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Il movimento Dada
La parola “dada” non significava assolutamente nulla, erano lettere prese a caso da un dizionario che significavano cose diverse in diverse lingue, ma di fatto non aveva un senso. Infatti è questa la prima peculiarità del movimento: il rifiuto della razionalità, il rifiuto di dare un senso alle loro opere, il loro obiettivo finale era la dissacrazione dell'arte e infatti le loro opere non erano considerate, da loro stessi, “opere d'arte”. Un notevole contributo lo danno anche i ready-made di Duchamp: opere realizzate con oggetti reali e spesso di uso quotidiano, a cui veniva tolto il loro reale senso di utilizzo e presentati come altro. Infatti l'opera d'arte poteva essere qualsiasi cosa e poteva venir creata da chiunque, non era più per pochi eletti – l'artista non è più colui che sa creare qualcosa con le proprie mani, ma colui che riesce a dare nuovi significati a oggetti già.rovesciato come opera d'arte. Questo gesto provocatorio ha scosso il mondo dell'arte e ha sfidato le convenzioni tradizionali. L'opera di Duchamp è considerata un esempio di ready-made, un oggetto di uso comune trasformato in opera d'arte semplicemente attraverso la scelta e la presentazione dell'artista. Questo concetto ha rivoluzionato il concetto stesso di arte, mettendo in discussione l'idea che l'arte debba essere qualcosa di bello o esteticamente piacevole. La Fontana di Duchamp ha aperto la strada a nuove forme di espressione artistica, come il concettualismo e l'arte concettuale, in cui l'idea o il concetto dietro all'opera è considerato più importante della sua realizzazione fisica. Nonostante la sua apparente semplicità, la Fontana di Duchamp ha suscitato dibattiti e discussioni accese nel mondo dell'arte, mettendo in discussione il ruolo dell'artista e il significato dell'arte stessa. È diventata un'icona dell'arte del XX secolo e ha aperto la strada a nuove possibilità creative.E l'harovesciato per cambiare il suo reale significato di oggetto di uso quotidiano e ha creato un nuovo modo di vedere quell'oggetto. Il filosofo Hicks disse che Duchamp aveva scelto tale oggetto non a caso, ma perché voleva che dissacrasse l'arte, ovvero presentandola come qualcosa su cui "si poteva orinare".
Il Grande Vetro (1915-23)
Una delle opere più discusse di sempre, creata tra il '15 e il '23, si tratta di due lastre di vetro poste una sopra l'altra ma che in mezzo racchiudono lamine di metallo, polvere, spaghi, fili di piombo che Duchamp ci ha buttato sopra casualmente e che poi ha sistemato in modo che potessero avere una forma: ovvero quella di una sposa nella parte superiore e quello di un complesso meccanismo in cui si può riconoscere sebbene a stento, un mulino ad acqua e altri macchinari del genere. Difatti Duchamp voleva che quest'opera fosse chiamata "macchina agricola" nonostante avesse già
un altro nome oltre "Il Grande Vetro". È un'opera che è stata probabilmente creata con lo scopo di essere un rompicapo irrisolvibile per i critici d'arte, quindi una sorta di presa in giro da parte di Duchamp. Durante un trasporto il vetro si ruppe ma l'artista decide di non rifarla perché ormai le incrinature del vetro e le ragnatele che vi si erano create, facevano parte dell'opera stessa. Man Ray Cadeau (1921) Un ferro da stiro, trovato da un rigattiere, posizionando una fila di chiodi posti verticalmente eliminando la sua reale funzione di ferro da stiro e costringendolo ad un'altra, trasformandolo in un nuovo oggetto con un'altra funzione, e renderlo inutilizzabile per il suo originale scopo. La prima versione fu creata nel 1921 ma poi ne furono create altre svariate copie, tra cui una andò persino rubata, ora ne esistono 5.000 copie in giro per il mondo. Man Ray svelò più tardi che non aveva solo un significato estetico, ma rappresentava anche una critica alla società consumistica.significato provocatorio e umoristico, ma che poteva avere anche un scopo erotico, infatti aveva ammesso di averlo utilizzato per stracciare i vestiti di una ragazza.
Le violon d'ingres è un'opera del 1924 il cui titolo è un modo di dire parigino che si usava per definire un hobby. Man Ray probabilmente ha usato questo titolo perché ironizzava spesso sul fatto che la fotografia fosse solo un passatempo.
Questa, che è la sua foto più famosa, ritrae la sua amante e assistente Kiki in bianco e nero da la schiena allo spettatore, su cui soltanto in fase di stampa vengono sovrapposte (stampandole a contatto) le due "effe" simboli musicali o che ricondano gli intagli del violino.
Quello che è certo è la sensualità che vuole trasmettere questa foto.
Quest'opera può essere vista come un'evoluzione della "Colazione sull'erba" di Manet, alcuni critici dicono che fosse una presa in giro verso l'ipocrisia e
Il perbenismo della borghesia, classe sociale ormai affermata da tempo: infatti, come la maggior parte delle opere dadaiste, si presta a molte interpretazioni.
