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STORIA DELL'ARTE CONTEMPORANEA (8) ABST47

LEZIONE 1 DEL 06 NOVEMBRE 2020

Il pre-impressionismo è una corrente artistica antecedente all’impressionismo, che si sviluppa esclusivamente in Francia dal 1820 al 1870. Il promotore dell’arte in quel periodo era l’Académie des Beaux-arts, un’associazione nata in seguito alla rivoluzione francese, che abolì tutte le accademie esistenti.

  • Théodore Géricault, La zattera della Medusa, 1819, olio su tela. Géricault scelse accuratamente il soggetto del suo primo grande lavoro per distaccarsi dal solito soggetto religioso: una tragedia realmente accaduta che stava avendo risonanza internazionale, per alimentare l'interesse di un pubblico quanto più vasto possibile e per lanciare la sua carriera. Questo dipinto rappresenta un momento del naufragio della fregata francese Méduse, avvenuto il 2 luglio 1816 davanti alle coste dell'attuale Mauritania; di questi, 150 dovettero essere imbarcate su una zattera di fortuna, e di queste soltanto 10 fecero ritorno a casa. Géricault fu affascinato dai resoconti del naufragio, e per essere quanto più fedele possibile incontrò i sopravvissuti, visitò l'obitorio dell'ospedale Beaujon di Parigi per studiare la rappresentazione del tono muscolare dei morti, e fu il frutto di numerosi ripensamenti e altrettanti disegni e schizzi preparatori. La composizione pittorica del quadro è costruita su due strutture piramidali: la prima e più larga piramide, a sinistra, è costituita dalla base stessa della zattera, mentre la seconda, di misura minore, si sviluppa dal gruppo di sagome morte in primo piano, che formano anche la base da cui emergono i sopravvissuti, intenti a stagliarsi il più alto possibile per richiamare la nave, convogliano verso il picco emotivo costituito dalla figura centrale che sventola il panno. La drammaticità dell'evento, la potenza emotiva della tragedia -addirittura sfociata nel cannibalismo, è rappresentata in modo efficace anche dagli studi attenti di Raffaello e Michelangelo, oltre che sul disegno e la composizione, quest'ultima ben equilibrata.

  • Eugène Delacroix, La Libertà che guida il popolo, 1830, olio su tela. Nel 1829 il re di Francia Carlo X di Borbone convocò al potere Jules de Polignac, a cui affidò la guida di un governo spiccatamente autoritario, emanando una serie di provvedimenti legislativi liberticide; queste leggi scatenarono la furia dei parigini che, nelle cosiddette «tre gloriose giornate», si ribellarono contro l'autorità: con il trionfare dell’insurrezione, Carlo X fu costretto a licenziare i suoi ministri, a revocare le ordinanze emesse e - infine - ad abdicare e a riparare in Inghilterra. Fu proprio questo l'episodio che Eugène Delacroix volle immortalare nel suo dipinto: raffigurare tutte le classi sociali unite in lotta contro l'oppressore, guidate

dalla personificazione della Francia, Marianne, che in quest'opera assurge anche a simbolo della libertà. Questa donna è circondata da una folla tumultuosa, dove Delacroix ha riunito persone di tutte le età e le classi sociali. Dietro questi personaggi iconici si dispiega una massa indistinta di uomini, fucili, e spade, non priva di vittime. Alla base del quadro, infatti, giacciono tre cadaveri.

Il dipinto è quotidiano e veritiero, si fa interprete della sua società, contro il soggetto religioso e la rigidezza accademica, nonostante gli studi di nudo e varie citazioni alla sua formazione.

  • Gustave Courbet, Funerale a Ornans, 1849-1850, olio su tela. L'opera suscitò aspre polemiche, e espose l'artista all'incomprensione: a essere giudicate negativamente dai critici e dai contemporanei erano in particolare i personaggi, per niente distaccati dal mondo reale, ritenuti privi di decoro, un'opera in cui il pubblico poteva "vedersi allo specchio", uno spaccato di vita in cui ci si poteva rivedere; la pittura, al tempo, era concepita distaccata proprio per non enfatizzare su vizi e costumi della borghesia del tempo.
  • Thomas Couture, I romani della decadenza, 1847, olio su tela. Tale forma di pittura doveva dunque rappresentare azioni umane dalle quali ricavare un messaggio morale: non essendo uno spaccato di una vita quotidiana, l'accentuazione del tratto erotico-proibito venne accettato pubblicamente. Difatti, couture ha collocato un affollato banchetto in cui dominano l'ubriachezza e la lascivia, in cui i personaggi sono ritratti mentre, ormai ebbri, continuano a bere e a danzare. Chiaramente, al di là della raffigurazione di un tema classico, couture in quest'opera si riferisce alla società francese del suo tempo, con una critica "velata".

Édouard Manet è stato un pittore francese, considerato il maggiore interprete della pittura pre-impressionista. Il papà Auguste disprezzava la pittura, e fece di tutto per ostacolare la vocazione del figlio: il giovane Édouard venne accompagnato al collegio, dove contrariamente all'opinione del padre ampliò i propri orizzonti, coltivando assiduamente il disegno mediante la copia dei grandi maestri, apparendo quindi uno studente distratto e mediocre.

