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GEORGE GERSHWIN

Gershwin ebbe a che fare con il jazz nel senso che utilizzò un

linguaggio dal sapore jazzistico, come ad esempio le note blu, l’armonia

basata su accordi di 7° e 9°, ma non fu un jazzista.

Nacque nel 1898 a New York da una famiglia ebrea russa povera.

Aveva un fratello, Ira nato nel 1896, che sarà l’autore di alcuni dei testi

posti sulle melodie di George.

I due fratelli iniziarono a studiare musica ma nel 1914 George lasciò la

scuola per diventare un Song plugger, ossia pianista preso case editrici.

Dai 16 in poi portò avanti una formazione da autodidatta che non smise

mai di aggiornare.

Tra i suoi maestri ci furono H. Cowell, R. Goldmarrk, W. Riegger e J.

Schillinger.

Nel 1918 incominciò a lavorare a Broadway e nel 1919 una sua

canzone cantata da Al Jolson divenne un successo.

Il primo musical in cui lavorò è La La Lucille.

Nel 1924 scrisse Rhapsody in blue che eseguì di fronte diversi musicisti

di New York e che abbe molto successo.

Fu sempre nel1924 che incomincio la collaborazione con il fratello Ira.

Al 1925 corrisponde il Concerto in fa.

Nel 1928 scrisse “Un americano a Parigi”, una sorta di autobiografia

riguardante la sua tournée in Europa del 1928.

Fu a Parigi che conobbe Rabel e Prokojier.

Aveva anche passione per la pittura, dipinse anche qualche quadro e ne

collezionò altri importanti di autori come Gauguin, Derain e Chagall.

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Ebbe un rapporto difficoltoso con la comunità dei compositori colti

americani, fu sempre visto come un arrivista (chi cerca con ogni mezzo

di procurassi un alta posizione sociale).

Nel 1929 ci fu il primo festival dedicato alle sue opere.

Negli anni ’30 iniziò la sua collaborazione con Hollywood e il mondo del

cinema.

scrisse musical e operette satiriche tra le quali “Strike up the band” e “Of

thee I sing”.

Nel 1932 venne pubblicata la raccolta “George Gershwin’s songbook”.

Tra il 1934-35 compose “Porgy and Bess”-

Nel 1937 morì a causa di un tumore al cervello.

Gershwin sembrava uscito dalle pagine di Fitzgerald, con la sua vita

mondana, il suo frequentare molte donne, la maggior parte attrici.

Era una figura tragica, morì infatti improvvisamente e da giovane, e il

senso tragico nella sua musica dello scorrere del tempo, si prova il

desiderio di eternarsi nelle sue opere.

Gershwin scrisse anche articoli con dichiarazioni di poetica investiti da

polemiche di chi dice che in realtà non era lui il compositore di quella

musica.

I suoi sono quindi scritti che nacquero come risposta alle critiche

ricevute da parte del mondo accademico.

Gli articoli toccavano argomenti come:

- il sottile confine tra l’artista e l’uomo d’affari;

- La volontà di elevare il jazz a qualcosa di più nobile;

- Il collegamento tra il jazz e l’età del progresso, della velocità, delle

macchine;

- Concetto di jazz visto come un “nuovo idioma” esplicato in una rticolo

pubblicato nel 1925 ed intitolato “Il nostro nuovo inno nazionale”;

- Gershwin sostenne anche il jazz come “non nero, ma americano” e

che gli anni venti erano “un’epoca di staccata, non di legato”.

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Dopo il ritmo per ordine di importanza ci sono gli intervalli.

Il jazz era considerato come il risultato delle energie che l’America

aveva immagazzinato duranti i tempi di guerra, a volte visto come

volgare ed elemento identificativo della musica americana.

Gershwin disse che scrivere canzoni è molto difficile e che bisogna

avere talento, senso melodico e ritmico molto sviluppato.

Gerhwin pensava al jazz come una specie di folclore molteplice e

sfaccettato.

Anche altri autori come Cole Porter hanno dato un importante contributo

al jazz.

L’opera di Gershwin “I got rhythm” diede le basi per l’improvvisazione.

Nel suo lavoro musicale Gershwin partì dalla canzone.

È difficile indicare un’origine precisa per il musical, l’America degli inizi

del novecento era segnata da musica popolare e jazz.

Nel musical è necessario saper sia cantare, che ballare che recitare.

Il musical è una tipologia di spettacolo molto complessa e prodotto di

competenze professionali molteplici e più complesse di quelle

necessarie per realizzare un’opera tradizionale classica.

Il libretto di un opera nel musical si sdoppia in:

- books, con trama etc. quindi la sceneggiatura;

- Lyrics, ossia coloro che scrivono le canzoni per i musical.

L’esecuzione e interpretazione delle songs ha diverse modalità:

- Solitamente è specificato solo il refrain;

- L’orchestrazione è affidata a professionisti della musica che molto

spesso sono oscuri lavoratori e traducono in orchestrazione le idee

del compositore.

L’orchestrazione può essere scritta nel caso il cantante lo desideri,

oppure può essere una realizzazione estemporanea nel caso ad

esempio ci sia un complesso jazzistico che li accompagna;

- Può essere una performance in chiave di musica leggera;

- Può essere un’improvvisazione jazzistica o parajezzistica, quindi para

improvvisata. Pagina 36 di 51

LET’S CALL THE WHOLE THING OFF

Refrain: ABBA’

È presente la struttura di una sorta di filastrocca, e man mano che

passano le parole il ritmo si fa più incalzante la filastrocca si accorcia e

la conclusione si allontana del refrain.

