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COSTITUZIONALISMO E CODIFICAZIONE ITALIANA
Con il Congresso di Vienna la situazione è ripristinata a prima dell’arrivo di Napoleone, le uniche
due differenze è che la Repubblica di Genova è concessa al Regno di Sardegna e Venezia,
concessa da Napoleone all’Austria resta agli austriaci con l’aggiunta di Milano.
Ci sono i moti, del 1820 e 1821, poi sull’onda dei moti parigini nel 1830 e 1831 ma questi moti
sono contrassegnati da insuccessi.
L’Austria controllava l’Italia con il ridimensionamento della Francia la potenza egemone Europea
diventa l’Austria che condiziona la politica Italiana.
A Ferrara si viveva questa situazione, controllata dagli Austriaci nella fortezza, anche se tornata
sotto il domino del Papa.
L’Austria non aveva una costituzione, aveva un codice civile, ma il fatto che fosse divisa in tante
nazionalità, rendeva problematica la concessione di una costituzione. La monarchia asburgica non
era tenera verso gli ideali liberali, ma se anche si fosse voluto cedere si poneva il problema se
dare una costituzione unica a tutto l’Impero e dare una costituzione per ciascuna Nazione
costituente l’Impero.
Nel frattempo si hanno società segrete carbonare che nel lombardo-veneto preparano una futura
insurrezione, in particolare Milano, Venezia, Brescia si ha questa attività carbonara molto intensa.
Nel 1848 succede l’impensabile, si solleva Vienna, Ferdinando I imperatore d’Austria è costretto
ad abdicare e Francesco Giuseppe è costretto a concedere una costituzione.
Ovviamente si sollevano a quel punto le città di Milano con le sue cinque giornate, Venezia e
Brescia. Qui gli austriaci però ripristinano subito l’ordine applicando il codice penale del 1816 che
prevedeva la morte per il reato di alto tradimento.
Anche a Ferrara l’esercito austriaco fa prigionieri tre sudditi del Papa che poi verranno fucilati.
A Milano c’è il maresciallo Radetsky che non fa fatica a portare l’ordine.
Nel resto d’Italia lo spirito del 1848 si diffonde ed i vari sovrani si vedono costretti a concedere
delle costituzioni per evitare di essere travolti.
La prima ad insorgere è la Sicilia che si rende autonoma da Napoli e si da una sua costituzione già
nel gennaio del 1848, poi il primo a concedere la costituzione è proprio Ferdinando II delle Due
Sicilie seguito da Toscana, Piemonte e persino lo Stato Pontificio.
COSTITUZIONALISMO DELLO STATO PONTIFICIO
Lo Stato Pontificio da l’avvio ad una riforma impensata ed impensabile.
Nel 1846 era salito al soglio pontificio Pio IX che si era dimostrato da subito di tendenze liberali,
nel 1848 addirittura fa partire un contingente di volontari in aiuto di Milano.
Orna la bandiera pontificia con un nastro tricolore ed il 30 marzo 1848 dà una celebre benedizione
a tutta l’Italia. Nacque un vero e proprio delirio per il papa liberale, visto come l’uomo che avrebbe
liberato l’Italia e portata all’unità.
Va detto che in effetti, Pio IX il 14 marzo del 1848 concede anche la costituzione che non chiama
costituzione ma Statuto Fondamentale del Governo Temporale degli Stati della Chiesa.
Anche qui c’è un lungo proemio e si accolgono importanti conquiste della modernità:
c’è la divisione dei poteri, il Papa ha il potere esecutivo, e c’è un Parlamento bicamerale in cui una
Camera è nominata dal Papa mentre l’altra è eletta dal popolo su base censitaria. Il potere
giudiziario è indipendente, tuttavia già l’art. 1 ci segnala una particolarità:
Non si riesce evitare una giustapposizione fra gli organi statali ed il Collegio dei Cardinali che fa
tutt’uno con il Papa, cui i poteri del Papa passano in sede vacante.
Nonostante le Assemblee Parlamentari il Sacro Collegio scavalca tali Assemblee. Ogni legge
approvata dal Parlamento doveva essere analizzata dal Concistoro, la riunione del Papa con i suoi
cardinali.
lunedì 4 maggio 2015
Il 1848 ha portato disordine politico e sociale in tutta Europa ed i sovrani italiani reagiscono
concedendo le costituzioni per evitare di essere destituiti.
Pio IX era il papa liberale, viene acclamato come il papa della nazione italiana colui che avrebbe
favorito la nascita della nazione italiana unitaria.
È uno statuto che accoglie il principio fondamentale garantistico della separazione dei poteri:
il papa è titolare del potere esecutivo, veniva istituito un Parlamento bicamerale e il potere
giudiziario veniva dichiarato indipendente.
Tuttavia all’art. 1:
Il Sacro Collegio dei Cardinali elettori del Sommo Pontefice è Senato inseparabile del medesimo
In questa struttura, tipica dello stato costituzionale, si sovrappone un residuo fortissimo del
passato, il Collegio dei Cardinali che fa tutt’uno con il pontefice, è il suo Senato speciale.
Bisogna tenere conto che questo Senato personale del pontefice aveva due funzioni
importantissime:
-Una volta approvata dal Parlamento, ogni legge doveva essere approvata del Concistoro, la
riunione del papa con il Collegio dei Cardinali (Art. 52);
-Il momento fisiologico della morte del pontefice, la sede vacante, in cui tutto il potere passava al
Collegio dei Cardinali (Art. 56).
Si lascia un ruolo costituzionale importantissimo al Collegio dei Cardinali, lo Stato non è disegnato
secondo i canoni classici per cui c’è una divisione dei poteri, qui si ha questo schema in
sovrapposizione con un istituto storico che in un qualche modo modifica le relazioni fra i poteri.
