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S. Agostino e il declino dell'impero romano

S. Agostino è vissuto in un periodo chiave della storia d'Europa, durante il quale è avvenuto il declino dell'impero romano di occidente. 476 d.c. è la data della caduta dell'impero romano d'occidente; 410 d.c. accadeva un fatto senza precedenti in Europa: il sacco di Roma. È un fatto epocale, Roma, la città invincibile viene attaccata e messa al sacco dai barbari, comandati da Alarico. È un fatto che scuote le menti di tutti, in particolare il pensiero di S. Agostino.

De civitate Dei (la Città di Dio)

S. Agostino ha scritto questa opera per difendere il Cristianesimo dall'accusa che gli era stata posta dai pagani. L'accusa era quella di aver causato la caduta dell'impero Romano. In particolare al Cristianesimo veniva attribuita la colpa di aver introdotto dei valori talmente differenti da quelli dei romani, che alla fine ha prodotto un cambiamento che ha determinato l'indebolimento dell'impero.

Portandolo alla rovina. 16Differenza tra Cristianesimo e pensiero Greco-Romano.Il cristianesimo sicuramente ha portato dei valori molto differenti da quelli romani.L’epoca in cui S.Agostino visse, è quella dell’ Editto di Costantino, del 313 d.c.; il Cristianesimo viene dapprima tollerato, poi diverrà addirittura la religione ufficiale dell’impero romano.Il Cristianesimo predicava valori che andavano contro ad alcune concezioni fondamentali del pensiero greco-romano:- Innanzitutto sull’individuo, in particolare, non conta più l’idea dell’uomo come individuo che si realizza pienamente solamente all’interno della Polis. Per il Cristianesimo l’uomo deve essere considerato in quanto tale, gli individui singoli si realizzano non all’interno della Polis, ma nel rapporto con Dio;- altra differenza è sulla concezione della gerarchia naturale . Gli uomini sono tutti diversi per natura, avevano detto i greci, per i Cristiani,

invece, gli uomini sono tutti uguali, sono tutti figli di Dio e sono visti tutti allo stesso modo. Un esempio tipico di questa concezione cristiana, è il sermone della montagna, presente nel nuovo testamento, il quale rappresenta chiaramente un attacco diretto al mondo greco-romano. Infatti, nel sermone, quando Gesù sale nella montagna dà dei messaggi tipo: "..beati i poveri perché entreranno nel regno dei cieli." I romani rispondono: "come beati i poveri? I poveri sono tali perché non hanno saputo guadagnare..". Oppure frasi del tipo: "Amate il Vostro nemico" e il Romano: "..il nemico va schiacciato in battaglia.". Tutto questo ha fatto affermare a qualcuno che il discorso sulla montagna è un messaggio politico rivoluzionario. Tutto questo, indubbiamente ha minato le fondamenta dell'impero romano. Non è della stessa opinione Agostino quando cerca di difendere il Cristianesimo ad aver

Causato la caduta dell'impero Romano. Significato di De Civitate Dei, la Città di Dio. Secondo S.Agostino esistono due città: la città di Dio, città celeste e la città dell'uomo, città terrena. Cosa è che ha costruito le due città è l'amore. L'amore è un concetto fondamentale nella filosofia di S.Agostino. Però è un amore differente quello che ha costruito queste due città. Egli afferma: "l'amore di Dio, fino al disprezzo di sé, fece la città celeste"; "l'amore di sé, fino al disprezzo di Dio, fece la città terrena". La città terrena è una città del peccato, nata dal peccato originale. Se non ci fosse stato il peccato originale, saremmo tutti nella città celeste. Per definire la differenza tra la città terrena e la città celeste, egli utilizza l'esempio di due

fratricidi: l'uccisione di Abele da parte di Caino e l'omicidio di Remo da parte di Romolo. In entrambi i casi un fratello che uccide un fratello. C'è una differenza, però, tra questi due casi. Caino, quando uccide Abele, lo fa per una cattiveria naturale, per invidia, in quanto Abele era il preferito di Dio. Romolo invece, uccide il fratello, unicamente per il potere, per il governo di Roma. Aveva capito che in due non avrebbero potuto ottenere quello che avrebbe potuto uno solo.

Ovviamente si capisce come il potere politico possa corrompere l'uomo.

Sulla natura umana

La concezione della natura umana non è molto ottimistica, poiché S.Agostino spinge agli estremi la natura peccaminosa dell'uomo, il peccato originale.

Gli uomini nel mondo sono tutti peccatori. Non è un caso che Martin Lutero studierà molto il pensiero di S.Agostino.

S.Agostino afferma che il mondo è come un gigantesco torchio che spreme gli uomini.

