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La Prima Guerra Mondiale
Le grandi potenze avrebbero esercitato una sorta di influenza. Infatti, decisero che l'Albania dovesse diventare una monarchia alla cui guida posero un principe tedesco.
Apparentemente:
- Nonostante gli accordi italiani con i Paesi della Triplice Intesa.
- Nonostante il conflitto italo-turco (1911-1912).
- Per quanto riguardava l'Italia questo accordo continuava ad aver valore.
Tra i Paesi continuavano a formarsi una serie di accordi informali e conversazioni segrete riguardanti formule di collaborazione militare legate all'ipotesi di un conflitto tra l'Impero tedesco e la Francia. Quindi in teoria l'Italia avrebbe dovuto aiutare l'Impero Germanico.
Altri elementi da considerare:
- Rapporto positivo tra Berlino e Roma.
- Rapporto teso tra Vienna e Roma.
Casus belli: assassinio nel 1914 dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este a Sarajevo ad opera di alcuni.
nazionalisti bosniaci strettamente legati ai servizi segreti serbi a loro volta sostenuti (più o meno direttamente) dall'ambasciatore russo a Belgrado. Ergo con il sostegno dell'Impero Zarista che a partire dal 1905/6 era diventato un forte sostenitore delle aspirazioni serbe nell'area balcanica. Questo determinò anche una crescente tensione tra Vienna e San Pietroburgo a proposito di chi tra queste potenze dovesse esercitare la propria influenza in questa parte del continente europeo.
--Parte 3
Antefatti all'ingresso in guerra dell'Italia
È una svolta per il Paese sia per il suo ruolo internazionale sia per gli sviluppi interni. In un primo momento di carattere economico, successivamente anche di tipo politico. Interessata all'area dei Balcani. A tal riguardo basti pensare al 1908 quando assunse il controllo della Bosnia Erzegovina. Il cui regno durò ben poco. Italia, Germania e Vienna. A causa sia delle contese
territoriali nei Balcani sia per i sentimenti irredentisti nel territorio trentino.L'evoluzione della politica interna all'indomani della guerra di Libia:
- Giolitti preferiva focalizzarsi più sull'ammodernamento del Paese (dal punto di vista economico-sociale) piuttosto che in imprese coloniali.
- La guerra di Libia era una sorte di concessione fatta alla destra nazionalista e degli ambienti militari.
- Le posizioni della monarchia avrebbero tratto giovamento da un'eventuale vittoria in Libia. I Savoia non si sentivano così forti nel Paese, basti pensare all'assassinio di Re Umberto I per mano di un anarchico, i sentimenti repubblicani in alcune aree del Paese erano particolarmente forti e particolarmente diffusi. Certi settori conservatori della destra liberale non erano alieni dal sostegno ad alcune tesi del nazionalismo e di una visione dell'Italia che dovesse affermarsi come grande potenza sullo scenario internazionale.
Partito
liberale: non va inteso come un movimento pienamente strutturato come noi lo possiamo intendere facendo riferimento ai partiti politici della I Repubblica. Era più un insieme di consorterie in cui poi le singole personalità legate ai vari collegi elettorali erano la caratteristica determinante. Le stesse maggioranze giolittiane erano abbastanza "fluide"; Giolitti governava anche grazie a degli strumenti non del tutto ortodossi: es. i prefetti soprattutto dell'Italia meridionale erano in grado di influenzare l'atteggiamento degli elettori. Giolitti creava queste maggioranze grazie a delle forme clientelari ergo concessioni ver go determinati gruppi, lobbies, notabili locali.
Fazioni:
- Destra conservatrice, fortemente filomonarchica, favorevoli alle tesi del nazionalismo. Rappresentata in modo particolare da Antonio Salandra e da Sidney Costantino Sonnino.
- 37 Parlamentari giolittiani: liberali, moderato riformisti. Erano il gruppo forte della
Maggioranza su cui Giolitti si basava. Giolitti vedeva nella campagna di Libia la possibilità anche di favorire un processo di modernizzazione del Paese facendo passare in parlamento la mozione per la concessione del suffragio universale ovvero la possibilità per tutti gli elettori.
1913 Primi elezioni a suffragio universale. 38 Problema che si venne a creare: l'atteggiamento che i cattolici avrebbero assunto nei confronti della classe liberale al potere che era stata tradizionalmente ostile al papato, che veniva considerata anticlericale, che nella sua quasi totalità era legata alla massoneria.
In realtà le cose all'interno del movimento cattolico erano cambiate con l'avvento del nuovo secolo. Anche all'interno della Santa Sede vi era stato un cambiamento di atteggiamento nei confronti dello stato liberale; soprattutto la crescita a fine 800 del partito socialista aveva condotto i cattolici a ritenere che fosse necessario un loro coinvolgimento.
