Storia delle relazioni internazionali - Appunti
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ESTRATTO DOCUMENTO
• Esercito ridotto a 50000 uomini, 13 imbarcazioni per la marina e NO forza aerea;
Il trattato non venne ratificato dal Parlamento ottomano, poiché abolito nel marzo del '20, ricevette però il
sostegno del sultano Mehmed VI; esso venne però contestato da parte dei nazionalisti turchi di Mustafa Kemal,
che si distaccarono dal governo e ne formarono uno separatista ad Ankara = Guerra d'Indipendenza Turca (o
guerra Greco-Turca): nazionalisti contro Grecia, Francia, Armenia, per riprendere Tracia e Anatolia. Con la
vittoria, la Turchia ottenne i confini attuali. I nazionalisti vennero quindi riconosciuti dalla comunità internazionale
e, saliti al potere, rigettarono il trattato di Sèvres.
Questi eventi, costrinsero le potenze alleate a tornare al tavolo delle trattative = Trattato di Losanna, ratificato il
24 luglio 1923:
• Riconoscimento della Repubblica di Turchia;
• Cipro alla GB; Libia, Dodecaneso, Tripoli all'Italia;
• Giurisdizione francese su Marocco e Tunisia;
• STOP pretese su Egitto e Sudan;
• Definizione confini con Siria e Iraq;
Conferenza Navale di Washington
Inoltre, nel '21-22, si svolse la Conferenza Navale di Washington (vd. POLITICA DELLA PORTA APERTA
Sistema Versailles – Washington). Dalla C.d.W., scaturirono 4 trattati: Impegno da parte di ciascuna potenza a
• Trattato delle Quattro Potenze o Patto Militare per il Pacifico non attuare discriminazioni commerciali
a danno degli altri occidentali in Cina.
(USA, GB, FRA, JAP): prevalentemente politico; mantenimento Elaborata nel 1899 dal segretario di
status quo nel Pacifico e consultazione in caso di controversie e stato statunitense J. Hay per garantire al
minacce sterne: viene meno per i Giappone la necessità di suo paese, escluso dalla spartizione
un'alleanza con la GB; della Cina in zone di influenza, diritti
• uguali alle altre potenze, fu ostacolata
Trattato per il Disarmo Navale (o delle 5 potenze): i dall'espansionismo giapponese e quindi
rappresentanti francesi chiedono e ottengono che si parli annullata dall'avvento della Repubblica
solamente di disarmo navale esclusivamente per le unità popolare (1949).
superiori alle 10000 tonnellate: viene così stabilito un sistema di
pareggiamento bilanciato delle flotte, in base a determinati
coefficienti (USA = 5 unità / GB = 5 / JAP = 3 / FRA&ITA = 1,75); una clausola del Trattato include il
divieto di fortificazione sul Pacifico, per rassicurare il Giappone, costretto a mantenere legami
commerciali con USA;
• Trattato delle Nove Potenze (USA, JAP, ITA, FRA, GB, BE.NE., PORT, CINA): affermava l'integrità
territoriale e l'indipendenza della Cina , secondo il principio della Porta Aperta;
• Accordo sino-giapponese: JAP mantiene concessioni minerarie e ferroviarie in Manciuria, e
restituisce, in cambio, la sovranità alla Cina sullo Shandong.
La conclusione della Conferenza di Parigi, vede quindi due schieramenti di stati:
− revisionisti (Germania, Ungheria, Bulgaria, sconfitti e insoddisfatti);
− anti-revisionisti (Jugoslavia, Romania, Cecoslovacchia, Polonia, Francia, stai che giovano delle
modifiche territoriali stabilite);
inoltre, ne esce un assetto europeo che ha intrinsechi i germi della propria contraddizione: la spinta idealista,
soccombe alla forza della realpolitik, vengono fomentati i nazionalismi, oppure essi vengono soffocati per motivi
di sicurezza.
Esempio lampante di ciò, è la Società delle Nazioni.
Nata probabilmente dalla mente di Edward Grey, politico inglese, l'idea venne adottata da Wilson e dal suo
consigliere, House, per evitare il ripetersi di eventi come la I GM. L'idea fu inserita nei suoi 14 Punti, il discorso
che Wilson tenne il 18 gennaio 1918 davanti alle due camere del Congresso USA. Successivamente, alla
Conferenza di Parigi, la proposta di W. di creare un'organizzazione sovranazionale per la salvaguardia della
pace mondiale, fu accettata, e venne creata una speciale commissione per redigere lo Statuto
dell'organizzazione; Presidente della commissione era lo stesso Wilson, e tra i membri vi erano House, e V.E.
Orlando. Lo statuto (Covenant) venne quindi inserito nel Trattato di Versailles, firmato il 28 giugno 1919, da 44
stati. Il Congresso, era restio all'assunzione, da parte USA, del ruolo di poliziotto del mondo, e, Wilson, per
questo motivo, trovò una soluzione di compromesso:
Art. 10:”I Membri della Società si impegnano a rispettare, e a proteggere contro ogni aggressione esterna,
l'integrità territoriale e l'attuale indipendenza politica di tutti i Membri della Società. In caso di aggressione,
minaccia o pericolo di aggressione, il Consiglio avviserà ai modi nei quali quest'obbligo dovrà essere adempito.”
In caso di violazione, la S.d.N. si deve riunire e decidere sul da farsi, ma gli stati non sono obbligati ad applicare
le misure decise. Inoltre, la votazione all'unanimità, limitava l'opera dell'organizzazione.
Tale posizione, viene presa per evitare l'opposizione dell'ala intransigente del Congresso, che era a
maggioranza repubblicano, ostile a Wilson anche perchè:
− NO rappresentanti del Partito Repubblicano nella delegazione a Versailles;
− dopo le elezioni a medio termine del '18, Wilson si era assentato, come mai nessun presidente prima di
lui, per 6 mesi dal continente.
L'altra ala, era quella mediatrice (Roosevelt, Taft), che proponeva una riforma del covenant, con alcune
modifiche, come:
• riconoscimento dottrina Monroe (1823, “America agli Americani” = assetto del continente deciso dagli
USA, non dagli europei), per:
- paura di essere risucchiati dalle vicende europee;
- paura che gli europei si sentissero legittimati ad entrare nella vicende USA;
• possibilità di uscire dalla S.d.N.;
• riconoscimento principio di non ingerenza negli affari USA, da parte della S.d.N.
Ma Wilson ritiene che il suo progetto sia buono, quini rifiut di modificare l'originale.
Il 25 settembre, Wilson fu vittima di un ictus leggero, e subito dopo, di un altro, il 2 ottobre, più pesante, che lo
rese praticamente inabile. In questo modo, egli non riuscì a convincere l'opposizione repubblicana al Senato,
che impedirono la ratifica degli USA del Trattato di Versailles e del Covenant.
Inoltre, viene meno anche la garanzia di sicurezza anglo-americana alla Francia.
