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- IL SUCCESSO DELLA RADIO

La radio si sviluppò come mass medium negli anni ’20 del ‘900 e le trasmissioni

radiofoniche

divennero un mezzo per portare l’intrattenimento all’intero delle case.

La radio attinse ad una serie di sviluppi tecnologici precedenti e al lavoro pioneristico

compiuto da singoli individui in diversi paesi oltre che alla sperimentazione condotta

dagli

amatori.

Gli anni ’30 e ’40 sono considerati l’età oro della radio che divenne parte integrante

dell’ambiente domestico, popolarità che venne messa in discussione solo negli anni

’50 dalla

televisione.

Nel corso di quel periodo, negli Stati Uniti e Gran Bretagna si elaborarono forme

istituzionali

che fornirono i modelli per lo sviluppo del broadcasting radiofonico in altri paesi.

Si sviluppò tutta una tipologia di programmi, di format.

Alla vigilia della seconda guerra mondiale la radio era fonte di informazione,

intrattenimento e

di propaganda.

Uno dei pionieri dello sviluppo della radio fu l’italiano Marconi, il quale negli anni ’90

dell’800

svolse esperimenti in Italia, all’interno della proprietà di suo padre, trasmettendo

messaggi

via radio in codice Morse e si trasferì poi, a metà del decennio, in Gran Bretagna, dove

fondò

la Marconi Wireless Company; in seguito, nel 1899,costituì la Marconi Wireless

Company of

America.

Nel 1901 fu trasmesso il primo segnale radiofonico transatlantico, dall’Inghilterra a

Terranova.

Lo scoppio della guerra nel 1914 bloccò temporaneamente qualsiasi sviluppo della

radio come

fonte di svago o mezzo di comunicazione di massa.

In Gran Bretagna il diffondersi della radio era rilevato dal numero delle licenze

emesse.

Il broadcasting radiofonico cominciò a coinvolgere interessi commerciali proprio nel

periodo

del dopoguerra.

Nel giugno di quell’anno si ebbe uno dei primi esempi di collaborazione tra media

diversi

quando il “Daily Mail” di Northcliffe patrocinò un recital di mezz’ora della cantante

lirica

Nellie Melba.

Negli Stati Uniti, la Westinghouse Corporation ottenne le licenze e cominciò a

trasmettere

regolarmente, pubblicando un programma settimanale.

Questi programmi radiofonici si rivolgevano per il materiale agli editori sia di giornali e

periodici sia musicali e alle orchestre da ballo degli hotel di New York.

Negli anni ’20 del ‘900 la radio era un medium in grado di fornire intrattenimento a un

ampio

pubblico raggiungendolo in casa.

Tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 furono compiuti vari progressi tecnologici

essenziali

perché divenisse possibile trasmettere messaggi per radiotelegrafo o radiotelefono, lo

sviluppo delle trasmissioni radiofoniche come mass medium dipese da più fattori e

non

soltanto dal mutamento tecnologico.

Gli apparecchi radio si dovettero produrre su vasta scala e commercializzare e ciò

divenne

possibile anche grazie all’esperienza tecnica sviluppata durante la prima guerra

mondiale; ma il

contesto sociale in mutamento contribuì in maniera essenziale ad aumentare la

ricettività del

pubblico nei confronti della radio in quanto nuovo medium.

Esisteva un contesto sociale adatto a un medium che portava nelle case notizie e

svago.

Dopo la prima guerra mondiale, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna si affermarono per

la

radiodiffusione due forme istituzionali contrastanti: il broadcasting commerciale e il

servizio

pubblico.

Dal punto di vista istituzionale, la radiodiffusione degli Stati Uniti sviluppò

un’organizzazione

che rispecchiava le esigenze di gruppi commerciali per i quali il broadcasting

radiofonico era

anzitutto un mezzo per realizzare profitti.

Nel 1919 si costituì la Radio Coroporation of America (RCA), comprendente la General

Electric, la Westinghouse e la American Telephone and Telegraph (AT&T).

Un’altra ragione per creare la RCA fu il desiderio di impedire che nuova industria della

radio

finisse in mani estere, tramite la British Marconi Company

La formazione della RCA stabilì un modello per la radiodiffusione americana, dove

erano gli

imprenditori commerciali a dominare e le quote di partecipazione azionaria maggiori

dell’azienda appartenevano a fabbricanti di apparecchi radio e proprietari di linee di

cavi.

