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INFANZIA E DISCEPOLATO NEL MESSAGGIO DI GESÙ DI NAZARETH
Figura storica di Gesù
Nato in Galilea nell'anno tra 6-4 a.C. calendario romano si fondava sulla data 753 "ad urbe condita". Alla
caduta dell'Impero non si aveva più un punto di riferimento per il calendario. Alla fine del V sec. il
cristianesimo era l'unica religione sufficientemente ampia e diffusa in occidente e risultava l'unica cosa che
potesse accumunare ciò che prima faceva riferimento al calendario romano.
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Dionigi il Piccolo individuò quando nacque Gesù in rapporto al calendario romano e riscrisse tutti gli
avvenimenti rilevanti della storia (che prima si basavano sulla fondazione di Roma), ponendoli prima e dopo
la nascita di Cristo.
Fece un errore non sapeva quando era morto Erode il Grande (muore nel 4 a.C.) = colpevole della strage
degli innocenti. Matteo ci dice che fece uccidere tutti i bambini sotto i due anni. Per questo motivo la nascita
di Cristo oscilla dal 4 al 6 a.C.
Quando morì? Da un punto di vista storico, attingendo al calendario ebraico, sappiamo che morì in una
Pasqua ebraica. Molto probabilmente però morì il 9 aprile dell'anno 30.
Compie le sue missioni in Palestina attuale Israele (diviso in passato in 3 regioni) tra il 28 e il 30.
Al tempo era sotto dominio romano, era stata conquistata dalle truppe di Pompeo negli anni 60 a.C.
Erode il Grande è stato imposto come un capo dipendente sempre da Roma.
Nel 6 d.C. Eletto Ponzio Pilato come procuratore.
3 tipi di fonti, indipendenti, che attestano la missione di Gesù:
o Pagane 2 in particolare: Svetonio (“Le vite dei Cesari”) e Tacito (“Gli annali”).
Abbiamo poi anche Plinio il Giovane in una lettera a Traiano del 112 d.C.
o Ebraiche Giuseppe Flavio, "Antichità giudaiche", riporta un brano dove descrive brevemente, in
modo efficace, i primi cristiani e fa riferimento alla morte di Gesù avvenuta sotto Ponzio Pilato.
o Cristiane due tipi di fonti:
Apocrife: tutte le fonti che non sono entrate nel canone. Quella più antica, probabilmente,
risale intorno agli anni 80 d.C. ed è del Vangelo di Tommaso. Ci aiuta a capire una serie di
cose sui Vangeli canonici di Luca e Matteo. Tutte le altre fonti sono di epoca posteriore.
Molti non hanno credibilità storica. In genere scritti da cristiani. Noi non abbiamo un
immagine su Gesù, ma abbiamo una quantità di manoscritti e papiri (in seguito) che non
possono essere paragonati a nessun personaggio dell'antichità (per quanto riguarda la
quantità). Papiro Rylands, il più antico, è conservato in una biblioteca a Dublino che riporta
un versetto del capitolo 19 del Vangelo di Giovanni.
Canoniche: scritti cristiani che sono entrati nel nuovo testamento. Canoniche perché sono
entrate nei canoni, sorta di elenco, di ciò che veniva letto la domenica nelle messe. Ireneo di
Lione prima metà del II sec. d.C. aveva già l'elenco e faceva riferimento al canone che
usava la chiesa di Roma.
Bibbia scritta sotto ispirazione di Dio, il Corano invece è stato dettato da Dio.
La genesi dei vangeli sinottici 5 di 20
Tra il 28 e il 30 d.C., Gesù raccoglie una cerchia di 12 discepoli/apostoli, che hanno delle funzioni particolari.
Dopo la morte di Gesù comincia e rimane ininterrotta una tradizione orale episodi, fatti della vita di Gesù
che vengono raccontati dai testimoni oculari della sua vita.
Tradizione orale di enorme importanza che diventerà il sottofondo da cui prenderà corpo la tradizione
scritta.
27 libri del nuovo testamento.
La tradizione orale si sedimenta inizialmente in scritti brevi per lo più di carattere catechetico o ad uso delle
comunità cristiane del tempo o anche di memoria, per ricordare con precisione una serie di avvenimenti.
1. Prima fase Il testo della passione si trova dentro il Vangelo di Marco nei capitoli 14-15-16, riusciamo a
capire cosa possa aver aggiunto o modificato perché riusciamo a tirare fuori il testo originario che fu il
primo ad essere stato scritto.
Marco è il primo a sistemare in modo ordinato i materiali scritti preesistenti. Scritto in lingua greca.
Il racconto della passione si ritrova in tutti e 4 i Vangeli in modo significativamente simile, si intravede che
c'è un testo in comune sotto. (Scrittura in aramaico)
Non tutti gli apostoli conoscevano le tre lingue (latino, greco e aramaico), ma comunque riescono a
diffondere il tutto.
2. La seconda fase 70 circa d. C scrittura del Vangelo di Marco alla quale si accosta una fonte Q (Quelle =
fonte in tedesco) che contiene i detti di Gesù, collocata tra anni 60 e 70. Scritta in ebraico.
Materialmente non abbiamo la fonte Q, ma si può ricostruire attraverso i vangeli di Matteo e Luca.
3. Terza fase formazione dei vangeli di Matteo e Luca
Vangelo di Matteo noi sappiamo che Matteo era stato influenzato da Marco (circa 80 d.C.) ed aveva
presente la fonte Q. Oltre a queste fonti ne aveva presenti anche altre che vengono chiamate fonti A
unione del vangelo di Marco, fonte Q e fonti A, danno vita al vangelo di Matteo. Era rivolto ai cristiani che
venivano soprattutto dal mondo ebraico, convertiti al cristianesimo.
