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Estratto del documento

IV

L’età augustea

Virgilio

Gli anni della formazione

La prima formazione scolastica e culturale di Virgilio ebbe luogo a Cremona, dove ebbe come

suo primo maestro un certo Ballista, il quale era un bandito da strada.

Una volta arrivato a Roma, poco dopo la morte di Lucrezio, egli ebbe modo di completare gli

studi di retorica con Epidio, noto per essere stato anche maestro di Ottaviano.

Quando si trovò a Napoli, Virgilio frequentò il filosofo epicureo Sirone e per via della sua

influenza che egli adotta una poesia di genere didascalico e fu sempre grazie a quest’ultimo

se Virgilio si cimenta in una poetica volta a trattare problemi e nozioni scientifiche ed a

intraprendere una filosofia con cui cercare di concepire soluzioni in merito ai problemi

dell’esistenza dell’uomo, a differenza della vuota ed astratta dialettica utilizzata negli studi di

retorica.

La Carriera da poeta.

Molto importante per produzione letteraria e poetica di Virgilio sono le sue opere come Le

Bucoliche: scritte tra il 42-39,

Le Georgiche: scritte tra 37-30

L’Eneide: realizzata intorno al 29 a.C ma rimasta incompleta, per via della morte del poeta.

Le Bucoliche

Le Bucoliche sono la prima opera di Virgilio, composta e pubblicata tra il 42 e il 39 a.C e

consiste sostanzialmente nella stesura di dieci carmi autonomi, detti eclogae

L’Ecloga I: composta da 83 esametri, consiste in un dialogo tra due pastori,Titiro e Melibeo, i

quali hanno un destino molto diverso: -il primo, Titiro, nonostante i tanti sconvolgimenti,

grazie all’intervento di un giovane protettore, è riuscito a mantenere i suoi campi e potrà

quindi godere di una vita tranquilla, -il secondo, Melibeo,invece, fu colpito dall’esproprio delle

sue terre, ed è rattristito e preoccupato per il suo inevitabile destino di profugo.

Ecloga II: consiste in un monologo di Coridone il quale canta, con toni elegiaci, il suo amore

senza speranza per Alessi.

Ecloga III: consiste in una Gara di canto tra due poeti-pastori, Menalca e Dameta, i quali,

arrivano a realizzare una vera e propria tenzone, trattando tematiche legate alla stile di vita e

lavorativo tipico dei pastori come: bestiame, lavoro agricolo, amore e talento musicale e

poetico.

Ecloga IV: composta da 63 esametri, all’interno della quale è inserita un invocazione alle

Muse di Sicilia, ed è dedicata ad Asinio Pollione che, in qualità di console, fu artefice

dell’accordo di fine ostilità tra Ottaviano ed Antonio, con l’auspicio di un fecondo periodo

attraverso il quale arrivare ad inaugurare una nuova età dell’oro, segnato dalla nascita

provvidenziale di un puer, un bambino divino, di cui non egli non fa il nome, e tra le varie

ipotesi si è pensato che l’autore si riferisse a Asinio Gallio, figlio di Pollione, o Giulia, figlia di

Ottaviano e Scribonia.

Ecloga V: composta da circa 90 esametri, in cui instaura un dialogo tra due pastori, Mopso e

Menalca, i quali nei loro canti celebrano Dafni, pastore e fondatore della poesia bucolica.

Nel celebrare questo Dafni il pastore-poeta Menalca, si cimenta nell’esprime cordoglio per la

morte di Dafni, che finisce nel divenire un carme funerario, mentre Mopso, celebra l’apoteosi

di Dafni, il quale è stato assunto in cielo ed è divenuto oggetto di onori divini.

Ecloga VI: composto da 86 esametri, in cui Virgilio fa un elogio alla poesia bucolica di Teocrito

e il protagonista di questa ecloga è Sileno, il quale viene costretto da uno scherzo messo in

atto da due pastorelli, a cantare i miti d’amore, la metamorfosi e la formazione del mondo.

Ecloga X: composta da 77 esametri ed è ambientata nella città di Arcadia ed è dedicata al

poeta Cornelio Gallo, il quale disperato per la fine della sua relazione con Licoride, disposta a

patire i disagi della vita militare pur di seguire il miles di cui si è invaghita.

All’interno di questa ecloga, oltre a descrivere ed a mettere in evidenza i disagi e le pene

d’amore di Cornelio, l’autore realizza e fornisce anche la descrizione del paesaggio della città

di Arcadia, con la sua caratteristica vegetazione e i suoi abitanti divini, la quale fa da corona

ed accompagnamento al lamento di Gallo.

Le Georgiche.

Le Georgiche sono un poema epico-didascalico composto da 2183 esametri e diviso in 4 libri,

ed è un opera incentrata sulle attività agricole.

Il titolo dell’opera deriva dalla parola Georgica, la quale è a sua volta tratta dal verbo greco,

che significa letteralmente, lavorare la campagna.

L'opera fu realizzata in lungo periodo di composizione nella dimora napoletana, compreso tra

il 37 - 29 a.C dedicate a Mecenate che ne fu l’ispiratore e suggeritore.

Le Georgiche di Virgilio sono un poema didascalico per eccellenza di tutta la letteratura latina

e la sua struttura è molto semplice, con la quale in ogni libro egli tratta di un'attività specifica

del contadino e si compone di quattro libri i quali sono divisi in due coppie, le quali coppie di

libri sono dedicate rispettivamente alla coltivazione e all'allevamento.

-ll primo libro: è dedicato al lavoro dei campi,

-il secondo libro: è dedicato alla coltivazione delle piante, in particolare di quelle tipiche del

paesaggio mediterraneo, come la vite e l'ulivo;

-terzo libro: tratta dell'allevamento del bestiame detto nobile, come quello dei bovini e degli

equini,

-quarto libro: tratta dell’allevamento del bestiame detto minuto, come quello delle api.

