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Fan Tutte) e ai concerti per pianoforte e per orchestra.

Don Giovanni (1787)

Esistono due versioni dell’opera: una messa in scena a Praga (con lieto fine per i personaggi

e un’altra messa in scena a Vienna (con finale tragico e

sopravvissuti che cantano la morale finale)

Si tratta di un’opera

nuove arie ad alcuni personaggi). molto importante nel repertorio mozartiano in

vocale e quella strumentale e si presenta come un’opera a metà

quanto funge da sintesi tra la musica

strada tra il dramma giocoso (opera buffa) e l’opera seria (alcuni personaggi sono nobili e presi

direttamente dall’opera seria, come Donna Anna, Il Commendatore e il fidanzato di Donna Anna),

alternando motivi e personaggi tipicamente comici a tematiche drammatiche (es: il servo di Don

Giovanni., Leporello, è il classico personaggio comico del servo astuto che aiuta il padrone negli

intrighi amorosi, ma l’opera non si conclude con un lieto fine, perché il protagonista viene

trascinato all’inferno). risale a un’opera di Tirso de

Il materiale letterario, ossia la storia del seduttore senza scrupoli,

Molina, El burlador de Sevilla, rielaborata e rimaneggiata poi da moltissimi altri autori. La versione

scritta da Lorenzo Da Ponte si basava su un libretto di Bertati.

C’è un’innovativa distribuzione delle arie, soprattutto quelle di Don Giovanni: a lui ne sono

dedicate solo due, eppure il profilo psicologico del personaggio appare ben delineato grazie ai

dialoghi degli altri personaggi che parlano di lui (si presenta il protagonista quasi sempre in maniera

indiretta ma comunque efficace).

L’opera è divisa in due atti e nell’ouverture, cioè nel brano introduttivo all’opera lirica, viene

messa in evidenza l’ambiguità data dall’alternanza tra elementi buffi ed elementi drammatici: le due

idee tematiche rappresentano, infatti, le due anime dell’opera, l’altra allegra e

una oscura e tragica,

vivace. Inoltre, viene impiegato un brano che ritornerà poi nella scena finale, quando la statua del

trascina Don Giovanni all’inferno.

Comendador

Sinfonia 40 e 41 (ultime due di Mozart)

La sinfonia 40 in sol minore e la 41 in do maggiore seguono la struttura codificata nel classicismo,

anche se introducono degli esperimenti stilistici di Mozart: sono organizzate in 4 movimenti, di tutti

i movimenti tranne il terzo sono in forma-sonata (tripartiti nelle sezioni di esposizione, sviluppo e

ripresa): → senza l’introduzione che precede

1-Tempo veloce (molto allegro) iniziano entrambe

l’esposizione del tema

2-Tempo lento (andante)

3-Minuetto e trio

4-Finale (allegro)

Schumann paragona la sinfonia 40 ai criteri della bellezza greca.

La differenza tra le due composizioni non si riscontra a livello formale, ma sul piano espressivo:

nella sinfonia 40 il primo movimento presenta un primo tema agitato seguito da un secondo più

lamentoso. Nella sinfonia 41 il primo movimento presenta tre temi al posto dei canonici due: una

marcia, un tema galante e l’ultimo tipico dell’opera italiana. I tre colpi iniziali (intensità fortissima)

segnalano un senso di eroismo e grandiosità che viene contrastato dalla risposta seguente dei

tra il fortissimo dell’orchestra e la

violini, che rilasciano un suono più dolce. Vi è un contrasto

dolcezza malinconica e dolente degli archi, che caratterizza il primo tema. Il secondo tema presenta

un’atmosfera gioiosa e il terzo tema tratto da un’aria composta tempo prima e manifesta leggerezza

L’ultimo movimento presenta cinque temi che vengono sviluppati grazie alla

è maestosità.

combinazione tra costruzione polifonica e forma-sonata

2.6 Fine Settecento: musica e rivoluzione

La diffusione degli ideali illuministici aveva spronato molti sovrani a seguire il modello del

dispotismo illuminato proposto da Voltaire, basato sulla concessone di maggiori diritti e maggiori

libertà ai cittadini. Tutto questo non avviene in Francia, dove si mantiene salda la monarchia

assoluta, provocando una forte reazione di malcontento da parte delle classi inferiori, dato che in

territorio francese, il divario esistente tra le ricchezze delle classi agiate e le condizioni degradate

delle grandi masse popolari aveva causato una situazione ingestibile: la Francia si trovata ancora

in “tre stati”:

organizzata secondo il vecchio regime (tripartizione sociale nobiltà, clero e popolo) e

alla fine del Settecento il Paese sprofonda in una crisi economica che mette ancora più in difficoltà i

ceti popolari.

Spinto dai valori di uguaglianza e libertà diffusi dall’illuminismo, il popolo francese si ribella e,

dapprima con la separazione del Terzo stato dagli altri due e poi concretamente con la presa della

Bastiglia (1789), ha inizio la Rivoluzione francese, che porterà allo smantellamento del vecchio

regime in favore della repubblica. (che diventa d’ispirazione

La situazione apparentemente idilliaca della repubblica per una serie

di moti rivoluzionari in tutta Europa), declina negli anni Novanta, quando i leader del partito

Giacobino avanzano una politica oppressiva e chiusa, definita del Terrore, in cui, per timore che vi

fossero tentativi di ristabilire la monarchia assoluta, chiunque fosse sospettato di essere un anti-

rivoluzionario veniva torturato e giustiziato pubblicamente. Di fatto, questa deriva estrema della

Rivoluzione, tradisce quegli stessi ideali che l’avevano animata, causando quindi il fallimento

dell’illuminismo. crollo delle certezza dell’uomo a fine secolo, che non può più fare affidamento

su quegli ideali che avevano sostenuto la società fino a quel momento.

