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MURA PIANO DI
CALPESTIO
RIEMPIMENTO
ARENA ARTIFICIALE 4
SCAVATA
Storia dell’arte Greca e Romana 11/03/2019 Lezione 4
Si poteva accedere in due modi:
- Da asse maggiore →
- Scalette appoggiate al muro di contenimento esterno costruito con tante arcate per scaricare il
peso di tutta la terra del settore dell’edificio. Affinché il muro non cedesse si costruiscono le arcate
di scarico. Tramite una doppia scalinata si arriva in cima all’anfiteatro e si entra grazie a 40 porte e
poi si può scendere nelle gradinate
La cavea era distinta in 3 zone:
- Ima, a sei file di sedili. Posto per personalità di spicco della città. Zona divisa dalle altre due tramite
un corridoio a volta
- Media in origine con sedili in legno, poi realizzati in tufo
- Summa in origine con sedili in legno, poi realizzati in tufo
→
Fra arena e gradinate presenza di muro divisorio che costituiva una protezione da eventuali attacchi di
animali e gladiatori. Muro denominato balteo o podio.
Dai corridoi di accesso ci sono dei vani voltati e delle porte più piccole che contenevano le gabbie con gli
animali e i gladiatori oltre che agli attrezzi e i macchinari scenici.
→
Pittura pompeiana rivolta che scoppia fra pompeiani e abitanti di Nocera. Realizzazione molto realistica
dell’anfiteatro di Pompei. Presenta tutti gli elementi che caratterizzano questo anfiteatro. Presenti anche le
pitture sui muri interni. Intorno c’è la presenza di bancarelle e la palestra.
È una descrizione puntuale dell’edificio visto che lo abbiamo anche archeologicamente ben conservato.
Nel 59 a.C. vi scoppiò una violenta rissa fra pompeiani e nocerini che provocò molti
morti e feriti, per cui il senato fece chiudere l’anfiteatro per dieci anni.
Tacito, Annales 14, 17: “A quel tempo una causa futile provocò un atroce massacro tra i coloni di Pompei e
di Nocera durante un combattimento gladiatorio offerto da Livineio Regolo, della cui rimozione dal Senato
ho già riferito. Dapprima i cittadini a turno s'insolentirono continuamente, poi scagliarono i sassi e infine
ricorsero alle armi, prevalendo la gente di Pompei, presso cui si svolgeva lo spettacolo. Pertanto molti
nocerini furono riportati in città col corpo mutilato dalle ferite, e in tanti piangevano la morte dei figli o dei
genitori ... Riferita la relazione ai senatori, furono vietate ufficialmente queste riunioni per dieci anni e le
associazioni, che avevano operato contro la legge, furono sciolte; Livineio e gli altri autori della sedizione
furono condannati all'esilio”.
Anfiteatro molto particolare “a struttura piena” è quello di Sutri (41-40
a.C.) completamente scavato nel tufo, hanno sagomato la collina.
L’arena (50 x 40 m) è servita da due gallerie assiali. La caverna era a tre
ordini di posti e si è calcolato contenesse 9000 spettatori. 5
Storia dell’arte Greca e Romana 11/03/2019 Lezione 4
Anfiteatro di Saintes (Mediolanum Santonum), iniziato sotto Tiberio e completato sotto Claudio, in un’area
extraurbana tra le pendici di un colle e un vallone piano, è un edificio di transizione, definito anche “a
struttura mista”, in quanto possiede contemporaneamente compartimenti riempiti di terreno di riporto e
una struttura cava, costituita da muri radiali e da volte.
L’esempio di Saintes mostra come nella struttura degli anfiteatri
si andassero applicando realizzazioni architettoniche murate
dai teatri, fino ad arrivare agli anfiteatri completamente a
“struttura cava” secondo la definizione del Golvin, si trattava di
edifici ben impegnativi e costosi, e molto monumentali, anzi,
essi costituiscono le costruzioni più monumentali
dell’architettura romana. Le gradinate erano divise in settori e
sostituite con complessi sistemi di muri radiali ed ellittici.
Gli spettatori entravano nella cavea attraverso ingresse esterni numerati, corridoi e scale diversi a seconda
del rango sociale e infine entravano sulla cavea tramite appositi ingressi posti a vari livelli (vomitoria =
pubblico vomitato sul posto delle gradinate.).
All’interno di questi anfiteatri a “struttura cava” vanno distinti 2 tipi:
- Presentavano una galleria periferica dietro la facciata ad arcate aperte;
- Non presentavano una galleria periferica dietro la facciata ad arcate aperte.
La maggior parte degli anfiteatri giulio – claudi (pur con molti dubbi sulle datazioni) era del secondo tipo e
presentava una cavea supportata da muri radiali, le cui estremità si appoggiavano direttamente alla facciata
esterna.
L’anfiteatro di Terni, datato all’età tiberiana in base a criteri epigrafici, sembra uno dei primi ad essere dotato
di galleria, anche se le aperture, ancora un po’ timidamente, non interessavano tutte le arcate e se le misure
erano molto modeste (97 x 73 m)
Il più antico e spettacolare degli anfiteatri dotati di galleria periferica sembra quello di Verona che è stato
datato da scavi recenti in età claudia. Esso presenta 72 arcate in facciata, sviluppate su 3 ordini: della facciata
→
esterna però si conservano solo pochi fornici detti “Ala” per terra si vedono i posti dei pilastri. Se ne
conserva solo una piccola parte perché sotto epoca di Gallieno e dopo, parte della facciata esterna ha subito
delle spoliazioni per la costruzione delle mura.
