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Cilicia, continua la sua marcia verso sud.
Lo scontro avviene nella pianura di Isso, nella Siria settentrionale. Alessandro riesce a prevalere mentre
Dario III preso dal panico fugge. Alessandro riesce ad impadronirsi della cassa militare persiana e della
famiglia del Gran Re.
Dall’Egitto a Gaugamela
Alessandro non insegue Dario ma si dirige verso l’Egitto. Ma l’impresa si rivela più difficile del previsto a
causa di Tiro, città fenicia, che non accetta la sovranità di Alessandro, riuscendo a tener testa ai macedoni
per 8 mesi. Nel 332 è costretta ad arrendersi. Alessandro fa trucidare quasi tutti gli uomini. Lo stesso
succede a Gaza dopo due mesi di assedio. L’ingresso in Egitto è invece tranquillo. Il satrapo non pone
resistenza e vista l’insofferenza per il dominio achemenide il paese accoglie il sovrano come liberatore.
Alessandro a Menfi celebra un sacrificio in onore del toro Apis per assicurarsi il consenso. (i persiani
avevano dato scarso riguardo alla religione ecc).
Adotta un atteggiamento di grande rispetto.
Agli inizi del 331, nella regione del delta occidentale del Nilo, decide di dar vita ad un insediamento,
Alessandria. Dopo aver compiuto i riti di fondazione, lascia un suo collaboratore, Cleomene di Naucrati.
Alessandro fa un lungo viaggio nel deserto per raggiungere il tempo di Ammone nell’oasi si siwah, sede di
un oracolo. Li apprende di essere destinato a dominare il mondo e di essere figlio di Zeus.
Dario III sarebbe disposto a concedergli il territorio all’occidente dell’Eufrate e un patto di amicizia in
cambio della liberazione della sua famiglia. Alessandro non accetta le trattative e presso la pianura di
Gaugamela nel 331 ha luogo lo scontro decisivo che vede di nuovo la fuga del Gran Re.
Da qui la sua diventa una marcia trionfale. Si impadronisce di Babilonia e Susa affidandole ai relativi satrapi.
Nel 330 entra a Persepoli dove fa distruggere con un incendio il palazzo reale (come punizione perché i
persiani avevano bruciato i templi greci).
Dario III, ad Ecbatana prova ad organizzare la sua ultima resistenza. Ha cosi luogo un inseguimento ma il
Gran Re cade vittima di una congiura (di Besso, satrapo della Battriana) e Alessandro ne trova il corpo sulla
strada facendolo seppellire con tutti gli onori a Persepoli. Dimostrandosi suo successore.
Besso tornato in Battriana si autoproclama re con il nome di Artaserse IV.
Inizia ad esserci un diffuso malcontento nella cerchia di Alessandro, per aver abbracciato cosi a pieno la
cultura orientale e per la lunga marcia. Si sventa una congiura a Drangiana, viene incolpato Filota, figlio di
Parmenione. Ne fa le spese anche il padre con la morte.
Asia Centrale
Alessandro supera la catena montuosa del Paropamiso (hindo Kush) e penetra in Battriana per punire
l’usurpatore. L’avanzata è scandita da un’intensa attività colonizzatrice (Alessandria d’Aracosia, l’odierna
Kandahar, Alessandria del Caucaso…) molte città cadono in declino poco dopo la morte del sovrano.
Abbandonato, Besso scappa al nord, cosi l’esercito macedone può entrare nella capitare, Battra in modo
pacifico.
I signori di Sogdiana, dove si era rifugiato Besso, lo consegnano. Viene torturato e condotto a Ecbatana
dove viene condannato a morte. Alessandro conquista la Sogdiana e la capitale Maracanda e fonda
Alessandria Eschiate.
Alcuni nobili sogdiani rinnegano l’accordo ed iniziano una rivolta che si prolunga per due anni.
