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GLI ANNI DELLA RADIO
1. LO SVILUPPO DELLA TEORIA E DELLA RICERCA SOCIOLOGICA SUI MEDIA IN
EUROPA E IN AMERICA
Gli studi sulla comunicazione di massa cominciano a prender forma in Germania tra la fine del XIX
secolo e l'inizio del XX secolo a causa delle crescenti preoccupazioni sul ruolo della stampa nel
plasmare l'opinione pubblica. L'interesse scientifico per le comunicazioni di massa è, in America,
espressione di un bisogno di intervento sulla realtà sociale e di un miglioramento delle condizioni di
vita.
A partire dalla fine degli anni Sessanta importanti mutamenti culturali e strutturali hanno
attraversato la società industriale e il sistema dei mass media, modificando radicalmente le forme
della comunicazione, la fisionomia delle audiences, la natura degli stessi rapporti tra i vari mezzi.
2. VERSO UN APPROCCIO STORICO-COMPARATIVO NELL'ANALISI DEI RAPPORTI
TRA MEDIA E SOCIETA'
E' importante recuperare la dimensione storica dello studio dei media tale da mettere in evidenza le
caratteristiche e il ruolo dei media nella società, ma anche il tipo di ricerca che si sviluppa intorno
ad essi in un dato momento storico.
Conoscere il passato dei media appare una condizione fondamentale per comprendere meglio le
implicazioni legate alla presenza dei media oggi.
Nell'approccio storico-comparativo, storico rimanda all'utilità di un recupero del passato nell'analisi
dei media e all'esigenza di avviare programmi di ricerca proiettati nel futuro, e comparativo fa
invece riferimento alla possibilità di stabilire confronti a vari livelli di analisi del processo
comunicativo.
3. PER UNA STORIA SOCIALE DEI MEDIA IN ITALIA
Si possono distinguere tre grandi fasi nello sviluppo dei media a larga penetrazione in Italia.
1. la prima fase tra la fine degli anni venti e gli anni quaranta, si assiste al progressivo
consolidamento della radio fascista, destinato ad un pubblico di massa e soggetto alle
manipolazioni di un potere politico autoritaristico.
2. Tra gli anni cinquanta e sessanta, è un periodo di grandi trasformazioni. Arriva la televisione
e la radio è costretta a ricercare una ridefinizione del proprio ruolo.
3. Dalla riforma della Rai del 1975 dove si pone di fatto fine al monopolio pubblico.
Uno studio sulla radio e la televisione in Italia costituirebbe un valido contributo alla conoscenza
dei rapporti tra media e società, dei modi in cui i media rappresentano la realtà sociale e se
contribuiscono di fatto alla sua costruzione.
4. LE ORIGINI DELLA RADIOFONIA
Il 6 Ottobre del 1924 hanno ufficialmente inizio le trasmissioni della radio. Il nuovo medium nasce
nel contesto di un regime politico autoritario fascista. Sono presenti le prime difficoltà: la
superiorità tecnica delle ditte straniere, la diffidenza degli altri settori dello spettacolo verso il uovo
mezzo,la predilezione del regime nei confronti della stampa e le condizioni finanziarie critiche
dovute all'alto costo degli apparecchi e alla conseguente esiguità degli abbonamenti.
L'Uri dà avvio ad una strategia promozionale volta a ricercare e a stabilire forme di rapporto diretto
con il pubblico della radio. In una prima fase i rapporti tra l'ente radiofonico ed il pubblico dei
radioascoltatori si limitano alla corrispondenza sulle pagine del Radio Orario, nella uqale si
raccolgono giudizi tecnici sulla qualità della ricezione e si risponde a problemi della stessa natura.
Il 31 agosto 1925 il Radio Orario bandisce il Referendum Radio Programma Ideale, tramite il quale
gli ascoltatori sono invitati ad indicare, in ordine di preferenza, i diversi generi radiofonici.
Ma le prime informazioni dirette sul pubblico e sul gradimento del programma si avranno solo nel
corso del 1927 quando viene indetto dall'Uri il Radio Referendum sulle preferenze del pubblico per
i programmi delle stazioni radio di Roma, Milano e Napoli dove si invitano i radioascoltatori a
rispondere a delle domande. Dalle risposte emerge un giudizio sostanzialmente positivo sulla
programmazione radiofonica. Dall'insieme degli elementi rilevati è evidente che la dirigenza
radiofonica non ha ancora compreso le potenzialità propagandistiche del mezzo né la natura
virtualmente complessa ed eterogenea del pubblico. Si tende a valorizzare il mezzo in quanto
importante innovazione tecnologica destinata a portare nelle case degli italiani utili informazioni e
sano divertimento.
Il primo pubblico della radio si identifica soprattutto con un gruppo di amatori ancora poco
interessati ai contenuti della programmazione. Nel complesso si tratta di un pubblico ancora molto
indefinito dal punto di vista dei gusti, delle opinioni e degli orientamenti.
Una svolta radicale si ha solo alla fine del 1927 quando viene varata la Riforma Turati che stabilisce
la trasformazione dell'Uri in Eiar (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), viene creato un Comitato
Superiore di Vigilaza sulle radioaudizioni e l'avvio di un piano di potenziamento degli impianti
trasmittenti.
Tra le fine degli anni 20 e l'inizio degli anni 30 si assiste ad un progressivo passaggio della
radiofonia italiana da una fase dominata dal dilettantismo amatoriale a quella caratterizzata dalla
ricerca di un pubblico vasto e “popolare”.
