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Il concetto di minnie nell'amore tra Enea e Didone
In particolare, dell'amore impetuoso tra Enea e Didone (tema di una delle opere più famose "Roman d'Eneas" di autore Francese), riscontriamo una delle novità introdotte in questo tipo di componimento amoroso. È il concetto di minnie, ad essere innovativo, quale definizione massima del tipo di "amore" proprio di queste novelle.
Il motivo di minnie prese forma per la prima volta nei efficaci testi poetici dei trovatori provenzali della Francia meridionale. (ovviamente sono state ritrovate anche opere amorose appartenenti ad autori Tedeschi)
Minnie: nella minnie cavalleresca per la prima volta venne a essere definito il rapporto tra i sessi; questa, manifestandosi in termini di passione e quindi di sentimento, appariva accettabile e comprensibile a qualsiasi individuo, o perlomeno, a ogni appartenente della classe dominante, in quanto espressione più nobile dell'impulso.
sessuale )Leggendo i testi di tali trovatori si può notare come, per la prima volta nella storia della Letteratura Europea, siano stati coniati quellinguaggio e quello stile per raffigurare l'amore tra uomo e donna, linguaggio e stile che si ripeteranno nella storia di secolo in secolo anche nella lirica posteriore. La minnie cavalleresca mostra, per il modo in cui essa si manifesta nella poesia lirica ed epica, una serie di contraddizioni: più in generale assumeva il significato di un sistema di valori etici, ma non bisogna però intendere la minnie, come l'amore tra uomo e donna finalizzato al matrimonio. EX. Nel Tristan infatti, il concetto di minnie è in piena contraddizione con il dovere e la fedeltà coniugale. Il minnesanger tedesco più importante è Walther ven dervogelweide. - Nell'epica cavalleresca la minnie viene rappresentata come una malattia che affligge l'uomo e che si manifesta sul piano fisiologico
Con febbre, dolori o deliquio. In ciò è stato determinante l'influsso delle opere di Ovidio. Questo sta a dimostrare, oltre al già citato Eneit di von veldeke, che comunque il mondo della cultura antica, soprattutto quella Romana, non era sconosciuto nel medioevo. In particolare ricordiamo come, con la discesa delle scuole conventuali, all'interno di quelle del ''capitolo'', venisse studiato il latino e venivano letti i classici. Prendiamo adesso in considerazione i più importanti esponenti tedeschi della letteratura cavalleresca e le loro rispettive opere, senza tralasciare però il loro principale iniziatore Francese. In Germania, le opere più importanti dell'epica cavalleresca furono prodotte dalla rielaborazione del ciclo bretone, di origine Francese, e dalla rappresentazione dell'universo fantastico di motivi legati a re Artù e alla sua corte. Chretien De Troyes (Francese 1150)
- Su di lui ci sono state tramandate poche notizie.
- È stato il creatore di tali cicli fondamentali per l'opera cavalleresca. Nonché della storia di Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda: temi ovviamente consoni alla letteratura cavalleresca: fedeltà dei cavalieri al re, i cavalieri come persone eroiche etc. etc.
- È possibile che la leggenda di Re Artù sia stata tramandata a Chretien tramite la letteratura celtica, seguendo la via orale.
- La sua importanza è insita nel fatto che egli seppe conferire grande forza di persuasione artistica a tale mondo fatto di eroismo, amore e favola: egli incluse nel suo racconto anche elementi favolistici: fate, spiriti buoni e/o maligni etc. etc.
- Era però comunque indirizzato verso uno stile realistico: sfruttò sul piano narrativo una molteplicità di situazioni quotidiane. ex. Nel raffigurare l'estrema povertà dei ricoveri per i
Hartmann von Aue (1165-1215)
Tedesco
- Fu lui a introdurre nella letteratura tedesca lo stile di Chretien.
- Era un uomo di cultura e aveva anche partecipato ad una crociata.
- Egli non è soltanto autore di poemi epici, ma anche di opere amorose.
- La sua opera più famosa è "Erec", nella quale egli attua i valori stilistici francesi pur rispettando la concezione secondo la quale si "forma" la sua poesia epica: "mantenimento dell'equilibrio spirituale sul quale si fonda la civiltà cortese".
- In lui ritroviamo: semplicità nei versi, purezza nella vita e spigliatezza del suo stile.
