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- A B B A
- testo diverso: musica diversa
- ripetizione: ci si aspetta variazioni, fioriture: qui non ce ne sono
“diritto”
- non più imbarazzo sul di cantare: opera in musica ora ha una sua legittimità
- basso ostinato sulla sezione A: mostra maggiore capacità del compositore
- due quartine di versi ottonari a rima baciata
- 1643: ultima opera di Monteverdi
- voce del cantante maschile protagonista estremamente acuta: cantanti castrati, agili nel
canto, tono da bambini
- basso ostinato
- testo strofico: musicalmente no “peno”, “moro”, “annodo”):
- effetti di madrigalismo (parole tipo dissonanze a fine
espressivo
- in realtà probabilmente non di Monteverdi: non c’è questo testo nel primo libretto, figura
in altri libretti
Napoli 1651: Francesco Cavalli
“Pastor Regio” Ferrari 1641
“Il trionfo della fatica” Laurenzio, 1646
possibili autori: Ferrari, Laurenzi, Cavalli
- opere lasciano Venezia, vengono allestite anche altrove perché standardizzate
L’opera romana
Primissimi anni 30, Roma
Su iniziativa di papa Urbano VIII (Maffeo Barberini) e il prelato Giulio Rospigliosi (futuro
papa Clemente IX), che fornisce i testi e cura gli allestimenti personalmente
“dramma “favola
1631 Sant’Alessio (Landi; musicale” non più pastorale”)
- replicato per 3 anni consecutivi;
- dialogo in stile recitativo + cori (demoni, angeli) e buffonerie (paggi, Demonio)
- dramma musicale: comprendere la vicenda del dramma attraverso la musica
Soggetti: –
- fonti letterarie (epica cavalleresca) Erminia sul Giordano (1633, Rossi: Gerusalemme
Liberata); Lealtà con valore, ossia Il palazzo di Atlante (1642, Mazzocchi: Orlando furioso)
–
- agiografia Ss. Didimo e Teodora (1635); San Bonifacio (1638, Mazzocchi); Santo
Eustachio (1643, Mazzocchi)
–
- testi comici su libretto del Rospigliosi: Chi soffre speri (1637, Mazzocchi + Marazzoli:
Boccaccio; nel 1639 con intermedio di Bernini, La Fiera di Farfa); Dal male il bene (Marazzoli)
Stagione che si colloca tra l’opera di corte e l’opera impresariale: forme di spettacolo che
prendono tratti dalla prima e ne anticipano altri dalla seconda
Priva del concetto celebrativo occasionale, dello stile allegorico (opere di corte); allestite in
stagione carnevalesca; scelta dei soggetti varificata (anticipa opera impresariale)
Stagione che dura poco più di 10 anni
L’opera impresariale
Venezia, Carnevale 1637: Andromeda (Benedetto Ferrari + Francesco Manelli)
- affittano un teatro, allestiscono in proprio la prima opera in musica
- Andromeda: fanciulla che si vanta della propria bellezza, che fa invidia alle dee,
soprattutto Era, invoca un mostro marino che può essere placato solo se Andromeda gli
viene data in pasto; Perseo vedendola sfida il mostro ed il promesso sposo e sposa
Andromeda
Diversa in struttura produttiva rispetto Firenze e Roma
Struttura in 3 anelli:
- proprietà: famiglie patrizie veneziane comprano ed affittano lo spazio teatrale:
investimento immobiliare sicuro; non intervengono direttamente nella produzione degli
spettacoli
- impresario: prende in affitto il teatro e lo gestisce (una stagione, un anno, più stagioni):
spese certe (affitto, scenografo, artisti); ricava utili preventivabili e non, legati al successo
degli spettacoli
- artisti: compositori, cantanti, scenografi, ballerini, costumisti: a volte intervengono
finanziariamente nell’impresa, più spesso son solo professionisti stipendiati su base
contrattuale; raramente partecipano in proprio all’allestimento dello spettacolo; status a
parte per il librettista, vero e proprio autore del dramma per musica: maggior
coinvolgimento nella riuscita dello spettacolo
Anello debole della catena: impresario: rischio finanziario, tutelato solo dalla consuetudine
di andare a teatro
Opera allestita da musicisti che si mettono insieme e decidono di inscenare l’opera
Opera in musica qui acquista continuità
“all’italiana”
Modello di teatro
Soggetti:
- fonti mitologiche (Troia, origini di Roma) (Andromeda; Nozze di Teti e Peleo 1639 Cavalli;
Amori d’Apollo; Dafne 1640 Cavalli)
- testi cavallereschi (Tasso e Ariosto)
- fonti storico-classiche: accademia degli Incogniti (intellettuali libertini che facevano i
librettisti)
Non esiste concetto di repertorio: libretti molto standardizzati, quindi riciclabili
Fasi dell’opera in musica
Struttura economico-artistica dell’opera in musica si diffonde su tutto il territorio italiano;
forma dominante di intrattenimento, grandi capacità di adattamento
Esce da Venezia e viene a contatto con circostanze accidentali e consuetudini teatrali locali,
subisce adattamenti
3 FASI:
- Compagnie itineranti: Venezia lascia liberi i cantanti per 9 mesi all’anno; essi riproducono
nelle altre città gli stessi spettacoli (Accademici Febiarmonici); le opere crescono e si
perfezionano (es. L’incoronazione di Poppea):
- Teatri d’opera impresariali stabili: generalmente legati alla nobiltà
- Grandi cantanti: favoriti dalla rete teatrale creatasi in tutt’Italia; assumono un ruolo
preponderante: sovranità dell’aria, che subisce trasformazioni dal punto di vista formale:
ABA’ (ARIA COL DA CAPO); il dramma si identifica sempre più con la sola somma delle sue
arie: consumo domestico nella CANTATA
Arie: momento in cui il cantante può dar prova di sé
Cantata (in ambito italiano): opera in musica condensata, forma cameristica
“Giasone”
Opera in musica più fortunata: di Cavalli
Francesco Cavalli
1602 Crema
Puer canto in S.Marco
Poi secondo organista (S.M.)