Il verse parla della necessità di cambiamento all’interno della relazione

dei due protagonisti.

La strofa 4 è più lunga di due battute rispetto alle altre, ed è

caratterizzata da un gioco di parole geniale alla quale segue la

riconciliazione della coppia.

THE MAN I LOVE

Nasce in maniera molto complessa, il refrain era un verse.

Inizialmente apparteneva al musical “Lady bee good” del 1924, ma poi

la canzone venne tolta ed inserita in un’operetta satirica dal nome

“Straight up the band” del 1927.

Il testo è quello di una ballad, una canzone sentimentale.

SOMEONE TO WATH OVER ME

Testo scritto da Ira Gershwin e musica composta da George Gershwin.

La canzone presenta un tono colloquiale e quotidiano ma itornicamente

distanziando.

Vengono citati modi di dire e immagini stereotipare sul tema dell’amore,

come ad esempio l’amore cieco o chi cerca trova, ma anche riferimenti

ironici alla religione come ad esempio la pecorella smarrita.

Il distico finale è un verse abbastanza elaborato.

Il chorus segue lo schema AABA di trentadue battute.

Sono diventate famose diverse visioni:

- Frank Sinatra ne cantò solo il refrain e durante la sua carriera ne

effettuò diverse registrazione parrajazzistiche;

- Keith Jarret la cantò nel disco “The melodia at night with you”

’S WONDERFUL

Quest’opera nacque come duetto per il musical “Funny face” e narra

dell’incontro fatale due due persone che si innamorarono.

Il refrain segue il solito schema AABA.

Il testo è brillante e basato sulla consonate S. Pagina 37 di 51

Il film “Un americano a Parigi con Grace Kelly e Georges Guetarry del

1951, è un duetto forra due amici e non più due amanti come era

sempre stato.

All’interno di questo duetto vegnono inserire parole in francese, come ad

esempio magnifiche ed elegant.

Anche João Gilberto, brasiliano, fece una sua versione.

I GOT RHYTHM

Composta nel 1930 è presente nel musical “Girl crazy”, prersenta

ancora una volt ali refrain ABAA.

Il testo è caratterizzato dalla gioia di un’amore ritrovato.

L’uso delle rime e delle ripetizioni sono molto frequenti.

Viene usato il modulo sincopato con un andamento melodico

ascendente-discendente.

Nel bridge l’andamento melodico si riduce all’ambito di un intervallo di

seconda attraverso una sospensione dell’andamento ascendente-

discendente.

Esistono diverse versioni, una delle quali è quella di Ella Fitzgerald.

Questa canzone diventa molto celebre così Gershwin scrisse molte

variazioni sinfoniche di questa canzone.

A FOGGY DAY

Questa canzone è presente in un film del 1937 ambientato a Londra, nel

verse originale si sente anche il suono del Big Ben.

Lo schema del refrain è ABAC dove la sezione C è meno triste delle

altre, come fosse una sorta di apparizione, gli accordi cupi della prima

parte nella sezione C scompaiono.

Esempi di versioni sono:

- Ella Fitzgerald e Luis Armstrong

- Charles Ringus nel 1956 fece una versione ironica nell’album

“Pithecanthropus erectus”. Charle prese la canzone di Gershwin

come base per poi creare qualcosa di molto diverso.

LOVE IS HERE TO STAY

“Love is here to stay” è l’ultima canzone che Gershwin scrisse e venne

inserita in un film del 1938.

Parla di un’amore duraturo.

Il refrain è ABAB’ e il linguaggio usato è semplice ma non banale.

Una versione è quella di Ella Fitzgerald e Luis Armstrong. Pagina 38 di 51

In Gershwin è presente la preminenza di un elemento tematico che

dona unitarietà allo stile.

Il primo a notare questa unitarietà dello stile du Schoenberg seppur

Gershwin lo fece più sul piano stilistico.

La tradizione colta, sviluppata nell’area germanica con la sinfonia, ha un

elaborazione musicale era basata su un continuo sviluppo simile ad un

processo organico.

Lo sviluppo organico non è presente nelle composizioni di Gershwin

perché lui lavora con elementi competitivi semplici e principi molto basici

regolati da una dialettica di processi estensione e tensione.

Si crea quindi una musica dinamica opposta alla fatica della struttura

AABA.

L’ambizione di Gershwin era quella di elevare generi come la canzone

alla pari di quella della tradizione.

Gershwin mirava ad una democrazia e rinunciò all’immedesimazione

degli ascoltatori verso la sua musica, con una scrittura antisentimentale

molto moderna.

Gershwin ebbe una formazione principalmente da autodidatta e cosi per

colmare alcune lacune e decise che, essendo molto difficile, l’ultima

cosa che avrebbe fatto sarebbe stato imparare l’orchestrazione.

Nelle competenze degli scrittori musicali per i musical non c’era

l’orchestrazione.

RHAPSODY IN BLUE

Il primo grande pezzo composto da Gershwin e lo stesso che gli diedi

successo fu “Rhapsody in Blue” non è stata orchestrata da lui.

Gershwin pubblicò tre preludi che sono parte serie più ambia, li scrisse

con stile ed elementi stilistici tip

Dettagli
A.A. 2018-2019
51 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/07 Musicologia e storia della musica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elenascianna1999 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della musica moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Fertonani Cesare.