Allora esce un olio molto buono, ma la maggior parte sono scarti. Anche S. Agostino è caratterizzato da un certo realismo. Dopo aver visto la differenza della città di Dio e la città terrena, a questo punto S. Agostino viene aldunque e viene a smontare l'accusa secondo la quale il Cristianesimo sia la causa della caduta dell'impero romano. Per farlo, utilizza gli stessi argomenti dei Pagani, i loro stessi scritti. In pratica cerca di sconfiggerli sul loro stesso terreno, prendendo spunto dal loro massimo esponente: Cicerone. In particolare quando S. Agostino parla dello Stato e del popolo critica Cicerone esattamente alcuni brani di un'opera che questo aveva scritto. Cicerone era un autore romano vissuto alla fine della Repubblica, quindi nei primi anni precedenti all'impero, prima di Cesare. Critica alcuni brani dell'opera "De Repubblica" - "Dello Stato", - scritta da Cicerone. Praticamente S. Agostino prende la

definizione di Popolo data da Cicerone, la condivide in parte, in parte la critica e poi propone una sua concezione differente. Anzitutto deve dimostrare che Roma non fu mai uno Stato, un vero popolo. Dimostrando che, secondo la definizione di Cicerone la Repubblica romana non fu mai uno stato. Egli definirà lo Stato come la Cosa del Popolo, così come Cicerone affermò nel suo libro, per dire che non è la cosa del Re o del Principe. Che cosa è il popolo però? Cicerone e S.Agostino non la pensano nello stesso modo. Per Cicerone il popolo era una moltitudine di individui unita insieme dalle leggi, dal diritto, e dall'utilità comune. S. Agostino non la pensa così, in quanto nella sua visione di uomo cristiano, la giustizia non è qualcosa di terreno, qualcosa di creato dagli uomini, ma qualcosa che appartiene a Dio. Quindi non è la giustizia terrena che tiene unito il popolo. Gli uomini possono sbagliare, sono peccatori. Il

Il significato di giustizia per lui è quindi qualcosa di ultraterreno. E fa un esempio: "cosa distingue lo Stato da una banda di briganti?" Anche una banda di briganti ha un capo, si spartisce un bottino e si dà delle regole. Basta questo quindi per formare uno Stato? S. Agostino ricorda qui l'episodio di Alessandro Magno e del Pirata: "Alessandro Magno aveva finalmente acciuffato un pirata e, portandolo al suo cospetto, gli chiese: 'con quale diritto tu ti sei messo a fare il pirata e a tiranneggiare i mari?' Il pirata rispose: 'con lo stesso diritto con il quale tu tiranneggi in tutto il mondo, grande Alessandro, solo che io lo faccio con una sola piccola nave e vengo chiamato pirata, mentre tu che lo fai con un meraviglioso esercito vieni chiamato imperatore'. Con questo esempio S. Agostino vuole dimostrare come non sono le leggi e la giustizia umana che può creare un popolo e uno stato, proprio perché questa è soggettiva.

E allora, lo Stato è sicuramente la cosa del popolo, ma il popolo non è un gruppo di individui guidato dal diritto e dalla comune utilità ma dall'amore. Dall'amore verso una cosa o una causa comune. Quindi l'amore è l'elemento che costituisce il popolo.

In questo senso se si abbandona l'idea di giustizia, introducendo il concetto di amore, il popolo romano è stato tale per un certo periodo di tempo, perché Roma per molti secoli in effetti è stata grande, poi è crollata. Ma è crollata non per causa del Cristianesimo, ma proprio perché ha perso di vista l'amore verso la causa comune.

In pratica per S.Agostino i secoli della prosperità di Roma furono dovuti al fatto che i romani amavano la loro patria, la grandezza di Roma era ciò che li univa, era il vincolo. Una madre si sentiva orgogliosa nel mandare il figlio a combattere per la patria. L'amore comune per la

grandezza di Roma è quello che rese prospera Roma per alcuni secoli. Quando invece i romani persero di vista l'amore comune per la patria e furono presi dall'individualismo, dall'egoismo, ecco che l'impero è crollato, si è disciolto. Quindi, la caduta dell'impero romano è dovuto ad una causa interna all'impero stesso, il Cristianesimo non c'entra. Ruolo del o dei governanti all'interno di uno Stato; a cosa serve il potere politico. Ogni potere deriva da Dio. È un frase che compare in quasi tutti i trattati politici del medioevo. Quindi, è Dio il vero sovrano. Anche i sovrani terreni, i Re e gli Imperatori, devono rivolgersi sempre a lui. Ciò vuol dire che questi non conservano un potere che deriva da un qualcosa che hanno fatto o detto, tutto il loro potere gli deriva da Dio. Il potere politico, secondo S.Agostino, è semplicemente una funzione che i sovrani devono

esercitarenell'interesse di tutti.Egli afferma :” il sovrano è come un pastore di un gregge” , nel senso che ha interesse che il suo greggestia bene, che produca.Anche questa metafora si troverà molto spesso nella storia del pensiero politico.Il prossimo autore è Machiavelli. Anche qui, c’è un salto di parecchi secoli, siamo nel tredicesimo secolo.Contesto molto diverso da quello in cui visse S.Agostino.Machiavelli, come il Cristianesimo era venuto a scardinare il pensiero greco-romano, il pensiero cosiddettodell’età moderna, che finisce appunto con il tredicesimo secolo, verrà a scardinare le idee riportate nelcristianesimo medievale .

MachiavelliTra gli autori più importanti e più chiesti in sede di esame.Contesto StoricoSiamo nella Firenze tra la fine del 1400 ed inizio del 1500. Nato nel 1469 e morto nel 1527.L’Italia perde l’egemonia diplomatica che aveva avuto nel corso del 1400.

Il mondo medioevale sta cambiando, c'è stata la scoperta dell'America (1492) ma anche di altre terre, c'è stata l'invenzione della

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A.A. 2011-2012
83 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nadia_87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Gambino Agostino.