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HOELDERLIN
Hoelderlin nacque nel 1770 e rimase precocemente orfano del padre. Fu
educato in seminari e studiò insieme ad Hegel e Schelling teologia e filosofia.
Successivamente si trasferì a Francoforte come precettore, ma dovette lasciare
ben presto la città a causa della relazione nata con la padrona di casa (la
Diotima delle liriche di Hoelderlin).
Alla morte di quest’ultima, il poeta mostra i primi sintomi di un grave disagio
mentale: in seguito infatti questo disturbo venne riconosciuto come
schizofrenia. A questo punto, un falegname si offrì di assisterlo e così il poeta
visse presso la famiglia del falegname fino alla sua morte, avvenuta nel 1843.
Il falegname aveva tanto insistito per assistere Hoelderlin, in quanto affascinato
dalla lettura del romanzo Iperione.
Le opere principali di Hoelderlin sono:
Iperione: questo è l’unico romanzo di Hoelderlin.
− In quest’opera, il riferimento alla grecità ha un’importanza determinante,
ma l’immagine che aveva il poeta dell’antichità era molto diversa da
quella del classicismo di Weimar: infatti, oltre alla dimensione apollinea,
egli aveva colto non solo questa dimensione dell’antichità greca, ma
anche la dimensione dionisiaca.
Il romanzo è ambientato nella Grecia contemporanea ed è composto da
una serie di lettere del giovane greco Iperione ad un suo amico tedesco:
in queste lettere, Iperione parla della sua giovinezza in Grecia, del suo
amore verso Diotima e della sua decisione di partecipare alla rivolta dei
greci contro i turchi.
Iperione capisce però ben presto che la guerra e la violenza non risolvono
alcun problema: in guerra viene ferito gravemente e Diotima, che lo
crede morto, muore di dolore. Iperione, persa la donna amata, si
trasferisce in Germania, ma vivendo qui esperienze peggiori e così torna
in Grecia. Si ritira in solitudine in mezzo alla natura: qui, al di fuori della
società e nel ricordo dei valori eterni, come l’amicizia e l’amore, e nella
contemplazione delle immutabili leggi naturali, trova finalmente
tranquillità e pace.
In questa fuga di Iperione dal mondo, ritroviamo una grande influenza
della cultura romantica tedesca: secondo i romantici, infatti, l’unica
possibilità di salvezza consisteva nel tirarsi fuori completamente dal
mondo stesso;
Morte di Empedocle: quest’opera, rimasta allo stato di frammento,
− racconta del filoso siciliano Empedocle che, secondo la leggenda, si
sarebbe gettato nel cratere dell’Etna per convincere i discepoli che gli dei
immortali lo avrebbero accolto tra loro, ma il vulcano avrebbe sputato
fuori un sandalo intatto facendosi beffe delle manie di grandezza di
Empedocle.
Holderlin non si accontentò di questa leggenda e studiò più a fondo le
idee del filosofo: Empedocle riteneva che la natura fosse formata dalla
mescolanza dei quattro elementi e che, anche i contrasti, nascevano
dalla loro mutazione e conflitto.
L’intera produzione lirica di Hoelderlin è caratterizzata da un’assoluta
padronanza delle forme metriche più ostiche: egli cercava infatti con rigore la
precisione contenuta nella singola parola.
Il compito affidato da Hoelderlin alla sua poesia è un compito molto alto: l’unica
breve consolazione tra le tante sofferenze della vita è infatti secondo lui l’arte.
La poesia è l’unico rifugio in grado di dare una consolazione all’uomo.
KLEIST
Kleist viene spesso inserito all’interno del movimento romantico, di cui però
egli non condivideva tanto il programma poetico, quanto invece la coscienza
politica e il progetto di sviluppo di un nuovo sentimento nazionale nella lotta
contro Napoleone.
Kleist nacque nel 1777 e, seguendo le tradizione familiare, abbracciò la carriera
di ufficiale: egli prese parte infatti alla campagna contro le truppe rivoluzionarie
francesi.
Nel 1799 riuscì a lasciare l’esercito, a patto però di entrare
nell’amministrazione statale prussiana a conclusione degli studi.
Dopo aver abbandonato anche l’amministrazione statale prussiana, iniziò a
condurre un’esistenza irrequieta, spostandosi di città in città.
A questo punto della sua vita, Kleist si gettò a capofitto nel lavoro, ma non
riuscì a reggere alla pressione delle aspettative troppo alte che aveva nei
confronti di se stesso e cadde in una profonda depressione.
Dato il fallimento, cercò di tornare a al servizio dello Stato, ma non riuscì più ad
adattarsi ad una vita normale. Così decise di tornare a Berlino, ma neppure qui
riuscì a mettere in scena i propri drammi.
Depresso dagli insuccessi artistici ed esaurite le risorse economiche, si chiuse
in se stesso a tal punto che nel 1811 si uccise con un colpo di pistola.
Tra le sue maggiori opere ricordiamo:
La brocca rotta: quest’opera ha come tema il conflitto tra una verità
− che deve rimanere assolutamente nascosta e una volontà di scoprirla ad
ogni costo.