Vi è una costituzionalizzazione di un organo prima di tutto di fede.
Il Parlamento era bicamerale ed era composto da:
-Alto Consiglio:
Nominato dal papa;
-Consiglio dei Deputati:
Eletto dal popolo in base al censo.
Gli artt. 36-38 tolgono ai Consigli ogni ingerenza sulle questioni ecclesiastiche, ogni competenza
sugli affari esteri e sulle finanze della Chiesa.
I due Consigli avevano sostanzialmente competenza solo sulle materie civili-temporali, non
avevano alcuna voce in capitolo sulle materie ecclesiastiche e nemmeno sulle relazioni estere
della Santa Sede.
Vi sono poi in un Titolo, le Disposizioni Generali che sono 13 articoli che pongono una tutela dei
diritti anche se con formule abbastanza ambigue:
-È prevista l’uguaglianza di tutti davanti alla legge;
-È disciplinata la libertà personale con una serie di limiti all’arresto, anche se sono ammesse
misure di polizia preventiva;
-È tutelato il diritto di proprietà;
-L’art. 10 tutela la proprietà letteraria;
-L’art. 11 prevede una libertà di stampa parziale perché si abolisce la censura preventiva ma non
nelle materie di fede e di costume;
-All’art. 12 è prevista come eccezione la possibilità di censura preventiva sulle rappresentazioni
teatrali.
Lo Statuto presenta un testo estremamente prudente, ai limiti del costituzionalismo vero e proprio,
tutto inquadrato ancora in un sistema di potere che era saldamente nel controllo della Chiesa e del
pontefice.
Pio IX aveva infiammato gli animi benedicendo l’Italia, ha dato la sensazione che volesse spronare
gli italiani a fondare una nazione unitaria. Tuttavia già nell’aprile del 1848 Pio IX fa marcia indietro
con delusione grandissima dei liberali italiani.
Aveva mandato dei militari pontifici ad aiutare gli insorti ed in questo aprile del 1848 li richiama
indietro dicendo che il Papa non poteva fare guerra ad uno Stato cattolico.
Pellegrino Rossi, Primo Ministro dello Stato della Chiesa, giurista italiano di fame, ha insegnato
diritto costituzionale alla Sorbona, ha redatto la costituzione svizzera tutt’oggi in vigore. Pellegrino
Rossi si immagina un programma estremamente ambizioso per lo Stato pontificio:
-Prevede un sistema fiscale più equo in cui anche gli ecclesiastici pagassero le imposte;
-Prevede riforme giudiziarie, penitenziarie, scolastiche.
-Non solo, visto che all’interno dello Stato della Chiesa vi era una forte conflittualità sociale, tenta
di mantenere l’ordine pubblico e sul piano della politica estera, ha un’idea federale, molto diffusa
nel 1848:
gli Stati italiani, compresa anche l’Austria che governava su Lombardia e Veneto, dovevano
confederarsi sotto l’autorità del papa. Il risorgimento italiano, per un decennio, vede proprio questo
dubbio, se unirsi sotto il Piemonte o sotto il Papa.
Gli ecclesiastici non vedevano bene le mire di Pellegrino Rossi, scontentava anche i democratici in
quanto Rossi tentò di mantenere l’ordine pubblico, scontentò i conservatori perché vi era un piano
riformistico notevole, anche il Piemonte vide estremamente in malocchio il programma del Primo
Ministro che sottraeva al Piemonte l’ambizione di guidare l’unificazione italiana.
Questo personaggio, assolutamente eccezionale per le sue idee, il 15 novembre alla riapertura
della Camera Bassa, il Consiglio dei Deputati, viene assassinato sulle scale del Palazzo della
Cancelleria.
Si apre un momento di forte disorientamento ed il 18 novembre Pio IX fugge da Roma e va a
Gaeta sotto la protezione del Re delle Due Sicilie. Intanto a Roma si avvia un processo
democratico per cui il 9 febbraio 1849 viene dichiarato decaduto il potere temporale del papa e si
instaura una Repubblica con a capo un Triumvirato composto da Mazzini, Armellini e Saffi,
sostenuto dalla borghesia e dalla nobiltà liberale.
Politicamente, il papa invoca l’aiuto delle potenze cattoliche, la Francia manda il suo contingente
che dal 30 aprile 1849 assedia Roma poi a giugno 1849 inizia a bombardare la città con perdite
umane ed artistiche notevoli, città nella quale intanto era giunto anche Garibaldi per difendere la
Repubblica.
Nonostante questa Repubblica viva giorni drammatici dal suo nascere, viene eletta una Assemblea
Costituente di 200 membri eletti a suffragio universale maschile.
La costituzione fu approvata il 1° luglio 1849 e proclamata il 3 luglio 1849, solo che il 2 luglio i
francesi avevano già fatto irruzione in città pertanto si trattò di una proclamazione simbolica in
quanto i primi giorni di luglio la città fu completamente in mano ai francesi.
Il papa resta fuori da Roma, il 12 settembre 1849 con motu proprio:
-Da un lato concede l’amnistia;
-Dall’altro revoca lo Statuto del 1848, che lui stesso aveva concesso, e stabilisce un nuovo
ordinamento costituzionale di carattere non liberale che rimarrà in vigore fino al 1870 quando ci
sarà la Breccia di Porta Pia. LA COSTITUZIONE DEL 1849
Testo mai entrato in vigore ma estremamente interessante sul piano teorico.
Il Presidente della Commissione dei 75 che ha concretamente redatto la nostra costituzione,
Meuccio Ruini, ha affermato che i loro lavori sono stati costantemente ispirati dalla costituzione