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LE ORIGINI DELLA GUERRA FREDDA E LA STRATEGIA DEL CONTANIMENTO

Al termine della IIGM le nazioni europee hanno perso la centralità che avevano avuto fino a quel

momento nel sistema delle relazioni internazionali.

Gli USA possiedono i 2/3 delle riserve auree mondiali e detengono una superiorità dal punto di vista

tecnologico legata al monopolio della bomba atomica. Il dollaro è il perno del sistema economico e non

esiste la disoccupazione.

L’altra superpotenza che esce dal conflitto è molto indebolita. L’URSS ha pagato un prezzo elevatissimo

in termini di perdite umane – si stimano circa 20 milioni di morti tra civili e militari – e devastazione

dei territori – circa il 70% degli impianti industriali. Stalin immaginava l’URSS come una potenza euro-

asiatica e per il dopoguerra ipotizzava che l’Europa sarebbe stata dominata da GB e URSS, mentre gli

USA sarebbero tornarti ad interessarsi della propria area d’influenza.

I rapporti tra USA e URSS iniziano a deteriorarsi nel corso del ’45 con l’arrivo di Truman alla Casa

bianca per le notizie che provengono dall’Europa orientale. James Byrnes invia una missione di studio

in Romania e Bulgara composta dal giornalista Ethridge e dallo storico Black, con il compito di

verificare cosa stava accadendo. Il rapporto che i due elaborarono fu estremamene pessimistico per la

brutalità con cui l’URSS stava occupando questi paesi, tanto che definirono pericoloso e irreale

proseguire la politica di collaborazione con i sovietici. Il paese su cui sono più forti le tensioni è la

Germania, dove i russi stanno smantellando l’intero apparato industriale della loro zona

d’occupazione. 17

Nel corso del ’46 ci sono una serie di segnali che indicano che il clima sta cambiando. Il 9 febbraio ’46

Stalin pronuncia un discorso al Bolshoi di Mosca in cui afferma l’inevitabilit{ dello scontro tra il

sistema capitalista e quello socialista. Nel marzo ’46 Churchill – che non è più al governo – tiene un

discorso all’Universit{ di Fulton, nel Missouri, in cui dichiara che una cortina di ferro è ormai scesa da

Stettino sul Mar Baltico a Trieste sul Mar Adriatico.

Il 22 febbraio ’46 John Kennan, diplomatico americano all’ambasciata di Mosca, invia un telegramma di

5000 parole (il c.d. “lungo telegramma”) che ha l’effetto di scatenare un dibattito all’interno

dell’amministrazione Truman. Il telegramma contiene la sua lettura delle scelte di politica estera da

parte di Stalin. Kennan ritiene che le motivazioni della politica estera sovietica vadano ricercate nel

suo stesso sistema, nel tradizionale senso di insicurezza sovietica, un sentimento che i sovietici

stavano cercando di controbilanciare con una politica aggressiva nei confronti dell’occidente. La

necessità di conservare uno stato di ostilità permanente con il mondo esterno era funzionale al

mantenimento sul piano interno di un controllo oppressivo sulla popolazione. Stalin considerava tutte

le potenze occidentali come irriducibilmente ostili e nemiche. Di conseguenza la coesistenza era

impossibile. Gli USA avrebbe dovuto reagire alle pressioni di Mosca contenendo l’espansione

dell’influenza sovietica. Il dibattito all’interno dell’amministrazione Truman porta all’adozione della

strategia del “containment” nei confronti dell’URSS. La parola “contenimento” sarebbe apparsa su un

articolo pubblicato su Foreign Affairs nel luglio ’47, intitolato “The sources of soviet combat” e firmato

da Kennan sotto lo pseudonimo di Mister X. Secondo la strategia del contenimento, occorreva fornire

una risposta adeguata ad ogni iniziativa sovietica che minacciasse di interferire con gli interessi

americani e soprattutto con le aree di sicurezza ritenute vitali per gli USA. La nozione di aree vitali, che

in origine si riferiva all’Europa occidentale, all’America latina e alla Scandinavia, si sarebbe

progressivamente ampliata. Tutta la politica estera della guerra fredda viene identificata dal

contenimento nei confronti del problema sovietico.

LA DOTTRINA TRUMAN E IL PIANO MARSHALL

La traduzione in termini politici del dibattito svolto nel ’46 all’interno dell’amministrazione americana

è la dottrina Truman. Essa nasce in seguito all’annuncio fatto il 21 febbraio ’47 dal governo inglese, che

deve abbandonare il Mediterraneo orientale, in particolare la Grecia, dove aveva inviato le proprie

truppe perché era in atto una guerra civile e il governo internazionalmente riconosciuto stava

combattendo contro i partigiani comunisti sostenuti da Tito. La GB è costretta a negoziare col governo

americano un prestito di 3 miliardi di dollari. Il governo inglese, in mano ai labouristi, sta portando

avanti il sistema di welfare, molto oneroso per lo stato – esso verrà smantellato dalla Thatcher.

Truman sceglie di intervenire e prendere il posto della GB, ma per una tale decisione deve convincere

il Congresso: il 12 marzo ’47 pronuncia un discorso con cui chiede l’approvazione dell’invio di aiuti

militari ed economici per 400 milioni di dollari alla Grecia e alla Turchia, il cui governo temeva le

minacce sovietiche nella regione degli stretti – Grecia e Turchia saranno fra i primi paesi ad entrare

nella Nato nel ’52. La ricezione da parte del Congresso è positiva e viene approvato un breve testo con

cui si accetta di inviare aiuti militari a Grecia e Turchia. La dottrina Truman è il documento a cui si fa

riferimento come elaborazione della strategia del containment da parte americana: indica che oramai i

rapporti tra USA e URSS sono profondamente cambiati .

