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FENOMENOLOGIA (GESTALT)

Si sviluppa parallelamente al comportamentismo in Germania, i maggiori esponenti sono Wertheimer, Kholer e Koffka. Lo sviluppo di questa psicologia prende luogo da una riflessione filosofica: come l'uomo prende coscienza del mondo. A partire da queste riflessioni viene maturando la psicologia della Gestalt (forma), sviluppata dai primi studi di Wertheimer sul moto stroboscopico. Egli introduce un nuovo punto di vista in campo psicologico e, in particolare, nei processi percettivi, il concetto che la realtà fenomenica non è l'equivalente di quella fisica. Questa considerazione porta con sé una serie di conseguenze:

  • La realtà fenomenica è una configurazione globale, non spiegabile semplicemente sulla base della somma delle parti che la compongono, in quanto è dotata di proprietà che le sono proprie chiamate qualità formali.
  • La psicologia si occupa di studiare i principi che regolano

L'organizzazione secondo cui gli elementi formano un tutto, una forma, dando vita ai precetti.

L'organizzazione del campo percettivo è regolata da precise leggi (leggi di unificazione percettiva): vicinanza, somiglianza, destino comune, pregnanza, completamento o buona forma, chiusura, esperienza passata.

La fenomenologia attribuisce un ruolo centrale ai fattori determinati dalle leggi innate rispetto ai fattori di natura ambientale (innatismo).

Principio dell'isoformismo: tra i processi neurofisiologici e i processi percettivi esiste una relazione di identità strutturale. Comprendere le caratteristiche strutturali e funzionali dei processi percettivi consente di comprendere dal punto di vista dinamico-funzionale i processi celebrali.

Teoria del campo: il "campo" in cui si muove lo psicologo è lo "spazio di vita".

Gli ambiti di ricerca della Gestalt sono la percezione, il pensiero e la memoria (apprendimento per intuizione).

Lo sviluppo della ricerca sui processi cognitivi si deve a due problemi:

La crisi del comportamentismo e l'emergere dei suoi limiti nell'affrontare alcuni temi fondamentali, non spiegabili tramite il comportamento manifesto.

Lo sviluppo dell'informatica e delle neuroscienze, consente un allargamento di prospettiva attraverso cui poter indagare la cognizione.

Il cognitivismo ha come oggetto di studio non il comportamento, ma i processi cognitivi che sono alla base del comportamento, come le persone pensano e elaborano informazioni.

Si possono identificare due periodi del cognitivismo:

Primo cognitivismo (1950 - 1980): si caratterizza come la prospettiva psicologica che attribuisce un ruolo fondamentale alla comprensione di come gli stimoli ambientali vengono "trasformati, semplificati, elaborati, immagazzinati, rievocati ed usati" (Neisser - "Cognitive Psicology).

L'interesse esclusivo è

quindi capire quali siano gli stadi di elaborazione nei processi cognitivi. Viene istituito il paradigma HIP (Human Information Processing) e fa ricorso all'uso di modelli che sono la semplificazione dell'ipotesi del funzionamento di ogni singolo processo. Il primo cognitivismo si caratterizza per un paradigma che assume una stretta analogia tra il funzionamento della mente e quello del computer, dunque, per studiare la mente non è necessario conoscere le caratteristiche fisiche dell'ambiente in cui è incorporata. Un contributo importante viene fornito da Neisser, Galanter e Pribram con "Piani e strutture del comportamento", gli introducono il concetto di unità di comportamento T.O.T.E (Test - Operate - Test - Exit), unità che stabilisce i passi che si compiono nello svolgimento di una procedura, utile per la risoluzione di un problema. I passi sono: Test: verificare gli elementi disponibili e valutarne la congruenza.

in funzione di uno scopo;

Operate: compimento dell'azione;

Test: ritestare la situazione per modificare la procedura;

Exit: concludere l'azione;

Neocognitivismo (1980 – età contemporanea): Neisser pubblica "Cognition and Reality" in cui sostiene che l'HIP presenta una serie di limiti che lo rendono poco adatto a fornire una spiegazione completa dei comportamenti umani. Elabora una serie di principi:

Principio delle basi biologiche e dei processi psichici: lo studio del processo psichico non può essere separato dallo studio delle basi biologiche;

Principio dello sviluppo: sancisce l'importanza fondamentale per lo studio dell'ontogenesi (come maturano i processi mentali nel tempo) che non può essere indipendente dallo sviluppo del corpo;

Principio del costruttivismo: mette in evidenza l'importanza che i processi mentali hanno nell'azione sull'ambiente e nella costruzione di comportamenti.

In funzione di schemi di coscienza;

Principio del mentalismo: propone l'esistenza di modelli mentali che guidano il comportamento;

Principio dell'elaborazione dell'informazione: i modelli mentali vengono costruiti attraverso l'integrazione e l'elaborazione dell'informazione esterna e interna.

In questi principi non viene mai data importanza all'influenza dei fattori sociali - culturali sullo sviluppo cognitivo (limite del cognitivismo).

I primi cognitivisti si erano illusi di poter utilizzare il computer come modello molto semplice per spiegare il funzionamento dei processi mentali. I nostri processi mentali non sono però indipendenti dal tipo di hardware (cervello) in cui sono implementati. Un computer funziona sulla base di un software, l'hardware ha poca importanza sul software, dunque questa metafora non funziona per il cervello.

Computer:

  • Memoria espandibile all'infinito (veloce);
  • Unità di elaborazione

centrale

  • Elabora stimoli secondo regole precise;
  • Unità: processori pochi, veloci, seriali. Ogni stimolo sta per un'unità di informazione.

Cervello:

  • Memoria a capacità limitata (lento);
  • Attività distribuita: il pensiero non ha una specifica sede;
  • Elabora segnali sensoriali analoghi, infiniti, spesso imprecisi;
  • Unità: miliardi di neuroni lenti che lavorano in parallelo.

ARCHITETTURA DELLA MENTE

La mente viene intesa come una qualità che emerge da un organismo vivente quando quest'ultimo raggiunge livelli particolarmente complessi da un

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Claudiaa12 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Occhionero Miranda.