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Il vero scopo della rivoluzione francese
Lo scopo reale della rivoluzione era quello di esprimere ed attuare un nuovo sistema sociale, che corrispondesse alle esigenze determinate dal processo di sviluppo storico della società francese, e fondasse la società sull'industria e sugli industriali: il sistema teologico-feudale, completamente esaurito, avrebbe dovuto essere sostituito dal sistema scientifico-industriale. "La vera forza temporale risiede ora negli industriali, e la forza spirituale negli scienziati. Queste due classi sono le sole ad esercitare una reale e permanente influenza sull'opinione e sulla condotta del popolo".
La rivoluzione non riuscì, secondo Saint-Simon, ad instaurare un nuovo sistema, perché la classe degli industriali affidò il compito della riforma del vecchio ordine ai rappresentanti della borghesia che fu incapace di ricostruire un nuovo ordine. Saint-Simon è scettico nei confronti delle soluzioni rivoluzionarie, dei mutamenti improvvisi.
eradicali che non corrispondono al grado di sviluppo delle forze sociali.
La caratteristica fondamentale dell'industria moderna è data dall'applicazione delle scoperte scientifiche alla stessa produzione. Ciò è stato reso possibile perché si è formata una categoria di scienziati, gli ingegneri, che si dedica in modo specifico e professionale allo studio del modo in cui le scoperte scientifiche possono essere sfruttate da parte dell'industria. La politica, invece, si basa sullo studio dei fatti sociali, analizzati con il metodo proprio delle scienze positive, ed ha come fine un'organizzazione della società che accresca il dominio dell'uomo sulla natura.
La vera rivoluzione, secondo Saint-Simon, dalla quale scaturisce la società contemporanea, è quella industriale, operata dalla nuova organizzazione dell'attività produttrice.
Le rivoluzioni corrispondono ai necessari periodi di crisi, più o
meno violenti, che segnalano una nuova fase del processo evolutivo: tale consapevolezza, secondo Saint-Simon, consente di prevenire e quindi risolvere, mediante opportune riforme, quelle tensioni e quei conflitti, sintomi sicuri dell'inadeguatezza del vecchio sistema politico, che potrebbero avere uno sbocco rivoluzionario. Anche la classe politica, o dirigente, alla quale in ogni sistema politico è demandata la gestione del potere, subisce un notevole processo di trasformazione: la rivoluzione francese è stata caratterizzata dalla lotta della borghesia, alleata con gli <<industriali>>, contro l'aristocrazia e dalla sua vittoria su quest'ultima. La nuova classe politica dovrà essere costituita, secondo Saint-Simon, dai capi naturali degli industriali. Con la nuova classe dirigente muta radicalmente anche il vecchio rapporto di comando e di obbedienza sul quale si basava l'ordine politico-sociale. Il comando, proprio perché espresso da
società industriale>>. Questo potere non è più basato sulla coercizione o sull'oppressione, ma sulla guida e sulla direzione, che indica i comportamenti e le operazioni più adatte per raggiungere gli obiettivi della nuova società industriale. Nel vecchio sistema, il popolo era sotto il controllo dei suoi capi; nel nuovo sistema, invece, è unito a loro. Mentre prima c'era un comando dai capi militari, ora c'è un indirizzo dai capi industriali. Nel primo caso, il popolo era soggetto; nel secondo caso, è associato. La nuova società industriale è una società di collaboratori. Secondo Saint-Simon, la sovranità non è altro che il potere di scegliere la direzione lungo la quale la società industriale deve operare.