La commedia è costruita sul mito di Edipo, che viene però stravolto fino
ad assumere caratteri comici: come Edipo, che nella sua Tebe cerca chi
ha provocato l’ira degli dei che ha colpito la città per poterlo punire e alla
fine scopre che il colpevole è lui stesso, anche il giudice Adam deve
istruire il processo per individuare il furfante che ha rotto la brocca, ma
alla fine realizza di essere lui stesso il colpevole.
Da una parte è il giudice che deve esercitare il proprio compito, dall’altra
egli cerca di ostacolare con tutti i mezzi di ostacolare la ricerca della
verità;
Anfitrione: quest’opera è la seconda commedia di Kleist, nella quale il
− tema della ricerca della verità viene ad assumere una dimensione
angosciosa.
Il soggetto protagonista è tratto dalla commedia di Molière: la leggenda
di Zeus, che per riuscire a possedere la bella Alcmena le si avvicina sotto
le sembianze del marito Anfitrione, appartiene naturalmente al genere
della commedia degli equivoci. Kleist però stravolge questo quadro per
rappresentare drammaticamente il legame tra ciò che è e ciò che appare.
L’uomo dunque non è fatto per la conoscenza della verità, ma deve
vivere con la radicale consapevolezza che anche le sue più intime
certezze sono minate dal dubbio;
Penthesilea: questa è una tragedia in cui il tema della ricerca della
− verità viene trattato senza veli.
La protagonista è la regina delle Amazzoni, la quale, secondo la leggenda
del suo popolo, può tenersi come amante solo l’uomo che ha vinto in
battaglia. Ella si innamora però di Achille e l’eroe greco, che ricambia i
suoi sentimenti, vuole farsi vincere in battaglia da lei per diventare suo
sposo. Panthesilea non capisce le sue intenzioni e si sente ingannata: si
presenta quindi in battaglia armata di tutto punto e uccide l’amato.
Tornata in sé, si rende conto dell’errore compiuto e si uccide.ù
In quest’opera si manifesta la concezione di Kleist, secondo la quale è
ormai persa la fiducia della possibilità di riconoscere la verità;
Il Principe Federico di Homburg: quest’opera fornisce un’ulteriore
− visione del rapporto tra la verità del sentimento e la verità come ordine
della realtà.
Il protagonista, Federico di Homburg, viene distolto dai suoi doveri
militari dall’amore per Natalia, la nipote di Federico Guglielmo, re
prussiano. Durante una battaglia, distratto da questo amore, non
comprende bene l’ordine e si getta nella mischia prima di averne ricevuto
l’ordine, trasgredendo così la legge militare. La sua colpa è punita dalla
legge marziale con la pena di morte: il principe accetta il verdetto e
Natalia cerca di convincere lo zio a concedere la grazia, ma lo stesso
Homburg si rifiuta di riceverla in questo modo e accetta la condanna;
Federico Guglielmo, davanti a questo atteggiamento di soldato valoroso,
può finalmente concedergli la grazia e darlo in sposo a Natalia.
Solo dopo aver sperimentato la paura della morte, Homburg giunge
quindi alla coscienza dell’errore in cui è caduto, ovvero la coscienza che
la verità delle legge esterna è basata su uno stato di cose diverso
rispetto alle certezze del proprio sentimento solamente: mondo interno e
mondo esterno non sempre quindi coincidono;
Il terremoto del Cile: questa è una novella, la forma narrativa più
− moderna per l’epoca. Questa forma narrativa, nella cultura tedesca, non
prende spunto dalla grande tradizione novellistica romanza, ma invece
dal significato originario del concetto, nell’accezione di “notizia”,
“annuncio” e fa quindi riferimento quindi ad un fatto realmente accaduto,
all’inequivocabile “stato delle cose”.
La vicenda si svolge sullo sfondo storico del terremoto che aveva
sconvolto Santiago del Cile: per la coppia di innamorati, Jerome e Josefe,
condannati alla morte per il loro amore socialmente proibito, la
distruzione generale diventa invece salvezza inaspettata. I due si danno
alla fuga e si trovano uniti con il loro bimbo appena nato. Quando però la
Chiesa e le autorità pubbliche riacquistano il loro potere, essi mobilitano
le masse contro la coppia, con il pretesto che il loro amore peccaminoso
sarebbe la causa del terremoto scatenato dall’ira divina. La folla uccide la
coppia, mentre un amico della coppia, decide di adottare il figlio della
coppia stessa, allevandolo nell’amore per il prossimo (speranza per il
futuro).
Il terremoto è simbolo del caos e della fine del mondo: esso
semplicemente avviene, senza senso né fine.
Kleist fa muovere i suoi personaggi nella cornice di questa visione. Al
centro della storia mette la sua immagine della sacra famiglia: la coppia
con il loro bambino tenta un nuovo inizio in mezzo alla morte e alla
distruzione, annullando quasi il peccato originale dei loro progenitori. Il
segno della speranza è affidato solamente al bambino salvato;
Sul teatro delle marionette: questo saggio consiste nel tentativo di
− cercare la più alta perfezione artistica non nell’educazione di una
coscienza estetica che dovrebbe trasformarsi poi in una conoscenza
morale, ma in quello stato di natura che l’uomo ha ormai perso da tempo.
Quanto più l’uomo riuscisse quindi a liberarsi dalla conoscenza, tanto più
potrebbe avvicinarsi al suo stato originario di innocenza.
Il saggio descrive la grazia come il risultato della sicurezza istintuale
come emanazione del puro stato di natura, mentre il ri