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LE ORIGINI DELLA PSICOLOGIA ITALIANA

CAPITOLO 5

sociale, il metodo degli interrogatori tematici multipli e il metodo delle associazioni) sia, propria-

mente, di laboratorio (l’indagine dei correlati psicofisiologici, la rilevazione dei riflessi, il rilievo

della variazione respiratoria e circolatoria dei criminali).

Nel corso della sua carriera si occupò anche di psicopatologia dell’età evolutiva contribuendo signi-

ficativamente con la pubblicazione, nel 1925, di un trattato di Neuropsichiatria infantile che segna

l’atto di nascita in Italia di questo nuovo ambito scientifico-disciplinare. Già nel 1905 De Sanctis,

sulla base delle sue esperienze didattiche con i frenastenici, aveva classificato una forma patologica

infantile, la dementia praecox praepuberalis o demenza precocissima. La Neuropsichiatria infantile

di De Sanctis, con una forte connotazione psicologica, segna l’inizio nel nostro paese di una nuova

specializzazione medica che dette luogo al primo reparto di neuropsichiatria infantile in Italia.

Nel 1930 De Sanctis si trasferì alla cattedra di Clinica delle malattie nervose e mentali e assunse

anche la direzione della clinica psichiatrica dell’Università di Roma. Negli stessi anni del trasferi-

mento, De Sanctis diede alle stampe il suo trattato di Psicologia sperimentale, che rappresenta il

primo manuale italiano di psicologia scientifica, in cui è compiutamente delineata la concezione au-

tonoma della disciplina sia secondo il punto di vista dell’epistemologia e della ricerca base, sia se-

condo le sue potenzialità applicative.

2 La psicologia scientifica di De Sanctis

Psicologia sperimentale [1929-1930] di De Sanctis è un trattato in due volumi dedicato alla psicolo-

gia sperimentale in cui viene compiutamente delineata una moderna concezione di psicologia scien-

tifica che include unitamente sia il versante generalista (proporzionalismo psicofisico, mimica del

pensiero, sogni, attenzione, emozioni, etc.) che quello applicativo della psicopatologia, della psico-

logia del lavoro, della psicologia pedagogica e della psicologia criminale viste in un quadro generale

di tipo sperimentale, attento alle differenze individuali; i diversi ambiti disciplinari utilizzano in ma-

niera integrata più metodi. Il disegno scientifico adottato da De Sanctis si basa infatti su un’imposta-

zione metodologica di tipo pluralistico in cui sono integrativamente utilizzati tutti i metodi come

quelli qualitativi d’osservazione, divisi in introspettivi o dell’osservazione interna e in extrospettivi

o dell’osservazione esterna (in cui si osservano le reazioni e le espressioni spontanee del soggetto).

Accanto a questi metodi qualitativi troviamo anche i metodi quantitativi di laboratorio, come il me-

todo psicometrico (per misurare la durata dei processi psichici), il metodo psicofisico (per determi-

nare la grandezza dello stimolo necessario per provocare un dato fenomeno psichico), il metodo psi-

cofisiologico (che si suddivide in metodo di struttura e metodo psicodinamico) e il metodo disinte-

grativo (che si suddivide in metodo anatomo-fisiologico e in metodo disintegrativo psicologico, come

ad esempio l’ipnosi e la psicoanalisi).

La psicologia “novecentesca” orientata sia in senso analitico che applicativo – che De Sanctis contri-

buisce a fondare –, pur considerata di buon livello, non è stata però da tutti apprezzata nella sua

innovatività scientifica e metodologica e a volte è stata ritenuta un passo indietro di tipo “generalista”.

La critica principale rivolta a De Sanctis è che la sua produzione scientifica sia improntata all’«agno-

sticismo operativo» e all’utilizzo interscambiabile di vari metodi, carente quindi soprattutto sotto il

profilo teorico. L’equivoco interpretativo può essere stato generato dall’atteggiamento a volte troppo

nettamente antifilosofico di De Sanctis, finalizzato a fondare l’autonomia disciplinare della psicolo-

gia vista senza dubbio come una scienza biologica.

70 APPUNTI DI STORIA DELLA PSICOLOGIA • A.A. 2016/2017

LE ORIGINI DELLA PSICOLOGIA ITALIANA

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La psicologia di De Sanctis conservava da una parte un rapporto forte con i fondatori ottocenteschi e

novecenteschi della psicologia scientifica (Wundt, Külpe, Binet e Stern), dall’altra un’integrazione

con le nuove tradizioni di ricerca e con esponenti della psicologia applicata. Suo tratto caratteristico

era l’interesse per la clinica. A tale propensione clinica è legata l’elaborazione di specifici reattivi

mentali (reattivi De Sanctis) per la gradazione dell’insufficienza intellettuale. La propensione clinica

e psicopatologica si manifestava metodologicamente nell’utilizzazione della storia di vita del malato

e nell’analisi delle sue rivelazioni inconsapevoli tramite la mimica, la grafia e gli automatismi. De

Sanctis considerava infatti la patologia mentale uno degli elementi più importanti per la stessa ricerca

psicologica, tesa a scoprire i fenomeni e le leggi regolanti il pensiero normale. Come esponente della

seconda generazione della psicologia europea, De Sanctis era un assertore di un pluralismo metodo-

logico che integrava i metodi di laboratorio con quelli clinici e correlazionali.

3 Il primo periodo della psicologia dei sogni (1896-1900)

In Italia, nella seconda metà dell’800, erano stati pubblicati degli scritti sui sogni che facevano rife-

rimento al sogno come stato di coscienza alterato, interpretato da taluni come fenomeno analogo alla

suggestione e all’ipnosi, da altri come frutto di alterazioni del funzionamento del sistema nervoso.