nella politica. L'idea di Giolitti fu quello di allearsi con i cattolici: patto Gentiloni in base al quale nei collegi ove il candidato liberale si fosse trovato in difficoltà nei confronti del candidato socialista, i cattolici avrebbero fatto avere i loro voti al candidato liberale. Elezioni del 1913 vide un'affermazione dei vari gruppi che componevano il partito liberale, oltre che del partito socialista, ma soprattutto una dimostrazione che i cattolici avevano svolto un non secondario nella determinazione del partito liberale. Dopo le elezioni del 1913 il governo Giolitti entrò in crisi. Minoritaria anche se molto presente tra i giovani, tra gli esponenti della piccola e media borghesia, in alcuni settori del mondo intellettuale. Che vedevano rafforzato il loro ruolo dopo le vicende negative di Dogali ed Adua. Gruppo maggioritario. Rappresentanti gran parte della popolazione. Al suo interno vi fu un dibattito tra alcune fazioni in particolare quelle.Maggiormente anticlericali che non si mostrarono favorevoli al patto Gentiloni. 21401914 si forma un nuovo governo guidato da Antonio Salandra. Giolitti riteneva che questo governo sarebbe stato destinato a governare per un breve periodo di tempo e che nel volgere poi di pochi mesi sarebbe tornato a guidare il Paese direttamente o indirettamente. Un fatto da non trascurare è che nel governo Salandra rimase alla guida del MAE Antonino di San Giuliano. Questi inizialmente era contrario al mantenimento dell'incarico, tuttavia accettò con l'ottica di mantenere costante la posizione italiana nel contesto internazionale. Sul piano interno prima dello scoppio della I GM l'Italia subì una crisi piuttosto seria che a parere di Varsoirebbe un ruolo rilevante per la successiva entrata in guerra. Nel 1914 in prossimità della festa dello statuto ebbero luogo una serie di manifestazioni nelle Marche e in Romagna di carattere antimonarchico. Queste
manifestazioni degenerarono, vi fu una risposta molto dura (dell'opinione pubblica) con alcune vittime fra i manifestanti. Si assistette ad un moto di carattere insurrezionale guidato soprattutto dai repubblicani e in parte da alcuni settori del partito socialista. Queste manifestazioni ebbero luogo in aree precise del Paese, in particolare in Romagna dove le tradizioni repubblicane ed antimonarchiche erano particolarmente forti. Nella Romagna i repubblicani e i socialisti arrivarono ad occupare i comuni, alla resistenza alla forza pubblica, all'instaurazione di una sorta di "regime repubblicano". Questa settimana rossa fu di breve periodo, lo stato reagì anche con le FFAA. Inoltre, questo moto si trovò a non avere una guida politica precisa poiché lo stesso partito socialista nonostante fosse guidato dalle forze massimaliste, finì col ritirarsi dinnanzi all'idea di un moto rivoluzionario. Tutto questo lasciò una fortissimaimpressione su diversi settori in particolare tra la borghesia e la stessa monarchia; si diffuse l'idea che quanto accaduto in Romagna (nel 1914) fosse la conseguenza delle riforme giolittiane; si propagò una paura per un processo rivoluzionario e la convinzione che la causa di tutto questo fosse la politica moderato-progressista perseguita da Giolitti negli anni precedenti. Lo scenario internazionale: Nel giugno 1914, durante una visita in Bosnia Erzegovina per delle manovre militari, l'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este e la consorte vennero assassinati per mano di alcuni nazionalisti bosniaci, scintilla della conflagrazione mondiale. La reazione del MAE italiano non fu particolarmente preoccupata. San Giuliano inizialmente sostenne bonariamente che con la morte dell'arciduca Francesco Ferdinando finalmente si avrebbe potuto concludere l'acquisto della villa d'Este di Tivoli di proprietà dell'Arciduca che.L'Italia voleva comprare [aspettosicuramente minoritario].
L'Italia ebbe un ruolo secondario nel periodo da giugno ad agosto in quel meccanismo delle alleanze che avrebbe condotto allo scoppio della guerra. La posizione più importante italiana fu quella del mantenimento della neutralità.
Lezione 5 16/03/20
Parte 1
Il contesto internazionale dopo l'omicidio dell'Arciduca
Giugno 1914 muore l'arciduca Francesco Ferdinando40 Pugliese, esponente delle destra liberale.41 Prima dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando.42 Quindi tendenzialmente rivoluzionarie.43 Ovvero che Giolitti avesse lasciato troppo spazio alle forze di sinistra, alle forze considerate "antisistema" ergo anche i socialisti.44 Questo ebbe un influsso non trascurabile nel determinare la posizione di alcuni settori dell'opinione pubblica ovvero la monarchia e la destra del partito liberale.22 Tale fatto non suscitò particolare reazioni tra i
leader delle grandi potenze, molti dei quali erano in vacanza ostavano per andarvi. L'unica eccezione era L'Austria Ungheria che vedeva nell'attentato all'arciduca Francesco Ferdinando la possibilità di regolare definitivamente i rapporti con la Serbia. Vienna considerava l'attentato come una minaccia alla stabilità stessa di tutto l'Impero, dopotutto la Serbia era considerata una sorta di "Piemonte" che voleva unificare tutti i paesi abitati dagli slavi del sud.
Ultimatum dell'Austria Ungheria inviato alla Serbia, contenuto:
- Forme di riparazione.
- Possibilità di condurre inchieste all'interno dello stato serbo.
- Altro.
L'Austria Ungheria:
- ben sapeva che tali richieste ledevano la sovranità dello stato serbo (che difficilmente avrebbe concesso tali permessi).
- Cercava un pretesto per dichiarare guerra. Prima di ciò si confrontò anche con il maggior alleato ovvero