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Per la ricostruzione della storia della medicina ci basiamo principalmente su tre tipologie di fonti, a
cui corrispondono tre diverse tipologie di approccio:
1. Resti umani, servono per la ricostruzione paleopatologia.
dell’iconografia,
2. Testimonianze utili alla ricostruzione dell’iconodiagnostica.
3. Fonti letterarie, che ci danno informazioni riguardo la storia della medicina.
Iconodiagnostica
E’ la disciplina che cerca la patologia nell'opera d'arte. Non sempre tuttavia l'artista ha le
competenze mediche per la rappresentazione di una patologia; non sempre inoltre, nelle epoche
passate, una patologia era vista come tale (poteva essere visto come fisiologico qualcosa di
motivo per il quale c’è sempre bisogno di un’interpretazione, tanto dello stile
patologico),
dell’artista si pone l’opera.
quanto del periodo storico in cui
Un esempio di quanto detto può essere la Venere di Willendorf; che sebbene rappresenti un simbolo
ideale di fertilità, attualmente non è certo considerato un ideale di bellezza. Rappresenta il simbolo
è tuttavia quello
di famiglia matriarcale, garante della prosecuzione della specie; l’ideale di un
e non certo dell’epoca moderna,
tempo passato in cui verrebbe considerata come un caso di obesità.
“Les d’Avignon”
Un altro esempio sono damoiselle di Picasso, in cui il pittore esprime la
scomparsa della libertà e l'angoscia della guerra civile attraverso le forme distorte e suggestive di un
Quest’opera
gruppo di prostitute. d'arte ha tuttavia un significato intrinseco, non patologico.
dei corpi e delle figure è atta solo a rappresentare lo stato emozionale dell’artista e
La distorsione
non una possibile patologia dei soggetti raffigurati.
Considerando invece opere utili da un punto di vista icono-diagnostico, possiamo osservare le statue
dov’è possibile notare una piccola piega sopra
antiche che rappresentano l'Imperatore Adriano,
l’orecchio. Questa piega è indice della suscettibilità dell'infarto al miocardio; si diceva infatti che
l’imperatore soffrisse di edema agli arti ed epistassi, elementi patognomonici molto importanti ai
fini della comprensione della sua originaria patologia.
Altra opera molto importante e senz’altro più moderna è
“Laura Battiferri” di Bronzino. La donna, moglie di un
personaggio importante, viene rappresentata pallida, con
occhi incavati e collo grosso, indice forse di ipertiroidismo.
Bronzino disegna quella zona anatomica in maniera molto
particolare, queste rappresentazioni sono legate infatti alla
descrizione del rapporto tra gozzo tiroideo e cretinismo da
parte di Paracelso. Notiamo quindi come nello stesso periodo,
l'occhio artistico di un pittore e quello clinico di un medico
individuano un male comune alla tiroide.
Una delle patologie che più facilmente si riscontrano nelle
statue femminili è il cancro al seno. Può esserne un esempio
“La di Raffaello,
fornarina” dove sul seno sinistro è presente
una striatura bluastra, che potrebbe raffigurare con buona
probabilità una neoplasia. Un'altra malattia molto raffigurata
fu l'acondroplasia; i nani erano alcuni dei soggetti più amati e
raffigurati nelle corti.
Un altro esempio importante è rappresentato dalla “Monna in cui
Lisa”, è presente nell'angolo
dell'occhio sinistro una bolla di colesterolo, detta Xanthelasma. Nelle mani è presente inoltre un
lipoma in corrispondenza del pollice. La pelle presenta ittero, è infatti giallastra.
Verso la fine dell'800, un medico, mise in relazione la Xantomastosi e la presenza di lipomi con
sintomatologie cardiovascolari, come la presenza di colesterolo particolarmente elevato.
Per finire, è interessante osservare
l’opera antica “Niobide morente”,
che secondo la leggenda fu ucciso
da Apollo con una freccia. La
posizione del soggetto rappresenta il
collasso di un polmone, causato
dall’impatto della freccia. La morte
è causata da pneumotorace aperto; è
possibile affermare tutto ciò con
certezza, in quanto è possibile
stabilire il danno anatomico sulla
statua.
Paleopatologia
E’ una scienza basata sullo studio della malattia del passato. Essa utilizza esclusivamente i resti
umani. Saranno quindi particolarmente fortunate quelle culture che hanno mummificato i morti;
laddove invece i morti vengono bruciati o seppelliti non vi sarà nessun oggetto di studio.
Ha due scopi: uno medico e uno antropologico.
Lo scopo medico è quello di documentare la presenza di una malattia in una determinata epoca.
Lo scopo antropologico è quello di ricostruire la patocenosi, ovvero l'insieme delle malattie che
caratterizzano un luogo e un'epoca.
Il termine patocenosi significa 'malattie comuni'. Attualmente, nei nostri giorni, la patocenosi è
caratterizzata da obesità, malattie neurodegenerative, neoplasie etc.