Poi primo organista (S.M.)
Poi maestro di cappella (S.M.)
40 drammi, opere in musica
Autore di opere in musica del 600 più famoso dopo Monteverdi
Giasone (Venezia 1649), atto I, scena II, Aria di Giasone: Delizie, contenti
“esce” “entra”
- Aria di sortita: Giasone si presenta (prospettiva ribaltata, si in scena e si nelle
quinte)
- pochi strumenti (ragioni economiche); scrittura che rispetta il fatto che l’orchestra era
ridotta a pochi strumenti (massimo 10)
- presenti inserti comici nel dramma, per smorzare la tensione
- 2 strofe, 9 versi di senari ognuna, stesso materiale musicale
- aria strofica
- Giasone: cantante castrato
- accentuazione testuale = accentuazione musicale
- ritmo cullante: narra ciò che Giasone stava facendo prima (era nel letto di Medea; si è
appena svegliato)
- prima nota di ogni verso sempre in levare
- regolarità data da ritmo ternario (effetto cullante, quasi una ninna nanna)
“fermate, “morir”:
- su fermate” e la musica si ferma, sorta di madrigalismo; unico inizio in
battere
Giasone, Atto I, Scena XV, Incantesimo di Medea: Dell’antro magico
- accompagnamento musicale che trasmette determinazione, è fissato, rigido, così come la
linea vocale di Medea
- alternarsi di arie e recitativi
“Dell’antro […] la luce al sol.”
- = aria strofica; quinari sdruccioli: scene infernali
“Dall’abbruciate […] oggi domabili.”
- = versi sciolti, quindi recitativo
“Dall’arsa Dite […] su, su, su.”
- = per il poeta doveva essere un’aria, in musica è invece un
recitativo, ma con inserti più cantati per rendere la scena meno statica; parti più cantate:
recitativo più espressivo, sottolinea parti di testo rilevanti
ariosi:
“Del gran duce […] questo dì.”
- = recitativo
“ Sì, sì, sì […] vincerà.”
- = aria
I cantanti castrati
Il primo castrato di cui si sa operava alla cappella privata del papa Sisto IV
Autorizzati poi a cantare in S.Pietro dal papa 1582
Probabilmente tradizione che viene dalla Spagna
Le donne non potevano parlare in chiesa, tantomeno cantare, ma servono anche voci acute:
bambini soprano o contralto (problema del cambio di voce in pubertà); falsettisti (voce un
po’ stridula, innaturale):
Castrazione risolve il problema:
prima della pubertà i bambini con propensione al canto (famiglie non nobili) vasectomia o
intervento più intensivo
Non sempre l’operazione andava a buon esito: morte/voce che da bambino andava bene
ma da castrato no: i migliori castrati finivano in teatro, gli altri nelle cappelle musicali
La castrazione inibisce la produzione di testosterone, la crescita in altezza continuava molto,
mancanza di caratteri sessuali secondari (peli, calvizia precoce); laringe (organo sessuale
secondario) rimane piccola: voce acuta con grande potenza di suono
Prassi inaugurata in ambito ecclesiastico
Carlo Broschi: Farinelli
- nasce in Puglia 1705
- viaggia anche in Europa, grande fama
- 1737-1759 in Spagna cantante, direttore generale del teatro di Madrid, ambasciatore
- muore a Bologna nel 1782
- 1725 Napoli canta per Hasse, serenata in cui canta la parte di Cleopatra, Marcantonio
invece è cantato da una donna: sorta di provocazione
- Riccardo Broschi, fratello, compositore, scrive per lui un’aria nel 1730 che diventerà di
repertorio per lui
Alessandro Moreschi: ultimo castrato, e ultimo attivo in Sistina, muore nel 1922; ci sono
pervenute registrazioni del 1902 e 1904
L’opera italiana all’estero
Diffusione dello stampo veneziano in tutta Europa: importazione, imitazione o rifiuto, ma
rimane comunque la pietra di paragone
Vienna, corte imperiale:
- luglio 1668 (Sbarra+Cesti, Il pomo d’oro): 1 prologo, 5 atti, 6 balletti, 38
personaggi/cantanti, 2 giornate, 1 sola esecuzione, teatro mai più utilizzato
- dopo questo, vera e propria tradizione che si impianta:
- 5-6 opere l’anno: ricorrenze celebrative della corte; stabilità, ostentazione della ricchezza,
pubblico preselezionato
Amburgo:
- 1627 nozze corte di Sassonia, Dafne (prima opera eseguita qui) testo di Rinuccini tradotto
in tedesco da Opitz, musica di Schutz
- Seelewig (1644): prima opera conservata; musica di Staden; scelta di soggetti allegorici,
biblici
- 1678 teatro pubblico a pagamento analogo a quello veneziano (teatro del Gansemarkt); 5-
6 opere nuove all’anno, circa 100 spettacoli all’anno, testi spesso dalla Bibbia
- spesso soggetti storici, mitologici italiani o francesi
- non c’è concorrenza, quindi neanche varietà
Spagna:
- inizialmente mostra ostilità, non tollera i principi del teatro d’opera
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