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Estratto del documento

HUME

Hume è un autore anti-relativista da un punto di vista metaetico ma sostenendo una forma di soggettivismo sentimentalista. Ammette che sia uniformità nella specie umana e quindi il disaccordo è apparente. L'unica forma di relativismo che si trova in lui è quello di applicazione perché ammette che i giudizi morali sono applicati a seconda delle circostanze. Vedremo degli spunti in relazione al relativismo normativo, sostiene che ogni cultura debba essere valutata sulla base dei criteri interni non sulla base della nostra morale. Lecaldano cerca di leggere Hume in relazione anche al relativismo, ma ha un'immagine distorta del relativismo morale. Dice che rifiuta il relativismo, ma non è questo che dice Hume. L'argomento di Hume contro il relativismo è che abbiamo una natura umana uniforme. Il suo è un argomento tutto metaetico per cui ogni soggetto valuta nello stesso modo. L'altro tema è la questione del senso morale.

Cosa vuol dire che la natura umana è uniforme? Si può arrivare alla realtà dell'etica? È certo che per Hume il sentimento morale è uniforme negli uomini, quindi è un teorico del senso morale. Hume non è un teorico del senso morale, è un soggettivista. C'è quindi un rifiuto del senso morale sostenuto da un soggettivista che ritiene la natura umana uniforme. Queste sono le questioni. Come può essere un anti-relativista essere un soggettivista. Per un pluralista possono esserci tanti standard morali ma non sono relativi. Un relativista invece dice che sono relativi. 21/11

Vita: Siamo nel 18esimo secolo nella Scozia del tempo. Nasce nella capitale, a Edimburgo ed anche oggi è visto come il filosofo di Edimburgo. Nasce nel 1711 e vive nel secolo dei Lumi. La sua è una famiglia di piccola nobiltà ed essendo 3 genito non eredita il titolo, ma è costretto a lavorare. Studia a Edimburgo giurisprudenza.

Perché l'idea è quella di fare un'attività utile di avvocato come il padre. Ma nello studio scopre la passione per la filosofia e la storia, scrive testi fondamentali per entrambe le discipline. Non riesce mai ad entrare in università, non è ancora il secolo della filosofia come disciplina accademica perché le università erano baluardi delle confessioni religiose. Questa è la ragione per cui non entra nella università di Edimburgo perché additato come ateo. "Trattato sulla natura umana" (1739), lo scrive fuori dalla Scozia perché si era imbarcato per commercio in Francia. Il testo esce anonimo per evitare polemiche di carattere religioso. Dopo la fase del trattato inizia la fase in cui si impiega come segretario di un generale a Vienna e a Torino. Il successo del trattato fu molto scarso, però piano piano si affermano le idee di Hume dopo il secondo viaggio europeo con la pubblicazione degli altri due saggi.

La ricerca sull'intelletto umano e la ricerca sui principi della morale. Usciti i testi ritenta la carriera universitaria ma ancora non entra. Però riesce a entrare come bibliotecario a Edimburgo. Qui inizia la stesura delle opere storiche. Mentre è conservatore della biblioteca gli viene proposta l'attività di servizio di un nobile e deve tornare in Francia, è il terzo viaggio europeo che inizia nel 58 e dura 4 o 5 anni ed è il momento di risonanza del suo pensiero. Torna in Inghilterra con Rousseau. Ripubblica i dialoghi sulla religione e le raccolte dei vari saggi. Viene poi a scoprire un tumore all'intestino che lo porterà alla morte all'età di 65 anni consapevole della morte, infatti lavorerà fino alla fine ai suoi testi.

La filosofia: è un filosofo illuminista, empirista e delle emozioni/sentimenti. Hume è il principale illuminista britannico del tempo in un periodo con cui ci sono molti filosofi.

illuministi come Smith e Hutcheson. Essere illuminista significa avere un atteggiamento generale di cambiamento della filosofia generale che era quella di metafisica, di spiritualità. Con Hume c'è uno stacco radicale da questo perché ha consapevolezza della sua filosofia che si stacca dalla religione, non si dirà mai ateo. L'anti-metafisica si congiunge a una teoria della conoscenza che si richiama all'empirismo britannico. Qualsiasi cosa che non passi l'osservazione dei sensi è qualcosa di cui la filosofia può fare a meno. Siamo in un periodo storico in cui ancora i testi vanno mandati al rogo. In questo periodo nascono branche della filosofia della scienza della natura, prima la fisica celeste poi quella terrestre. L'idea è quella di creare una filosofia che aspira a un rigore pari a quello della scienza, basata sugli stessi parametri e metodi. L'illuminismo in generale si capisce come proseguimento della

La nascita delle scienze della natura. Lo sforzo che fa Hume è quello di elaborare una scienza della natura che riguardi l'uomo. Questo è lo sforzo del trattato, porre al centro della scienza l'uomo. La filosofia dell'uomo deve trovare le leggi fondamentali per spiegare come funziona l'uomo, cioè valutare la mente umana quando conosce e quando valuta.

Questi filosofi hanno l'idea di una filosofia nuova che nasce dalle scienze naturali e che vuole essere la continuazione di quel pensiero in ambito umano. Si riallaccia a Newton.