Tali contributi in realtà non erano fondati su una reale ricerca empirica.

Tra il 1896 e il 1899 De Sanctis propose invece un vero e proprio paradigma di ricerca per il sogno

plasmato sulla sua personale concezione metodologica improntata a quello che egli fin da allora de-

finiva “metodo eclettico”.

A partire dalla messa in discussione del metodo di Maury [1861], metodo soggettivo o introspettivo

diretto – che si caratterizzava per essere una sorta di autocompilazione di un diario dei sogni che

veniva elaborato seguendo una specifica procedura: il ricercatore si addormentava su una poltrona

mentre una persona aveva il compito di osservarlo durante il sonno, di procurargli determinate sti-

molazione e di risvegliarlo a ore stabilite. Una volta sveglio, il ricercatore annotava immediatamente

tutto ciò che aveva sognato interpretando un ruolo di “scienziato sognatore” che era allo stesso tempo

ricercatore e partecipante all’esperienza di osservazione. –, De Sanctis propose una sorta di moltepli-

cità metodologica, adattando varie tecniche ai differenti gruppi di soggetti studiati.

Per De Sanctis il metodo auto-osservativo di Maury presentava una grave fallacia: l’autosuggestione

di chi si addormenta con l’idea di dover compiere degli studi sui sogni avrebbe stimolato una costru-

zione artificiale dei propri sogni. A questo metodo De Sanctis preferì quello di Mary Whiton Calkins

(1863-1930), definito introspettivo indiretto, e basato sull’osservazione sistematica da parte dello

psicologo dei soggetti per più notti. Lo sperimentatore avrebbe dovuto svegliare i soggetti in tempi

definiti, sollecitandoli a trascrivere i sogni. De Sanctis ritenendo che l’uso standardizzato delle sti-

molazioni durante il sonno e i risvegli a ore prefissate avrebbero reso il metodo dei diari e delle

osservazioni notturne, da parte di un osservatore “esperto”, più “positivo” di tutti, quello “realmente”

sperimentale.

Un altro metodo cardinale fu quello dei questionari che era stato invece elaborato da Galton e già

utilizzato da alcuni ricercatori per fornire delle misure statistiche e di tipo quantitativo dei contenuti

dei sogni. Anche in questo caso De Sanctis, cogliendo i limiti degli strumenti fino ad ora usati, tese a

migliorare il metodo adattandolo a differenti gruppi e a verificare determinate ipotesi che differen-

ziavano le risposte nei campioni. 71

APPUNTI DI STORIA DELLA PSICOLOGIA • A.A. 2016/2017

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In tal senso la psicologia dei sogni di De Sanctis fu costruita seguendo un approccio differenziale e

clinico finalizzato a descrivere forma e contenuto dei sogni in differenti sottogruppi (bambini, an-

ziano, uomini, donne, nevrotici, psicotici, epilettici, delinquenti, prostitute) rispetto a gruppi di rife-

rimento (normali e anormali).

I primi scritti di De Sanctis sul sogno furono stampati nella seconda metà degli anni novanta del ’900

e vi si trovava una particolare attenzione alo studio del sogno negli anormali. fra questi scritti il più

rilevante u un piccolo volume, ormai quasi introvabile, in cui egli indagò gli aspetti differenziali del

sogno nell’epilessia e nell’isterismo per mezzo dei questionari.

Ne I sogni e il sonno nell’isterismo e nell’epilessia l’obiettivo di De Sanctis fu quello di individuare

le stigmate oniriche e le sindromi notturne caratteristiche delle differenti patologie e utilizzabili per

la diagnosi differenziale. Il punto di riferimento teorico di questi primi scritti u principalmente rap-

presentato da Charcot, che aveva già tentato di stabilire un quadro differenziale tra i sogni delle iste-

riche e quelli degli epilettici, soprattutto notando che nel primo quadro si riscontravano sogni terrifici

e pieni di animali. A partire da queste osservazioni, De Sanctis tentò di dimostrare che la vita notturna

e onirica dei neuropatici aveva caratteristiche specifiche e diverse tra loro. Scegliendo accuratamente

solo le patologie che manifestavano precisione del quadro sintomatologico, selezionò un totale di 90

isterici e 91 epilettici e scrisse le storie cliniche dei malati, sottoponendo inoltre ogni soggetto a in-

tervista circa il sonno e i sogni, corredata da notizie raccolte anche con l’aiuto di parenti e infermieri.

In tal modo egli rilevo negli isterici la tipica presenza di rappresentazioni di animali e la prevalenza

di sogni penosi e angosciosi e poi, a seguire, di quelli paurosi, terrifici ed erotici. De Sanctis sostan-

zialmente confermò le ipotesi di Charcot.

Dopo appena due anni, nel 1898, De Sanctis pubblicò anche I sogni nei neuropatici e nei pazzi, in cui

approfondì quanto sostenuto nel volume precedente, differenziando ulteriormente l’attività onirica

prevalente in altre forme di malattia mentale.

Il libro successivo, I sogni, del 1899, è lo scritto più celebre di De Sanctis, che segnò il passaggio

dalla psicopatologia differenziale dei sogni a una vera e propria psicologia dei sogni. De Sanctis

estese il proprio approccio allo studio dei sogni dagli anormali ai sani e agli animali. Ne I sogni

l’attività onirica era descritta soprattutto in rapporto

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher omazzeo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Sava Gabriella.