Significativi sono la scelta di Alessandro di inserire soldati indigeni nel suo esercito e un matrimonio nel 327
con Rossane, figlia di potente notabile della Sogdiana, Ossiarte, che prima era uno dei capi insorti e ora
entra nel suo gruppo di collaboratori.
Nel 328 c’è un drammatico episodio a Maracanda. Nel corso di un banchetto scoppia una lite tra
Alessandro e Clito, dove quest’ultimo disapprova le sue scelte orientalizzanti e il sovrano lo colpisce con
una lancia uccidendolo. Ora impone a tutti, non solo orientali, il tradizionale inchino orientale, ma a causa
del disappunto è costretto a rinunciare alla pretesa. Fu lo storico Callistene ad esprimere il malcontento e,
durante una congiura ordita dai paggi reali, Callistene paga per la sua presa di posizione e, anche se
estraneo al complotto, viene condannato a morte senza processo.
India
Nel 327 parte per l’ennesima spedizione, verso l’India.
Alessandro vuole probabilmente ricostruire l’antico confine orientale dell’impero Persiano. Tassile, signore
della città di Tassila e altri, chiedono il suo aiuto per rafforzarsi nei confronti dei loro vicini.
Alcune comunità della valle di Kabul pongono resistenza e vengono trattate con estrema brutalità.
Impiega vari mesi per arrivare all’Indo e raggiungere Tassila. Poro, il potente dinasta del regno confinante,
si rifiuta di riconoscere la sovranità di Alessandro e si schiera sull’Idaspe con gli elefanti. Nel 326 ha luogo
l’ultima grande battaglia di Alessandro, che riesce a vincere. Lascia che Poro rimanga nel regno come suo
vassallo. Da vita a due nuove colonie militari, Nicea e Bucefala in onore del cavallo morto.
Avvia la costruzione di una grande flotta per arrivare fino all’Oceano meridionale. Con una lunga e faticosa
marcia l’esercito arriva al fiume Ifasi e i soldatisi rifiutano di proseguire. Alessandro si rassegna e torna
indietro.
Non rinuncia a navigare verso l’oceano e nel 326 parte. Deve fronteggiare la resistenza di alcune
popolazioni locali ricorrendo ancora a spietati massacri. Nel 325 giunge a Patala, nel delta dell’Indo, dove
c’è l’Oceano. Al comando di Nearco si prosegue la navigazione lungo la costo fino al golfo persico mentre
Alessandro passa per via terrestre, dove attraversa l’inospitale deserto della Gedrosia dove molti uomini
muoiono di fame e stenti. Arriva a Carmania nel 325.
Gli ultimi anni
In alcune regioni hanno iniziato ad esserci rivolte. I satrapi da lui lasciati ne approfittavano per commettere
abusi. A rendersi colpevole di insubordinazione è anche un suo amico, Arpalo, che in Babilonia si comporta
come un sovrano autonomo. Le rivolte vengono represse e gli infedeli sostituiti con funzionali macedoni.
Arpalo fugge in Europa.
A Susa, Alessandro come iniziativa di forte valore simbolico, combina 91 matrimoni tra macedoni della sua
corte con donne iraniche e lui stesso si unisce con due donne achemenidi, la figlia di Dario III, Statira e la
figlia di Artaserse III, Parisatide. E vengono legalizzate moltissime unioni già contratte.
Ad Opi, in Babilonia, Alessandro comunica il suo intento di congedare gli inabili al servizio attivo. Avviene un
ammutinamento. Alessandro fa giustiziare i capi della rivolta. I Macedoni devono accettare la politica di
fusione con gli Iranici.
Ormai è un monarca autocratico. Fa il “decreto sugli esuli” durante i giochi olimpici dove rende noto
tramite Nicanore, un editto che impone alle città di riammettere tutti coloro che erano stati banditi, con
l’eccezione dei responsabili di sacrilegio e dei reati di sangue. È una palese violazione allo statuto della lega.
Il ritorno in massa degli esuli crea uno sconvolgimento degli equilibri politici e un inasprimento delle
tensioni interne.
