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SOLO TUTTI
presto si impone come genere più eseguito, specialmente nel caso di violini o flauti solisti. Il
cembalo non venne mai considerato uno strumento solista fino al di
Concerto no. 4 brandeburghese
Bach (1721). Si struttura generalmente in tre movimenti, come la sinfonia d’opera, ovvero una
successione di Allegro-Adagio-Allegro.
Il concerto di gruppo, infine, ha una struttura polifonica o imitativa senza che una parte o un
• gruppo di parti prevalgano su una o più altre parti. È questo il genre che darà poi forma alla più
celebre forma della sinfonia, che riuscirà a svilupparsi solo con l’ascesa degli ideali democratici
illuministici. Durante il Seicento e il primo Settecento, il concerto di gruppo è schiacciato dai
primi due generi, che meglio rappresentano le gerarchie sociali e politiche dettate dall’ancien régime
e dall’aristocrazia che scavalca la borghesia. Per questo la sinfonia sarà il genere più gettonato
durante l’illuminismo e l’Ottocento, per poi precipitare nuovamente durante il Novecento.
Le modalità di scrittura dei concerti sono varie ma formalizzate. Le principali sono:
Tecnica alternativa —> opposizione di due organismi orchestrali alternativamente proposti, che
• proviene dalla prassi dei cori spezzati e battenti del ‘500 (botta e risposta)
Tecnica del concertato —> i due organismi strumentali contrapposti si differenziano
• stilisticamente: quello ridotto acquista maggiore importanza e agisce in chiave virtuosistica
Tecnica della progressione e della sequenza —> l’idea musicale di base non viene sviluppata nel
• senso di una rielaborazione tematica o di una variazione, ma reiterata su livelli tonali e in registri
diversi (molto sfruttata da Vivaldi)
Tecnica della ripetizione —> la monotonia derivante dalla ripetizione di figurazioni similari viene
• spezzata grazie a una diversificazione dei piani sonori. Ripetizione su piani sonori differenti (piano
e forte)
Tecnica del ritornello —> la sezione del tutti è intesa come elemento formale di raccordo: i
• passaggi a solo sono variati grazie all’introduzione di figurazioni nuove di natura virtuosistica.
L’orchestra quindi propone e il solista risponde variando e/o modulando la proposta, portando
così avanti il discorso. ! 27
Appunti di Nicola Renzi Introduzione al Settecento
Tendenze e novità
Quello del XVIII secolo è un panorama ricco per la musica: molto più ricco e variegato di quanto
possa esserlo stato il secolo precedente, che ha consolidato la musica, e l’opera in musica in
particolare, come costume sociale, attività prediletta di un pubblico nuovo. La ricchezza del
Settecento musicale sta nella variegata gamma di linguaggi, dal maggior numero di compositori e
composizioni, dall’affermazione dei generi e dalla codificazione di nuove e razionali forme. Il
Settecento è considerabile come il secolo del consolidamento dei più fortunati generi di musica
strumentale della fine del Seicento, il concerto, la sinfonia e la musica da camera, che vanno
comunque incontro a cambiamenti dettati dal gusto del pubblico e di nuove istanze poetiche scritte
dal sociale. Alla musica strumentale è lasciato lo spazio maggiore, ma non sono meno importanti i
melodrammi di Gluck, di Händel o di Mozart, la musica vocale sacra di Bach o i numerosi oratori
(Händel).
Un’epoca complessa e variegata, dunque, per gli stili praticati e messi in campo. Anche il concetto di
stile, inteso come tipologia di linguaggio caratteristica e riconoscibile in un determinato ambito,
viene consolidato lungo il XVIII secolo: processo che va di pari passo con i nuovi mezzi di
produzione e fruizione della musica. Questa esce definitivamente dall’ambito della corte e dalla
cerchia ecclesiastica per entrare nell’inedito circuito delle sale da concerto, luogo dove la gente paga
un biglietto per ascoltare musica strumentale, priva di dramma, dove il senso della vista è affidato
unicamente al movimento degli esecutori sul proprio strumento. Il concetto di concerto, quindi,
assume il valore nuovo di esperienza fisica musicale, al pari dell’opera. Come l’opera, sarà la nascita
della sala da concerto a muovere il gusto di un pubblico più eterogeneo e meno selezionato, che
piano piano andrà a definire i tratti caratteristici di una nuova musica, dettando le regole sul
processo produttivo (ciò che sarà di gradimento sarà proposto nelle maggiori sale e troverà maggior
diffusione, ciò che non piace invece rimarrà in una nicchia, sperando in un futuro ripescaggio:
Bach-Romanticismo, Vivaldi-Novecento).
Fondamentale per la diffusione e lo sviluppo virtuosistico di musicisti e strumenti è la nascita, in
Italia (Napoli e Venezia), delle istituzioni del conservatorio, che man mano trovano diffusione anche
nel resto dell’Europa, di pari passo alle accademie e alle scholae cantorum. Al contrario di queste
ultime due istituzioni, prettamente professionali al servizio della corte o della chiesa, i conservatori
(= nascono come istituzioni caritatevoli, dove giovani in difficoltà economiche e orfani
ospedali)
potevano trovare sostentamento e istruzione. È proprio sul piano dell’istruzione che la musica
mostra il suo ruolo preponderante, educando i giovani al canto, alla teoria e alla tecnica dello
strumento. Il conservatorio è in grado di dare una formazione di alto livello e molti ragazzi sono
riusciti a passare da una situazione sociale disagiata a tournée musicali in giro per l’Europa con i
migliori professionisti (Vivaldi). La sala da concerto e il conservatorio contribuiscono all’incremento
della fruizione e della diffusione musicale, oltre che la prassi e lo sviluppo tecnico formale.