Vangelo di Luca conosce il Vangelo di Marco, lo sappiamo per certo perché è dimostrabile da un punto
di vista filologico. Conosceva la fonte Q (i detti di Gesù sono comuni a Luca e Matteo non si trovano in
quello di Marco. Sono gli stessi e per questo si ipotizza la fonte Q). Forse scritto in Arcadia.
4. Quarta fase porta al Vangelo di Giovanni intorno al 90 d.C.
5. Quinta fase 125 d.C. abbiamo il Vangelo di Pietro il quale dipende molto dai Vangeli di Luca e Matteo,
ma ha anche altre fonti.
Testi che appartengono. Ad un genere letterario diverso da quello di Socrate.
Analisi di un testo come questo: attenzione ad altri elementi. Non è catalogabile come bibliografia di Cristo,
né come testo filosofico. Richiede un approccio unico e particolare.
ANALISI DEL TESTO 6 di 20
Il brano di Marco è compreso tra un ragionamento sul matrimonio e seguito da uno sulla ricchezza. Gli
studiosi dicono che porre tematicamente i bambini tra questi due testi implica un richiamo. Pare che le due
parti non andassero divise, infatti il brano comincia con "E",come a continuare il discorso.
I unità letteraria
Questi adulti indefiniti chiedono che il rabbi tocchi i bambini, i discepoli lo rimproverano. Perché li
rimproverano? Bisogna conoscere quale fosse la concezione dell'infanzia, che a quel tempo non era
considerata tale, ma che nella sostanza vedeva dei bambini giuridicamente privi di qualsiasi “diritto”.
Nel linguaggio del tempo si sarebbe detto che non hanno il potere di fare qualcosa, non è consentito, in
termini di comportamenti, di svolgere determinate attività. (La parola diritto è moderna per indicare ciò).
I bambini sono totalmente sottomessi dalla volontà paterna. Il gioco non era permesso, perché
disturbavano.
In questo caso sono soggetti che vengono presentati a Gesù. In questa ottica di immagine del bambino,
presentare dei bambini ad un rabbi (autorità religiosa) era quasi una profanazione, offesa all'attività del
rabbi. I bambini potevano avere un comportamento consentito dopo il 12 anno di età quando cominciavano
a leggere brani dell'Atora nella sinagoga.
I bambini del testo hanno meno di 12 anni, altrimenti non si spiega la reazione dei discepoli del tutto
conforme alla mentalità del secolo.
Come si comporta Gesù? Assiste alla scena e prende posizione, in senso opposto al comportamento dei
discepoli, anzi si sdegna (in greco è una parola molto forte, se si notano i testi di Luca e Matteo viene tolta
per cercare di tamponare la brutta figura fatta dai discepoli che diventeranno poi i capi delle future
comunità, chiese). Grazie a questa parola possiamo riconoscere la redazione più antica. Non sempre è più
breve.
II unità letteraria
Gesù rimprovera i discepoli, mentre questi ultimi rimproverano i genitori dei bambini.
La locuzione "Regno di Dio" va inteso nella sua accezione. Viene definito come "spazio in cui è presente la
signoria di Dio."
Spazio in cui Dio è sovrano nella mentalità di Gesù uno spazio già presenta e accessibile solo in futuro,
sarà una presenza palpabile in futuro, oggi è invisibile. È un luogo che necessità della mediazione con Gesù. Il
regno di Dio è lo spazio invisibile in cui le relazioni si svolgono e sono ordinate nel modo in cui il Dio vorrebbe
e Gesù è l'interprete, le annuncia. Nel momento in cui il messaggio viene recepito e messo in atto, questo
spazio diventa abitato dalla signoria di Dio.
Il regno di Dio, non è un luogo dove i bambini vanno allontanati. Questa affermazione lo pone in una
posizione di controtendenza rispetto a tutti gli altri rabbi e alla loro prassi.
I bambini non vanno esclusi, ma inclusi. È una logica inclusiva.
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Nel secondo loghion i bambini possono accedere in queste relazioni nuove, ma diventano il modello
stesso del discepolo che vuole entrare nel regno di Dio = nuovo modo di relazioni volute da Dio e dette da
Gesù.
Capovolge la concezione di bambino della mentalità comune. Il bambino senza diritti diventa il modello per
accedere dentro lo spazio di relazioni nuove che Gesù instaura con gli uomini e invita gli uomini ad instaurare
tra di loro.
Perché il bambino nell'ottica di Gesù hanno un atteggiamento interiore giusto per entrare nella logica del
regno?
Sono quelle persone meno condizionate da una precomprensione culturale e sociale:
- Assenza di pregiudizi nel confronti di Gesù.
- Capacità del bambino di fidarsi di chi gli vuole bene.
Queste sono le due condizioni necessarie per entrare nel regno dei cieli.
III unità letteraria
Avendoli abbracciati esatto contrario dell'allontanarli. Nessun rabbi poteva abbracciarli. Stabilisce una
reazione affettiva e dopo compie una azione religiosa li benedice (dice loro del bene). Quando uno era
benedetto riceveva una sorta di partecipazione al potere e al modo di essere di colui che benediceva.
Portatore di una nuova infanzia, di una nuova visione del bambino.
Sfida del discepolato mettersi in quei due atteggiamenti che Gesù reclama per i discepoli.
Toccare i bambini, toccare in generale esprimere una solidarietà, stabilire una relazione positiva. Bisogna
toccare solo le persone pure (Gesù toccherà i lebbrosi che di certo non sono puri).
VITTORINO DA FELTRE E LA PEDAGOGIA DELL&