Alessandro impone ora alle poleis greche la sua divinizzazione, questo dopo la morte di un suo caro amico,
Efestione nel 324. Le città greche preferiscono chinare il capo e obbedire.
Il suo prossimo obiettivo è l’Arabia, probabilmente per facilitare i collegamenti con l’Egitto. Nel 324 invia i
suoi emissari a perlustrare e nel 323 termina la costruzione di una gigantesca flotta per arrivare al golfo
persico tramite l’Eufrate. Non si realizzerà nessuno dei due progetti in quanto, a Babilonia, in procinto di
partire, nel 323 Alessandro improvvisamente malato, muore a 33 anni.
I regni ellenistici: dopo la morte di Alessandro
Dal 323 al 31, dalla morte di Alessandro alla battaglia di Azio, dove Roma conquista l’Egitto.
Il termine “ellenismo” è stato coniato da Droysen per indicare la cultura greca che si diffonde in un area
molto vasta, fino all’India.
La cultura ellenistica è di base greca ma molto orientalizzata. Anche la lingua si diffonde e il dialetto attico
diventa la lingua comune.
Con la morte di Alessandro, la situazione dell’Impero è molto difficile. Innanzitutto mancava un erede
diretto al trono e l’unica moglie incinta era Rossane. Altri eredi non ce ne erano in quanto Alessandro, per
salire al potere aveva eliminato ogni possibile pretendente, tranne Filippo III Arrideo, un fratellastro
minorato, mentre il suo unico figlio doveva ancora nascere.
Consegna il suo sigillo al generale Perdicca nominandolo chiliarca, che a sua volta nomina reggente Filippo
III, che ovviamente non era in grado di governare.
(dossier fonti, passo 2 Curzio Rufio)
I generali mostrano da subito di volersi spartire il regno e si viene a creare una sorta di triumvirato. A
Perdicca fu affidato il compito di amministrare i territori asiatici, a Cratero sovraintendeva gli affari del
regno in qualità di prostates e Antipatro fu nominato stratego d’Europa (in Grecia).
Alla morte di Alessandro, Atene pensò di potersi rivoltare contro l’impero Macedone e, grazie all’attivismo
di Demostene, invita gli altri stati Greci a creare un’ampia coalizione di cui la città Ateniese ne è a capo.
Antipatro, colto di sorpresa, è costretto a chiudersi nella fortezza tessalica di Lamia, che viene assediata
(guerra Lamiaca). Antifilo, il nuovo condottiero ateniese subentrato dopo la morte di Leostene, vince. Ma la
schiacciante superiorità dell’esercito macedone porta ad una grave disfatta, nelle acque di Amorgo, della
flotta Ateniese nel 322. Antipatro, liberatosi, sconfigge i Greci presso la località tessalica di Crannone. La
democrazia viene nuovamente abolita e sostituita con un regime oligarchico di pieni diritti politici.
Demostene si suicida.
321: prima guerra dei diadochi
Viene affidato ad alcuni generali il compito di conquistare quei territori nei quali l’esercito di Alessandro
non era mai giunto. Perdicca, che aveva progettato di sposare la sorella di Alessandro, Cleopatra, aveva
attirato a se l’ostilità degli altri che si riuniscono in una lega. Perdicca attaccò per primo Antigono, satrapo
di Frigia, costringendolo a fuggire in Europa. Perdicca morì pugnalato a Pelusio nel 321.
Eumene di Cardia, comandante dell’esercitò di Perdicca, sconfisse in Asia minore gli eserciti di Antipatro e
Cratero. Cratero muore.
A Triparadiso, in Sirio, si raggiunsero degli accordi che prevedevano l’assegnazione:
Tolomeo= Egitto
Seleuco= le satrapie superiori (dalla Mesopotamia all’Indo)
Antigono= Asia Minore
Lisimaco= Tracia
Antipatro= Macedonia fu nominato “epimeletes” dei re.
319-316 seconda guerra dei dia