5. ALLA RICERCA DI UN GRANDE PUBBLICO: LA RADIO COME MEZZO DI
INFORMAZIONE, EDUCAZIONE E DIVERTIMENTO
Nel gennaio 1930 esce il Radiocorriere che, sostituendo il Radiorario, tende a proporsi come più
popolare e accessibile a tutti. Si annuncia così il tentativo di promuovere la diffusione del mezzo al
di là della cerchia ristretta dei radioamatori. A tale scopo si pone in atto una strategia promozionale
che agisce su più fronti: dalle campagne per l'aumento degli abbonati, ai miglioramenti nella
programmazione e alla ricerca di nuovi e più stabili rapporti con il pubblico.
Nel 1929 era stato creato l'Ufficio Propaganda e Sviluppo e viene costituito un anno dopo
l'organizzazione dei Pionieri che ha il compito di promuovere la diffusione della radio e di fare da
punto di riferimento per gli abbonati locali e da tramite fra l'Eiar ed il pubblico. Nel successivo
referendum i gusti dei radioascoltatori non appaiono molto diversi da quelli già espressi nel
referendum del '27. E' evidente che non si sono ancora prodotti aumenti tali tra gli abbonati, tuttavia
le elevate preferenze espresse per certi programmi lasciano intravedere la tendenza ad una
diffusione dell'ascolto tra le fasce giovanili e i ceti meno elevati.
Incertezze, ambiguità e contraddizioni sembrano giunti a parziale risoluzione tra il 33 e il 34. La
volontà dell'Eiar di promuovere la diffusione del mezzo in certe aree sempre più vaste si va
associando alle strategie politiche del regime di favorire l'integrazione del mezzo nella vita di Stato.
Nasce l'Ente Radio Rurale che si propone di educare la nuova generazione fin dalla più teera età
secondo i dettami della dottrina fascista e far partecipare i fanciulli alla vita della Nazione,
comunicare ai contadini notizie e consigli utili e favorire la diffusione della radiofonia nelle
campagne.
6. ALLA RICERCA DEL CONSENSO: LA RADIO STRUMENTO POLITICO-
PROPAGANDISTICO
Alla vigilia della guerra in Etiopia la radiofonia si trova in una fase di ascesa nell'ascolto e di
maturazione in senso politico. C'è una situazione tale da stimolare un pieno utilizzo della radio
come formidabile strumento di propaganda e di manipolazione dell'opinione pubblica.
Si cerca di imprimere alla programmazione nuovi e definiti orientamenti in senso educativo,
politico e propagandistico. Nel contempo, si moltiplicano le iniziative volte a favorire l'ascolto di
massa nei luoghi pubblici e la diffusione della radio nelle case e si da avvio ad un nuovo piano di
potenziamento degli impianti trasmittenti nel tentativo di consolidare la presenza italiana nel campo
dell'informazione all'estero. Tali iniziative stimolano una forte spinta alla diffusione degli
abbonamenti.
L'onda emotiva di esaltazione per la conquista dell'Etiopia è destinata ad esaurirsi in breve tempo, a
ciò si vanno poi ad aggiungere gli effetti negativi prodotti da congiure nazionali e internazionali di
diversa natura, le profonde divisione della struttura sociale, l'accentuarsi della politica autarchica
del regime, l'inizio della campagna antisemita e infine l'uso della radiofonia da parte delle
opposizioni politiche. Inizia quindi un atteggiamento critico verso il mezzo.
Di fronte alle prospettive di un secondo conflitto mondiale l'Eiar continua a portare avanti una
politica di esaltazione dell'Italia fascista, il che accentua la progressiva perdita di prestigio
dell'azienda.
7. IL REFERENDUM RADIOFINICO DEL 1939-40
Verso la fine del 1939 l'Eiar promuove un nuovo sondaggio tra i radioascoltatori. Ciò che si richiede
è una verifica del consenso della società italiana e/o del pubblico della radio in particolare; che offra
alla dirigenza politica una prova della immutata efficienza e del prestigio dell'azienda. A base di ciò
emerge anche l'idea che l'ascolto sia un fenomeno complesso, condizionato da alcune variabili
sociali e culturali. L'importanza attribuita a questo sondaggio appare funzionale ad una migliore
conoscenza dei meccanismi che regolano l'ascolto e alla possibilità di ricrearne le condizioni più
favorevoli. A novembre si effettua la spedizione dei questionari agli abbonati di tutta Italia; da
novembre a gennaio si svolge una campagna pubblicitaria molto intensa; per garantire una più forte
partecipazione al referendum viene abbinato un concorso a premi. Il questionario del referendum è
strutturato in due parti: la prima comprende domande sui dati dell'abbonato, la seconda oltre alle
domande di natura tecnica, richiede l'indicazione degli artisti preferiti, dei corsi di lezione o di
particolari tipi di programmi. L'elaborazione dei dati è scrupolosa ma manca ogni tipo di commento
sul significato concreto assunto dai risultati dell'indagine.
Ne risulta un quadro del pubblico radiofonico minuzioso ma dispersivo. In base alla rielaborazione
dei dati le categorie professionali vengono suddivise in ceti superiori, medi, inferiori, casalinghe e
studenti e i programmi in quattro grandi categorie, informazione, educazione, prosa e poesia,
musica. È stata riscontrata una grande partecipazione al referendum. La maggioranza degli
abbonamenti si concentra al nord e i ceti a prevalere sono i superiori. La popolazione più atttiva
risulta essere quella che aveva maggior dissenso per i programmi fascisti. L'ascolto è sempre
minimo nelle prime ore del mattino, punte alte dalle 13 alle 14, diminuiscono fino alle 18 e
risalgono dalle 20 alle 23.
8. GLI ANNI DELLA GUERRA
Il 10 giugno 1940 Mussolini annunci