Nel 1922, la AT&T si ritirò dalla RCA e creò la prima emittente finanziata con la

pubblicità, la

Weaf di New York, che nello stesso anno mandò in onda il primo annuncio pubblicitario

radiofonico a pagamento.

Negli Stati Uniti, le emittenti si moltiplicarono rapidamente agli inizi degli anni venti.

Nel 1922 trenta licenze di trasmettere sulla banda indicata dal ministero del

commercio

erano state concesse a imprese, istituzioni e ricchi privati.

Nell’anno seguente esistevano già più di 550 stazioni e ogni stato ne aveva almeno

una.

Divenne possibile procurarsi sul mercato gli apparecchi al cristallo e i primi modelli di

radio,

per la maggior parte con l’ascolto in cuffia.

Un’innovazione importante consistette nell’utilizzazione delle linee telefoniche per le

trasmissioni a lunga distanza.

I proprietari delle emittenti offrivano quindi tempo a pagamento sulla propria radio a

sponsor

cui era lasciata l’organizzazione dei contenuti dei programmi.

Il primo network, la National Broadcasting Company (NBC) si formò nel 1926, guidato

da David

Sarnoff, presidente della RCA, l’azienda madre della NBC, questo network cominciò a

funzionare con 24 stazioni.

Nel 1927 il Congresso americano istituì la Federal Radio Commission per dare una

regolamentazione alla radio assicurando che le emittenti operassero nel pubblico

interesse e

che si evitasse il controllo monopolistico.

I network continuarono a estendersi per tutti gli anni ’30, rendendo possibile una

programmazione radiofonica nazionale.

La caratteristica essenziale del broadcasting americano fu che dal punto di vista

finanziario i

network si basavano sulla vendita del tempo agli inserzionisti, i quali facevano i

programmi o li

sponsorizzavano.

L’effetto degli sponsor commerciali sui contenuti della programmazione radiofonica

divenne a

sua volta una questione importante nel periodo tra le due guerre.

Mentre la radio diveniva un affare sempre più redditizio, le agenzie pubblicitarie si

davano

specifici dipartimenti per la radio, alla quale fornivano anche i programmi.

Le somme spese per la pubblicità andarono aumentando vistosamente.

Quindi l’ambiente commerciale e in particolare gli inserzionisti radiofonici influirono

fortemente sulla storie della radio americana, perché condizionarono in misura

considerevole

il contenuto dei programmi.

Se un programma non aveva un buon gradimento, era assai probabile che lo sponsor

si ritirasse

e che il network lo interrompesse.

Quindi l’ambiente commerciale e in particolare gli inserzionisti radiofonici influirono

fortemente sulla storie della radio americana, perché condizionarono in misura

considerevole

il contenuto dei programmi.

I network si basavano dal punto di vista finanziario sulla vendita di tempo agli

inserzionisti,

non era evidentemente possibile resistere alla spinta commercializzazione.

In Gran Bretagna si adottò infatti un modello di servizio pubblico.

Negli anni ’20 le poste britanniche autorizzarono la Marconi Company a trasmettere ad

appassionati della radio, dapprima a livello locale poi a più ampio raggio, dal 1922, da

una

stazione situata a Londra, la 2LO.

Come negli Stati Uniti si giunse a questa decisione anche grazie alle insistenze dei

radioamatori.

In Gran Bretagna la radiodiffusione era finanziata dai diritti sugli apparecchi radiofonici

venduti dalle aziende, cui si aggiungeva una parte delle entrate derivanti dal canone

pagato

dagli ascoltatori per ricevere le trasmissioni.

I compiti della BBC, definiti dallo statuto, erano “informare, educare e divertire”.

All’ente venne promessa un’entrata garantita derivante dai canoni e gli fu riconosciuta

l’indipendenza nelle decisioni editoriali.

Si trattava di una situazione in netto contrasto con quella degli Stati Uniti.

In Gran Bretagna, la BBC aveva il monopolio; disponeva di fondi pubblici, non

dipendeva dalla

pubblicità e dagli sponsor e aveva compiti di servizio pubblico per statuto.

Se la sua indipendenza incontrava limitazioni, queste non provenivano da inserzionisti

o

sponsor di programmi, ma dal parlamento dove si stabiliva l’ammontare dei canoni.

Lo sviluppo della radio come servizio pubblico nella prima dimostra una maggiore

attenzione

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
5 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher frelly99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle comunicazioni di massa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Gagliardi Alessio.