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SCELTE.
Lo zio continua a seguirla da lontano con “i libri istruttivi” che le preocura
(di cui non conosce né autori né titoli). La sua poesia ora è
PATRIOTTICA ed è rifugio di tutti i patrioti a quel tempo.
Il ’48 è stato il “risveglio delle lettere e della letteratura”. Gli intellettuali
avevano la necessità di scrivere per esprimere le nuove idee politiche,
per lo più poetiche per non incorrere nella censura e nelle ritorsioni
penali della polizia asburgica (Austria). <<tanto che le armi non vinsero,
eppure trionfò il concetto>>
Erminia coltiva interesse per la poesia patriottica clandestina e predilige
quella di Arnaldo Fusinato.
1852: incontro a casa di Erminia, Arnaldo è già un poeta famoso nel
Lombardo-Veneto: fa parte di un gruppo di patrioti antiasburgici più in
vista e più attivi. E’ vedevo da 3 mesi quando vede Erminia per la prima
volta dalla Contessina Anna Colonna di Castelfranco.
Quando Erminia e Arnaldo annunciarono di sposarsi la reazione di
Marco Fuà (padre di Erminia) fu drastica. Totale rifiuto per la differenza
di età (lui 39, lei
22) e per la differente religione.
1856: Erminia va via da casa, accompagnata da un amico di famiglia e
si trasferisce a casa di uno zio paterno a Venezia. Erminia dopo essersi
convertita al cattolicesimo, sposa Arnaldo. Di quegli anni, Erminia
ricorda solo il dolore che causò ai genitori, anche se la riconciliazione
avvenne dopo il primo mese di matrimonio.
Perché dolore? In quell’epoca era ancora forte il concetto di tradizione,
soprattutto nei ceti borghesi e aristocratici, dove erano i genitori a
decidere il matrimonio dei figli, a scapito del valore dei sentimenti, ma
per stipulare un contratto matrimoniale.
Erminia prova dolore e imbarazzo perché non costituisce un esempio di
ragazza che le altre possono seguire.
Anche Arnaldo deve sfidare divieti e convenzioni sociali. I neo sposi
vanno a vivere a Castelfranco dalla prima suocera di Arnaldo (diventerà
una figura materna fondamentale per Erminia).
Rispettivamente negli anni 1857, 1860 e 1863 dà alla luce tre figli: Gino,
Guido e Teresita (nonostante gli inizi della tubercolosi).
1859: Armistizio di Villafranca= segna l’inizio per i patrioti del Veneto alla
lotta di resistenza. Aumenta la sorveglianza da parte delle forze militari e
la censura colpisce l’attività intellettuale, ma Erminia con il cognato
Clemente continuano la loro attività.
Erminia si impegna moltissimo nel collaborare col marito per costruire
anche il comitato “di congiurati veneti di vari paesi” (infatti visitano tante
città).
Mentre Arnaldo sapeva di essere sorvegliato e si lasciava vedere tutto il
giorno al caffè e al passeggio, Erminia scriveva le occulte
corrispondenze.
In questo periodo viene arrestato Clemente (fratello di Arnaldo) a
Venezia nel 1862 con una condanna di sedici anni di detenzione.
Nel 1863 Arnaldo pensa a come far evadere il fratello; anche Arnaldo
viene interrogato per essere il “principi dei ribelli” e per aver progettato
l’evasione del fratello. Ottiene il passaporto e va a vivere a Firenze,
esilio volontario non da clandestino.
Erminia si preoccupa per le difficoltà economiche che la famiglia
avrebbe dovuto sopportare, viste le intenzioni del marito. Erminia prova
il doloroso distacco e decide di rimanere con i figli a Castelfranco. Ella è
in stato d’ansia continuo. Arnaldo aveva deciso, sotto suggerimento
dell’amico Luciano Beretta, di comprare varie case finché Firenze non
sarebbe diventata capitale (e quindi finché le case non aumentassero il
loro valore).
Erminia è consapevole dell’inesperienza del marito, e glielo dice
facendo leva sulle responsabilità di padre.
Nel 2864 decide di lasciare Castelfranco e si trasferisce prima a Rovigo
dai suoi e poi a Padova dove rivede lo zio Benedetto. Per 6 anni vive a
Firenze per causa politica e riflessione sul matrimonio.
Arnaldo perde la sua fame di poeta. Nel 1867 muore Clemente per
l’aggravarsi dei suoi disturbi neurologici.
Investire sulle case va bene fino fino a quando la capitale passa da
Firenze a Roma. In seguito a ciò Arnaldo non ha più capitali da investire.
Erminia cerca di dare una svolta positiva alla loro situazione economia
(Arnaldo è depresso). Erminia comincia una VITA IN UN ALTRO MODO.
CAP 3) Preliminario: moderno alfabeto educativo
Il dissesto finanziario della famiglia viene “recuperato” da CESARE
CORRENTI (intellettuale, attività politica comincia nel 1848 elaborando il
Manifesto delle 5 giornate di Milano; nel 1876 aderisce alla sinistra con
Agostino De Pretis successivamente senatore).
Erminia lo chiama il “Cellini della letteratura”: reciproca sintonia per la
letteratura, poesia e visione politica. Correnti è come se svolgesse il
ruolo di Tutor.
1870: le chiede di far parte della giuria per il concorso rivolto agli
studenti meritevoli. Successivamente la nomina ISPETTRICE PER LE
SCUOLE E I COLLEGGI FEMMINILI E MASCHILI DI NAPOLI E
PROVINCIA.