- Proprio grazie alla sua profonda fede cristiana egli seppe cogliere all'interno dei cavalieri quelli che erano i loro
aspettipiù materiali senza però considerare quello che era il loro rapporto con la fede. 1170-1220 )
Wolfram von Eschebach (Tedesco)
- Fu il poeta cortese più popolare nel medioevo.
- La sua opera più significativa è il rifacimento dell'opera Francese di Chreitien su Parceval, da qui "Parzival".
- Egli si sforza di conferire al proprio linguaggio poetico una originalità particolare, che trova soprattutto espressione in un umorismo spregiudicato (che talvolta è anche scaduto in banalità).
- La gamma espressiva della sua arte è ampia: passa dal patos della descrizione di combattimenti sanguinosi, all'umorismo, e all'esposizione dei misteri mistici della terra e del cielo.
- Egli amava rappresentare anche i dettagli non eroici della vita quotidiana.
- Il romanzo di Parceval, storia del mistero mistico-religioso del graal (che per Chreitien era un calice per
- Egli ci ha lasciato anche una decina di canzoni d'amore, anche se quello che egli esaltò, era l'amore di tipo coniugale.
- Sua innovazione fu quella di introdurre elementi personali all'interno delle convenzioni stilistiche.
- Viveva a Strasburgo.
- Venne definito il maestro.
- La sua più grande opera fu il Tristiano, e questo testimonia che era un erudito.
- Il poeta non si rivolge al pubblico della cavalleria eroica, bensì ai "cuori nobili".
- Gottfried superò tutti i suoi predecessori non soltanto per virtualismo stilistico e ritmico, ma soprattutto per l'approfondimento filosofico della minnie cortese: essa rappresenta il fulcro intorno al quale ruota l'intero mondo cavalleresco.
pari lunghezza ed una parte conclusiva più lunga: tale forma strofica si è conservata sia nella poesia amorosa che in quella didascalica fino al 15° secolo.
Negli esempi più originali di lirica amorosa, egli abbandonò l'ambito cortese tradizionale del minnesanger, volgendosi alla nieder minne (amore basso) di personaggi di astrazione non nobile. Molto importante per l'evoluzione posteriore della lirica Tedesca.
Egli inoltre mostrava nella lirica ad argomento attuale, vivo interesse per la vita politica del proprio tempo.
Può essere definito un precursore di Villon nell'ambito della letteratura mondiale, in quanto egli è la personalità più attiva nell'ambito del minnesang tedesco.
Suo continuatore fu Wolkenstein il quale arricchì la poesia con materia autobiografica.
All'interno della letteratura cavalleresca si sviluppò un altro genere letterario, l'Heldenpos.
Poema eroico), che si ispirava al canto eroico dell'epica Germanica. Il Nibelunglied fu il primo poema epico di grande rilievo: gli studiosi non sono riusciti a stabilire chi fosse l'autore dell'opopea e a quale ceto appartenesse. Questo Epos, possiede grandi qualità artistiche: la realtà della democrazia militare appare in tutta la sua inumanità, si impone la figura del cavaliere fiero di sé rappresentato in modo convincente nel suo eroismo impetuoso, l'amore. Inoltre questa epopea si distacca dalla tradizionale epica cavalleresca anche per via della struttura strofica in quartine.
Le testimonianze letterarie più importanti della Letteratura didattica di epoca cavalleresca risalgono ai 13° secolo, primi decenni del. Alcuni importanti esponenti sono Thomas Von Zerkalere e Heeinrich der Glighezaere.
Alcuni accenni storici: la nascita della città, della cultura borghese e dei nuovi tipi di letteratura nati al suo interno.
Nell'immediate vicinanze del Burg (la roccaforte cavalleresca), tra, nacque la Città: quale la seconda metà del 13° secolo fino al 15° nuovo centro della vita culturale. Sebbene le condizioni di vita all'interno delle città non erano più convenienti di quelle presenti all'interno del castello cavalleresco, l'adozione di queste ultime delle cinta murarie a impronta di fortificazione, garantivano comunque ai burger (cittadini), una sorta di protezione. I Burger: erano per lo più mercanti e artigiani che con il tempo riuscirono a mettere da parte una consistente quantità di denaro, grazie alle loro attività commerciali. Il mondo cavalleresco era presente anche all'interno delle città.