14 PUNTI CRITICA MOTIVAZIONI
Stop a diplomazia segreta Consiglio dei Quattro (prima era Gli accordi segreti tra potenze
dei 10, 5 capi governo, 5 ministri avevano infatti caratterizzato buona
degli esteri, 1919) a Parigi, in parte della politica estera negli
segreto decide le causole dei ultimi decenni; tale stato di cose,
Trattati di Pace ignoto alla pubblica opinione, era
stato denunciato poco prima dai
bolscevichi, i quali, appena giunti al
potere in Russia, avevano
pubblicato i patti segreti intercorsi
tra lo zar deposto e altre potenze
dell'Intesa, tra i quali il “Patto di
Londra”.
Libertà navigazione e Espressione di esigenze vitali
soppressione barriere al libero USA, per penetrazione nel sistema
commercio coloniale europeo
Autodeterminazione dei popoli, NO per Russia e territori coloniali; Isolamento russo, funge da terreno
principio di nazionalità, OK per Serbia e Polonia, ma si di incubazione del pericolo
eguaglianza delle nazioni scontra con necessitò di rivoluzionario; inoltre, i 14 punti non
riescono ad essere terreno di
assicurare loro uno sbocco al
mare; creazione Cecoslovacchia e compromesso con le tesi di Lenin:
Jugoslavia = KO. è necessario creare un cordone
sanitario (Jugoslavia,
Cecoslovacchia, Polonia, Romania)
Mantenimento impero austro- KO! In contrasto con principio di Vd. sopra
ungarico nazionalità e autodeterminazione
Mantenimento impero ottomano KO! La riorganizzazione degli stati Standard Oil Company di NY, prima
balcanici e non turchi dell'I.O., della guerra aveva ottenuto
presuppone la distruzione di concessioni nella Penisola Arabica;
questo durante la guerra, diviene palese
l'importanza del petrolio; con la fine
della guerra, l'impero ottomano
scopre il fianco l colonialismo
francese (Mediterraneo
Meridionale), ma viene lasciata
scoperta la penisola arabica; 1920,
Conferenza di Sanremo e mandati.
Rettifica frontiere italiane KO Patto di Londra: Wilson si
scontra con i rappresentanti italiani
a Parigi, perchè in disaccordo
sull'applicazione di un patto di cui
lui non era neppure a conoscenza
Creazione di un'associazione di Creazione della Società delle vd. ictus di Wilson
nazioni, uniti nel mantenimento Nazioni, ma mancata ratifica da
della pace parte degli USA, stessi
Considerare la politica USA post I GM come isolazionista, sarebbe però riduttivo: essi infatti, continuavano ad
essere rilevantissimi a livello economico/finanziario, soprattutto in America Latina ed Estremo Oriente, e, dal '24,
alimentarono il flusso di capitali verso l'Europa; non si occupavano delle vicende strettamente europee, ma, ciò
avveniva indirettamente, per la protezione della loro sicurezza nazionale, ad esempio, nei confronti del
Giappone.
Il Giappone, con la Rivoluzione Meiji, aveva subito una rapida modernizzazione, e si trovava in seri problemi
economici, in quanto sprovvisto di materie prime, problema che portò ad alimentare nei giapponesi interessi
espansionistici:
• Guerra Russo-Giapponese, 1905, che termina con vittoria nipponica, e controllo su Manciuria e Corea; il
JAP investe ingenti capitali nella “transmanciuriana” lunga 1000 km, e, dal 1915, in forza di un trattato
tra Cina e Giappone, esso acquisisce tutti i privilegi, diritti e proprietà sulla linea ferroviaria, che vengono
poi confermati col Trattato concluso alla Conferenza di Washington;
• il JAP, durante la I GM, aveva occupato le isole tedesche GUERRA ISPANO-AMERICANA
nel Pacifico, e, una volta conclusa, esse le vennero 1898, Usa contro la Spagna. Gli americani
assegnate a titolo di mandato, dalla S.d.N.; in questo modo, vinsero in tempi brevi e con perdite limitate.
esso rappresentava un pericolo per le isole Hawaii (su cui
avevano un protettorato dal 1876, diventato Trattato di Parigi, dicembre 1898:
spontaneamente territorio USA nel 1896), Guam e le - riconoscimento indipendenza Cuba, che
Filippine (territori USA dalla guerra ispano-americana); divenne una specie di protettorato americano;
- cessione di Porto Rico e dell'isola di Guam;
- occupazione delle Filippine
Il nuovo governo Harding è consapevole di dover contenere la
politica di potenza del Giappone - il quale, scarso in materie prime,
è costantemente alla ricerca di nuove colonie; inoltre, nel '21, la flotta giapponese era di dimensioni triple,
rispetto al '17, minacciando seriamente i possedimenti statunitensi (Hawaii, Filippine, Guam).
La via più rapida per mettere fine alla minaccia nipponica era il riarmo della flotta, ma sia l'opinione pubblica che
le nuove lobby pacifiste e femministe erano contrarie a una soluzione militare; inoltre il Giappone era alleato
della GB, che sarebbe stata coinvolta nel caso di uno scontro USA-JAP.
Il governo USA fu quindi costretto a scegliere la via della trattativa, nell'ambito della Conferenza Navale di
Washington, nel corso della quale cerca di slegare Jap e GB, anche favorendo quest'ultima, lasciando che abbia
lo stesso coefficiente USA per quanto riguarda la flotta + status quo in Oriente e nel Pacifico + consultazione in
caso di crisi.
Francia: esecuzionismo e problema della sicurezza
La non ratifica del Trattato di Versailles, come detto prima, fece venir meno la garanzia di sicurezza anglo-
statunitense alla Francia.
Il disimpegno americano diede la spinta decisiva all'isolazionismo britannico, e la Francia si trovò allora isolata,
in Europa, in balia della Germania.
La GB optò per questa scelta per diversi motivi:
• La Francia temeva l'invasione tedesca, la GB invece vede più nella Francia un nemico, che nella
Germania;
• Alcuni documenti portano la GB a ritenere che la Francia possegga il più grande esercito d'Europa;
• A causa del diktat imposto, il revisionismo tedesco non è più solo obiettivo del governo, ma soprattutto
del popolo, al quale veniva data la colpa dello scoppio della I GM; inoltre, l'assenza di truppe in territorio
strettamente tedesco (es. Berlino), non dava l'impressione di essere una nazione sconfitta;
• la S.d.N. Non era in effetti rappresentativa, ma eurocentrica, e pesa l'assenza di stati importanti (come la
Germania, che entrerà a metà anni '20).
La Francia, inoltre, si reggeva su un sistema multipartitico, troppo soggetto a frequenti instabilità governative per
essere coerente; si alternano 2 diversi modi di vedere la politica estera:
1) Millerand ('20)/ Poincarè ('22-'24): intransigenti nei confronti della Germania;
2) Briand ('21-'22, si dimette perchè contrario al diktat imposto alla Germania): ritiene necessario il dialogo
con la Germania e conseguenti compromessi.