L’Eneide

L'Eneide di Virgilio è un poema epico scritto in esametri, composto da 12 libri in cui l’autore

narra gli spostamenti e migrazioni di Enea e anche degli scontri che egli ha sostenuto contro i

popoli latini autoctoni, per poi arrivare a creare un nuovo popolo, i cui discendenti, tra cui il

figlio Ascanio, avrebbero in seguito fondato Roma.

L'opera fu composta nell'ultimo decennio di vita di Virgilio, più precisamente tra il 29 - 19 a.C.,

la quale però rimase incompiuta perché la morte del poeta ferma il suo lavoro di

rielaborazione e di rifinitura.

Virgilio voleva che l’Eneide doveva essere distrutta, qualora egli non riusciva a completarla,

ma i suoi amici Vario Rufo e Tucca, nonché esecutori testamentari, la consegnarono ad

Augusto, non rispettando il suo volere e quest’ultimo ordinò che fosse pubblicata senza

alcuna correzione, nonostante qualche incoerenza registrati nei 58 versi incompiuti, e che

doveva avere la massima divulgazione possibile, in quanto l'Eneide rappresentava il poema

da lui tanto atteso.

La leggenda e la struttura dell’opera

SI presume che Virgilio per la realizzazione della sua opera fosse stato sollecitato da Augusto,

dove egli decise di comporre conciliando la poetica alessandrina, cioè la brevitas, con il

poema epico omerico e di seguire la narrazione descrivendo ed elencando lo svolgimento dei

fatti anno per anno prendendo spunto dal metodo di Ennio utilizzato nel suo annales e allo

stesso tempo di concentrare la materia epica su un solo episodio, secondo utilizzando in

questo caso il metodo di Nevio.

Dal punto di vista della narrazione l’Eneide di Virgilio si divide in due fasi e cioè nei primi sei

capitoli, egli racconta e descrive i viaggi affrontati da Enea per arrivare in Italia e nei sei

capitoli successivi, l’autore narra e descrive le battaglie affrontate da quest’ultimo contro le

popolazioni latine locali, come la civiltà dei Rutulli di Turno.

Virgilio nel potenziare l’aspetto epico dell’opera, si stacca dal presente, e fa ricondurre

l’origine della storia alla leggendaria caduta di Troia, facendo risalire o ricollocandolo questo

evento, in un periodo lontano fondazione di Roma, ma rendendolo come fattore dominante,

sostenendo che la la narrazione della guerra di Troia serviva a giustificare la fondazione di

Roma come esito voluto dagli dei.

Virgilio innova decisamente il poema epico in quanto:

Omero: aveva composto un poema tutto mitologico,

Ennio; invece considerava il mito solo un antefatto delle vicende storiche, Nevio: l’epico e il

mito era una digressione

*mentre per Virgilio il poema epico serviva per fornire una visione profetica.

Con Virgilio la storia di Enea, che esisteva già a partire dal IV secolo a.C, assume una forma

sempre più coerente e complessa, in cui fa capire che il viaggio di Enea è un ritorno

all'antiqua mater,nota per essere la terra dei loro avi, perché l’Italia, in modo particolare l’area

etrusca di Cortona, era una colonia amministrativa di Dardano, noto per essere stato il

capostipite dei troiani.

Inoltre Virgilio, nella sua opera, perfezionava la sua tradizione mitologica ed epica celebrando

la nobilissima famiglia Giulia, la famiglia di Caio Giulio Cesare e di Augusto, in quanto si

presumeva che essa discendesse da quella di Ascanio, che era per l’appunto il figlio di Enea.

Virgilio faceva così coincidere la storia di Roma, fin dalle sue origini, con quella della famiglia

che comandava nella città e in tutto l'impero.

Inoltre il Libro VI dell’Eneide. non ha nulla di omerico ma è da considerare una pura e

semplice celebrazione ad Augusto attraverso l’elenco e la descrizione dei suoi antenati.

I personaggi dell’Eneide

Virgilio nell'Eneide non crea figure di eroi esuberanti, dotati di una vitalità prorompente, come

faceva Omero, ma in realtà i suoi personaggi hanno un carattere più sfumato, e vengono

approfonditi psicologicamente e spesso rappresentati con atteggiamento dolente e

meditativo,infatti i suoi personaggi, sono personaggi umani e non eroi divinizzati come quelli

di Omero.

Enea non è un eroe o guerriero come Achille, Ettore o Ulisse, ma è un uomo che accetta con

rassegnazione il suo destino e obbedisce, anche se delle volte con dolore, al fato.

Egli solo all’occorrenza o quando necessario manifesta e mette in pratica le sue doti di

valoroso guerriero, ad esempio quando uccide Turno non compie un atto di crudeltà, ma un

gesto che segnerà l’inevitabile destino di far nascere la futura Roma.

Le caratteristiche di Enea sono la pietas, cioè il senso del dovere e la capacità di sacrificio le

altre personalità dell’Eneide, l’autore riprende la dimensione intellettuale e la sensibilità

delicata , del poeta stesso e la trasferisce agli altri personaggi e situazioni principali

dell’opera, mettendo in evidenza il carattere elegiaco del poema.

Virgilio osserva sempre con commossa attenzione i sentimenti e gli stati d'animo di chi è

coinvolto nelle imprese eroiche ed interviene ed interagisce direttamente o indirettamente

con racconto attraverso commenti e riflessioni personali, e lo fa adottando l'uso degli

aggettivi, e nel caso in cui a

Dettagli
A.A. 2016-2017
76 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher infante.alessandro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof Masselli Grazia Maria.