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VISITA AL CENACOLO:

Opera che ha cambiato la percezione della pittura collocata in un refettorio pubblico.

Impatto con il Montorfano – due mondi contemporanei ma molto diversi tra loro (iconografia vs. moti

dell’animo, resa delle espressioni e della gestualità).

La sua non è una pittura a secco su muro – preparazione doppia.

[Catalogo: Leonardo – Ultima Cena]

Senza il contraltare di Montorfano non si vedrebbe così tanto la sua diversità – alcune gestualità e modi di

raffigurare di Leonardi diventano degli stilemi e iniziano da lì a poi dei modi di rappresentare.

Pittura murale a olio

Alla fine del 1400 si sviluppa una concezione pittorica basta su una diversa idea di chiaro scuro, sfumato, resa

atmosferica… che trova un po’ di limiti nella tecnica dell’affresco e allora si affermano altre tecniche come

ad esempio l’olio su muro in cui lo strato preparatorio è fatto con un mix di colori e olio (mestica) su cui poi

si stende uno strato pittorico a olio -> servono queste nuove tecniche per riportare gli effetti della pittura su

tavola anche nella pittura murale. Il grado di saturazione dei colori con l’olio diventa molto diverso rispetto

alla tecnica dell’affresco dove il colore non è mai molto saturo.

L’affresco rimane comunque la tecnica fondamentale quando si vuole creare una pittura murale che duri nel

tempo e che non vada incontro a un degrado incontrollato e rapido.

LEZIONE 11 – 06/11/18 e LEZIONE 12 – 09/11/18 e LEZIONE 13 – 13/11/18 e LEZIONE 14 – 15/11/18

Pittura su TAVOLA

La tecnica della pittura su tavola è una tecnica che si svolge su sopporto mobile, non è più inamovibile come

quella dell’affresco.

Antiche attestazioni

Dal punto di vista storico abbiamo:

- attestazioni nelle fonti scritte almeno dall’epoca romana con Plinio e Vitruvio che attestano l’uso di

dipinti su tavole di legno esposti anche nei palazzi e che danno indicazioni anche sulle tecniche che

venivano usate per dipingerle.

- attestazioni di tipo materiale di dipinti antichissimi su legno e ciò è abbastanza raro perché il legno è

materiale biodegradabile e se esposto in un ambiente umido non resiste per molto tempo all’azione

die microorganismi che andranno a consumarlo totalmente. Il legno si conserva solo in determinate

condizioni e ciò è accaduto per i RITRATTI del FAYYUM, essi sono molto antichi (databili tra il I e il III

secolo d.C. – impero romano) e sono stati ritrovati nella necropoli del Fayyum in Egitto dove le

condizioni climatiche asciutte delle tombe ha fatto sì che i ritratti si siano conservati. Questi ritratti

sono molto moderni e vari: sembrano ottocenteschi come freschezza anche se realizzati con la

tecnica a tempera, infatti, sono individualizzati e naturalistici. I ritratti rappresentano le persone che

sono state sepolte nella necropoli e che per quanto riguarda la loro sepoltura viene mescolata quella

che era la tradizione dell’inumazione tipica degli egizi ovvero la mummificazione con la

sovrapposizione alle teste (volti) di tavole dipinte in modo naturalistico che non hanno uno stile egizio

ma derivano dalla tradizione pittorica artistica greco-romana. L’area dell’Egitto era stata infatti molto

conquistata prima dai greci con i Tolomei e poi dai romani con l’impero. Queste tavole dipinte erano

molto sottili e spesso realizzate su legno di sicomoro, dipinte con volti bellissimi dei quali la freschezza

vivida non dà l’idea della maschera mortuaria. Secondo degli studi oggi si pensa che verosimilmente

questi dipinti furono eseguiti in vita tenuti in casa fino alla morte del proprietario e infine applicati

nella fasciatura della mummia nel momento della sepoltura. Essi presentano anche parti in rilievo

anche gioielli realizzati con stucco dorato che servivano a identificare una personalizzazione dei volti

dei defunti. Questi dipinti si sono conservati in queste necropoli

scoperte in alcuni scavi del ‘700 e che attualmente sono conservati in molti musei internazionali. Essi

si sono conservati nonostante la fragilità del supporto (legno) e la loro freschezza è dovuta anche al

tipo di tecnica utilizzata: una lucentezza e intensità di colori e una resa dei lustri e dei bagliori che

ricorda molto a quella delle opere a olio, infatti sono stati realizzati a ENCAUSTO.

Le fonti e le descrizioni spiegano come l’encausto agisca (sono state fatte varie ipotesi su come

effettivamente venissero stesi i colori): questa tecnica presuppone l’uso del calore per sciogliere prima, dopo

o durante la produzione di una pittura su vario supporto la cera usata come legante con altri additivi anche

di tipo oleoso (oli e resine) in modo da mantenere la cera sciolta più a lungo. Sono state ipotizzate molte

tecniche che prevedono la stesura dei colori in polvere mescolati con questi impasti di cera e additivi per

renderli più fluidi e che vengono lavorati rapidamente anche con strumenti tipo il cestrum = una sorta di stilo

con una estremità acuminata e una appuntita (ne parla Plinio) che potessero permettere di lavorare sul

colore mentre si solidificava e proprio per questo motivo spesso la superficie mantiene traccia di questi segni

del passaggio di questi strumenti, non è compatta e liscia.