Verso la fine del Settecento lo status sociale del musicista è del tutto inedito. Passando dall’impiego
per un signore ricco e potente che provveda al suo sostentamento, il musicista, che va alla ricerca di
una nuova libertà poetica e compositiva, emerge sotto la nuova forma di libero professionista, artista
che vive della propria arte e la produce in base alle regole dettate dal gusto unico del pubblico, non
più da una commissione signorile. Questo processo, tuttavia, trova avvio ufficialmente solo negli
ultimi decenni del Settecento (decennio viennese di Mozart), completandosi solo lungo il secolo
seguente. ! 28
Appunti di Nicola Renzi
Dal punto di vista del linguaggio musicale, una serie di tendenze e di novità si dilungano
costantemente lungo l’intero secolo:
in primo luogo la per cui le forme assimilabili a quella del concerto diventano un
tecnica concertante,
• genere ideale, creato attraverso le tecniche consolidate illustrate nell’ultimo paragrafo del capitolo
precedente. Prevale su tutte la tecnica del ritornello, per cui un motivo musicale espresso a tutta
orchestra incornicia diversi episodi solistici (tendenza a fare emergere il virtuosismo del solista)
segue poi la prassi della genere con cui si intende una forma musicale che,
musica descrittiva,
• attraverso i propri mezzi espressivi, cerca di suscitare all’orecchio dell’ascoltatore immagini
poetiche e non, o sensazioni (Le di Vivaldi). Questo genere suscita lo scontro estetico tra
Stagioni
formalismo e descrittivismo, in quanto si contrappone all’idea di musica assoluta, per cui la
musica sarebbe pura forma incapace di esprimere alcunché
la tecnica del in particolare sotto l’ala di J. S. Bach, ottiene un ruolo fondamentale,
contrappunto,
• dalla musica sacra alla musica strumentale, trovando totale espressione nel nuovo genere della
fuga
il Settecento è anche il secolo della il secolo del consolidamento della tonalità
nuova armonia,
• attraverso la concretizzazione del il nuovo e definitivo metodo di intonazione
temperamento equabile,
e accordatura degli strumenti che, attraverso lo studio fisico e matematico dei suoni, consente di
dividere un’ottava in 12 semitoni tra loro identici. Il temperamento equabile sarà studiato e
consolidato da Bach nell’enorme opera didattica del (1722-1744), una
Clavicembalo ben temperato
dimostrazione pratica della nuova teoria matematico-musicale
per quanto riguarda il melodramma, invece, di fondamentale importanza è la distinzione tra
• opera seria e opera buffa in base ai temi trattati, alla forma della musica e ai personaggi
rappresentati. La distinzione nasce dalle critiche dei letterati dell’Accademia di Arcadia (1690)
verso la letteratura italiana contemporanea (marinista, figure retoriche fine a sé stesse), a favore di
una maggior purezza e classicità stilistica. La critica è mossa seguendo l’esempio del di
Giasone
Cavalli, l’opera più celebre del tempo, che viene vista come un groviglio di situazioni comiche e
patetiche, mentre l’opera necessità di una maggiore linearità. Da questa critica parte una
progressiva eliminazione del comico e del grottesco dall’opera, che diventa elementi che
seria:
andranno a definire il genere opposto ma parallelo dell’opera buffa. ! 29
Appunti di Nicola Renzi Antonio Vivaldi
(1678 - 1741)
Biografia e opere
Antonio Vivaldi nasce a Venezia nel 1678, dove studiò musica con il padre, violinista presso la
cappella di San Marco. Data una salute cagionevole dovuta ad una insufficienza toracica, i genitori
gli fecero intraprendere una carriera ecclesiastica, grazie alla quale si avvicina sempre di più alla
musica e, nel 1703, ottiene due cariche importanti su entrambi i fronti: dal lato religioso, viene
ordinato sacerdote, mentre dal lato musicale assume l’incarico di insegnante di violino e maestro di
cappella, di coro e concerto presso il conservatorio femminile dell’Ospedale della Pietà. Presso
questa istituzione, il compose la maggior parte dei suoi concerti, delle musiche sacre e delle
prete rosso
cantate. Infatti, rimase attivo come responsabile musicale della Pietà (con un intervallo tra il 1725 e
il 1735) fino al 1740, anno precedente a quello della morte. La prima pubblicazione vivaldiana, le
di forte ispirazione corelliana, risale al 1705, mentre nel 1713 fu rappresentato
Suonate da camera a tre,
il suo primo grande melodramma, l’Ottone primo di una lunga serie grazie alla quale riuscì ad
in villa,
affermarsi su un vasto pubblico. Scrisse anche degli oratori per la musica devozione, tra cui spicca il
del 1716). Attivo anche all’estero (Praga, Amsterdam e Vienna), rimangono
Juditha triumphans,
tuttavia oscure le ragioni del suo ultimo soggiorno a Vienna, città dove morì in miseria nel 1741.
Non passò molto tempo prima che il fratello vendesse l’intera opera manoscritta dell’ormai defunto
Antonio