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LA POLITICA IMPERIALISTICA DEL CONSERVATORE DISRAELI E IL COMMONWEALTH
Disraeli si dedicò soprattutto all'espansione dello sfruttamento coloniale, sulla base di una politica decisamente appoggiata dalla regina Vittoria e da gran parte dell'opinione pubblica, la quale non condivideva le idee dei gladstoniani, accusati di essere "partigiani di una piccola Inghilterra" o "nemici di una politica imperiale". Durante il suo secondo mandato come primo ministro, con una politica estera finalizzata a consolidare il prestigio dell'Inghilterra nel mondo, riuscì ad annettersi le isole Figi, facendo proclamare la regina Vittoria imperatrice d'India, intraprendendo guerre contro i Boeri, gli Zulu e gli Afgahani, acquistando dall'Egitto le azioni del canale di Suez e procurando all'Inghilterra il possesso dell'isola di Cipro. La Gran Bretagna pretendeva di sconvolgere le tradizioni, i rapporti sociali e gerarchici dell'India.
Pretendeva di imporre la propria cultura. Tuttavia la cultura occidentale non fu portata in tutta l'India, ma solamente alle classi più agiate. Egli cercò di non ripetere l'errore già commesso dagli inglesi per le colonie americane, di stabilire un'eccessiva dipendenza dei territori d'oltremare dalla madrepatria: per questo motivo dette vita ad una politica di sostanziale autonomia delle colonie, pur legandole con un'unione personale alla corona (COMMONWEALTH o mercato comune). Tuttavia la prima a risentire di tale politica fu l'Inghilterra stessa che non si trovò più al vertice dei paesi del commonwealth, ma in una posizione bassa perché i paesi colonizzati avevano a disposizione molte risorse minerarie e giacimenti. La Gran Bretagna diventa quindi un membro particolarmente vulnerabile all'interno di questo mercato comune, perché passa da una posizione di predominio economico ad una posizione secondaria.
I primi beneficiari della nuova politica furono il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda e l'Unione Sudafricana. Per quanto riguarda la POLITICA SOCIALE:- Fece votare la riduzione dell'orario di lavoro e il riposo pomeridiano del sabato;
- Introdusse il principio della piena uguaglianza giuridica fra imprenditori e salariati;
- Soppresse nel 1875 il reato di sciopero e riconosce il diritto di intervento dei lavoratori in materia dei contatti di lavoro;
- Concesse il diritto di voto agli operai e agli abitanti delle città e dei borghi.
paese è in fase di crescita, soprattutto per il fatto che le esportazioni sono raddoppiate rispetto al passato, grazie all'ampliamento del suo impero (prendeva materie prime, le lavorava e le esportava). La flotta mercantile e militare britannica erano le più forti del mondo. Anche l'agricoltura era in fase di miglioramento. Fino a questo momento i 2 principali paesi verso i quali la Gran Bretagna esportava erano: l'Europa e il Nord America, però fu proprio l'Europa che in questo periodo cominciò a mettere in crisi il commercio britannico, perché grazie ai macchinari ad alta tecnologia che l'Inghilterra esportava, il resto dell'Europa aveva sviluppate le proprie industrie e superato la Gran Bretagna, ciò avvenne anche nel mercato nord americano che fece passi enormi e non rappresentò più il punto d'arrivo per le esportazioni britanniche. Questo cambiamento porta alla crescita economica di due
potenze: Germania e nord America.
Gli anni 1830-1880 furono per la Gran Bretagna anni di semi isolazionismo rispetto alle questioni europee. L'illusione di pace fu però spazzata via negli anni '50 dalla disastrosa rivolta indiana e dalla goffa gestione della guerra di Crimea.
RIFORME SOCIALI:
Mentre per quanto riguarda la politica interna le condizioni di svantaggio delle donne e dei poveri erano notevoli. A tante donne era negato l'accesso ad un'istruzione adeguata e il pieno godimento dei diritti di proprietà, per non dire del diritto di voto. Ed è proprio grazie alla lotta ostentata delle suffragette sotto la guida di Emelline Pankhurst, fondatrice nel 1902 dell'UNIONE POLITICA E SOCIALE DELLE DONNE, che fu concesso il diritto al voto solo nel 1918 a tutte le donne che avessero compiuto il 30° anno di età e nel 1928 fu ristretto a 21°. Le sufragette furono molto decise nella loro lotta, ricorsero a manifestazioni nelle piazze,
marce sul parlamento, scioperi della fame, e anche ad attentati a edifici pubblici. Mentre per quanto riguarda le condizioni del proletariato esso era costretto a vivere in condizioni igieniche pessime e godeva di salari estremamente bassi. Il lavoro minorile era sfruttato e sottopagato (c'erano le Sunday school, ossia le scuole della parrocchia). Vennero istituite poi le PURE LOWS: sussidio minimo per le famiglie povere, e le WORK HOUSES: case di lavoro che offrivano un rifugio a chi non aveva altre possibilità, in queste case la vita veniva volutamente resa difficile affinché non ci si adagiasse a tale condizione. Proprio per questo l'epoca vittoriana fu inaugurata da una serie di riforme politiche, moderate, appositamente concepite per allontanare il pericolo di rivolgimenti radicali. Nel 1832 il diritto di voto fu esteso a tutti i cittadini maschi proprietari di case in possesso di un reddito di 10 sterline o più. Benché la legge avesse raddoppiato l'elettorato,
Includendovi un maggior numero di votanti della classe media, essa lasciava ancora 29 cittadini su 30 senza voto. Nel 1867, in una seconda revisione del sistema elettorale (REFORM ACT), un milione di lavoratori si videro finalmente riconosciuto il diritto al suffragio. Questa fu la conseguenza indiretta di una continua pressione del proletariato per una rappresentanza democratica, una pressione che aveva trovato la sua prima compiuta espressione nella "carta dei diritti del popolo" del 1838. Il gruppo composto dagli ideatori di questa carta erano i cartisti. Emersero come forza nuova di opposizione nella politica degli anni '40. Essi erano l'avanguardia di una nuova e consapevole classe operaia industriale in continua espansione. Alle agitazioni operaie e delle suffragette si aggiungevano quelle mai risoltesi dei nazionalisti irlandesi, che disponevano alla camera dei comuni di un gruppo di 80 deputati, il cui appoggio era indispensabile alla sopravvivenza dei governi liberali.