Vi sono, tuttavia, 3 direttrici costanti nella direzione francese:
1) Fomentazione del separatismo renano e aumento dei rapporti commerciali con la Renania, per
accrescere il distaccamento (si sviluppa subito dopo Versailles, presto abbandonata, mal sopportato
dalla GB);
2) Esecuzionismo francese, ovvero la ferma volontà di far eseguire le clausole del Trattato di Versailles,
territoriali, militari, ma soprattutto economiche (pagamento riparazioni); nel trattato, non era stato
specificato l'importo del pagamento, per evitare di deludere l'opinione pubblica, ma alla fine, viene
stipulato il 'Compromesso del Belgio' (FRA, GB, ITA), che definisce la cifra in 132 miliardi di marchi oro,
da pagare in contanti e forniture di materie prime. Alcuni economisti inglesi, come Keynes, erano
contrari a ridurre la Germania economicamente a brandelli, poiché essa sarebbe stata il volano
dell'economia europea, inoltre, la crisi economica, avrebbe aumentato il rischio di deriva comunista del
paese. Ciò spiega l'intenerimento della posizione inglese, mentre la Francia, indebolita dalla guerra, ed
indebitata verso gli USA, spinge fortemente sull'esecuzione dei pagamenti; l'Europa nel suo complesso
cerca, tramite appello morale, di ridurre o conciliare il debito, puntando sulle maggiori perdite da parte
europea, e sul fatto che la cancellazione del debito, avrebbe permesso all'economia europea di ripartire;
la questione dei debiti, favorisce un tiepido riavvicinamento di GB e Francia, entrambe stizzite
dall'intransigenza americana a proposito del pagamento;
3) Ricerca di alleati
− con la Russia: legate da antiche alleanze, ma divergenze sul piano ideologico (bolscevichi) ed
economico (i bolscevichi, al potere, vogliono disconoscere i debiti accumulati precedentemente dallo
Zar, nei confronti della Francia, ed inoltre vogliono nazionalizzare i beni di provenienza francese in mano
russa);
− con la GB: sono su posizioni antitetiche riguardo la pace e la bilancia europea: la GB è meno
intransigente verso la Germania; posizioni diverse anche circa il disarmo, che per la GB è una
premessa, mentre per la Francia, il fine ultimo di un sistema di sicurezza europeo; GB opta per una
scelta di welfare state, che sottrae fondi alla difesa, a sostegno dei cittadini: regola dei 10 anni (politica
che presuppone che non ci saranno guerre nei successivi 10 anni);
− con il Belgio: nel 1920, vi è un accordo militare segreto tra Francia e Questione di Teschen
Belgio, che entra a far parte dell'orbita francese, in cambio del Città della Slesia, ricca di
miniere ed attraversata da
riconoscimento dell'unione tra Lussemburgo e Belgio, embrione del un'importante rete ferroviaria.
Benelux ('47-'48); Il Consiglio Supremo degli
− inizialmente la Francia cerca di fare pressioni per la restaurazione Alleati attribuì la città alla
asburgica in Ungheria; ciò però era in contrasto con i paesi dell'alleanza Polonia e la ferrovia alla CS
(1920)
che con essa confinavano; il governo francese (Briand) quindi svolta
verso gli anti-revisionisti: Polonia (accordo franco-polacco, 1921, con valenza anti-tedesca e anti-russa),
Cecoslovacchia = 1920: alleanza Cecoslovacchia-Jugoslavia; nel '21 si aggiunge la Romania =
PICCOLA INTESA; 1924: accordo franco-cecoslovacco, che si lega in questo modo agli altri stati della
Piccola Intesa. Mantenimento status quo nell'area danubiana: la PI si rivolge contro il revisionismo
ungherese (del Trattato del Trianon).
La PI non si salda con la Polonia, nonostante il legame di quest'ultima con la Francia, in quanto Polonia e
Cecoslovacchia avevano delle questioni irrisolte (vd. Questione di Teschen), che portarono addirittura alla guerra
polacco-cecoslovacca nel '19, poi risolta alla Conferenza di Spa (Incontro tra Polonia, Germania e
Cecoslovacchia, 1920); inoltre, all'interno della PI, manca una piena condivisione di obiettivi (Cecoslovacchia =
temeva la rinascita tedesca; altri membri = temevano la restaurazione magiara)
Russia del I° dopoguerra
La NEP sovietica venne istituita nel '21, fino al '29, e fu essenzialmente un periodo di “socialismo di mercato”
(ruolo impresa privata, mercato basato su commercio e prezzi, non più pianificazione centralizzata). La
produttività aumentò, portando l'URSS ad essere il più grande produttore di grano del mondo, e i contadini erano
in grado di vendere il loro surplus sul mercato libero: ciò diede spinta al settore manufatturiero delle aree urbane.
Con la morte di Lenin (1924), si aprì lo scontro sulla successione: i due esponenti erano Lev Trotskij e Stalin.
Stalin aveva la reputazione di “braccio destro” di Lenin; in realtà Lenin diffidava di Stalin, e poco prima di morire,
aveva scritto una lettera al Congresso dei Soviet, nota come Testamento di Lenin, in cui affermava che Stalin era
“rude”, “intollerante” e “capriccioso”; Stalin e i suoi sostenitori avevano fatto sparire questi testi, che rividero la
luce solo dopo la morte di Stalin, nel '53.
Trotskij era un sostenitore della “rivoluzione permanente”, la rivoluzione proletaria in tutto il mondo; Stalin, al
contrario, lanciò la formula del “socialismo in un solo paese”. Trotskij inoltre si opponeva alla NEP, e sfruttò la
crisi provocata da quest'ultima nell'economia russa (Crisi delle Forbici: prezzi manufatti esageratamente alti VS
prezzi prodotti agricoli molto bassi) per convincere l'ala moderata del partito, che invece l'appoggiava. Stalin si
alleò con l'ala moderata, per sconfiggere Trotskij, e, alla fine, riuscì ad esiliarlo.
Giunto al potere, Stalin cercò di abbandonare la NEP, additando i Kulaki (classe media emergente dei proprietari
terrieri) e i “Nepmen” (piccoli commercianti urbano-rurali) come le nuove classi capitaliste, e riconobbe
nell'inflazione e nella disoccupazione, i mali del mercato.
Stalin adottò la posizione di sinistra, che si opponeva all'agricoltura di mercato, ma appoggiò la fazione di destra,
che favoriva il concentrarsi dello sviluppo economico, invece che esportare la rivoluzione; difatti egli favorì
l'esportazione di grano e materie prime, ed i guadagni permisero all'URSS di importare la tecnologia necessaria
allo sviluppo industriale.