Il contesto rivoluzionario che ha luogo nel territorio francese influenza anche la vita culturale, in

la produzione musicale: diminuisce considerevolmente l’attività di corte

particolar modo e la

musica strumentale, ma, contrario, aumenta quella vocale e teatrale: i teatri diventano infatti i

luoghi prediletti per lanciare messaggi propagandistici e rivoluzionari a un pubblico molto vasto. Le

opere iniziano ad abbandonare la loro impostazione storico-mitologica per riflettere la

L’opéra-comique

contemporaneità, in particolare con riferimenti alla situazione francese. subisce

inoltre delle modifiche: pur mantenendo la sua alternanza tra recitato e cantato, si carica di un

carattere più drammatico e tragico. Questo processo di sfruttamento della cultura per la celebrazione

dei nuovi ideali repubblicani avvenne non soltanto al chiuso, ma anche negli spazi aperte, come le

piazze, poiché erano luoghi in cui si poteva arrivare direttamente alla gente. Le forme di musica che

si sviluppano in Francia alla fine del Settecento sono quindi opere, ma soprattutto inni

(prevalentemente patriottici) e canzoni che celebravano i valori rivoluzionari. Si sviluppano in

questo periodo gli strumenti a fiato (clarinetti, fagotti, trombe, corni).

Anche l’Italia risente dell’influenza rivoluzionaria: si producono in questo periodo prevalentemente

rivoluzionari e opere che inscenano l’attualità e si riferiscono al contesto

danze, pantomime, inni

contemporaneo. 3 Ottocento

Nel nuovo secolo si assiste al passaggio dal sistema del patronato al libero professionismo, per le

seguenti ragioni:

1-Editoria musicale in crescita che comincia far valere i diritti dei musicisti sui brani composti

(diritti che, nel sistema del patronato, spettavano al signore e non al compositore). Anche senza una

legge ufficiale, per i compositori era diventato più facile poter pubblicare e vendere le proprie

partiture. Inoltre, il nuoto sistema tipografico della litografia permetteva una maggiore diffusione

dei materiali a un costo più basso (i compositori vendevano le proprie composizioni alle editorie,

che le mettevano in commercio).

2-Concerti pubblici a pagamento che diventano più frequenti inizialmente a Londra e

successivamente anche in Europa, dove si inizia ad adottare il modello londinese e a suonare nei

Nella prima metà dell’Ottocento

teatri pubblici. iniziano anche a venire organizzati eventi

concertistici d’eccezione, come festival corali o raduni corali, diffusi soprattutto in Inghilterra e in

Germania.

diffonde la pratica dell’insegnamento musicale:

3-Si i compositori venivano assunti come

insegnanti di musica sia nelle scuole pubbliche e nei conservatori che per conto di famiglie private.

viene sostituita dalla crescente classe borghese,

4-L’aristocrazia il che porta a una sostituzione

delle attività di corte con le attività da salotto privato.

5-Collaborazione editoriale con giornali e riviste (si sviluppa prevalentemente nella prima metà

dell’Ottocento) in cui i compositori potevano esprimersi in ambito musicale.

3.1 Ludwing van Beethoven (1770-1827)

Contesto storico di fondo: età delle due rivoluzioni di fine secolo: la Rivoluzione americana e quella

francese. Inoltre, Beethoven assiste alla formazione della Francia napoleonica e del suo tentativo di

espandersi in Europa. Infatti, Vienna all’inizio dell’800 Vienna viene invasa dalle truppe francesi.

Con Beethoven si afferma un nuovo modo di fare e di intendere la musica: infatti, da Beethoven in

poi, i brani non vengono composti con il solo scopo di compiacere il committente, ma diventano il

che scava nell’intimo e traduce in note

frutto di un lavoro personale una sensibilità e un modo di

sentire del tutto individuale. Per questo motivo, ogni composizione inizia a richiedere il giusto

tempo (per la Nona impiegherà quasi dieci anni prima di scriverla). Con la figura di Beethoven si

una volta per tutte l’immagine del musicista non come fornitore di servizi, ma come

stabilisce

artista che, al parti dei poeti e dei pittori, trasformava un insieme di pensieri e visioni del mondo in

rappresenta l’emblema

arte. Viene quindi riconosciuto il ruolo artistico del musicista e Beethoven

del compositore che compone opere per sé (seguendo una determinata esigenza espressiva) e non

sotto commissione di altri (difatti, a differenza delle oltre 100 sinfonie composte da Haydn,

ne compone soltanto 9, a testimonianza del fatto che ognuna rappresenta un’opera

Beethoven.

d’arte a sé stante e unica nel suo genere). “trifoglio

Nonostante Beethoven. venga annoverato nel cosiddetto classico”, in realtà il

compositore rappresenta una figura di transizione tra la musica classica di fine Settecento e inizio

Ottocento e la successiva sensibilità romantica che già nella seconda metà del Settecento si era

mostrata in ambienti prevalentemente tedeschi (fratelli Schiller, Goethe, movimento dello Sturm

und Drang). Beethoven seppe sintetizzare e combinare nella sua figura i caratteri convenzionali del

e dall’oppr

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Publisher
A.A. 2018-2019
40 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/07 Musicologia e storia della musica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Atlas18 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della musica moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Bernardoni Virgilio.