Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 17
Riassunto esame Storia delle Relazioni Internazionali, prof. Breccia, libro consigliato Cinquant'anni di guerra fredda. Crockatt Pag. 1 Riassunto esame Storia delle Relazioni Internazionali, prof. Breccia, libro consigliato Cinquant'anni di guerra fredda. Crockatt Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia delle Relazioni Internazionali, prof. Breccia, libro consigliato Cinquant'anni di guerra fredda. Crockatt Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia delle Relazioni Internazionali, prof. Breccia, libro consigliato Cinquant'anni di guerra fredda. Crockatt Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia delle Relazioni Internazionali, prof. Breccia, libro consigliato Cinquant'anni di guerra fredda. Crockatt Pag. 16
1 su 17
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

IL PERIODO DELL'EQUILIBRIO DEL TERRORE (1955-1975)

Le strategie della deterrenza nucleare. Le armi nucleari, fino ad oggi, sono state usate due sole volte in un'epoca in cui gli USA detenevano il monopolio nucleare. Da allora, l'equilibrio venutosi a creare ha impedito il loro utilizzo. In uno studio fondamentale del 1945, lo stratega nucleare Bernard Brodie scriveva che l'atomica avrebbe cambiato il modo di fare la guerra perché nessuno avrebbe voluto combattere una guerra di pochi minuti con armi contro le quali non esiste capacità di difesa e la cui potenza rende inutili tutti gli altri armamenti convenzionali. La strategia nucleare sarebbe quindi dovuta basarsi sulla necessità di prevenire l'uso di tali armi. Nel documento NSC-68, uno studio dell'amministrazione americana sulla strategia nucleare (1950), questa tesi non viene ancora recepita e si ritiene che l'esistenza di due forti capacità atomiche sia non un deterrente.

ma un incitamento alla guerra per l'URSS. Il dibattito su questi presupposti oscilla tra chi propone un attacco preventivo all'Unione Sovietica e chi ritiene necessario aspettare l'effettivo lancio del nemico per poi rispondere, anche se questo avrebbe significato condannare gli USA a una distruzione quasi totale. L'idea di mezzo è quella di un attacco pre-emptive teso a paralizzare le forze nemiche distruggendo i principali impianti nucleari sovietici. Il dilemma del first-strike ("primo colpo") domina i dibattiti di questi anni in America. Quelli di Truman sono gli anni della deterrenza negativa, basata sulla minaccia di una risposta nucleare generalizzata in casi di crisi. Eisenhower passa invece a una deterrenza positiva la cui teorizzazione è affidata al documento NSC-162/2 (1953). È accettata la tesi, basata sul "dilemma del prigioniero" della teoria dei giochi, secondo cui il possesso reciproco di arsenali distruttivi.

Avrebbe portato entrambe le parti a non dare il via a una guerra generalizzata, per evitare la quale viene consigliato agli USA di chiarire all'URSS quali azioni militari in conflitti locali avrebbero potuto scatenare una risposta nucleare. Nel 1957 il rapporto Geither del NSC compie un'allarmistica previsione della capacità nucleare sovietica nel medio periodo. Si stima in 1500 testate l'arsenale attuale, più un numero di missili balistici intercontinentali (ICBM) superiore a quello americano. Dopo il 1960 la superiorità americana sarebbe stata superata. I consigli del rapporto includono un poderoso aumento della produzione di ICBM, di antimissili balistici, di rifugi atomici e la necessità di studiare l'ipotesi di una guerra nucleare limitata. Eisenhower ritiene però - a ragione - sovrastimate le ipotesi del rapporto e si rifiuta di arrendersi al panico. Si punta a una soluzione politica tra le due superpotenze che giunga all'equilibrio.

