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Chiesa di Santa Maria di Laach

Commissione Enrico II di Laach

Data Esterno XI - XIII

Luogo Dintorni di Andernach, Renania-Palatinato, Germania

Descrizione Presenta un aspetto unitario, caratterizzato dalla nitida essenzialità dell'armonico accostamento di volumi quadrangolari e curvilinei, e dalle triplici torri. Queste si ergono sia a ovest che a est, sottolineando l'impianto bipolare dell'edificio che, come molte chiese di ambito imperiale in Germania, ha una planimetria con due absidi contrapposte sull'asse longitudinale. La sua principale peculiarità è però la singolare policromia, ottenuta all'esterno e all'interno con l'impiego di pietra lavica scura per le membrature (pilastri, colonne, contrafforti, archi e arcatelle), la cui trama si staglia come un ricamo sull'arenaria giallo ocra delle pareti.

NORM ANDIA Nell'Europa continentale furono denominati Normanni (Northmen, "popoli del Nord") i Vichinghi e,

Più in generale, tutti quei guerrieri epirati che dalle coste scandinave e dello Jutland compivano, fin dal IX secolo, sistematiche incursioni e razzie in Inghilterra e nelle regioni affacciate sul Mare del Nord. Per contenere i danni e proteggere i territori nordoccidentali dell'Impero da quelle devastazioni, nel 911 il re Carlo III il Semplice concesse la bassa valle della Senna al capo normanno Rollone, riconoscendogli il titolo di duca e ricevendone in cambio una dichiarazione di vassallaggio e una pronta conversione al Cristianesimo. Privi di grandi tradizioni proprie e insediatisi in regioni lontane dalle loro terre d'origine, i Normanni accolsero di buon grado le consuetudini artistiche e culturali di ciascuna area geografica da loro conquistata, mostrando una straordinaria apertura alle influenze esterne: è questo, a ben vedere, il tratto più peculiare e il comune denominatore dell'arte promossa da questo popolo nei diversi territori in cui si stabilì.

L'artenormanna fu prodotta quasi sempre da maestranze locali e si mimetizzò, per così dire, nel preesistente tessuto culturale: in Normandia e in Inghilterra assimilò e sviluppò le tradizioni architettoniche e artistiche delle regioni affacciate sul mare del Nord, mentre nell'Italia meridionale e in Sicilia fuse il retaggio bizantino con quello della recente dominazione araba.

LA NORMANDIA

All'inizio del II millennio, i Normanni, che si erano stanziati ormai da tempo nella Francia nordoccidentale e ne avevano assorbito le radici cristiane, presero parte attiva al grande fervore edilizio diffuso in tutta l'Europa, promuovendo la costruzione o la ristrutturazione di chiese e complessi abbaziali - NOTRE-DAME AJUMIÈGES - attraverso i quali crearono, con l'appoggio del clero, una solida rete di controllo del territorio. Le nuove chiese non operarono strappi vistosi rispetto alla tradizione architettonica carolingia e ottoniana: fu mantenuto,

Per esempio, il westwerk, che però si era ormai modificato, perdendo il nartece e fungendo di fatto da facciata/diaframma direttamente collegata al corpo di fabbrica delle navate. Accelerando questa evoluzione, le 2 alte torri laterali di Jumièges occupano infatti la prima campata delle navate minori e in alto sono raccordate tra loro solo da una stretta galleria che collega i due matronei.

Nella principale città portuale di Normandia, Caen, nel 1059 e nel 1063 il duca Guglielmo e la moglie Matilde, per onorare una promessa fatta al papa in cambio del permesso alle loro nozze, avviarono la costruzione di ben due chiese abbaziali, SAINT-ETIENNE. La chiesa fu realizzata interamente in pietra di Caen, un biondo calcare locale, dotato di proprietà che ne facevano uno straordinario materiale da costruzione, particolarmente adatto anche all'intaglio e alla modellazione scultorea, in virtù della sua grana fine.

e di un colore chiaro e omogeneo. L'INGHILTERRA CONQUISTATA DAI NORMANNI Nel frattempo, in un'Inghilterra lacerata dalle lotte fra Anglosassoni, Danesi e Norvegesi. I preparativi per la guerra, la traversata della Manica da parte dell'esercito normanno e la battaglia di Hastings sono il soggetto del ricamo di Bayeux, che fu prodotto probabilmente in Inghilterra, poco dopo il 1066. Questo stupefacente manufatto fu eseguito con ago e fili di lana colorati su nove pezzi di lino grezzo, cucite insieme a formare una tela lunga poco meno di 70 m e alta appena 50 cm. Su questa smisurata striscia di stoffa, profilata da un bordo decorato con animali ed elementi vegetali, le singole scene, che si susseguono da sinistra verso destra senza soluzione di continuità, sono rese con grande immediatezza espressiva e corredate da didascalie in latino. Lo scopo di narrare e tramandare ai posteri le imprese dei valorosi conquistatori dell'Inghilterra. Oggi ha per noi anche un valore.

Documentario inestimabile, perché ci informa sul vestiario, le armi, le navi, i castelli, le città, ma anche le cacce, i passatempi, i banchetti e, in generale, la vita dei Normanni dell'I secolo.

Storia dell'arte medievale | Martina Mucelli

ROMANICO L OMBARDO

CATTEDRALE DI PIACENZA - CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA E SANTA GIUSTINA

Data 1122 - 1233

Luogo Piacenza

Stile Romanico

Descrizione La cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Giustina, importante esempio di architettura romanica in Italia.