L'idea del 'socialismo in un solo paese' andava di pari passo con quella della Russia accerchiata dai regimi
europei; tuttavia il rifiuto di portare il pericolo rosso in altri stati, non fece che attenuare in Europa, la paura della
Russia bolscevica. Questo portò nel '24, al riconoscimento dell'URSS da parte di UK, ITA e poi di tutte le altre
potenze del continente.
Il Patto di Locarno (1925) però creerà motivi di frizione, per la clausola che sancisce il mutuo riconoscimento dei
confini occidentali, a scapito di Polonia e Russia, che si vedono sole, davanti alla Germania.
Germania: Repubblica di Weimar e problema delle riparazioni
Dal 1916, l'Impero tedesco del 1871, era stato governato dai militari, tramite il Comando Supremo dell'Esercito
ed il capo di Stato Maggiore Von Hindenburg. Con la sconfitta della I GM, il CsdE decise per l'instaurazione di un
governo civile, il cui nuovo cancelliere, Von Baden, chiese il cessate il fuoco a Wilson. Il 28 ottobre 1918, venne
emendata la Costituzione, per rendere il Reich una democrazia parlamentare. La Germania era nel caos, e la
ribellione esplose quando venne ordinato alla Flotta d'alto mare, un attacco senza speranza, e controproducente
per i negoziati di pace: gli equipaggi si ammutinarono, e i marinai vennero trasporti a Kiel, dove scoppiò la rivolta
locale e la ribellione generale, che presto dilagò nel resto della Germania. Marinai, soldati e operai,
solidarizzarono, e iniziarono ad eleggere consigli di lavoratori e soldati, sul modello dei soviet sovietici, ma non
controllati dal partito comunista: ciò causò la paura negli strati sociali dalla classe media in su, di divenire una
Repubblica Socialista. I socialdemocratici approfittarono, si misero alla testa del movimento e il 7 novembre
1918, chiesero all'imperatore Guglielmo II di abdicare; il 9 novembre, venne proclamata la Repubblica, mentre,
quasi contemporaneamente, veniva proclamata una Repubblica Socialista da Karl Liebknecht.
Von Baden trasferì, con un atto legalmente discutibile, i propri poteri a Ebert, capo sei socialdemocratici.
Ma ciò non fu sufficiente per calmare le masse, che elessero il giorno seguente un governo rivoluzionario, il
“Consiglio dei Commissari del Popolo” (socialdemocratici), che si scontrarono con gli spartachisti di Liebknecht e
Luxemburg. Ebert però riuscì ad imporre le elezioni per un'Assemblea Nazionale, per redarre una costituzione, e
marginalizzò gli spartachisti, ma gli scontri continuarono, sino al 15 gennaio 1919, con la morte dei due leader.
Le elezioni per l'AN avvennero il 19 gennaio 1919, ed essa, per evitare le lotte di Berlino, si riunì nella città di
Weimar, motivo per cui il nascente stato venne denominato Repubblica di Weimar (repubblica con sistema semi-
presidenziale). Le lotte però continuarono in giro per il paese, mentre la delegazione di pace tedesca firmava a
Parigi il Trattato di Versailles ed il suo pesante diktat, fatto che alienò da subito il favore della popolazione
tedesca (NB. Nel '21 verranno assassinati Erzberg, che l'aveva firmato, e Rathenau, che si era impegnato per le
riparazioni).
La nuova Repubblica era soggetta alle pressioni di estrema sinistra ed estrema destra, che l'accusava di essere
responsabile della sconfitta della I GM.
Il 13 marzo, ebbe luogo il Putsch di Kapp (presa di Berlino da parte di militari e insediamento di Kapp, giornalista
di destra, come nuovo cancelliere); Ebert si ritirò a Dresda col Parlamento, da dove indisse sciopero generale,
che bloccò l'economia e fece collassare il governo Kapp pochi giorni dopo.
La Commissione per le riparazioni, inizialmente, aveva stabilito una cifra pari a 226 miliardi di marchi oro,
pagabili in 42 anni; al rifiuto tedesco, la Francia occupò le città di Duisburg, Ruhrort e Düsseldorf, e ciò portò
allo stallo definitivo; alla fine, la cifra delle riparazioni venne stabilita in 132 miliardi di Goldmark, da pagarsi a
rate con interessi del 6%.
Per pagare la prima rata, si fece ricorso all'indebitamento e nel 1921 la Germania chiese una moratoria di due
anni sui pagamenti, che si scontrò però con l'intransigenza francese = impasse dell'economia europea.
La GB tentò di sbloccare la situazione, offrendo alla Francia un trattato di garanzia (difesa dei confini francesi, in
cambio di una posizione più morbida verso la Germania), ma la GB alla fine si tira indietro, per il timore che
l'accordo con la Francia la obbligasse ad impegnarsi anche con la Polonia, e quindi negli affari dell'Europa
dell'Est.
Con la forte crisi finanziaria e la successiva fuga di capitali all'estero, la Germania si trovò in una situazione
disperata: l'inflazione era inarrestabile (1914: 1 $ = 4,2 marco tedesco/ 1923: 1$ = 4.000.000.000.000 (4 mila
miliardi) marchi tedeschi). L'inflazione e la crisi finanziaria determinarono una drastica redistribuzione del reddito
e della ricchezza, i risparmi venivano spazzati via, ed il tenore di vita peggiorava sempre più, anche a causa
della disoccupazione. Ciò diede luogo al malcontento popolare.
Nell'aprie del 1922, a Genova, si tenne la Conferenza Economica Internazionale sugli aiuti alla Russia, la
ricostruzione dell'Europa Centro-Orientale e il rilancio dell'economia europea; essa si rivelò però un fallimento.
Occupazione della Ruhr
La richiesta di moratoria tedesca, si scontrò con l'esecuzionismo francese, e con il suo principio dei pegni
produttivi (il mancato pagamento da parte della Germania, attiva il diritto francese di occupare territori e
prendere possesso di attività produttive, in cambio della mancata corresponsione).
Dall'aprile '21 al gennaio '22, solo 2 dei 16 trasferimenti di carbone previsti saranno consegnati correttamente; la
Commissione per le Riparazioni, composta da FRA, GB, ITA, BEL, dichiara la Germania inadempiente.
Poincarè optò quindi per la soluzione di forza, e nel gennaio del '23, in accordo col Belgio, con una ambigua
neutralità da parte dell'Italia (che inviò dei tecnici per aiutare i francesi), e nonostante l'opposizione a simili atti di
forza della GB, fu decisa l'occupazione di tutte le fabbriche del bacino della Ruhr (miniere di carbone e ferro),
come garanzia per le dovute riparazione di guerra. Tutti i proventi che venivano da industrie e dazi doganali,
andarono in conto riparazioni. L'occupazione, venne contrastata dal Cancelliere conservatore Willehlm Cuno
(novembre '22-agosto '23), con l'organizzazione di una sorta di resistenza passiva: lavoratori delle miniere
misero in atto scioperi e sabotaggi, provocando un alto numero di morti e feriti; le spese sostenute per il
mantenimeno dei lavoratori in sciopero e lo stop della produzione, causano ulteriori danni alla già provata
economia tedesca; le difficoltà dovute all'iperinflazione e all'opposizione socialdemocratica, lo costrinsero alle
dimissioni. Fu succeduto da Stresemann (agosto – novembre '23).