Sotto la presidenza Kennedy il rapporto in testate tra USA e URSS è di 6:1, ma è ormai chiaro che entrambe le potenze sopravvivrebbero a un primo attacco abbastanza da lanciare una risposta adeguata. Inevitabile è per tali motivi il Trattato per la limitazione dei test nucleari (pur limitato ai soli test atmosferici) a cui si giunge nel 1963, dopo cinque anni di affannosi negoziati, in un vertice a Ginevra sotto l'egida dell'ONU e la mediazione della Gran Bretagna. La Francia e la Cina, intenzionate a dotarsi di un arsenale nucleare, non sottoscrivono il trattato. Nel 1968 è firmato il Trattato per la non-proliferazione nucleare. Le tensioni in Medio Oriente. Le prime tensioni tra i due blocchi in Medio Oriente si concentrano nella crisi iraniana del 1951-53, con l'ascesa di Mossadeq e il suo successivo abbattimento da parte di un colpo di stato fomentato dalla CIA, sulla base della minaccia di Mossadeq di rivolgersi a Mosca se l'Occidente non.l'avesse aiutato a ristrutturare l'economia iraniana. Gli USA restaurano al governo lo Scià e inviano un ingente quantità di aiuti economici e militari, portando l'Iran nella propria sfera d'influenza. Il tentativo americano di contenere il nazionalismo arabo attraverso il Patto di Baghdad viene quindi accantonato a causa dei disegni egemonici britannici, sconfitti poi dalla crisi di Suez che vede eclissarsi l'influenza della Gran Bretagna in Medioriente. Gli USA si distaccano dalla politica neo-imperialista di Francia e Gran Bretagna puntando a un blando appoggio ai nazionalismi arabi per evitare la loro caduta nell'orbita sovietica; pure, Mosca presto pone l'Egitto di Nasser sotto la propria ala protettrice. Quando tuttavia un colpo di stato in Iraq nel 1958 porta al potere un governo filo-sovietico, Nasser si allarma e fa arrestare in Egitto centinaia di comunisti causando una rottura con Mosca. Solo la visita di Kruscev al Cairo nel 1964.

Porta a un rilancio delle relazioni tra i due stati. Nel 1958, intanto, gli USA inviano in Libano una forza militare per preservare il governo filo-occidentale del cattolico Camille Chamoun da eventuali rovesci. Eisenhower al Congresso afferma che il vuoto di potere in Medioriente deve essere riempito dagli Stati Uniti prima che lo facciano i sovietici.

La prima guerra del Vietnam. In seguito alle vicende della guerra di Corea e al peggiorare della situazione nel Sudest asiatico, gli USA iniziano a sostenere fortemente la Francia in Indocina, in cambio dell'impegno francese a garantire l'indipendenza al Vietnam, al Laos e alla Cambogia. Viene quindi concesso a questi stati una certa autonomia all'interno dell'Unione francese. In Vietnam viene restaurato l'ex imperatore Bao Dai, ma il suo prestigio è intaccato dall'essere sostanzialmente una marionetta francese. Nel 1950 Ho Chi Minh, leader dei nazionalisti comunisti, proclama la Repubblica democratica.

delVietnam (RDV) subito riconosciuta da URSS e Cina. La risposta armatafrancese porta a una lunga guerra con numerosissime perdite (ca. 90.000francesi); nel 1954 il 75% dei costi della guerra sono sostenuti dagli USA. AllaConferenza di Ginevra sull'Indocina nel 1954 i leader sovietici e cinesi sonopronti a fare pressioni su Ho Chi Minh per aprire negoziati. Gli USA premonoper un cessate il fuoco senza condizioni e prima della conferenza John FosterDulles cerca di ottenere dal britannico Eden il consenso per un attacco aereoalle forze vietnamite per rovesciare le sorti del conflitto in vista dell'istituzione diun organismo internazionale per la sicurezza della regione. Eisenhower perònon dà l'avallo e la disfatta francese a Dien Bien Phu provoca una crisi digoverno a Parigi e il consenso francese per un accordo: la Francia ritira leproprie truppe a sud del 17° parallelo, la RDV accetta di ritirarsi a nord dellalinea. La decisione di tenere elezioniin entrambe le nazioni per giungere all'unificazione del Vietnam non viene sostenuta dai leader sudvietnamiti. Ho Chi Minh ottiene nel 1957 il consenso di Mosca al suo programma di liberazione del Sud e nel 1960 egli crea al Sud il Fronte di liberazione nazionale (FLN) aggirando dal Laos e dalla Cambogia il confine del 17° parallelo. Nel 1960 intanto le pressioni comuniste portano nel Laos la caduta del governo filo-americano ma subito si scatena una guerra civile tra i neutralisti e i Pathet Lao comunisti. Nel 1962 a Ginevra si giunge a un fragile accordo sulla neutralità del Laos. Il vice di Kennedy, Lyndon Johnson, chiede un vigoroso programma d'azione contro le infiltrazioni comuniste nel Vietnam del Sud ma Kennedy esita e tenta di forzare il presidente Diem a promuovere riforme democratiche per contrastare l'appeal comunista. L'ostilità di Diem al progetto porta al suo rovesciamento nel 1963 con l'appoggio americano. Contemporaneamente gli USA