Se la dottrina Truman è lo la trasposizione sul piano politico del dibattito sviluppatosi all’interno

dell’amministrazione americana, il piano Marshall è lo strumento economico della strategica che gli

USA stanno elaborando. Per piano Marshall s’intende il discorso pronunciato dal segretario di stato il 5

giugno ’47 all’universit{ di Harvard: Marshall annuncia che gli USA hanno intenzione di attuare un

vasto programma di aiuti rivolto alle nazioni europee. Dal ’45 al ’47 gli USA avevano inviato in Europa

beni di prima necessità; tuttavia, si sentiva l’esigenza di un programma che fosse più coordinato. Le

motivazioni che spingono Truman e Marshall ad elaborare questo programma di aiuti sono la

questione tedesca, la crisi politico-economica europea e, infine, la necessità per il governo americano

di mantenere un livello molo elevato di esportazioni verso l’Europa, altrimenti l’economia americana

avrebbe corso il rischio di sovrapproduzione. 18

Il futuro della Germania era centrale per quanto riguarda la politica estera americana: era evidente che

non si sarebbe più arrivati all’unificazione dello stato tedesco, poiché le posizioni delle varie nazioni

era molto distanti fra loro. Tuttavia, gli USA ritengono necessario ricostruire la Germania, ma

presentare un piano di aiuti rivolto unicamente verso lo stato tedesco avrebbe destato proteste,

soprattutto da parte francese.

Tra l’inverno del ’46 e i primi mesi del ’47 la situazione in Europa è drammatica: in Italia si era arrivati

a sospendere la distribuzione dei beni di prima necessità. Gli USA si trovano ad affrontare il problema

di due paesi come l’Italia e la Francia con due partiti comunisti molto forti e iniziano a collegare la

questione degli aiuti alla volontà di assistere quei paesi che siano politicamente affini agli USA. Essi

informano il governo italiano e quello francese che se vogliono partecipare al piano di aiuti devono

allontanare i partiti comunisti dal governo; è così accade nel maggio ’47. Nel momento in cui Marshall

prenuncia discorso ad Harvard il piano non esisteva ancora: era molto generico, era più una proposta

che un piano. Inizialmente questa genericità venne considerata negativamente, ma in realtà si trattava

di una scelta ben calcolata da parte degli USA, che non volevano dettare condizioni agli europei, bensì

sviluppare il programma insieme a loro: invitano le nazioni europee a coordinarsi fra di loro e far

sapere la cifra di aiuti che richiedevano. A partire dalla fine di giugno ’47, 16 paese europei si

riuniscono a Parigi e avanzano la cifra di 22 miliardi di dollari. Nel momento in cui Marshall elabora il

piano, esso era rivolto a tutte le nazioni europee, tanto che anche i russi parteciparono ai lavori di

Parigi. Tuttavia, pochi giorni dopo, Molotov abbandona la conferenza sostenendo che il piano era uno

strumento dell’imperialismo americano e avrebbe interferito nel diritti sovrani dei paesi partecipanti.

L’URSS impedì ai propri paesi satelliti di partecipare, come nel caso della Polonia, della Cecoslovacchia

e della Jugoslava.

L’European Recovery Program prende il via nell’aprile ’48, quando Truman firma la legge European

Cooperation Act, che dà vita al piano Marshall e crea l’Economic Cooperation Administration, un

organismo con la funzione di amministrare i programma di aiuti. Non si trattava di aiuti in termini

finanziai, bensì di aiuti in natura: generi alimentari, mezzi d trasporto, macchinari donati da

Washington alle nazioni europee per un valore pari a 13 miliardi di dollari (dal ’48 al ’52). Il piano

Marshall è stato il volano della ricostruzione economica dell’Europa, che vive dei tassi di crescita molto

sostenuti. Esso fu anche uno strumento di pressione sulla nazioni europee affinché iniziassero un

coordinamento fra di lor sul piano economico. Viene creato l’OECE, che ha la funzione di creare un

primo coordinamento tra i paesi europei sul piano economico. Per descrivere il tentativo americano di

esportare il proprio modello economico è stato coniato il termine di “productivity drive”: col termine

produttività si definisce la componente economico-sociale del piano Marshall. Gli USA offrivano alle

nazioni europee il proprio modello industriale e produttivo affinché lo assorbissero e lo traducessero

in realtà.

Come reazione al piano Marshall, nel settembre ’47 si tiene una riunione di tutti i partiti comunisti

dell’Europa orientale in Polonia, dove Stalin crea il Cominform, un organo di coordinamento di tutti i

partiti comunisti, compresi quelli dell’Europa occidentale.

IL PATTO ATLANTICO

Negli anni ’90 Lundestad ha avanzato una tesi interpretativa che ha suscitato un interessante dibattito:

egli ha parlato della tesi dell’impero su invito (“empire by invitation”), mettendo in luce come,

soprattutto nelle fasi iniziali della guerra fredda, gli USA ricevessero molte richieste di intervento da

parte delle nazioni europee.

Nel gennaio ’48 il ministro degli Esteri inglese Bevin tiene un discorso di

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A.A. 2013-2014
50 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Matdan di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni transatlantiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Guasconi Maria Eleonora.