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Estratto del documento

Tra il 1561/14, si contano pochissime convocazioni (5/7).

Fino al 1614 intervengono dopo l’assassinio di Enrico IV di /Borbone (avvenuto quattro anni prima da un

fanatico cattolico, era riuscito a mettere fine alle guerre di religione) per riappacificare le frazioni.

Si delinea l’assesto istituzionale che sembrava raccogliere nelle mani del sovrano il potere// assoluto,

l’apice si trova con la politica messa in atto da luigi XIV, re sole, 1661, obb. Governo da solo, tramite il

consolidamento del legame tra corona e nobiltà, infatti toglie le funzioni di governo all’alta nobiltà,

istituzioni permangono, ma estromette loro la partecipazione a favore dell’alta borghesia. Luigi progetto

sovrano centrico e patrimoniale del regno (si credeva proprietario del regno e dei sui sudditi) In questo

periodo enorme diffusione della venalità delle cariche. Portato arricchimento cariche statali e perdita di

controllo sui funzionari statali che guardavano il loro interesse e non quello pubblico. Uno dei sui obbiettivi

fu quello di ridurre i margini di manovra e i privilegi dell’alta nobiltà. Inoltre, l’imposizione fiscale venne

affidata a funzionari stipendiati dallo stato (non introduce amministrazione moderna, poiché la logica è

sempre quella sovrano centrica). Significativo è il ruolo di cobert, che si distinte per un efficientissimo ruolo

come controllore delle finanze e diventò presto un fidato collaboratore del re, il quale si poneva come

obbiettivo quello di risanare le finanze del regno per rilanciare l’economia nazionale. Infine, dal punto di

vista religioso si pone come obbiettivo il controllo delle coscienze (evitare diffusione modello gainsenista,

reprimere gli ugonotti e riappacificarsi con la chiesa romana). In campo militare porta ad un aumento delle

guerre e una politica espansionistica. Ma è davvero legibus solutus (sciolto dalle leggi)? No, sono numerosi

gli elementi non assolutistici, come la negoziazione con i contropoteri tradizionali ancora presenti sul

territorio. Storiografia moderna, considera l’assolutismo, come un mito, mai effettivamente applicato.

Non verranno più convocati fino al 1788 (anno in cui gli stati generali si oppongono al sovrano, luigi XVI, che

tentando di rimediare al dissesto finanziario del paese con una serie di riforme fiscali, che trovano molta

opposizione tra i ceti più elevati che temevano na riduzione dei loro privilegi), non furono mai aboliti

perché la costituzione era consuetudinaria, quindi impossibili a farlo, ma di fatto vennero disattivati. L’anno

successivo il terzo stato decide di rompere gli equilibri tradizionali degli stati generali, nei giorni successivi

alla riunione di essi i deputati del terzo stato (rappresentanti di quasi la totalità del mondo francese), per

evitare che fossero controllati in modo inevitabile dagli altri due ordini, si ritrovano in una situazione in cui

un dialogo era impossibile e si scelse con la dichiarazione del 1789 di riunirsi in un assemblea unitaria ,

quella nazionale dalla quale erano esclusi clero e nobili. Nello stesso anno la rivoluzione divampò a Parigi e

in molte città della FR. Il nuovo vento rivoluzionario spinse i membri dell’assemblea nazionale ad azioni più

radicali. Sotto la loro pressione clero e nobili rinunciano ai tradizionali privilegi (dichiarata fine del modello

feudale). Pochi mesi dopo venne approvato un documento giuridico e politico di fondamentale importanza

per la rivoluzione: la dichiarazione in cui venivano sanciti i diritti dell’uomo e del cittadino, primo passo

verso la costituzione FR e una nuova concezione di stato.

Da notare in media i protoparlameti degli altri stati EU siano più simili a quello francese.

Assemblee dei notabili assumono importanza quando gli stati Generali non sono convocati16/17 secolo,

sono come gli stati generali, speculari e tricamerali, ma diverse non sono infatti elettive, ma i suoi membri

sono scelti dal sovrano.

Alcuni editti venivano resi effettivi solo dopo l’approvazione dal parlamento locale, ci sono tanti parlamenti

quante sono le ex provincie francesi. I parlamenti prima della rivoluzione svolge la funzione di tribunale, per

questo è dislocato nel territorio. Nei parlamenti sedevano la nobiltà di toga. Questi oltre ai privilegi

derivanti dal loro titolo, potevano appellarsi e non registrare gli editti del re. Parlamenti potevano anche

opporsi alla registrazione di editti reali, quando riscontravano vizi in rapporto alla costituzione

consuetudinaria del regno. Il sovrano poteva imporre la sua volontà con il letto di…, quindi il re si reca

personalmente nel parlamento locale e lo registra.

Dibattito sulla La rivoluzione francese

Letture 800 degli eventi rivoluzionari (contemporanei) es. BURKE, filosofo UK scrive “riflessioni sulla

rivoluzioni in FR”, nel quale la condanna, altri invece alla luce delle conseguenze che ha avuto sull’ EU la

valutano positivamente es. TOCQUEVILLE o MARX. Storiograficamente la terza repubblica FR con lo storico

e politico J. JAURES che privilegia gli aspetti economici e sociali rispetto a quelli politici.

Letteratura marxista (anni 1950) interpretano J. Venne ripresa e sviluppata da A. SOBOUL, che la inquadra

come rivoluzione borghese e il momento culmine del passaggio da feudalesimo a capitalismo. Tutto ciò

grazia al contributo decisivo della borghesia, ormai emancipata e quindi inadatta alle strutture esistenti.