L'occupazione francese, allo stesso modo, incontrò problemi, dovuti alle spese necessarie per pagare i lavoratori
emigrati nella Ruhr, in aggiunta alla forte speculazione subita dal franco francese; essa comunque proseguì fino
al 1924, quando gli Alleati, col supporto USA, istituirono la Commissione Dawes.
Piano Dawes
Nell'ottobre 1923, a Harding, succedette il presidente Coolidge (agosto '23- marzo '29), che incariò Charles
Dawes, economista della Federal Reserve e vicepresidente dal '24, di definire un piano per le riparazioni; venne
creato un Comitato per la Fuga dei capitali, presieduto da McKenna, e viene inaugurato il Piano Dawes.
Esso era basato su due pilastri: la ripresa dei pagamenti tedeschi secondo rate crescenti (da i a 5,1 miliardi in 5
anni), ma senza definire un ammontare complessivo, e la riorganizzazione della Reichbank, Banca Nazionale
Tedesca, oltre alla sostituzione del Rentenmark (che aveva sostituito il precedente svalutatissimo Papiermark)
col Reichsmark (1 RM = 1 milione di milioni di PM). In tal modo, i tedeschi avrebbero onorato i pagamenti,
emettendo un prestito obbligazionario da collocare sul mercato della finanza mondiale (tot. 800 milioni di marchi
oro), garantito dalle azioni della società ferroviaria tedesca, e da un'ipoteca sugli introiti fiscali; il piano avrebbe
inoltre permesso di far affluire capitali statunitensi in Germania, e da qui alle altre nazioni europee, raggiungendo
diversi obiettivi:
• esportare in Europa merci e capitali in sovrapproduzione, evitando una crisi economica (che poi si
sarebbe comunque verificata nel1929);
• legare i mercati europei e soprattutto tedeschi agli USA per arginare possibili rivoluzioni di matrice
comunista;
• rilanciare l'economia europea al fine di vedersi presto ripagati i debiti di guerra;
Il piano Dawes permise alla Germania di riprendere il pagamento delle riparazioni di guerra e di tornare al gold
standard (sistema aureo) nel 1924.
Il successivo Piano Young, del 1928, ridusse ulteriormente la portata dei risarcimenti dovuti dai tedeschi.
Il nuovo governo francese, guidato da Herriot, accettò quindi di liberare la Ruhr nel giro di un anno, ma ormai il
problema dell'occupazione era ormai concluso.
Italia nel primo dopoguerra
Dopo la firma del Trattato di Rapallo, del trattato di Roma e di alcune clausole sistemate nella Convenzione di
Nettuno:
Trattato di Rapallo (1920)
Firmato il 12 novembre 1920, fu un accordo con cui l'Italia e il Regno di Serbi, Croati e
Sloveni, stabilirono consensualmente i confini e le rispettive sovranità.
Vennero confermate le annessioni stabilite nel Patto di Londra, Dalmazia compresa, inoltre,
l'annessione di Zara e la proclamazione di Fiume città libera, e abbandonata da D'Annunzio
nel 1921.
Convenzione di Nettuno (1925)
Trattato concluso tra Italia e Jugoslavia il 20 luglio 1925.
Regola la condizione degli italiani presenti in Dalmazia e l'annessione di Fiume all'Italia.
Trattato di Roma (1924)
Dopo il trattato di Rapallo, lo Stato Libero di Fiume venne subito riconosciuto da tutti i
principali Paesi, inclusi gli Stati Uniti d'America, la Francia e il Regno Unito, ma esisterà de
facto un anno e de iure quattro anni. Il consorzio per la gestione del porto non fu mai creato.
Mussolini, giunto al potere in quegli anni, diede disposizioni a Contarini di avviare negoziati
con il Regno di Serbi, Croati e Sloveni, per attivare ad una soluzione della questione
fiumana, favorevole all'Italia.
Tali negoziati condussero, il 27 gennaio 1924 alla sottoscrizione del Trattato di Roma,
espressamente definito: "Patto di amicizia e di collaborazione cordiale" tra i due paesi che,
formalmente, addivenivano ad una reciproca suddivisione del territorio dello Stato Libero.
Alla Jugoslavia veniva riconosciuta la sovranità sul delta del fiume Eneo, compreso il borgo
di Porto Baross, e sull'estremo territorio settentrionale del distretto fiumano; all'Italia la
sovranità sul centro storico di Fiume, e sulla striscia di territorio che garantiva la continuità
territoriale della città con la madrepatria.
Fiume diventò dunque città e capoluogo di provincia italiano fino alla seconda guerra
mondiale, in cambio della non ingerenza italiana negli affari albanesi.
L'Italia tentò, tra il '22 ed il '24, di riavvicinarsi alla Francia, e di entrare nella Piccola Intesa; vi è anche una timida
convergenza tra i due paesi per quanto riguarda l'Anschluss; inoltre, la nuova intesa tra Italia e Jugoslavia
favoriva il miglioramento dei rapporti con la Francia.
Nel 1924 però, in Francia si impose il Cartel de Gauches, e, nello stesso periodo, si diffuse la notizia del
rapimento e dell'assassinio di Giacomo Matteotti.
Matteotti, deputato socialista, in un discorso alla Camera, denunciò i brogli elettorali dei Fascisti, nelle elezioni
dell'aprile di quell'anno. Il 10 giugno 1924 venne rapito, e il suo corpo venne ritrovato qualche mese dopo, il 16
agosto.
Tale notizia turbò molto il partito socialista francese, che vedeva in cattiva luce Mussolini.
Diventano centrali quindi i problemi ancestrali tra Italia e Francia, che affondano le loro origini:
− nel non riconoscimento dei diritti italiani sanciti nel Patto di Londra, di cui l'Italia accusa anche la Francia;
− nel trattamento degli italiani in Tunisia: nel 1868 era stato stipulato un Trattato italo-tunisino, che stabiliva
le condizioni privilegiate dei cittadini italiani residenti in Tunisia, poi rinnovato nel 1896; a causa delle
frizioni tra i due paesi, non viene nuovamente rinnovato.
Imperialismo Italiano
Altro motivo di frizione, in quegli anni, furono le costanti rivendicazioni coloniali italiane.
ADALIA
Con il Patto di Londra, era stata definita anche la cessione del porto di Adalia e del territorio contiguo (con
bacino carbonifero), in Turchia,a seguito dello smembramento dell'impero Ottomano, in cambio dell'intervento
italiano in guerra.
