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LE SCUOLE NAZIONALI
Nel corso dell'Ottocento, con il formarsi in Europa degli Stati nazionali, anche la musica diventa parte attiva di questo processo con la costruzione di una vita musicale autonoma radicata nel folklore locale. Questo fenomeno riveste particolare importanza nei Paesi dell'Est europeo, o scandinavi, o iberici, rimasti alla periferia di una storia europea egemonizzata anche musicalmente da Austria, Germania, Francia e Italia.
Boemia
Di grande rilievo è la scuola nazionale boema di cui sono protagonisti Bedrik Smetana (1824-1884), che in alcune opere plasma il canto sulle sonorità del parlato ceco e cerca la resa sonora del paesaggio nazionale (La Moldava) e Antonin Dvorak (1841-1904), che introduce spesso elementi tratti dal canto popolare slavo (il trio Dumky) o il tema patriottico nel teatro (Rusalka).
Russia: il Gruppo dei Cinque e Tschaikowsky
Il musicista che più di tutti contribuisce alla formazione di una coscienza musicale russa
È Balakirev (1837-1910), compositore di un virtuosismo esplosivo, che riunisce intorno a sé le nuove energie nazionaliste, facendo nascere il Gruppo dei Cinque, "reclutando" Musorgskij, Rimskij-Korsakov, Borodin e Cui, tutti musicisti non professionisti (il chimico Borodin si definisce un "compositore domenicale"). All'interno del Gruppo, la figura più rilevante è quella di Musorgskij (1839-1881), che si propone di liberare la musica russa dall'influsso del Romanticismo tedesco, con il suo stile duro, vigoroso, spoglio di edonismi romantici, che rifiuta le immagini fantastiche e suggestive, fatto di contrasti in bianco e nero (Quadri di una esposizione per pianoforte). Estraneo al radicalismo nazionalista dei Cinque resta Tschaikowsky (1840-1893), attratto dall'ambiente cosmopolita di Pietroburgo e teso al recupero dei grandi modelli occidentali classici (le ultime tre Sinfonie e i capolavori del balletto Lago dei cigni, LaBella addormentata, Lo schiaccianoci).
Scandinavia: Edvard Grieg (1843-1907)
Nei Paesi scandinavi la sensibilità aperta a riscoprire il patrimonio popolare musicale, trova ancora in Germania il proprio modello di riferimento e solo nel Novecento perverrà ad una completa autonomia. Grieg, anch'egli di formazione tedesca, assorbe gli ideali del Romanticismo, ma si attiva per la diffusione della musica scandinava. Egli eccelle nella vasta composizione di brevi composizioni pianistiche, ma anche nel lied e nelle opere, per i testi dei quali si affida alla cultura letteraria scandinava di Andersen (scrittore danese 1805-1875 noto per le Fiabe) e Ibsen (drammaturgo norvegese 1828-1906 che affrontò i problemi tipici dell'età moderna, le contraddizioni tra idealismo e pessimismo), del quale è il testo del Peer Gynt, una delle composizioni più apprezzate di Grieg.
PARTE SECONDA 1890-1999 L'era della popular music
1890-1945: DESTABILIZZAZIONE
MUSICALE
Il Novecento musicale inizia quando alcuni compositori pervengono a risultati compositivi di evidente rottura con la "buona" composizione musicale classico-romantica. Il rapporto di conflittualità tra artista e società, già apparso nell'Ottocento, si fa ora più radicale, mentre si instaura un modello nuovo di spettacolarità, un modo progressivamente egemonico di intendere lo "star system", specchio delle mire imperialiste e della massificazione capitalistica. Nel quadro delle inquietudini di fine Ottocento e inizio Novecento, riscontrabili anche negli altri campi dell'arte (Impressionismo in pittura, Simbolismo in poesia, Decadentismo in letteratura), lo spettatore comune, il pubblico borghese, preferisce affidarsi alle note rassicuranti del passato, relegando le nuove vie della composizione a contesti elitari. I compositori, impegnati in questo sforzo di destabilizzazione e cambiamento, lavorano sull'allontanamento dell'armonia,
sull'uso della dissonanza, sul ritmo spinto fino all'irregolarità più complessa, producendo un risultato musicale imprevedibile. FRANCIA La fase di cambiamento della musica francese, che risuonerà in Europa fino agli anni Venti, si apre con Debussy (1862-1918), che introduce l'armonia non direzionale, l'instabilità ritmica, il valore dei silenzi, concentrandola propria attenzione sulla produzione per pianoforte (Préludes), ma raggiungendo l'apice nell'unica sua opera compiuta, il dramma lirico Pelléas et Melisande, che denuda la crisi del conformismo e dell'uomo borghese. La Parigidel conservatorismo della borghesia alla ricerca nostalgica della "belle epoque", è anche quella in cui nasce il cinema di Lumiére (1895) e il "teatro magico" di Meliès, capitale del cubismo e delle avanguardie, di cui fa parte un altro eversore musicale: Ravel (1875-1937), che guadagnacon Debussy l'etichetta di "Impressionista musicale", perl'aggressiva politonalità con cui egli trasforma la tastiera, ricercando una sconosciuta comunicazione pianistica (Jeuxd'eau) o nel caso del Bolero, che fa parte di una tuttavia scarsa produzione per orchestra, la continua ed ossessiva ripetizione di uno stesso tema. In aperto dissenso con l'Impressionismo debussiano, il dissacrante Satie (1866-1925) prende come punti di riferimento la musica