Nel 1911 il nuovo governo presentò un HOME RULE, che prevedeva un'Irlanda autonoma con un proprio governo ed un proprio parlamento, ma pur sempre legata alla corona britannica e dipendente all'Inghilterra per tutte le questioni di comune interesse. La soluzione proposta scontentava sia i nazionalisti irlandesi che miravano alla piena indipendenza, sia la minoranza protestante dell'ULSTER (Irlanda del nord), che organizzò un movimento clandestino armato per opporsi all'autonomia. Dopo un lungo e tormentato dibattito, il progetto liberale fu comunque approvato dalla camera nel 1914, ma la sua applicazione fu subito sospesa allo scoppio della 1° guerra mondiale. TRA PROTEZIONISMO E LIBERISMO: Da qualche tempo anche un altro problema agitava il mondo politico inglese. Infatti benché la tradizione liberoscambista continuasse nel paese da 50 anni ed era considerata fonte di prosperità, parecchi industriali posti di fronte all'ascesaEconomica degli Stati Uniti e della Germania, cominciarono a propendere a favore di una politica protezionista, nella convinzione di poter salvaguardare i propri prodotti dalla concorrenza sempre più agguerrita: politica, che parve realizzabile quando nelle elezioni del 1900 lo schieramento liberale venne battuto da quello conservatore. Fu appunto all'ora che il nuovo governo presieduto negli anni 1902 al 1905 da Balfour, impose barriere doganali nei confronti delle merci importate da paesi che non facessero parte del commonwealth britannico. Ciò comportò una pesante tassazione dei prodotti, specialmente alimentari, che l'Inghilterra acquistava negli Stati Uniti o in altre parti del mondo: di qui l'inevitabile peggioramento delle condizioni di vita nelle classi meno abbienti. Di conseguenza le elezioni del 1906 segnarono una netta sconfitta dei conservatori e permisero il trionfale ritorno al governo dei liberali.
SOCIALI: Il movimento operaio inglese finì per assestarsi su una linea riformista e moderata. Le prime associazioni inglesi di orientamento socialista erano formate soprattutto da intellettuali, come la grande società Fabiana, fondata nel 188, di cui fece parte anche il commediografo Gorge Bernard Shaw e gli storici e politici Sidney e Beatrice Webb. Tali associazioni rifiutavano la lotta di classe ed il marxismo e sostenevano che il socialismo si sarebbe raggiunto gradualmente attraverso le riforme e l'allargamento dell'intervento pubblico dello Stato. A loro volta, le grandi organizzazioni sindacali inglesi, le TRADE UNIONS, sostenevano le rivendicazioni delle diverse categorie dei lavoratori inglesi con un sostanziale disinteresse verso l'ideologia marxista. All'inizio del '900, tuttavia, le associazioni sindacali stimolarono e promossero la nascita di una rappresentanza politica autonoma dei lavoratori inglesi. Nacque così il partito.laburista (LABOUR PARTY), che si presentò per la prima volta alle elezioni nel 1906.
LE POSIZIONI DEGLI INTELLETTUALI VITTORIANI: Gran parte dello sforzo intellettuale dei vittoriani fu impiegato nel tentativo di tenere insieme un universo che stava andando in pezzi. Fu quindi un periodo di teorie contrastanti, di ottimismo scientifico ed economico e di pessimismo sociale e spirituale, di acuta consapevolezza dell'inevitabilità del progresso e di profonda inquietudine per il presente.
Il cristianesimo rimase tuttavia una forza primaria nella vita e nella letteratura vittoriana. Nonostante la grande maggioranza delle persone avesse smesso di seguire le cerimonie religiose domenicali. Questa maggioranza era costituita da uomini e donne della classe operaia, che potevano facilmente trovare modi più piacevoli di trascorrere l'unico giorno di riposo loro concesso. Anche tra le classi colte si diffondeva sempre più un profondo scetticismo, che investiva le basi.
Dottrinali e storiche del cristianesimo. Essi vennero poi alimentati e stimolati dalla pubblicazione nel 1859 dell'opera di C. Darwin (L'ORIGINE DELLE SPECIE), e da una cultura sempre più influenzata dal materialismo scientifico. Le teorie sull'evoluzione di Darwin, furono fortemente rifiutate dall'Inghilterra vittoriana di fine '800.