Preso dal risentimento, Manet rigettò l'impostazione familiare anni dopo, e cercò di iscriversi ad accademie e partecipare a dei Salón ufficiali, fallendo miseramente e venendo stroncato dalla critica. La sua carriera inizierà nei Salón privati, portando avanti l'idea di discostarsi dagli studi accademici, e prediligere un'espressione personale, forte, a volte incompresa.

  • Édouard Manet, Il bevitore di assenzio, 1858-1859, olio su tela. Partendo da un modello altissimo per la pittura del tempo, Diego Velázquez, ed insofferente ai canoni accademici promossi, Manet ripudia i soggetti storici-religiosi e sceglie di raffigurare polemicamente un antieroe, come un alcolizzato: la mancanza di quel filtro che copriva vizi ed azioni contemporanee, il protagonista non è solo contemporaneo, ma è realizzato nel minimo dettaglio per rappresentare l'effetto stupefacente dell'alcol, che trasforma un uomo in una persona sfigurata dalle allucinazioni e dalla sua dipendenza. Con poche linee ed ombre, realizzate in

Édouard Manet, Olympia, 1863, olio su tela. Possiamo individuare come fonti ispiratrici due quadri, il primo è la Venere di Urbino di Tiziano, visionato durante il viaggio in Italia del 1857, e il secondo è la Maja di Francisco Goya: da due prese come spunto il soggetto nudo e il suo atteggiamento spavaldo. La protagonista è stata chiaramente realizzata sulla base della posa di una delle modelle predilette da Manet, Victorine Meurent; inoltre, molti sono i dettagli che rimandano al mondo della prostituzione, come i vari ornamenti che abbelliscono la figura. Dal punto di vista di realizzazione, Olympia presenta all'occhio dello spettatore senza pudore la sua nudità, e la svende quasi agli sguardi altrui, perché è ben consapevole della propria sensualità. Il suo incarnato è candido, un dettaglio spesso associato ai corpi di figure religiose; le sue forme sono tuttavia acerbe e spigolose, e non hanno neanche un accenno di divino. A questo corpo nudo però scontra un dettaglio essenziale: l'espressività. Il suo sguardo è glaciale e indifferente, e rivela piuttosto un distacco, come se stesse lanciando una sfida a coloro che la contemplano. Altri dettagli altamente criticati furono il gatto nero, per la sua chiara metafora superstiziosa, e la governante, dalla pelle così scura che quasi si confonde con lo sfondo. Il dipinto suscitò immediatamente uno scandalo di proporzioni enormi, forse ancora più eclatante di quello dalla colazione sull'erba: la donna rappresentava infatti senza ombra di dubbio una prostituta, e per la critica del tempo sappiamo bene quanto questo sia un argomento toccante. La reazione del pubblico raggiunse picchi così elevati che si temette persino che l'opera venisse distrutta.

Édouard Manet, Gesù deriso dai soldati, 1865 circa, olio su tela. Qui troviamo un’altra ispirazione celebre, con l’incoronazione di spine di Tiziano. Anche se l'opera di Édouard Manet è del tipo religioso, i suoi soggetti sono stati realizzati abbastanza moderni. Gesù schernito dai soldati rappresenta un'esasperazione nell'immaginario religioso, che era raro per un pubblico borghese. Il tema, più che accettato, diventa scandalo perché manca di una scala eroica, e colori scuri lo mettono in relazione con i dipinti schetici e semplici che ha già realizzato. Il suo trattamento riflette la solita carabietà di Manet, il suo farsi beffe delle convenzioni: qui lo spettatore si confronta con un Gesù molto umano, vulnerabile, il cui destino è dipinto sulla tela. Manet difatti raffigura il momento in cui i soldati sbeffeggiano il "re dei giudei", incoronandolo con spine e ricoprendolo con un mantello di porpora. Sebbene questo scherno fu seguito dalle percosse, secondo la narrazione evangelica, i tre soldati -vestiti alla maniera contemporanea dei Manet, appaiono nel momento in cui circondano la pallida, nuda figura di Gesù. Uno di essi lo guarda, uno si inginocchia in evidente omaggio e uno tiene il mantello di porpora in modo tale che sembra voler coprire la nudità di cristo, piuttosto che spogliarlo; questo atteggiamento estremamente lodevole non sembra quindi conservare il tono di beffa e di scherno che la scena dovrebbe conservare, secondo la scena originale. L'uso da parte di Manet di forti contrasti, forme piatte e una tavolozza scura di colori fittamente applicati rafforza questa impressione un po’ spoglia e sporca.

Édouard Manet, Giovane signora nel 1866, 1866 circa, olio su tela. Questo dipinto sembra essere stata la risposta di Manet alla Donna con pappagallo di

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
116 pagine
7 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Asayuna di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Accademia di Belle Arti di Napoli - Accademianapoli o del prof Esposito Diego.