La lettura liberale (valore ideologico politico), dibattito nel 17 secolo, secondo il quale grazie a questa

rivoluzione sono nate le correnti del liberalismo e socialismo. Il mondo liberale legge la rivoluzione FR

avvicinandosi al filone “revisionista” tra gli autori che emergono si distingue A. COBBAN, che la definiva

come un mito storiografico, questa idea non tiene conto dell’eterogeneità sociale che i marxisti in modo

troppo sbrigativo definivano borghesia. Inoltre, sostengono che il capitalismo sia piuttosto stato rallentato,

che agevolato dalla rivoluzione. Si apre poi una nuova stagione storiografica con F. FURET il quale

sottolineava che la vera natura della rivoluzione non fosse economica, e aderisce all’idea marxista che

sottolineava la reale portata del cambiamento, che deve essere inserito in un processo di lungo periodo per

essere capito veramente. Essa conduce alla nascita dell’ideologia e del suo utilizzo nel discorso pubblico,

come giustificazione dell’azione politica.

La storia culturale della rivoluzione, negli anni 80, il discorso ha preso i tratti di uno scontro ideologico-

politico, ciò ha portato ad un dibattito attento alla sfera culturale della rivoluzione, qui si distingue L. HUNT,

che attraverso un approccio complesso e pluridisciplinante, soffermandosi sugli elementi sociali e culturali

che avrebbero influito sul corso degli eventi, dando più spazio anche ai mutamenti strutturali e politici, ai

simboli, alle parole…

Alcuni storici della rivoluzione FR, come: Cobban, Furet, Hunt.

L’esperienza napoleonica ha inizio con il colpo di stato del 1799, si pone obbiettivo di conciliare le due facce

della Francia, quella “antica” con l’auto-incoronazione ad imperatore e quella moderna, mediante la

consacrazione della nazione tramite un plebiscito universale, che poi verrà progressivamente imbrigliato e

circoscritto, offre la misura della deriva auto centrica e dittatoriale assunta da Napoleone. Durante il

periodo in cui fu al potere, produsse tre costituzioni, di cui una prima durante il suo periodo di console e le

altre, che furono solo un aggiustamento della prima, mentre era imperatore e console a vita. Il sistema

istituzionale rimase lo stesso (esecutivo al console, senato, potere legislativo), ma accentrò in modo

progressivi tutti i poteri nella sua figura.

L’invenzione dello spazio statale

(1789/1790) La rivoluzione francese ha contribuito a innovare la ridefinizione dello spazio statale sia in FR

che nel resto del EU. Ciò porta alla creazione di un unico spazio ripartito in sub- spazi amministrati dal

governo centrale in base al principio di uniformità. Venne istituita un'unica gerarchia di circoscrizioni statali,

che dal dipartimento scendeva fino alle periferie tramite i cantoni ed i comuni. Al vertice di ogni

dipartimento vi erano due organi collegiali: il consiglio (elettivo e deliberante) ed il direttorio (comporto da

8 membri eletti dal consiglio) questa fu un’innovazione totale che istitutiva un principio costituzionale che

sarebbe rimasto fino ad oggi (spazio stato unitario ed omogeneo, nessun “isola privilegiata” e unica

amministrazione)

Dentro lo stato di Siena

(inizio 1400) Il “centro” cambia lo status di 46 comunità subordinate declassandole da città

“convenzionate” a contado. Causando una riduzione dei diritti delle stesse. Giustificato con il fatto che le

stesse siano da tempo disabitate.

A seguito delle trasformazioni eco/ sociali/ politiche la comunità di Monterotondo nella metà del 1300, si

sottomette allo stato di Siena. È evidente che perda parte della sua autonomia, ma comunque in parte essa

è garantita con la propria specificità costituzionale.

Dentro lo stato di Firenze

A seguito delle trasformazioni sociali/ territoriali/ politiche, la piccola comunità di Civitella nella metà del

1300, si sottomette a Firenze (che agisce come stato territoriale). Dal patto di capitolazione appare

evidente che l’ingresso allo stato territoriale comporta in parte la predita parziale dell’autonomia cittadina,

ma anche la garanzia del riconoscimento del proprio status di ordinamento giuridico autonomo. L’ingresso

cambia quindi la “verfassung” interna, ma non annulla l’essenza di corpo cittadino dotato di specificità

costituzionale, infatti può modificare e scegliere se approvare le leggi provenienti dallo stato centrale.

Dentro lo stato di Francia

A seguito delle trasformazioni politiche/ eco./ sociali i rappresentati del ducato di Bretagna chiedono

l’unione al regno di Francia. (1532) dai documenti si ricava che l’ingresso al regno di Francia comporti

l’annullamento degli atti locali contrari all’accordo e alle consuetudini generali del regno, ma anche la

garanzia del riconoscimento di antichi privilegi e consuetudini che il sovrano si impegna a garantire. “senza

nulla cambiare né innovare”. Nei documenti di accoglimento di richiesta e di conferma dei privilegi da parte

del re, si accenna ai parlamenti ed a altre istituzioni presso le quali gli stessi documenti dovranno essere

registrati e per la pubblicazione richiama la prassi costituzionale richiesta per la validazione degli atti

sovrani di valenza generale.

Governo misto

La costituzione mista connette in un'unica struttura elementi diversi (monocratico, aristocratico e

democratico) ha esercitato molta influenza fino XVII secolo, e al giorno d’oggi suscita nuovamente

interesse, c

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Publisher
A.A. 2018-2019
16 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/03 Storia delle istituzioni politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marta-e di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle Istituzioni politiche e sociali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Chiavistelli Antonio.