitelli, i
frontespizi, i fioroni, i cibori, e in generale tutto ciò che riguarda l'arte di dipingere prospetti architettonici con tutti i
particolari. E fai gli edifici seguendo sempre questo modo: la parte che dipingi alla sommità dell'edificio deve
tendere a colori sempre più scuri dall'alto verso il basso; la parte nel mezzo dell’edificio, in mezzo alla facciata, deve
essere ben uniforme; la parte del basamento sotto all'edificio deve tendere a colori sempre più chiari dal basso verso
l'alto, inversamente alla parte sopra".
Cap. CXLIV: "Se vuoi contraffare un velluto, dipingi la veste, temperata con la rossa, del colore che vuoi. Poi, con
un pennello di scoiattolo, fai i peluzzi come si confà al velluto, con un colore temperato ad olio. Ogni tanto è bene
far apparire su muro un rovescio, o una veste che sembri un vero panno di lana. Quando hai smaltato, pulito e
dipinto, delimita ciò che dovrai dipingere alla fine. E prendi una grande asticella piatta; e, spruzzando acqua chiara
con il pennello sul dipinto, muovi in modo circolare questa asticella. La calce risulta ruvida e sporca. Lasciala così e
dipingila così com'è, senza pulire; e ti sembrerà proprio un panno, ovvero un drappo di lana. Se vuoi dipingere un
drappo di seta, o su tavola o su muro, campeggia con il cinabro e la palia su muro; e su tavola con orpimento o
verde. A fresco campeggia con l'indaco e la palia d'indaco e il bianco san Giovanni mescolato insieme. E se con
questo colore vuoi lavorare su tavola, mescola l'indaco con la biacca, temperata con la colla".
Cap. CLXXVII: "Qualche volta si lavora al chiuso in una stanza, o sotto logge o poggiuoli, poiché trovi in
precedenza già la superficie smaltata e vuoi lavorare con il verde; perciò prendi del verdeterra ben macinato e
temperato con la colla; e passa due o tre volte con il pennello di setole grosso su tutta la superficie. Quando è
asciutto, disegna con il carbone nel modo in cui disegni su tavola, e fissa le tue figure con inchiostro o con colore
nero, temperato con l'uovo, o con la rossa con anche l'albume insieme; e pulito dal carbone, prendi una scodella o
un catino d'acqua. Insieme a questo, metti del miele; e sbatti bene il tutto insieme. Prendi una spugna e intingila in
questo liquido; premila un po', e passa con essa sulla superficie dipinta di verde. Poi con l'acquerello nero fai le
ombre. Poi prendi della biacca macinata e della colla temperata detta tempera d'uovo, e biancheggia le tue figure.
Puoi dipingere queste figure con il colore che vuoi".
Cap. XCV: "Per adornare il muro utilizza meno argento che puoi, perché non dura e su muro e legno diventa nero.
Adopera al suo posto lo stagno. Ancora fa attenzione alla foglia d'oro sottilissima saldata su lamina d'argento,
perché annerisce subito (a causa del processo di ossidazione dell'argento)".
Cap. XCVIII: "Per decorare i fregi, prendi del verderame, tritato con olio di semi di lino, e distendilo in modo
uniforme su un foglio di stagno bianco, così diverrà un bel colore verde. Lascialo seccare al sole; poi distendilo
sull'asse con della vernice. Se vuoi decorarlo decoralo prima, e con la vernice liquida ungi l'asse e le decorazioni;
poi attaccalo al muro. Se vuoi fare delle stelle di oro fino, o l'aureola dei santi, o decorare in genere, ti conviene
mettere prima l'oro fino sullo stagno dorato".
Cap. XCIX: "Lo stagno dorato si fa in questo modo: prendi un'asse lunga; e ungila con del grasso. Metti su questo
dello stagno bianco; poi con un liquido che si chiama doratura si pone questo stagno, tre o quattro volte, un po' per
punto; e con il palmo della mano si batte su questo stagno. Lascialo seccare bene al sole. Quando la doratura è
quasi asciutta, ed è un po' appiccicosa, in modo uniforme stendi su questo stagno con l'oro fine. Poi puliscilo con la
bambagia ben pulita; togli lo stagno dall'asse. Quando lo vuoi usare, usalo con della vernice liquida".
Cap. C: "Prima impara a tagliare tutte le stelle con il righello; prima metti nel punto in cui ci sarà la stella una
pallottolina di cera, e lavora la stella raggio per raggio, così come l'hai tagliata sull'asse".
Cap. CI: "Se vuoi fare le aureole dei santi senza mordente, quando hai dipinto la figura a fresco, prendi un piccolo
ago e gratta sul contorno della testa. Poi, a secco, ungi l'aureola con la vernice; mettici sopra il tuo stagno dorato.
Mettilo sopra questa vernice, colpiscilo bene con il palmo della mano. Prendi la punta di un coltellino molto affilata
e con attenzione taglia l'oro".
Cap. CII: "L'aureola si mette in rilievo sullo smalto fresco con una cazzuola piccola in questo modo: quando hai
disegnato la testa della figura, prendi il sesto e delinea la circonferenza. Poi prendi un po' di calce molto grassa,
simile ad unguento, e smalta finemente verso la testa. Poi riprendi il sesto, quando hai pulito bene questa calce; e
con il coltellino taglia questa calce sul contorno del sesto, e rimarrà in rilievo. Poi prendi una piccola stecca di un
legno robusto, e colpisci i raggi attorno all'aureola".
Cap. CLI: "Il mordente si fa in questo modo: tu prendi il tuo olio cotto sul fuoco o al sole. E trita con questo olio un
po' di biacca e di verderame; e quando li hai tritati fino a farli divenire