di strada, delle fiere popolari, il café-concerto, cercando la provocazione con il "ballet réaliste" Parade, di sapore decisamente dadaista, con scene e costumi di Picasso, o con le Gymnopedies. AUSTRIA Assai diverso da Parigi è il clima culturale nella Vienna della "belle époque", in cui lo spazio per il nuovo e la sperimentazione è limitato da un clima conservatore, dall'atteggiamento chiuso del pubblico tradizionalista, che predilige ilclima frivolo e spensierato del valzer di Strauss (1825-1899), autore de Sul bel Danubio blu. La centralità di Vienna nella vita musicale del primo Novecento, conosce tuttavia i sintomi della crisi che attraversa tutte le arti (Musile il suo Uomo senza qualità oppure Klimt), di cui la fotografia musicale è rappresentata da Mahler (1860-1911), in cui i tratti grotteschi e le caricature forniscono uno spaccato del clima decadente, del corrotto mondo borghese, e sembrano intravedere la prossima fine dell'Impero (10 Sinfonie). La rottura con la tradizione si realizza compiutamente con l'Espressionismo di Schönberg (1874-1951), ideatore della dodecafonia, nelle cui allucinate pagine pianistiche dell'op.19, sembra di sentire il nodo della crisi, dell'impossibilità di esprimere l'urlo (l'urlo di Munch, norvegese, è del 1893) del disagio sociale. La centralità che l'Austria aveva detenuto dal Settecento
progressiva scomparsa del tonalismo. In questa fase russa, la figura dominante è quella di Igor Stravinskij (1882-1971), un eclettico sperimentatore che attraversa diversi periodi. Nel periodo "impressionista" troviamo L'oiseau de feu, un balletto fantastico caratterizzato da momenti di ossessiva ripetitività e momenti di incontrollata dirompenza. La Sagra della primavera, invece, viene accolta con sconcerto dalla stessa Parigi. Segue poi una svolta con Pulcinella, un balletto con canto che prelude al periodo "neoclassico" tra le due guerre mondiali. In questa fase, la musica di Stravinskij riflette tutto il pessimismo del decadentismo russo e raggiunge il culmine con l'opera La carriera del libertino. Infine, a partire dal Settimino, Stravinskij adotta l'uso della dodecafonia, trasformando la sua musica in uno straordinario mosaico di tessere.composizione di tema religioso dello Stravinskij pervenuto al cattolicesimo Canticum sacrum ad honorem Sancti Marci nominis, 1955).
POPULAR MUSIC
La popular music come oggi la conosciamo è frutto di un processo lunghissimo nel quale si è gradualmente emancipando dalla musica colta. Se è vero che già nell'età moderna i cantastorie sono tra i primi esponenti di una cultura che mescola l'"alto" (sono letterati dilettanti) e il "basso" (fanno appello all'immaginario popolare), solo nel corso dell'Ottocento si diffondono ad un largo pubblico borghese i cafè-concert soprattutto parigini, in cui un'orchestrina, arricchita da numeri di comici, di mimi e illusionisti, allieta i clienti. Il repertorio che va per la maggiore è un misto di classico e leggero con una grande libertà nell'orchestrare le melodie, anche le più classiche. In Inghilterra un fenomeno parallelo è
quello delle music-hall, in cui su un palcoscenico si esibiscono artisti, stadio embrionale di star come Charlie Chaplin e Stan Laurel, che verranno alla luce con la progressiva professionalizzazione. Insieme alla canzone, il ballo è la quintessenza stessa della musica popolare. L'espansione del valzer è strettamente connessa al movimento rivoluzionario (dopo aver occupato la Bastiglia, la folla attacca un cartello con scritto "Qui si balla"), ma sarà Vienna a decretare la fortuna del valzer, nelle feste borghesi della "belle epoque". Con la depressione che investe l'Europa nel primo dopoguerra, la danza emblema del vecchio mondo verrà spazzata via da un vento che porta con sé ritmi, suoni e colori d'oltreoceano (ragtime, charleston, tango). Negli anni Venti il mondo è già un villaggio globale invaso dalle stesse mode, dominato dalla cultura americana.
Jazz e Blues L'epoca in cui la musica popolare
Diventa un fenomeno rilevante passa alla storia come l'Età del Jazz, figlio del ragtime, musica colta, la cui enorme popolarità deriva principalmente dallo sviluppo della musica meccanizzata delle pianole, primi riproduttori di musica grazie ad un rullo perforato.
New Orleans è considerata la culla del jazz, che diversamente nasce nei quartieri a luci rosse, tra l'alienazione, l'alcolismo e la disperazione dei disoccupati. In seguito il jazz diventa la musica da intrattenimento per eccellenza, ma negli anni '50 si orienterà verso una concezione di musica d'arte (be-bop) i cui protagonisti furono Charlie Parker (1920-1955) e Miles Davis (1926-1991).
Analogamente il blues nasce nella seconda metà dell'Ottocento dai lavoratori neri del sud degli Stati Uniti, legato a temi come il lavoro, la sofferenza, l'amore di chi è sradicato e si esprime con canti ripetitivi ipnotici, accompagnati dalla chitarra, sfregata con
coltelli o colli di bottiglia, e dall'armonica. Resterà una prerogativa dei neri fino agli anni '60, quando una nuova generazione di musicisti inglesi valorizzerà l'arte di bluesman come John lee Hooker e B.B. King.
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