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ART NOUVEAU: I PRESUPPOSTI

William Morris riteneva che bisognasse restituire al lavoro operaio quella spiritualità e quel sentimento che erano stati eliminati dall'introduzione delle macchine e della produzione in serie, in seguito all'industrializzazione. Il piacere creativo dell'artigianato avrebbe dovuto conciliarsi con il lavoro industriale: l'operaio quindi, nel realizzare oggetti utili (in serie e dunque a basso costo), doveva renderli anche belli (di alta qualità) diventando egli stesso creatore di opere d'arte. A tale fine, nel 1888, fondò Arts and Craft Exhibition Society, l'associazione di arti e mestieri. Tutte le opere erano caratterizzate da un decorativismo in cui predominava la linea sinuosa, la ripetitività dei motivi, l'arricciolarsi di tralci di foglie e fiori resi in modo stilizzato e tratti dall'arte medievale. Tali caratteri formali e ispirativi pongono il movimento di Morris e dei suoi seguaci quale...

Il presupposto immediato dell'Art Nouveau. Essa nasce proprio quando si incomincia a dare dignità artistica al prodotto industriale (nel quale la quantità aveva sopraffatto la qualità) rispondendo a 2 importanti esigenze della società: la prima è di ordine economico, in tal modo anche i ceti più bassi della popolazione possono usufruire di prodotti di alta qualità ma a basso costo; la seconda è quella di porre le basi per un'arte diversa e moderna in linea con il progresso dei tempi. In ogni paese d'Europa si sviluppa in modo diverso e anche i nomi cambiano, in Italia si parla di stile floreale o liberty, in Austria si parla di Secessione dal nome del movimento artistico d'avanguardia formatosi a Vienna; in ogni caso nessun campo artistico ne è uscito immune: le forme sono quelle morbide e sinuose derivate dalla natura e reinterpretate in chiave decorativa, domina la linea curva e le volute fantasiose, con

l'utilizzo dei nuovi materiali sia per le strutture (acciaio e cemento armato) che per gli elementi decorativi (ceramica, vetro, ghisa). Parlando della Secessione viennese, un gruppo di artisti che si opponevano all’arte ufficiale, proponendo coincidentia oppositorum un’arte sintetica e con un’esigenza di rinnovamento, si assiste a una sorta di: l'idea di Semper della parete architettonica come una tessuto-rivestimento, si concilia con quell’idea dell'ornato come tegumento leggero e incorporeo sostenuta da Riegl; così il paramento murario per la nuova architettura viennese diventa un sottile e delicato telo che accoglie un ricamo di superficie (tattile e incorporeo). Il massimo architetto viennese Otto Wagner predilige superfici architettoniche completamente piane, rigorose e leggere (in assoluta controtendenza rispetto alle architetture teli stesi eclettiche del tempo), privi di elementi aggiunti, bucati solo da finestre e con una decorazione.

Disuperficie che sembra un disegno su tela; ”si pensi alla “Majolikahausen , una parete-lenzuolo rivestita difiori; la stessa cosa per il condominio “Linke wienzle” a fianco, conpalme, medaglioni e ghirlande che cadono da finestra a finestra.Stessa tecnica ma diverso stile è invece la “Postparkasse” (laCassa di Risparmio), con un muro-rivestimento dove l’ornato non èrisolto tissularmente ma secondo procedure più proprie dellacarpenteria di rivestimento.Stesse soluzioni formali sono raggiunte da Olbrich nel suoprogetto per il Padiglione della secessione, costruito negliultimi anni dell’800 per le esposizioni della secessione. Inalinea con la loro ideologia la frase in alto sul timpano dice:ogni tempo la sua arte, all’arte la sua libertà = l’arte èla forma simbolica di quello che accade, gli artisti dannoforma alle sollecitazioni che il tempo e la società propongono(spesso anticipano

letendenze future; la parola chiave per la contemporaneità sarà TECNOMORFISMO, a sottolineare il legame tra arte e tecnologia dunque non ha senso dipingere come Raffaello o Michelangelo, l’arte deve essere libera di esprimersi e rinnovarsi (in linea con le tematiche Liberty). A sinistra in basso c'è un'altra scritta sempre in tedesco: “primavera sacra” (che sarà il nome della rivista della secessione). L'edificio è estremamente rigoroso, le pareti totalmente bianche, rettificate, danno l’idea di un telo tirato; anche gli ornamenti d’oro sono rettificati, trattati alla stregua di un disegno. Audacia innovativa di specie quasi metamorfica, alla luce del Kunstwollen, sono le 3 civette (simbolo di Atena, intelligenza) che fungono da capitello “ionico”.