Si presenta con una grandiosità dai tratti semplici e maestosi, improntata ad una austera ed equilibrata eleganza artistica. La facciata a capanna, di arenaria e marmo rosa di Verona, presenta tre portali con bassorilievi, alcuni dei quali opera di allievi di Wiligelmo e Nicolò.

Il protiro sinistro, conosciuto anche come porta del paradiso, in quanto da esso passavano i defunti al termine delle celebrazioni dei funerali, è sorretto da due telamoni.

L'architrave è decorato con una serie di scene raffiguranti l'infanzia di Cristo: l'Annunciazione, la Visitazione, la natività, la capanna, l'annuncio ai pastori e la visita dei re magi. L'architrave del protiro destro continua la raffigurazione di scene della vita di Cristo con la presentazione al Tempio, la fuga in Egitto, il battesimo e le tentazioni. Il protiro centrale è sormontato dal rosone, al di sopra del quale si trova una croce. L'interno è a croce latina, in 3 navate, divise tra loro da 25 massicci pilastri. Il transetto è anch'esso suddiviso in 3 navate e all'incrocio c'è il tiburio ottagonale, decorato con affreschi secenteschi. All'interno, alcuni dei pilastri furono costruiti a carico dei paratici, le corporazioni di mestiere, o di singoli cittadini. Sette di questi presentano, come firma, delle formelle con la rappresentazione dell'attività dell'associazione. Sullaparatico, scritto in latino, quasi ad indicarne la proprietà: Haec est columna furnariorum. In alcuni casi la firma scritta riporta non solo il nome del paratico, ma anche il nome proprio del cittadino che ne sponsorizzò la costruzione come Hugo pictor o magister Johannes, costruttore, quest'ultimo, di carri. La cripta a croce greca con 108 colonnine romaniche conserva le venerate reliquie di Santa Giustina alla quale era dedicata la prima cattedrale distrutta dal terremoto del 1117 e che è tuttora compatrona di Piacenza insieme a Sant'Antonino. Fin dagli albori del II millennio, la regione padana fu pienamente partecipe della nuova cultura romanica che si irradiava dal cuore dell'Europa. La posizione geografica favorì il dispiegarsi di una straordinaria vivacità culturale, concorrendo a fare di quell' area uno dei principali cantieri di elaborazione e diffusione del nuovo linguaggio. artistico.La mirabile fusione di tradizione e innovazione realizzata in Sant'Ambrogio costituì un modello per numerose chiese che sorsero nel XII secolo sia a Milano (San Babila, San Celso, San Nazaro), sia in altri centri arditi (cattedrali di Pavia, Novara e Vercelli). BASILICA DI SAN MICHELE
Data: Prima metà XII sec
Luogo: Pavia
Stile: Romanico
Dimensioni: 55 x 38 x 30 m
Descrizione: Presenta una pianta a 3 navate con un corto transetto e ha un coro rialzato con sottostante cripta. L'area presbiteriale è coronata da una cupola a pianta ottagonale, racchiusa entro un tiburio anch'esso ottagonale. La facciata a capanna riprende lo schema di quella di Sant'Ambrogio, ma con un'accentuazione della dimensione verticale data dai contrafforti, che assumono l'aspetto di semi-pilastrimistilinei. Sotto gli spioventi del tetto corre una galleria inclinata, i cui archi sono sorretti da esili colonne: è questo un motivo che incontrerà grandefavore e sarà ripreso più volte, anche al di fuori dell'area padana. La parte mediana della facciata è animata da una serie di eleganti bifore, monofore e oculi strombati, mentre ai lati e sopra i tre portali, anch'essi strombati, sono incastonati numerosi rilievi con raffigurazioni sacre e profane. L'interno presenta una significativa variante, introdotta per risolvere il problema d'illuminazione posto dal suo maggiore sviluppo verticale: il punto d'innesto dei costoloni delle crociere centrali fu infatti rialzato rispetto alle arcate dei matronei, allo scopo di ricavare sopra di essi lo spazio per il claristorio, in cui aprire altre fonti di luce per la navata centrale. Storia dell'arte medievale | Martina Mucelli ROMANICO PADANO CATTEDRALE DI MODENA La cattedrale di Modena, dedicata a san Geminiano, costituisce una delle principali rielaborazioni in area padana delle novità romaniche sperimentate in Sant'Ambrogio. Due lapidi

marmoree con iscrizioni latine in esametri attestano che la costruzione fu avviata il 9 giugno 1099. I lavori si conclusero intorno al 1117, ma per l'inaugurazione ufficiale si dovette attendere fino al 1184.

La cattedrale ha una pianta a 3 navate senza transetto, con 3 absidi sul fondo, un matroneo e un coro rialzato, con sotto la cripta destinata alle reliquie del santo. Davanti alla cripta si innalza il pontile.

La navata centrale della cattedrale è divisa in 5 campate che, come in Sant' Ambrogio, raddoppiano di numero in quelle laterali. In origine la navata centrale era coperta da capriate lignee, che nel XIV secolo furono sostituite da crociere a sesto acuto. Le capriate originarie rendevano inutile l'azione di contro spinta esercitata dai matronei, che tuttavia furono realizzati ugualmente con un mero scopo di alleggerimento e articolazione plastica della massa muraria.

Questa geniale soluzione architettonica si ripete, con grande coerenza formale, anche all'esterno dell'edificio.

dove una fascia continua di arcate cieche, che ospitano nel

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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/01 Storia dell'arte medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martinamati di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Guarnieri Cristina.