→
Caso di Pola si ipotizza che la galleria esterna sia stata aggiunta in una seconda fase costruttiva. Non è
chiaro se si sia trattato di una volontà di monumentalizzare l’edificio, di un’esigenza di miglioramento della
sua percorribilità o ancora di un’esigenza di aumentare il livello degli spettatori.
Recenti calcoli hanno permesso di osservare che con la costruzione della galleria esterna il numero degli
spettatori poteva aumentare anche di 1/3. 6
Storia dell’arte Greca e Romana 11/03/2019 Lezione 4
→
Primi edifici II a.C., in campagna. Prima “struttura piena” e in seguito “struttura cava” di cui ne abbiamo
due tipologie.
A Roma cosa succedeva? Il primo esempio stabile di anfiteatro è tardo e risale solo al 30 a.C. circa
Svetonio, Augusto, 29: Publica opera plurima exstruxit, e quibus vel praecipua: forum cum aede
Martis Ultoris, templum Apollinis in Palatio, aedem Tonantis lovis in Capitolio... Quaedam etiam
opera sub nomine alieno, nepotum scilicet et uxoris sororisque fecit, ut porticum basilicamque
Gai et Luci, item porticus Liviae et Octaviae theatrumque Marcelli. Sed et ceteros principes viros
saepe hortatus est, ut pro facultate quisque monimentis vel novis vel refectis et excultis urbem
adornarent. Multaque a multis tunc exstructa sunt, sicut … a Statilio Tauro amphitheatrum …
“[Augusto] Costruì numerosi monumenti pubblici. Tra questi ecco i principali: un foro con un
tempio di Marte Vendicatore, un tempio di Apollo sul Palatino, un altro di Giove Tonante sul
Campidoglio… Realizzò anche altri monumenti pubblici a nome di altre persone, vale a dire dei
nipoti, della moglie e della sorella: è il caso del portico e della basilica di Gaio e Lucio, del portico
di Livia e di Ottavia, del teatro di Marcello. Ma spesso esortò anche i più ragguardevoli cittadini
perchè, ciascuno secondo le proprie possibilità, adornassero la città con templi nuovi o
restaurando e arricchendo quelli già esistenti. Allora un gran numero di edifici furono realizzati
da molti di loro, come … un anfiteatro da Statilio Tauro …
Perché ritardo nella costruzione di questi edifici? Forse a causa dell’abitudine consolidata di organizzare i
munera in spazi temporaneamente adatti all’uso, ma anche per lo scarso interesse di Augusto alla tipologia
architettonica, a differenza del teatro e del tempio che furono i “cardini” della sua concezione di urbanitas
(vedi anche Vitruvio).
Fino al I sec. a.C. avanzato i munera continuavano a svolgersi anche in alti spazi: Svetonio racconta che
Caligola collocò i giochi in vari luoghi, sia nell’anfiteatro di tauro, sia nel Campo Marzio, dove iniziò la
costruzione, poi interrotta, di un anfiteatro (Caligola, 18 e 20); ricorda i giochi di Claudio nel Castro Pretorio
e in Campo Marzio (Claudio, 21); afferma che Nerone nel 57 d.C. costruì il suo anfiteatro ligneo nel Campo
Marzio (Nerone, 21). 7
Storia dell’arte Greca e Romana 11/03/2019 Lezione 4
In ogni caso di tutti questi anfiteatri non restano dati archeologici, perché distrutti dall’incendio del 64 d.C.:
il primo anfiteatro attestato archeologicamente a Roma è l’anfiteatro flavio, noto come Colosseo. Iniziato da
Vespasiano e finanziato con il bottino di guerra giudaica, esso fu inaugurato da Tito nell’80 d.C. ma
Marziale nel poemetto De Spectaculis (33 epigrammi celebra0vi dedica0 a Tito) celebra l’inaugurazione
dell’anfiteatro nell’80 d.C. I epigramma
… Omnis Cæsareo cedat labor Amphiteatro: Unum pro cunc9s Fama loquatur opus. … Ogni
fatica umana cede all’anfiteatro dei Cesari; invece di tutte le altre opere di questa sola parlerà
la fama. II
Hic ubi sidereus propius videt astra colossus et crescunt media pegmata celsa via, invidiosa feri
radiabant atria regis unaque iam tota stabat in urbe domus. Hic ubi conspicui venerabilis
amphitheatri erigitur moles, stagna Neronis erant. .... Reddita Roma sibi est et sunt te praeside,
Caesar, deliciae populi, quae fuerant domini.
Qui dove l’astrale colosso vede più da vicino le stelle e si assiepano nel bel mezzo della via gli
erti macchinari teatrali, splendeva un giorno l’odiato palazzo del feroce tiranno e un’unica casa
s’elevava sul suolo di tutta Roma. Qui dove si erge l’augusto complesso architettonico
dell’anfiteatro, visibile da ogni parte, c’era un giorno il lago di Nerone… Roma è stata resa a sé
medesima e sotto il tuo principato, o imperatore, l’amenità dei luoghi che era prima del
sovrano è divenuta proprietà del popolo
→ →
Colosseo operazione politica restituire al popolo uno spazio pubblico che era diventato privato a causa
della costruzione della Domus Aurea di Nerone.
È l’edificio più grande di questa tipologia in tutto l’Impero: esterno 187 x 156 m, arena 86 x 54 m, l’altezza
originaria era di 50 m circa (il più alto monumento mai costruito a Roma fino a quel momento), spettatori
calcolati 50 – 75.000. le fondazioni sono costituite da una platea continua in cementizio spesso circa 12- 13
m, che si addossava all’esterno a un potente muro laterizio, spesso circa 3 m. la platea venne pavimentata
con un lastricato in conci di travertino su cui vennero innalzati i pilastri di facciata, saldandone il primo
elemento sul lastricato c