Fregio di Beethoven

All’interno il “ ” di Klimt, realizzato per l'esposizione del 1902. Narra della vittoria del bello e del

Bene dell'arte contro tutte le potenze negative. È la storia dell'artista-cavaliere-eroe (lecui sembianze sono quelle di Gustav Mahler, grande musicista contemporaneo a Klimt), presente nel primo dipinto sulla destra, rivestito da un'armatura d'oro e con in mano una spada; vegliano su di lui lapersonificazione della fama e della gloria, mentre le donne che pretendono le mani verso di esso sonol'umanità sofferente che si appella all'eroe per salvare il mondo dal male. Segue l'opera con il mostroTifeo, una specie di scimmione alato, accanto a donne deformi, una di esse incinta... sono tutti i vizi e leforze del male che cercano di ostacolare la marcia dell'eroe verso il bello e il bene (secondo unaconcezione greca che univa il bello estetico al bello morale). Infine, l'eroe visto di spalle bacia l'amata,personificazione della bellezza.

EXCURSUS SU KLIMT Klimt fu il principale esponente della secessione viennese.

Nonché il presidente per un certo tempo e la personalità più alta della pittura art nouveau. La sua arte è segnata da quel critico incrocio tra soggetto e ornamento, che si fronteggiano sul medesimo terreno della superficie ma non giungono a fondersi mai del tutto, proprio per una irriducibile differenza nella composizione molecolare tra il dell'epidermide umana e il tessuto discreto dell'ornato.

Caratteristico di Klimt è l'elegante stilizzazione dei corpi (in nome di quell'esigenza di sintesi), i volti e le zone carnose rimangono una zona franca sebbene assediata da ogni parte, come un'icona bizantina, figure tridimensionali che non hanno linee di contorno e quasi sfumano creando un forte contrasto con la bidimensionalità dello sfondo spesso interamente dorato o intessuto dei più svariati motivi decorativi (occhi entro triangoli, allusione all'occhio di horus egizio, quadrati, spirali, rettangoli,

Il testo fornito parla di un repertorio decorativo caratterizzato da forme geometriche e naturali, che si riflettono anche negli abiti e nelle stoffe. Questo ornato è in continua mutazione e frammenta qualsiasi sistema prevedibile di pattern. I personaggi stessi diventano decorativi quando sono ripetuti.

Sull'onda delle suggestioni Klimtiane, Zecchin crea un vivido cromatismo di tradizione veneta, definendo le sagome come se fossero una vetrofania. Le teste dei personaggi e le braccia sono l'unica cosa che li individua, tutto il resto è pattern, ma a differenza di quello klimtiano, è giocato con poco variati motivi ornamentali, prevedibili ed essenzialmente circolari che ricordano le murrine.

Tornando al palazzo della secessione, nel Padiglione centrale si trova la...

Statua di Beethoven realizzata da Klinger, sempre per l'esposizione del 1902. Era stato concepito un sorto di percorso iniziatico e misterioso che terminava nella visione della statua, prima di entrare nella stanza, la statua era visibile da lontano attraverso una finestra a destra, poi vi si accedeva tramite una porta seminascosta. L'opera è un complesso fatto di diversi materiali di diverso colore (bronzo, marmi...), e rappresenta il superamento del pregiudizio di Winckelmann secondo il quale tutta l'antichità era bianca, quando in realtà i marmi erano colorati. Si notano poi murie vari elementi architettonici di gesso dell'architetto Hoffmann, incaricato di realizzare un rivestimento dell'ambiente interno temporaneo, destinato a durare per il solo tempo della mostra. Un es è il celebre soprapporta caratterizzato da un modulo quadrato, molto lontano dai florealismi tipici dell'Art Nouveau, che cresce come improvvisamente dando.Kunstwollen; infatti tali opere indicano la strada per quella che sarà la ricostruzione neoplastica dell'universo, l'arte stava già andando verso quel mondo, l'astrattismo e il concretismo (cit. Malevic o Kupka). RAZIONALISMO IN ARCHITETTURA L'Art Nouveau era nata liberandosi delle ormai inutili forme della tradizione classica, ma presto si incaglia anch'essa in un nuovo e vuoto accademismo, portando a una meccanica riproduzione di forme sinuose e floreali. Del resto, quando le forme sono slegate dai contenuti, dalla funzione, non hanno alcun senso; ecco dunqueche se continua a prevalere una pura logica decorativa, costruire un edificio in stile Art Nouveau non è assolutamente indice di maggior modernità che costruirne uno in stile neogotico. Si diffonde come un'ansia razionalizzante e già il cubismo inaugura forme squadrate e meccanomorfiche; l'esperienza razionalista degli anni '20 del 900 parte da Vienna e da Adolf Loss che si scaglia con forza contro l'ornamento fine a se stesso, da lui definito un delitto (scrive Ornamento e Delitto). Tutto ciò che non è funzionale va escluso. Nella sua Looshaus applica alla perfezione il principio di muro come rivestimento, tirato come un telo e bucato da finestre. MA totalmente prive di ornamento. Lo stesso si riscontra nella sua villa Muller o ancora in Hoffmann nel suo Traditional arts and crafts of japan Christopher Dresser. Celebre la sua opera (1882), frutto di una lunga permanenza in loco, che forniva una cospicua.Panoramica dell'estetica giapponese, di notevole importanza per il rinnovamento dell'arte occidentale (con quel suo p)
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Publisher
A.A. 2019-2020
11 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gine4600 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Tusini Gian Luca.