L'Italia, temendo di perdere tale territorio, fece sbarcare truppe ad Adalia, che la occuparono; essi però si
scontrarono con il governo greco, non firmatario del Patto di Londra, che voleva occupare un largo territorio
dell'Anatolia.
In assenza della delegazione italiana a Parigi (che si era ritirata in segno di protesta), la Grecia ottenne il
permesso di intervenire sulla costa egea dell'Anatolia e nel maggio del '19, sbarcò a Smirne.
Successivamente il Trattato di Sèvres del '20 riconoscerà all'Italia una zona di penetrazione economica su
Adalia, oltre al possesso sul Dodecanneso e la sovranità greca su Smirne.
Durante la guerra greco – turca del '19-'22, i rivoluzionari turchi di Kemal ottennero assistenza italiana, che gli
concesse la base di Adalia per armare e addestrare le truppe.
Il Trattato di Sèvres, a seguito della vittoria di Kemal, venne sostituito con il Trattato di Losanna (1923), che
confermava all'Italia il Dodecanneso e, per la prima volta, la sovranità sulla Libia, ma nessuna concessione in
Anatolia.
ALBANIA
Un corpo di spedizione italiano aveva occupato il paese nel 1915, durante la I GM, ed era stata sottoposta al
protettorato italiano. Successivamente Giolitti, aveva però rinunciato al protettorato , riconoscendo la piena
indipendenza dello stato balcanico.
Nel 1928, il president Zogu si autoproclamò Re degli Albanesi, col nome di Zog I e instaurò una monarchia
costituzionale.
Con l'avvento di Mussolini, la politica estera fascista iniziò la propria opera di espansione nei Balcani, con
operazioni diplomatico-militari di penetrazione in Albania.
Già dal '25, vennero stipulati accordi tra i due paesi; il 26 giugno 1926, inoltre, venne siglato l'accordo con il
quale l'Azienda Italiana Petroli Albania (AIPA) assunse, in concessione esclusiva, la gestione delle risorse
petrolifere della regione del Devoli.
Il 7 aprile del 1939, però, il Duce occupò militarmente l'Albania e costrinse Zog alla fuga; 5 giorni dopo Vittorio
Emanuele III fu proclamato Re degli Albanesi, dal parlamento albanese, titolo che manterrà fino al '43, anno
della sua abdicazione
CORFÙ
Le mire espansionistiche italiane in Grecia, colsero l'occasione dell'Eccidio di Giannina del'23 (delegazione
italiana, incaricata dalla SdN di tracciare i confini tra Grecia, Albania e Jugoslavia, trucidata al confine tra Grecia
e Albania, senza motivo).
Mussolini, Presidente del Consiglio dall'ottobre del '22, condannò l'eccidio e pretese le scuse dal governo greco,
oltre che un adeguato risarcimento. Il timore del governo greco (in quel momento per altro attraversato da dure
lotte intestine e nel conflitto con la Turchia, che si era appena riavvicinata all'Italia) era che il governo italiano
intendesse utilizzare questo eccidio (di cui, da parte greca, erano accusati gli albanesi o i serbi) come pretesto
per occupare parte del territorio greco. La proposta venne quindi rifiutata dal governo greco e Mussolini replicò
inviando una divisione navale ad occupare Corfù.
Atene, con l'ausilio di Londra e Parigi, chiese l'intervento della SdN, mentre l'Italia bombardò e occupò Corfù.
Il bombardamento però fu un vero e proprio fiasco diplomatico, oltre che un atto considerato come "terroristico"
dall'opinione pubblica internazionale, infatti i forti di Corfù erano stati smilitarizzati ed erano utilizzati come
campo profughi per alcune migliaia di greci sfollati dalle aree dell'Asia minore e del Ponto: un numero
imprecisato, ma verosimilmente molto elevato, di civili greci (soprattutto donne e bambini) rimase così coinvolto,
ed ucciso, nel bombardamento.
Il 27 settembre, quindi, a seguito della condanna della SdN, Mussolini ritirò le truppe che occupavano l'isola,
minacciando però l'uscita dalla SdN dell'Italia.
CORNO D'AFRICA
ETIOPIA: Menelik divenne imperatore d'Etiopia nel 1889; durante il suo regno respinse con successo due
attacchi colonialisti dell'Italia di Crispi, e, dopo aver firmato il Trattato di Uccialli, nel 1893, scoprì che, per un
equivoco relativo alla traduzione, il trattato faceva dell'Etiopia un protettorato italiano e rifiutò.
Dopo l'incidente di Dogali, nel quale circa trecento Italiani mal condotti in uno sconfinamento dall'Eritrea vennero
annientati dalle forze etiopiche, la situazione precipitò verso un tentativo di invasione diretta delle truppe del
governo di Crispi. Nel 1895 si svolse la battaglia di Amba Alagi, tra italiani ed etiopi e successivamente, oltre
ventimila italiani ed eritrei, dopo aver ricevuto messaggi di sollecito del Crispi sotto pressione a Roma,
attaccarono presso Adua, il 1° marzo 1896, ma furono duramente sconfitti dalle truppe etiopi nel giro di una
giornata. Col Trattato di pace di Addis Abeba, che annullava il trattato di Uccialli, l'Italia riconobbe l'indipendenza
dell'Etiopia (Abissinia) e questa riconobbe la colonia italiana d'Eritrea
Nel 1930, salì al potere Haile Selassie I, che fu il principale artefice dell'ingresso dell'Etiopia nella Società delle
Nazioni primo paese africano.
ERITREA: la vicenda coloniale italiana ebbe inizio nel 1869, con l'acquisizione della Baia di Assab, da parte
della società di navigazione genovese Rubattino (primo atto della presenza ufficiale italiana nel continente
africano); nello stesso anno fu siglato l'accordo di acquisizione, che fu contestato dal governo egiziano,e
rivendicò il possesso della baia, innescando una controversia che si risolse solo nel 1882, quando il
possedimento italiano divenne uficialmente italiano. Successivamente fu acquisita la città portuale di Massaua,
ed il controllo italiano si estese nell'entroterra. Nel 1890, durante il governo Crispi, l'Eritrea fu dichiarata colonia
italiana
Nel 1893 Menelik denunciò il Trattato di Uccialli, ed in Eritrea gli italiani continuavano la penetrazione. Col
Trattato di pace di Addis Abeba, l'Eritrea era riconosciuta colonia italiana
Durante il fascismo, la colonia fu oggetto di un ambizioso programma di modernizzazione, soprattutto negli anni
'30, per trasformarla in un centro di commercializzazione dei prodotti e materie prime: furono costruiti km di
ponti, strade, ferrovie, le città furono sistemate ed i porti potenziati, furono sviluppati i servizi ospedalieri e
sanitari, e l'agricoltura venne favorita.
