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SANTUARIO DI DEMETRA E KORE AD ELEUSI

Primo fra i santuari dell’Attica, era aperto a tutti coloro che vi convenivano. Ricordato per i misteri

eleusini. Prima ne aveva costruito uno Pisistrato, poi Cimone (bruciato dai persiani). Dopo la

distruzione persiana del telesterion pisistrateo, Cimone aveva ampliato la struttura precedente, ma

Pericle decise di riprendere i lavori su scala ancora maggiore e secondo un nuovo progetto. Le fonti

sono discordi riguardo al nome dell’architetto che lo realizzò. Secondo Strabone e Vitruvio sarebbe

Ictino, secondo Plutarco invece iniziato da Koroibos, portato avanti da Metagenes, e concluso da

(Ξενοκλῆς).

Xenokles Alla duplice tradizione scritta fa riscontro nei resti strutturali la prova di un

duplice intervento. Ictino nel 449-448 impianta una sala che raddoppiava le dimensioni del telesterion

cimoniano; in una sala di 49 x 51m, si trovavano 8 gradoni lungo le quattro pareti, interrotti solo dalle

aperture e all’interno la sala era scandita da 4 serie di 5 colonne. L’ardito progetto di Ictino non ebbe

seguito perché la sua attività fu totalmente assorbita dal Partenone. Intorno al 446-445 viene nominato

il nuovo architetto: Koroibos, la sala fu da lui ulteriormente ampliata, misurava infatti ora 51 x52 m.

e aumentava il numero di colonne 7 serie di 6 colonne per un totale di 42. Dopo la sua morte il cantiere

viene assunto da Metagenes, che eleva il secondo ordine di colonne a reggere il pesante edificio. A

giudicare dalle iscrizioni dei rendiconti pervenuteci nel 424 l’edificio non era ancora completato e

nel 408 risulta completato da Xenokles con il lucernaio.

PARTENONE PREPERICLEO (di Clistene o di Cimone)

Prima di quello pericleo si conosce un Partenone più antico di epoca clistenica o cimoniana, databile

probabilmente intorno al 490 a.C. distrutto dall’invasione persiana dell’acropoli nel 480. Gli scavi

condotti nell’800 ne hanno rilevato la pianta. Numerosi blocchi di colonne sono state ritrovate per la

costruzione delle mura temistoclee. Del crepidoma, basamento costituito da 3 gradini su cui sorge il

tempio, si sono conservate il primo gradino di calcare di carrà e il terzo gradino. La cella era

interamente divisa in 3 navate da due file di 10 colonne, ad essa seguiva un ambiente occidentale il

cui tetto era sorretto da 4 colonne. Inoltre aveva un pronao ossia un portico d’ingresso tetrastilo ed

un opistodomo tetrastilo. L’invasione persiana distrugge la città ma anche il Partenone. Solo nel 448-

447 hanno inizio i lavori del nuovo Partenone voluto da Pericle.

PARTENONE PERICLEO

È più grande di quello precedente ed è tutto in marmo pentelico. 8x17 colonne. Prodromo ed

opistodomo esastili e cella divisa in due ambienti. La grande invenzione consiste nella forma nel

a п all’interno della cella che aveva la funzione di isolare e di esaltare la statua

colonnato fidiaca. Cella divisa in due ambienti: occidentale dove c’era il tesoro della dea diviso

crisoelefantina

in 4 colonne ioniche (un’altra innovazione era questa, la commistione dei due ordini). La cella vera e

propria ossia l’ambiente orientale mostrava 5 x 10 colonne in uno schema a п in modo da circoscrivere

l’area della statua dell’Atena Partenos. 13

Lo sviluppo dei lavori seguì questa sequenza:

1) 447-442→ metope

fregio orientale e occidentale e la sua sistemazione nei lati dell’edificio

2) 442-438→

3) 438-432→ sistemazione del fregio e dei gruppi frontonali

I FRONTONI DEL PARTENONE

nascita di Atena dal capo di Zeus, ha una lunga tradizione nell’iconografia

Frontone orientale:

vascolare e qui per la prima volta viene applicata nella scultura. La divinità poliade Atena viene

partorita al cospetto delle divinità olimpiche se il soggetto del frontone è noto grazie alla

testimonianza di Pausania che ci racconta il soggetto, il riconoscimento delle singole figure è uno dei

temi più dibattuti. Numerose sono state le ipotesi degli studiosi. Non esistono rappresentazioni di

questo genere prima del Partenone. È stato supposto che il fato che Atena nascesse già in armi sia

stato un particolare introdotto per la prima volta da Stesicoro di Imera, che compose un documento

in cui narrava la nascita di Atena armata. I pittori ceramografi ne percepiscono subito la novità e la

raffigurano. A parte Elios (dio del sole) e Selene (dio della luna), l’uno che sorge e l’altro che

tramonta, i quali danno all’avvenimento una dimensione cosmica, è stato calcolato che il frontone era

occupato da 16 o 17 figure. Le figure dal n. 8 al 20 furono andate perdute quando sono state rimosse

per l’apertura di una finestra quando il Partenone è stato modificato in una basilica paleocristiana. Le

divinità del fregio orientale costituiscono un elemento guida per ricostruire quelle del frontone.

viene raffigurata una figura maschile in trono che è Zeus, davanti a lui c’è una figura

Hydria:

maschile con una veste corta (Efesto) che ha appena colpito il capo di Zeus perché la tradizione a

partire da Esiodo ci dice che Atene nasce dal suo capo, in seguito al colpo di scure. La figura che

segue quella di Efesto è una figura femminile, si tratta della Dea Ilizia/ELIZIA (dea del parto). Atena

è esclusivamente figlia di Zeus. Altra fonte saranno gli inni omerici. 14

20/10/20 QUINTA LEZIONE

Sostenitori di Dioniso: hanno notato che la figura di Eracle sarebbe l’unica figura eroica in un contesto

divino.