In questi autori illuministi uno dei punti fondamentali è lo studio dei limiti della ragione. Hume mette in discussione i limiti della ragione da un punto di vista conoscitivo e pratico.

Il suo non è l'illuminismo della fede assoluta nella ragione. Come mettere in discussione i limiti della ragione? La conoscenza umana la sua fonte deriva dall'osservazione esterna, dall'esperienza. Per questo è

un empirista. Ogni conoscenza deriva dall'esperienza. Lui dice nel primo libro del trattato che la mente umana percepisce le cose e le percezioni sono: impressioni ed idee. Le impressioni sono quelle sensoriali, i 5 sensi, la conoscenza arriva da questo. Le idee sono esse stesse impressioni ma derivate e sono caratterizzate da maggiore forza e vivacità. L'unica forma di conoscenza è quindi quella dell'esperienza. Le idee sono elemento derivato. Non esistono per lui idee innate, sono tutte derivate. La conoscenza deriva dai sensi il cui contenuto viene elaborato in impressioni meno vivide che sono le idee. Che tipo di conoscenza si può dare? Se ne possono dare 2, il resto sono sofisticherie: La prima riguarda l'esistenza di fatto di qualcosa, basata su qualcosa di fatto, derivata direttamente dai sensi. La seconda nasce dalla relazione delle idee, è una conoscenza legittima anche questa perché deriva da implicazioni di significato.Kant la conoscenza analitica). Percezione è lo stato mentale che può essere divisa in impressioni ed idee. Hume è anche visto come uno degli esponenti maggiori dello scetticismo. Come unire il fatto che sia empirista allo scetticismo? L'idea è che noi abbiamo la conoscenza delle materie di fatto evidente, questa è certa perché diretta. Su questa non c'è dubbio alcuno. Hume attacca quello che veniva chiamato lo scetticismo antico che metteva in dubbio l'evidenza dei sensi. Per Hume l'esperienza diretta non ci inganna. Lo scetticismo per lui nasce dai suoi assunti empiristi, dal momento in cui dalla conoscenza diretta si passa a quella indiretta. È quel tipo di conoscenza che noi facciamo tramite un'inferenza induttiva --> passaggio dall'impressione alla credenza che noi ci facciamo sulla base di questa impressione. Esempio: il fatto che domani sorgerà il sole è una conoscenza che noi inferiamo.

Perché ieri è successo. Da un'osservazione di fatti che si sono susseguiti io inferisco una credenza del fatto che domani il sole sorgerà. Solo ciò che vedo è fondato dal punto di vista empiristico. Questo meccanismo è alla base di ogni inferenza induttiva (minuti 43 circa). La forza che permette il passaggio, Hume la chiama abitudine. È qualcosa di non razionale, è un istinto naturale che mi fa formare la credenza. Nell'osservazione ripetuta io mi formo per abitudine la convinzione che quella cosa accadrà ancora. L'uomo non lo fa riflettendo, ma per abitudine. Il fenomeno dell'abitudine quindi non è qualcosa di solo umano, ma è anche degli animali. Questo meccanismo mentale è tipico di tutti gli animali. Hume è scettico sul fondamento empirico della conoscenza induttiva, ma è consapevole che per la base istintuale è una conoscenza molto solida. L'altro tipo di conoscenza basata per

induzione è uno degli altri elementi fondamentali su cui si fonda la fisica di Newton, il legame causa-effetto. Da un punto di vista empirico è una conoscenza infondata. Il massimo che posso fare con l'osservazione è vedere che a presentarsi un oggetto si presenta anche l'altro, osservo l'unione dei due oggetti, ma non riesco a capire che uno è condizione sufficiente per la comparsa dell'altro. Questo passaggio lo faccio tramite inferenza induttiva. Io riesco a vedere solo l'unione regolare, la necessità lo mette la mente, non lo osservo direttamente. È l'abitudine che mette la necessità, ma non la osservo. Questa concezione di necessità viene chiamata in Hume concezione regolarista. Hume quindi è scettico ma fino ad un certo punto. Non c'è dubbio per lui sul fatto che il funzionamento della natura sia deterministico retto dal legame causa-effetto. Questo sta alla base della rivoluzione scientifica.

Humedice che siamo certi che anche la mente dell'uomo sia spiegabile da un legame dinecessità causa-effetto. Il determinismo è una dottrina vera sia per il mondo umano che per quello animale, il caso per Hume non esiste. Il fatto che il legame necessario io non sia in grado di fondarlo empiristicamente non ha importanza. Il caso è l'ignoranza della causa per Hume. La causa c'è sempre, tutto è necessario. Hume dice che è vero che tutto è necessario, ma c'è un senso di libertà che può essere riconciliato con la dottrina della necessità. Hume è un precursore del compatibilismo. Anche se tutto è determinato si può dire libero colui il cui dovere non è riconducibile ad altri. Hume ha un'idea dell'uomo che deve essere virtuoso perché ha una natura ambigua, l'uomo non è solo egoista (Hobbes), l'uomo cerca l'armonia con gli altri corpi.

lt;strong>si apre agli altri.</strong> Hume dice che l'uomo <em>si apre agli altri.</em>
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
42 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher a.bellinzona1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine morali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Magni Sergio Filippo.