SOMALIA: nel 1885 venne stipulato un accordo col sultano di Zanzibar per ottenere un protettorato sulla
Somali, su cui, in realtà, l'Italia aveva già iniziato ad acquisire controllo. Tutta l'area era però contesa da Francia
Italia e Inghilterra . Nel 1884, l'Italia fece un accordo con la GB per l'occupazione del porto di Massaua che,
assieme ad Assab, formò i “possedimenti italiani nel Mar Rosso”, dal 1890 denominati Eritrea e base per un
progetto che doveva sfociare nel controllo dell'intero Corno d'Africa. I britannici stabilirono il controllo sulla
Somalia Britannica, mentre la parte meridionale venne occupata dagli italiani (Somalia Italiana) e quella più
settentrionale dalla Francia (Somalia Francese).
DODECANESO
Durante la guerra italo-turca, culminata con l'occupazione della Libia, l'Italia occupò il Dodecaneso nel 1912.
Con la Pace di Losanna (ottobre 1912), l'Italia ottenne il riconoscimento dell'amministrazione civile sulla Libia, in
cambio del ritiro delle truppe dal Dodecaneso; tale clausola non fu rispettata, perchè subordinata alla cessazione
di atti di ostilità contro l'amministrazione italiana in Libia, apparentemente fomentati dalla Turchia. L'Italia
mantenne quindi l'occupazione sulle 12 isole per tutta la I GM. Il 29 luglio 1919 fu sottoscritto un accordo segreto
tra Italia e Grecia, in cui l'Italia rinunciava alle isole del Dodecaneso, salvo Rodi, in cambio dell'appoggio greco
ad un mandato sull'Albania.
Con il Trattato di Sèvres (agosto 1920), venne confermato il possesso italiano su tutto il Dodecaneso; tale
trattato fu sostituito dal Trattato di Losanna (1923), con cui la Turchia e la Comunità Internazionale riconobbero
per la prima volta all'Italia la sovranità sul Dodecaneso; dal 1926, le isole vennero trasformate il “Governo delle
Isole italiane dell'Egeo”
LIBIA
Giolitti, nel 1911, iniziò la conquista della Tripolitania e della Cirenaica, inviando migliaia di marinai a Tripoli
contro l'Impero Ottomano.
Col Trattato di Losanna, ufficialmente solo la Tripolitania fu sotto il controllo dell'esercito italiano, anche se molte
altre regioni vennero occupate; la guerriglia indigena continuò per molti anni.
Con l'ascesa del fascismo, vi fu un inasprimento della politica italiana verso i ribelli, e dal '21 al '25, nuove
campagne militari portarono alla conquista effettiva di altre regioni libiche. Nel 1930, la situazione era a favore
degli italiani; la lotta proseguiva solo in Cirenaica, dove, tra l'altro, per impedire i rifornimenti dall'Egitto, venne
innalzata una lunga barriera di filo spinato, lunga 270 km. Nel 1931, alla fine, Omar al-Mukhtar, capo dei ribelli,
venne ucciso: ciò segnò la fine della resistenza libica e la riunificazione delle provincie libiche sotto il comando
italiano.
All'inizio degli anni '30, Mussolini ordinò l'inizio di una vasta immigrazione di coloni italiani nelle aree coltivabili
della colonia, e cercò l'integrazione della locale popolazione araba e berbera.
Dal '39, la colonia della Libia fu incorporata nel territorio metropolitano del Regno d'Italia, e considerata parte
della Grande Italia (progetto fascista, che cercava la creazione di un grande impero italiano nell'area del bacino
del Mediterraneo), col nome di Quarta Sponda.
Rivolta dei Boxers
Dal 1899 fino al 1901, sotto la dinastia Qing, si scatenarono rivolte anti-imperialiste e anti-straniere, capeggiate dalla
“Società dei Pugni Giusti e Armoniosi”, i boxers per l'appunto. Gli attacchi erano rivolti verso gli stranieri che stavano
costruendo ferrovie e contro la loro continua ingerenza negli affari cinesi.
L'intervento dell'Alleanza dello 8 Nazioni (JAP, USA, GB, ITA, FRA, GER, RUS, AUS-UNG) si risolse con la sconfitta dei
boxers.
TIENTSIN
La Concessione di Tientsin, fu ottenuta dall'Italia dopo la spedizione internazionale contro la Rivolta dei Boxer,
nel 1901, in cui fu presente un corpo di spedizione italiano; all'Italia, come alle altre 7 potenze intervenute, fu
garantita una concessione commerciale nell'area della città di Tientsin (quella italiana fu la minore). Dopo la I
GM, la concessione austriaca nella città tornò alla Cina, ma nel '27, fu inglobata in quella italiana.
ALTRE MIRE DEL GOVERNO ITALIANO
CIAD
Questo paese interessò l'Italia fin dalla conferenza di Versailles, causando frizioni diplomatiche con la Francia; il
corpo diplomatico italiano, avendo già possesso della Libia, chiese la colonia tedesca del Camerun, e il
passaggio del Ciad dalla Francia all'Italia come compenso per la partecipazione alla guera. Ma il Camerun
venne assegnato alla Francia, e l'Italia ottenne solo l'Oltregiuba da Regno Unito (parte del Kenya), che
guadagnò a sua volta 1/5 del Camerun, che venne annesso alla Nigeria britannica. L'Oltregiuba, nel '26 sarà
annessa alla Somalia italiana.
ANGOLA
Anch'essa fu ambita nelle trattative di Versailles: il governo italiano infatti dichiarò che il Portogallo aveva un
impero sproporzionato rispetto alle sue piccole dimensioni, e furono quindi avanzate due proposte:
• il riconoscimento all'Italia da parte del Portogallo di concessioni agricole in Angola per emigranti italiani;
• nel caso che il Portogallo venisse privato di alcune sue colonie, la Gran Bretagna e la Francia avrebbero
riconosciuto all'Italia il diritto sull'Angola;
Contemporaneamente il governo italiano promosse la costituzione da parte delle 11 banche italiane più
importanti di una "Società Coloniale per l'Africa Occidentale" per la gestione delle concessioni agricole in Angola.
Comunque questo progetto trovò una ferma opposizione da parte delle autorità portoghesi.
Alla proposta italiana poi definita "assurda" risposero con fermezza GB e Francia, in difesa portoghese. L'Italia a
giudizio franco-britannico aveva ottenuto già abbastanza con la conquista del Trentino Alto Adige e dell'Istria,
nonché le rettifiche territoriali sempre a vantaggio italiani nell'Oltregiuba.
YEMEN
La colonia eritrea, sotto l'amministrazione del Governatore Gasparini, nel '26, cercò di ottenere un protettorato
sullo Yemen, per creare una base per un impero coloniale sulla penisola araba; ma Mussolini non volle inimicarsi
la GB, e si lasciò convincere da Churchill, con cui era in contatto epistolare, a fermare il progetto di Gasparini,
lasciandosi sfuggire il possibile controllo di un'interessante area petrolifera.