Di fronte ad Elios vi è una figura maschile nuda dalla muscolatura ben disegnata sulla cui identità sia

molto discusso. La sua posizione è molto sdraiata su cui poggia una pelle di animale. La figura di

Dioniso è quella maggiormente accolta e la posizione della figura ricorda quella di un simposiasta.

Sulla base di queste considerazioni si è supposto che il dio reggesse un kantaros.

Altri hanno supposto si trattasse di Eracle, la cui pelle su cui risiede possa essere di leone e non di

pantera, che la figura di leone era particolarmente legata al dio del sole elios, che aveva navigato dalla

coppia interamente d’oro, donatagli da Elios dio del

impresa delle Asperidi fino alla spagna in una

sole. Questa ipotesi non regge per una questione di unità compositiva in quanto la figura di Eracle

non si lega a quelle presenti.

Analisi iconografica: vediamo due figure femminili sedute su cassette lignee e notiamo un rapporto

di familiarità. Il gesto di portare il braccio sulla spalla indica familiarità. Quello che si nota

immediatamente è l’abbigliamento. Quella più sinistra porta il peplo smanicato che era caratteristica

di giovane età, quella accanto invece il peplo, che indica che è più anziana. Poggia su delle cassette.

Una delle ipotesi più accreditata è che si tratti di Demetra e Core. Le ceste fanno riferimento al

gineceo, alle nozze di Demetra ed Ade.

Alle spalle della figura d, quelle contrassegnate da e ed f siedono su cassette lignee. La figura e

indossa un peplo smanicato stretto in vita dalla cintura, ha la mano destra poggiata sul grembo, la

sinistra è poggiata sulla spalla della figura f con un gesto che non solo suggerisce grande familiarità

fra i personaggi rappresentati ma anche che si tratti di una donna più giovane che si appoggia ad una

adulta. La figura f appare più grande ma sono di dimensione identiche. Indossa un chitone e un

imation. La stretta unità compositiva delle due figure, i gesti che denotano familiarità indicano che si

tratta di una coppia. La maggior parte pensa che si tratta di Demetra e Core, che corrispondono

perfettamente all’iconografia del V secolo, l’una col peplo smanicato. Ci aspetteremo che seggano su

ceste caratteristiche dei misteri eleusini. In realtà le vesti su cui siedono e le cassette lignee rimandano

agli attributi di una sposa e il simbolismo nuziale è appropriato per Kore in quanto sposa di Ades.

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EILIZIA, ILIIZIA è una figlia di Zeus ed è una sorta di ninfa genio preposta al parto. Assiste le

partorienti. Nelle rappresentazioni vascolari abbiamo sempre non solo Efesto ed Ermes ma anche

Eilizia. Nel V/VI secolo non è mai rappresentata in movimento ma stante. Il rapido movimento invece

L’ultima interpretazione più

della figura del Partenone ha fatto muovere critiche alla figura di Elizia.

(gr. Εἰλείϑυια)

15 divinità pre-olimpica,

Ilizia Dea degli antichi Greci, invocata come protettrice del parto e messa in

dei Romani. Nell’Iliade

relazione ora con Era ora con Artemide; corrisponde alla Giunone Lucina le I. sono

personificazione delle doglie del parto, figlie di Era, che le invia o le trattiene. Le più antiche sedi del culto furono a

Creta e a Delo. Secondo il III Inno Omerico ad Apollo, Hera catturò Ilizia, mentre stava tornando dal nord dagli

Iperborei, per ostacolare le doglie di Leto per Artemide ed Apollo, essendone Zeus il padre. Le altre dee presenti a Delo

per assistere alla nascita, mandarono allora Iris a prenderla. Non appena Ilizia mise piede sull'isola, iniziarono le doglie.

15

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credibile è stato proposto che si possa trattare di Ecate divinità che conosciamo in rapporto alla

figura di Demetra e Kore. Nell’inno a Persefone si dice che la dea Ecate accompagnò la dea Demetra

alla ricerca di Core.

Segue le due figure la figura G di più ridotte dimensioni in peplo rappresentata in rapido movimento

ma con il capo rivolto al centro del frontone, guarda verso la nascita di Atena. Anche l’identità di

questa figura è oscura. La sua giovane età (peplo smanicato), la vicinanza a Demetra e Core possono

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fornire indizi sulla sua identità, che si possa trattare di elizia o di Iris, messaggera degli dei, tuttavia

la mancanza delle ali lo fa escludere. La figura G dunque a parere di Olga Palage potrebbe essere

Ekate (Esiodo, Teogonia, v.450 e in Eschilo, Supplici v. 476). Ecate verrà identificata con elizia da

Eusebo nella preparatio evangeli. Inoltre nella tradizine vascolare di V secolo Ecate è sempre dipinta

in scene di Demetra e Core, in rapido movimento con una torcia in mano. Se la figura G può essere

identificata con Ecate, allora essa può essere seguita da Ermes, suo compagno nei propilei, dove i

culti erano associati. Dioniso (dio legato alla sfera della morte), Demetra e Kore (divinità ctonie),

Ermes (psicopompo)→ lato ctonio che fa riferimento al mondo infero piuttosto che a quello celeste.

Il Partenone era fortemente policromo.

Si entra dal lato opposto per una ragione rituale, perché la processione avvolge quel lato. È orientato

al contrario.

FRONTONE ORIENTALE→ figura k, l, m

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
44 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tanianaomi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia dell'arte greca e romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Lo Giudice Alessandro.