Lo spirito risorgimentale è ben presente nelle riforme educative da
attuare. Correnti è consapevole che l’unità di un popolo si sarebbe
formata solo con una lingua comune e dei valori condivisi (più che con
l’unione geografica).
Per questo motivo sceglie delle letterate di lingua italiana, tra cui
Erminia, e non esclusivamente toscane, con sentimenti e valori
risorgimentali. Queste letterate dovevano fotografare la “realtà
educativa”, specialmente in quegli ex stati che avevano vissuto meno gli
effetti illuministici nell’istituzione scolastica (Stato della Chiesa e Regno
Borbonico).
Appunti per questo Erminia viene mandata a Napoli e data la situazione
economica della famiglia, ella accetta, nonostante non sia facile lasciare
il nucleo familiare già ridotto perché, mentre Teresita rimane con
Arnaldo, Guido e Gino proseguono gli studi nel Veneto.
Intuisce che questo incarico è un punto di partenza. Il soggiorno
napoletano è racchiuso in 5 lettere che Erminia invia alla Gazzetta
D’Italia (allora c’era l’usanza, che molti letterati non giornalisti
scrivessero alle gazzette del tempo).
1° lettera= sottolinea che l’insegnamento letterario è assai ristretto. Il
futuro delle fanciulle non deve seguire il DESTINO DI NASCITA (<< le
donne sono state sempre educate, ma non istruite>>). E’ inusuale che al
tempo Erminia distinguesse l’istruzione dall’educazione, riferendosi al
destino femminile.
Occorreva ampliare gli orizzonti culturali delle donne borghesi, retribuire
in modo adeguato l’attività lavorativa del ceto popolare, per restituire, in
particolare alle donne, DIGNITA’ SOCIALE.
2° lettera= riformulare i contenuti scolastici secondo i nuovi valori
risorgimentali e ampliare le possibilità lavorative delle giovani orfane
(ricamo, disegno, sartoria, canto).
3° lettera= Erminia sottolinea quanto il CAMBIAMENTO
DELL’ISTRUZIONE sia difficile e quanto POCO sia conosciuta la realtà
sociale del paese. Erminia è una convinta sostenitrice delle cause
unitarie.
4°-5° lettera= descrive le bellezze naturali di Napoli, le origini greco-
romane dei luoghi, l’amore degli abitanti per il “natio loco”.
Nel 1871 data la sua bravura, le offrono svariati lavori. Ella accetta
qualche settimana dopo uno di questi, diventando ISPETTRICE DEGLI
ISTITUTI FEMMINI DI ISTRUZIONE E CARITA’ DELLA PROVINCIA DI
ROMA (dove insegnerà alle future maestre).
Erminia sceglie Roma nonostante Arnaldo non sia d’accordo per il suo
stato di salute. Ella sceglie Roma perché economicamente più
conveniente ma soprattutto perché per la prima volta le veniva offerta la
possibilità di insegnare.
Erminia è decisa a garantire ai figli sicurezza economica (Valore della
libertà personale e autonomia economia della persona). Non vi è alcuna
critica al comportamento immaturo di Arnaldo, probabilmente perché
non era ancora stato messo in discussione il sistema sociale patriarcale.
Erminia da questo momento inizia a dare INCONSAPEVOLMENTE una
testimonianza di approccio didattico del tutto innovativo, che avrà effetti
di lunga durata.
Esordisce con spontaneità e sincerità: si “mette a nudo” parlando
1. di sé, dei MOTIVI POLITICI della sua posizione e della sua
INESPERIENZA. 1° elemento del progetto educativo: ella vuole
riuscire a instaurare un clima di reciproca conoscenza, altrimenti
non si possono sviluppare sentimenti condivisi.
Per Erminia le donne si debbono emancipare dalla miseria e dalla
2. ignoranza. Bisogna sottolineare che le donne a quel tempo non
erano consapevoli di svolgere un ruolo politico. Infatti per le culture
del tempo era inaccettabile che le donne si occupassero di
questioni politiche o che volessero svolgere attività politica (così
sarà fino al secondo dopoguerra).
Mettere in guardia le allieve della scarsa considerazione che
3. riceveranno se andranno a vivere in piccoli villaggi ancora arretrati.
Parla anche di IGIENE PERSONALE e di GALATEO (forse perché
4. non ritiene separate l’educazione dall’istruzione, e quindi vede
nella scuola elementare un luogo di civilizzazione).
Suggerisce di prestare attenzione non solo alle “prime della
5. classe” ma anche a quelle che hanno una intelligenza timida, torda
e ristretta, così da riconoscere le effettive capacità di ciascuna
allieva. Innovazione data dalla SENSIBILITA’ anche psicologica per
le insegnanti.
Guardare all’ambito familiare come luogo privilegiato della
6. formazione.
Cercare di lavorare per guadagnare, senza pensare che
7. quest’azione sia indecorosa per la famiglia di appartenenza.
Nel 1871 Erminia comincia a scrivere il suo diario.
CAP 4) La pratica: moderno alfabeto educativo
1872: Arnaldo resta a Firenze. Teresita viene affidata alle “brave
maestre”. E’ fiduciosa in un miglioramento economico. Nei primi mesi è
serena, ma le dimissioni di C. Correnti ad Aprile sono un segno che la
famiglia Fusinato non è più “protetta” dal ministro.
Ella va a Roma nella scuola normale appena istituita (forse solo primo
anno).
1873: Erminia ha dato le dimissioni dalla scuola normale. Dalla lettera al
fratello si comprende quanto sentisse il peso di questa scelta. Aveva
pensato di trasferirsi a Padova, ma non a casa del padre.
Quando giunge la notizia della possibile istituzione a Roma della Scuola
Superiore da p