La Russia esce dall'isolamento (vd. pg 10-11)
Il Ministro degli Esteri russo Cicerin, già autore del Trattato di Brest-Litovsk, , si mosse da subito per cercare di
far uscire l'URSS dall'isolamento diplomatico, causato dalla rivoluzione bolscevica. Iniziarono quindi le trattative
con gli stati baltici e confinanti, come la Turchia, l'Iran e l'Afghanistan, oltre che con la GB.
I mercati britannico e russo, infatti, erano complementari, il primo esportatore di materie prime e importatore di
manufatti, il secondo, viceversa.; inoltre la Russia offriva grandi possibilità di investimento per le imprese inglesi,
in quanto essa era un paese devastato dalla guerra.
Nel 1921, GB e Russia, quindi, stringono un'alleanza commerciale. Il 28 ottobre 1921, Cicerin inviò una nota
diplomatica a USA, JAP, GB, FRA, ITA per organizzare una conferenza economica internazionale.
Ciò avveniva un mese prima della richiesta di moratoria da parte della Germania.
La GB, si impegnò da subito a cercare un tentativo per risolvere la questione delle riparazioni dell'isolamento
russo, e iniziò a dialogare con la Francia: nel 1921, Lloyd George e Briand si incontrarono a Londra, e la Francia
richiese un'ulteriore garanzia anche per i suoi alleati orientali, area a cui la GB non è però interessata.
Nel gennaio 1922 si svolse a Cannes la conferenza interalleata, fortemente voluta da Lloyd George e Briand,
per affrontare ancora i problemi della ricostruzione economica e dei pagamenti dei debiti di guerra tedeschi; alla
Conferenza partecipano anche i rappresentanti tedeschi, non più in qualità di accusati, e la destra francese
insorge: Millerand sostituisce Briand con l'intransigente Poincarè. I negoziati si arenano, e la C.d.C. Si rivela un
fallimento.
Sulla basa della risoluzione adottata dal Consiglio Supremo Interalleato a Cannes. Veniva convocata a Genova
una Conferenza Internazionale Economica, con l'obiettivo di agevolare la ricostruzione economica europea.
La Conferenza Internazionale Economica di Genova, si svolge nel aprile-maggio 1922: la Russia propone la
sovvenzione per la creazione di un consorzio internazionale, per finanziare la ripresa russa (Cicerin inoltre.nel
suo discorso, fissa alcuni punti: coesistenza pacifica, disarmo, internazionalizzazione dei corsi d'acqua, rifiuto di
restituire debiti ed indennizzi, a meno del pagamento dei danni da parte delle nazioni che avevano appoggiato i
“bianchi”), gli Stati Uniti rifiutano la proposta, Poincaré pone un ultimatum per la risoluzione dei problemi di debiti
e riparazione, la Conferenza si arena e determina l'ennesimo fallimento. Due però sono i successi: il riesame
della questione adriatica, grazie ai vari incontri tra i delegati italiani e quelli jugoslavi, e la firma dell'Accordo di
Rapallo (16 aprile 1922), firmato dai Ministri degli Esteri Cicerin e Rathenau.
Accordo di Rapallo (1922)
1) Piano politico-diplomatico: mutuo riconoscimento e avvio di relazioni diplomatiche
2) Piano economico-commerciale: rinuncia alle rispettive riparazione e rinuncia tedesca degli indennizzi
per i beni espropriati e nazionalizzati dalla Russia; clausola della nazione più favorita (benefici derivanti
da accordi con stati terzi, si applicano automaticamente ad entrambi gli stati contraenti);
3) Piano militare: protocollo segreto per addestrare truppe tedesche e testare armi tedesche in Russia,
aggirando la demilitarizzazione di Versailles
Contemporaneamente Cicerin si incontrò con Lloyd George, per discutere questioni commerciali, e fece credere
ai tedeschi che l'argomento dell'incontro fosse in realtà il diritto russo di riscossione delle riparazioni.
La Germania continua a basare le sue relazioni internazionali sull'amicizia con la Russia, usandola come
minaccia. La Polonia risulta ora accerchiata, nonostante l'alleanza con la Francia, che resta a guardare mentre il
nemico di sempre si rimette in piedi.
Le posizioni intransigenti di Poincaré alla Conferenza di Genova, avevano condizionato la fine delle trattative e
l'accordo tra Germania e Russia.
Cambio di rotta per la Francia
Il nemico di sempre della Francia si stava rimettendo in piedi e minacciava i suoi alleati, come la Polonia, ora
accerchiata; ciò era frutto anche della posizione eccessivamente rigida di Poincarè alla Conferenza di Genova,
che aveva fatto sentire Russia e Germania ancora più isolate.
Nel 1924 la SFIO ((Sezione Francese Internazionale Operaia, il partito socialista), partecipò alle elezioni
politiche con il “Cartello di Sinistra” (Cartel des gauches), insieme con radicali moderati, radicali socialisti,
repubblicani socialisti. Alle elezioni, il CdG ottenne la minoranza dei voti, ma le divisioni nei collegi periferici del
Blocco di destra, fecero si che la sinistra, con a capo Herriot salisse al potere.
Protocollo di Ginevra
Herriot era deciso a proseguire la politica del dialogo e convinto di potersi riavvicinare alla GB. L'occupazione
della Ruhr diede la spinta finale: era necessario rinforzare Società delle Nazioni, e dotarla di strumenti giuridici
adatti per la soluzione di controversie simili.
Herriot, d'intesa con MacDonald (capo dei laburisti inglesi), sulla base di un progetto formulato da Edvard Benes
(Ministro degli Esteri cecoslovacco, e Primo Ministro dal '21 al '22).
Nel settembre del 1924 ebbero quindi inizio i lavori della Conferenza di Ginevra, i cui punti fondamentali trattati
erano: DISARMO, SICUREZZA, ARBITRATO. Il 2 ottobre 1924, ne scaturì il Protocollo per il Regolamento
Pacifico delle Controversie Internazionali, o Protocollo di Ginevra:
− arbitrato (procedimento con pronuncia da parte di terzi, senza ricorrere a processo ordinario),
obbligatorio in caso di controversie internazionali e presunzione di aggressione per quella potenza che
respinge l'arbitrato; Società delle Nazioni come arbitro internazionale;
− avvio di una politica di disarmo e riduzione degli armamenti, da stabilire nel corso di una successiva
conferenza internazionale;
− voto non più all'unanimità, ma per maggioranza di 2/3;
− misure vincolanti per gli stati membri e sanzioni economiche e boicottaggio contro i paesi trasgressori
del Protocollo;
In GB però, alle elezioni vinsero i conservatori di Baldwin, e Austen Chamberlain (fratellastro maggiore di Neville
Chamberlain, Primo Ministro dal '37 al '40) venne nominato ministro degli esteri.
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