Surrealismo: Movimento culturale diffuso nel Novecento, evoluzione dei dadaismo che vede tra i suoi massimi esponenti artisti come Dalì, Magritte e Ernst, la data della prima mostra allestita risale al 1925, un anno dopo la creazione di "Le violon d'ingres" di Man Ray, anche se il primo manifesto surrealista di Andre Breton fu scritto nel 1924. Nel quale Breton dichiarava che gli sembrava assurdo come gli studi di Freud sull'inconscio avessero avuto così poco spazio nella civiltà moderna, quindi pensò di fondare un nuovo movimento artistico e letterario dove il sogno e l'inconscio avevano un ruolo fondamentale. Nel surrealismo si utilizzava l'automatismo psichico, un processo che faceva emergere l'inconscio anche durante la veglia, utilizzando una serie di tecniche come il
cadavre exquis, dove i vari artisti passavano tra di loro una tela su cui ognuno disegnava qualcosa che non si legasse al disegno degli altri. Altre tecniche erano per esempio il frottage, il grattage o il collage, infine il dripping, reso famoso da Pollock ma utilizzato per la prima volta proprio da Ernst. Max Ernst Verso la pubertà Opera del 1921 assemblea vari frammenti di fotografie, pittura ad olio e la tecnica del frottage. Fulcro dell'opera è una figura umana femminile senza volto e nuda che si libra nell'aria mentre un frammento roccioso precipita verso l'alto in una caduta inesorabile. La donna, idealizzata a simbolo della femminilità e dell'erotismo, ha il braccio sinistro che si conficca in una sfera vicino ad un ammasso informe (che forse è la costellazione delle Pleiadi, a cui allude il titolo), simboleggiando la forza prorompente dell'eros che supera ogni ostacolo. Lo sfondo monocromo celeste è crepato in vari punti, e siscurisce verso l'alto per simulare forse il nero dello spazio e delle linee verdi sulla parte inferiore, forse terra. Più in basso, una scritta in francese dello stesso Ernst, spiega come gli elementi del dipinto si leghino tra loro.
Vestizione della sposa
Dipinto nel 1939 e il '40, viene considerato uno dei dipinti più interessanti dell'artista, l'opera come da titolo rappresenta la vestizione di una sposa in cui risaltano teatralità ed erotismo nelle pose dei personaggi, ma che nel complesso evoca un'atmosfera onirica e inquietante, da incubo quindi.
L'opera ha un'aspetto particolare quasi visionaria a causa della tecnica usata dall'artista chiamata decalcomania: consiste nel premere un foglio su un altro precedentemente colorato ottenendo un'immagine diversa da quella iniziale e creando alla fine una trama sgranata e fintamente rovinata.
Come accade in tutte le opere di Ernst, anche la Vestizione della sposa è ricca di significati simbolici.
Per esempio, la testa della protagonista che alcuni dicono che sia quella di un granchio mentre altri di un gufo, simboleggerebbe per l'appunto la sua capacità di vedere al buio, come Minerva (dea della saggezza), e la sua saggezza la porterà all'avvicinamento all'amore fisico che le permetterà di comprendere l'universo - difatti per i surrealisti l'amore era fulcro della vita. Mentre il mantello deriva da una descrizione di Breton su un mantello dei capotribù Hawaiani.
L'altra figura femminile simboleggia invece la verginità e guarda un dipinto che rappresenta la figura della sposa e che simboleggia una sorta di rito di iniziazione verso l'amore e allo stesso tempo anche l'abbandono della solitudine.
L'uccello antropomorfo simboleggia l'uomo e la lancia un simbolo fallico che rappresenta l'abbandono della castità. Il mostro nell'angolo rappresenta un idolo della fertilità ispirato.
astatuette dell'Estremo Oriente, è ermafrodita ed è rappresentato nell'azione di asciugarsi le lacrime, emozione suscita dalla cocenzione pudica della sessualità nella società borghese. Gaudì Nasce nel 1852, nella provincia di Tarragona, nella Catalogna meridionale. Dal 1869 egli studiò a Barcellona, una città che stava crescendo e cambiando tumultuosamente e dove stavano maturando i fermenti culturali del modernismo catalano della Renaixença, il movimento culturale e politico del recupero della lingua e della cultura catalana e delle rivendicazioni nazionalistiche contrapposte al centralismo castigliano. Gaudì condivise per tutta la vita tali aspirazioni autonomistiche, contribuendo attivamente all'atmosfera di rinnovamento culturale che caratterizzava allora Barcellona. Egli si diplomò nel febbraio del 1878 alla Scuola Superiore di Architettura, ma già prima di diplomarsi riuscì a lavorare con imigliori architetti del tempo. La sua formazione fu ampia, studiò i testi di John Ruskin, Eugène Viollet-le-Duc e Otto Wagner, ma anche la tecnica dei nuovi materiali da costruzione come il cemento. Nello stesso 1878 a Parigi, durante l'Esposizione universale, avvenne l'incontro fondamentale, quello con l'industriale catalano Eusebi Güell, che divenne il suo principale mecenate commissionandogli alcune di quelle che poi divennero le sue più famose opere. In questo periodo Gaudí parteciperà alla vivace vita sociale della città, mentre negli anni successivi sarà noto per il particolare carattere schivo e solitario. Parco Güell – 1900/1914 Realizzato tra il 1900 e il 1914, doveva essere all'origine una specie di città-giardino sul modello inglese. Fu commissionato a Gaudí dal suo mecenate, l'industriale Eusebi Güell, che aveva comprato una collina (El Carmel) a nord della città.progetto complessivo dell'insediamento prevedeva alloggi, studi, una cappella ed un parco, per un totale di 60 abitazioni, ma