A distanza di secoli il corpo può dichiarare molte informazioni, come ad esempio malattie passate o
abitudini alimentari e di vita. La caduta dell'impero romano, ad esempio, fu causata dall'eccessivo
(strumenti per la cucina, tubature dell’acqua, etc.). Ci
uso di piombo fu infatti un'epidemia di
saturnismo, una patologia che causa danni ossei e sterilità. In poche parole, i romani erano
diventanti una cultura vecchia, incapace di rigenerarsi per via della presenza di saturnismo. I barbari
a rompere le frontiere e dopo breve tempo l’impero cadde.
riuscirono quindi i “cranes
Meritano particolare attenzione anche cloudes” ossia 'crani inchiodati'. Tutto ciò è legato
ad una tradizione a cui si rifacevano anche gli Asburgo. I sarcofagi che contenevano le loro salme
infatti contenevano tutto, fuorché il cuore, che veniva tolto durante l'autopsia e messo in un calice,
per essere riposto infine nella chiesa di Sant'Agostino. In passato si credeva infatti che un corpo
di vampiro. Nell’antichità, per
sepolto e non perfettamente morto potesse riprendere vita sottoforma
evitare il problema della trasformazione in vampiro, veniva conficcato un chiodo nel naso al morto
per non farlo risvegliare (cranes cloudes).
la fine dell’800, un anatomico di nome Filippo Pacini,
Verso si rese conto che molti ammalati di
colera venivano sepolti vivi all'ultimo stadio della malattia; questo poiché nell'ultimo stadio di
colera, detto stadio algido, il paziente non manifesta segni di vita apparenti (morte apparente).
Si iniziarono quindi a vendere casse da morto apposite, che consentissero al paziente di richiamare i
parenti in caso di recupero, una volta sotterrato.
Altri ritrovamenti riguardanti la patocenosi, si ebbero nelle zone di Tolosa, dove sono stati ritrovati
l’occipite
molti crani con particolarmente pronunciato, reso così per via presenza di cuffiette troppo
strette nei neonati. Un altro esempio di deformazione forzata è la presenza di corsetti rigidi e stretti
nell'800, che causavano deformazioni della cassa toracica. Ancora un altro possono essere i piedi
tramite l’utilizzo di
delle donne cinesi, mantenuti piccoli apposite scarpe.
Per la paleopatologia sono di grande importanza le ossa, essendo infatti la parte del corpo che
meglio si conserva, consentono di documentare più patologie; ne sono un esempio le Harris Lines,
delle linee presenti in corrispondenza delle diafisi delle ossa. Queste rappresentano un blocco della
crescita, seguito da una ripresa a causa di guarigione. Allo stesso modo si comporta lo smalto del
dente, che forma linea orizzontale tipica. Le ossa ci possono dire inoltre la tipologia di armi
utilizzate per inferire colpi durante le battaglie, in un determinato periodo storico.
Ancora più importanti delle ossa dal punto di vista paleopatologico sono le mummie. Nella
mummia di Ramses II per esempio sono ancora ben visibili le arterie, particolarmente dure.
Attualmente vengono messe in luce anche le tac di mummie, in cui spesso sono evidenti malattie
come l'arteriosclerosi, causata da ipercolesterolemia. L'arteriosclerosi in antichità, in Egitto
soprattutto, non era causata dagli stessi fattori di rischio che troviamo attualmente; eppure
l'ipercolesterolemia era presente. Quindi, mediante studi particolari, si è scoperto che vi era una
predisposizione particolare per l'ipercolesterolemia, che si fondava su basi genetiche, in quanto il
cibo non conteneva il colesterolo di oggi. Anche le carotidi di Ramses II sono particolarmente
importanti, poiché mediante la loro compressione, grazie al sopore provocato nel paziente, poteva
essere amputato un arto.
NB: dal punto di vista culturale, è importante sapere che dal nostro ateneo è partita una ricerca
paleopatologica sulle sepolture dei Medici. Allo stesso modo sono stati eseguiti studi sulle salme di
molti personaggi famosi della storia, che hanno portato alla scoperta di omicidi, intrighi e verità,
che fino a quel momento erano rimaste celate.
Fonti letterarie
Sono rappresentate da storie cliniche, che documentano disease, sickness e illness.
La storia della medicina egiziana
Agli egiziani è attribuita da sempre una grande conoscenza medica, che tuttavia non è giustificata.
Sappiamo che quest'ultimi avevano una grande consapevolezza del corpo umano e che erano molto
abili nelle abilità curative, tuttavia per molti versi erano ancora notevolmente arretrati.
una persona reale, l’architetto che ideò le piramidi.
Il dio della medicina era Imhotep, Egli divenne
dio proprio grazie alle sue capacità costruttive, che permettevano all’uomo di toccare il sole, l’unica
via per il mondo dei morti. Per raggiungere il sole infatti, la migliore struttura era proprio la
piramide, che possiede un’imponente e solida base ed una vetta che si innalza verso il cielo.
Nel mondo egiziano il medico era detto Swnw ed era rappresentato da un uomo inginocchiato, una
freccia e un vaso per la raccolta delle membra. Il medico era anche chirurgo (cosa che scomparirà).
“Swnw” viene dal verbo “swn”, “colui
che significa soffrire, il medico quindi e' che appartiene
all'uomo che soffre”. Da un certo punto di vista questo termine sembra avvicinarsi molto alla parola
“infermiere” che significa “colui che sta con gli infermi”.
Singolare era il fatto che nel mondo egiziano le donne potevano esercitare la medicina. Questo
elemento colpisce, poiché nel mondo antico, compreso quello greco, alle donne era vietato.
Il cuore era un elemento fondamentale, sede dell'anima; era l'unico organo che durante
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