La produzione dei ritratti del Fayyum è di straordinario impatto estetico per naturalezza e bellezza e che ci

dà l’idea insieme agli affreschi di Pompei quello che doveva essere lo stile e la forma della pittura greco

romana nei secoli a cavallo tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C. Da questo tipo di esperienza che è

fondamentale in quanto di questi secoli ci rimangono poche attestazioni materiali si possono ricostruire i

passaggi stilistici da cui derivano anche le primissime icone es. Cristo nel monastero di santa Caterina del

Sinai che ha una declinazione ancora legata al naturalismo tardo antico ma che già ha un po’ lo stile dell’icona

ma non è ancora completamente astratto come nelle icone successive -> Nella storia della pittura non c’è

interruzione ma si possono fare dei confronti tra alcuni periodi che danno vita a un’interpretazione

complessiva di continuità.

La pittura su LEGNO

La pittura sul legno è una pittura eseguita su un supporto organico, biodegradabile ricavato da tronchi

d’albero (secondo la disponibilità geografica regionale) per la realizzazione di tavole e che viene scelto a

seconda della tecnica e dell’arte che si vuole portare avanti. Ciascun materiale ligneo ha delle caratteristiche

ben precise e si presta in modo diverso a essere tagliato e segato in assi o essere intagliato per produrre un

oggetto tridimensionale (scultura).

Il LEGNO è un materiale ORGANICO e quindi molto fragile: viene facilmente aggredito da microrganismi,

muffe ma soprattutto dai TARLI che affliggono gli oggetti di legno. I tarli rappresentano un problema

conservativo e di restauro non indifferente infatti c’è costante bisogno di tenere sotto controllo le aggressioni

con campagne di disinfestazione periodiche che risultano essere anche abbastanza complicate (dipinti su

tavola, cornici, mobili, strumenti musicali) anche perché esistono tantissime specie di tarli che hanno anche

un ciclo vitale molto vario e che possono vivere in presenza ma anche in assenza di ossigeno, quindi ogni

specie necessita di un’azione mirata. Un altro problema legato al fatto che il legno è un materiale organico

(non importa la stagionatura del legno, più essere antichissimo o recente) è il fatto che esso continua a

reagire alle CONDIZIONI TERMO-IDROMETRICHE (calore e umidità) dell’aria ad esempio alcune conseguenze

dell’assestamento del legno all’ambiente dovute ai cambi stagionali sono es. gli scricchiolii. Quando

nell’ambiente c’è molta umidità le fibre del legno assorbono l’acqua, quando l’ambiente è asciutto o molto

secco esse la lasciano andare: questo assorbimento e rilascio del calore porta dal punto di vista meccanico le

fibre del legno a muoversi (sia il legno in assi sia di una scultura) al variare delle condizioni stagionali. Questo

movimento porta a danni naturali sul legno stesso es. spaccature, screpolature, fenditure, imbarcamento

delle assi provocate dai MOVIMENTI NATURALI DEL LEGNO che sono la risposta di questo materiale “vivo”

all’ambiente in cui esso è collocato (es. case, chiese, musei…). Nei musei si raccomanda un’attenzione

particolare negli ambienti dedicati all’esposizione e conservazione delle opere d’arte su legno in modo da

mantenere delle condizioni standard senza variazioni di temperatura e umidità.

Le tavole dipinte ovvero quelle tavole di legno con sopra della pittura devono tenere conto del proprio

supporto e quindi è ovvio che il legno con cui esse sono fatte si muova naturalmente se ci sono o ci sono stati

degli sbalzi di condizioni a cui il legno reagisce repentinamente. È tipico su una tavola dipinta trovare

l’incurvarsi o la spaccatura delle assi che portano a un sollevamento e alla screpolatura degli strati preparatori

e pittorici fino anche alla caduta della pellicola pittorica. Vengono effettuati degli interventi d’urgenza per

scongiurare il pericolo che la pellicola pittorica cada e così vengono messe delle strisce di carta di riso, una

sorta di “cerotti” che possono poi essere rimossi in caso di rientro del pericolo oppure si può arrivare fino al

restauro. Non sono situazioni così rare da affrontare per chi deve gestire e conservare le opere d’arte in

quanto l’ambiente può cambiare e il legno reagisce repentinamente a questi mutamenti ambientali.

Gli artisti erano consapevoli di questa fragilità del supporto ligneo e quindi usavano espedienti e

procedimenti tecnici per cercare di limitare il più possibile questi movimenti anche se a oggi quasi tutte le

tavole sono imbarcate ovvero incurvate ed è difficile trovarle planari, infatti, sebbene le tavole non venissero

tagliate così ma si assestavano in questa particolare forma curva.

Era molto importante per gli artisti saper scegliere le assi giuste: tipologia di legno bene stagionato, taglio…

Come si ricava il legno?

Il tronco deve essere segato per il verso longitudinale, secondo l’andamento del tronco stesso con il taglio

radiale ovvero disposto lungo il diametro (se ne ottengono meno) del tronco oppure con taglio tangenziale

(se ottengono di più) che però porta a assi che tendono a incurvarsi di più. Ci sono assi che mantengono una

forma più planare e altre che tendono a incurvarsi.

Che tipologia di legno scegliere?

Il legno si sceglie prevalentemente in base alla presenza di un’essenza lignea sul territorio. È stata fatta

un’analisi statistica negli anni ’60 su 1200 supporti di

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
71 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher clizia02 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle tecniche artistiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Laskaris Caterina Zaira.