inviano nella regione numerosi consiglieri militari e forze speciali antiguerriglia.

Le tensioni in Centro e Sud America. Nelle vicende del Centro e Sud America gli USA hanno meno scrupoli ad intervenire sulla base della loro consolidata esperienza del big stick. Nel 1954 il regime democraticamente eletto di Arbenz Guzman in Guatemala espropria 225.000 acri di terre incolte di proprietà della United Fruit Company (UFC), la maggiore società del Paese che deteneva la proprietà del 42% delle terre guatemalteche e il cui commercio di banane costituiva quasi metà dell'export. Arbenz inserisce nel suo governo esponenti comunisti, pur senza pressioni sovietiche. La UFC preme su Eisenhower per sollecitare un intervento militare americano paventando l'ascesa del comunismo in Centro America. Gli interessi personali dell'amministrazione Eisenhower nella gestione dei profitti della UFC porta all'intervento, legittimato dalla concessione sovietica di un

limitato quantitativo di armi in Guatemala. Rovesciato Arbenz con un'operazione congiunta di CIA e di generali contrari alle scelte comuniste del governo, viene istituito in Guatemala un governo militare di destra sotto il generale Castillo Armas che ripristina lo strapotere dell'UFC. Il successo americano è completo. Nel 1958 il presidente Nixon compie un viaggio nei paesi Latinoamericani (il tour della buona volontà) che viene accolto da feroci proteste popolari antiamericane. Al suo ritorno Nixon decide di abbandonare la politica dell'appoggio ai dittatori e favorire il progresso politico ed economico sudamericano. Il conseguente scarso appoggio degli USA alla dittatura di Fulgencio Batista a Cuba garantisce il successo della rivoluzione che nel 1959 porta al potere Castro. L'avvicinamento di Castro all'Unione Sovietica porta però gli USA a cambiare subito tattica, attraverso un embargo economico all'isola; Castro

Rispondenazionalizzando tutte le imprese e le proprietà degli Stati Uniti. La pressante necessità di sostegno militare porta il riluttante Castro nelle braccia sovietiche e nell'aprile 1961 Kennedy tenta un'invasione dell'isola attraverso lo sbarco di esuli anticastristi nella Baia dei Porci; è un drammatico fallimento.

Kennedy e le crisi di Berlino e Cuba. Nelle elezioni presidenziali del 1960 il candidato democratico J.F. Kennedy batte i repubblicani. Nella sua campagna politica egli propone varie strategie: rafforzamento dei mezzi nucleari, progresso nei mezzi economici, espansione degli aiuti ai paesi in via di sviluppo, un'alleanza per il progresso in Sud America, apertura di legami commerciali con l'Europa orientale. Gli obiettivi sono tutti volti a un contenimento del comunismo nel mondo. Il governo Kennedy si trova tuttavia ad affrontare durissime crisi: quella di Cuba, quella del conflitto in Laos e poi in Vietnam, la crisi di Berlino.

Nel 1961 Kennedy tenta di forzare la mano ai
Dettagli
Publisher
A.A. 2006-2007
17 pagine
6 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Novadelia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle Relazioni Internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Breccia Alfredo.